Enrico Ferri - Discordie positiviste sul socialismo

Prof. ENRICOFERRI Deputato a 1 P ~ rlamento DISCORDPIEOSITIVISTE SUL SOCIALISMO (F E R R I co~TRO G A R O F A L 0) PALERMO REMOSANDRON - Editore 1895 B1blio.ecu G no Branco

RIVISTDAISOCIOLOGIA SCIBNZE SOCIALI, POLITICHE B MORALI BIOLOGIA, PSICOLOGIA, ANTROPOLOGIA PEDAGOGIA, IGIENE STORIA DELLA CULTURA DIREZIONE: GIUSEPPE FIAMINGO VINCENZO TANGORRA GIUSEPPE SERGI FILIPPO VIRGILII La Rivistadi Sociologia si pubblica a fascicoli mensili di 80 pagine, sotto la Direzione dei professori G. F i ami n go, G. Sergi, V. Tangorra e F. Virgilii; alla fine dolJ·anno, forma un grosso volume di mille pagine. - Ogni numero contiene: 1°. Mem<>rioeriginali, dovute ad eminenti scrittori non solo di c·.asa nostra ma di tutta Europa, e riguardanti i più vitali argomenti scientifici; 2°. Note Critiche e G'omunicazioni su questioni del giorno , scoperte della scienza, riassunti di opere, ecc. ; - snelle, vario , attraenti , queste note afferrano ogni manifestazione del pensiero che meriti di essere rilevata; 3°. Rivista delle Riviste, in cui vengono segnalati gli articoli più notevoli, dal punto di veduta sociologico,che compaiononelle riviste più accreditate d'Europa e d'America; 4?. Bibliografie delle opere più recenti in tutti i rami del sapere, avendo cura che le recensioni sempre numerosissime, siano affidate a specialisti della materia; 50, Cronacadel movimentosociale, nella quale si rende conto, con la più serena obbiettività., dei fatti che, durante il mese, hanno più colpito l'attenzione del sociologo. La Rivistadi Sociologia riflette, per tal modo, tutto il movimento scientifico contemporaneo e riesce una sintesi limpidissima delle varie correnti intellettuali; dovrebbe diventare, quindi, una fonte indispensabile di consultazione e di studio per ogni persona colta. L'edizione, corrottissima ed elegante , è affidata al signor REMOSANDRONdi Palermo, che tiene pure l' Amministrazione della Rivista. La Rivistadi Sociologia esce una volta al mese a fascicoli di pag. 80 in 8° gr., in vendita al prezzo di L. 1 caduno, presso tutti i principali Librai. · Per l'Italia: Abbonamento annuo L. IO ~cmestre L. fl - > l'Estero > > > 15 - > > 8 - Biblioteca Gino Bianco

DISCORDIEPOSITIVISTE SUL SOCIALISMO Biblioteca Gino Stanco

I 81bhoteca Gino Bianco

Prof. ENRICOFERRI Deputato a 1 P ~ rlamento DISCORDPIEOSITIVISTE SUL SOCIALISMO (F E R R I co~TRO G A R O F A L 0) PALERMO REMOSANDRON - Editore 1895 B1blio.ecu G no Branco

BoliotecaG·ooBianco Proprietà letteraria dell'Editore REMO SANDRON ., STAB. 'rrP. DIR. DA SANTI ANDÒ Vta Celso N. 49 e 49 lits

Tra le molte pubblicazioni, che pro e contro il socialismo, apparvero in Italia in questi ultimi mesi, dopo il mio &cialismo e ~cienzapositiva (Roma, luglio 1894) che del socialismo dimostrava l'accordo colle grandi linee del pensiero scientifico moderno , il libro del G aro fa 1o (1), era atteso con vivo interesse, sia per il nome illustre dell'autore, sia per il dissenso aperto e radicale che con esso veniva a palesarsi tra i propugnatori più in vista della scuola criminale positiva, un tempo cosi serrati e concordi nella pro- (1) La superstizione socialista, Torino 181)11. Biblioteca Giro B,anco

-6paganda e nella difesa della nuova scienza ita,- liana, creata da C e s a r e L o m b r o s o . Veramente l' unione scientifica dei sostenitori della scuola positiva era un accordo, ma non fu mai all'unisono. Il L o m b r o s o , portò nello studio del fenomeno criminoso l'impulso originale e il rilievo più spiccato e fecondo delle ricerche antropologiche e biologiche; a cui io aggiunsi, oltre la sistemazione teorica del problema fondamentale della responsabilità, le ricerche psicologiche e sociologiche , classificando le cause naturali del delitto e le conseguenti categ<,rie antMpologiche dei delinquenti, ed insistendo ~oprattutto sulla prevenzione sociale della criminalità e sulla minima efficacia della repressione, postuma e violenta. Il G a r o f a 1o , pure essendo d'accordo con noi nella diagnosi della patologia crimi- :r;i.ale,portò sempre una propria corrente di idee quasi spiritualistiche e più ortodosse, come per es. il concetto che l'anomalia del delinquente sia soltanto un'anomal!a momle e che la religione abbia un'influenza preserBibliotecaGino81anco

-7vatrice dalla criminalità e che la repressione severa ne sia ad ogni modo un rimedio efficace e che la miseria non solo non sia l' unico ed esclusivo fattore di criminalità. (come io sostenni e sostengo tuttorn) ma che non vi abbia nessuna influenza d~terrninante, e che l'istruzione popolare anziché essere un preventivo del delitto, ne sia invece un incentivo, ecc. Queste idee, discordanti evidentemente dalle constatazioni positive della biologia, dell,1,psicologia e dell '1 sociologia crimin~le (come non è qui il luogo di dimostrare) 110n irnpedi rono per altro l'unione dei posi tivisti; perchè nell:·t nuova scuola questi concetti personali ed antiquati del Gar ofalo passarono qua.si inavvertiti, per l'importanza e lo sviluppo molto maggiore che da lui ebbero le conclusioni tecnicamente giuridiche, sistematizzate in un ordine di riforme penali e procedur~li attuabili anche subito, per eliminare gli inconvenienti più acuti che la dottrina positivist.t e l'esperienza di mt1,gistrato, sebbene un po' unilateralmente, gli ,wevano Biblioteca Gino Bianco

-Sfatto rilevare nell'amministrazione della giustizia penale. Accentuatasi nel L o m b r o s o ed in me la tendenza progressi va eterodossa , ifino al socialismo, era prevedibile e naturale che si sarebbe accentuata di contraccolpo la tendenza ortodossa e retriva del G aro fa 1o, abbandonando cosi quel terreno comune, sul quale abbiamo combattuto e potremo ancora combattere insieme. Giacché io non credo che queste discordie positiviste nel terreno dell' avvenire sociale, debbano necessariamente nuocere o pregiudicare il nostro accordo sul terreno circoscritto della diagnosi presente di un fenomeno di patologia sociale. Possono due clinici di temperamento intellettuale diverso, trovarsi_ d'accordo nel fare la diagnosi di una malattia presente, pur dissentendo poi in altre questioni od anche sul metodo di cura o sulla prognosi di quella stessa malattia, secondo la diversa orientazione delle proprie vedute personali. E possono quindi, malgrado questo, combattere insieme per difendere la diagnosi fatta di comune accordo. Biblioteca Gino Bianco

.. Cosi è per i positivisti della scuola antropologico-criminale : concordi nel rilevare gli assurdi della presente gi~stizia penale inspirata ai criteri della scuola classica e concordi nell' osservazione SJ>erimentale del fenomeno criminoso e nella sua diagnosi, P?Ssono poi trovarsi discordi nella previsione del1'avvenire sociale ; senza per questo che la verità delle loro constatazioni antropologiche o delle loro critiche giuridiche venga ad esserne· minimamente ottenebrata, se non forse (oltre ai facili pettegolezzi di avversari impotenti a combattere le idee) per qualche pigro seguace, che ami adagiarsi nella ripetizione infeconda di quanto a}?biano concordemente sostenuto gli iniziatori. · E questo anzi uno dei segr~ti della . in- · superata fecondità del metodo sperimentale: che ogni conquista contro l'ignoto permane irrevocabile malgrado i dubbi o i dissensi sulle conquiste ulteriori; mentre nelle scuole metafisiche, tarlata o scùssa una trave della loro impalcatura sillogistica crolla tutto l'edificio, aspettando che un'alt1-·aimpalcatura ri- .. Biblioteca Gmo B anco . .

- 10 - servata allo stesso destino, se ne elevi dalla fantasia logica di altri pensatori , non temprati al cimento delle po::iitive osservazioni. Nella lotta del pensiero umano contro l'ignoto, le differenti religioni si escludono, le· scuole metafisiche si contraddicono; sol tanto le scienze positive si svolgono e si completano. Spiegato così questo episodio personale, esaminiamo ora il contenuto di que::ita « Superstizione socialista », per vedere nello scisma dei positivisti, chi meglio scgu·t e delinei la disciplin,.t delh scienz,.t :sperimentale e la traiettoria dell'evoluzione umana. Se quelli, che portando il metodo positivo oltre le circoscritte ricerche di antropologia criminale, anche in altri campi della scienza sociale. e tutte accettando le logiche conseguenze delle loro osservazioni positivè , dichiarano espii - cita adesione al socialismo marxista-o chi, positivista, e perciò innovatore, in una branca speciale della scienza, persiste <'onservatore BibliotecaGmoBianco

- 11 - in altre, a cui, negando l' applicazione del metodo positivn, riserva non la genialità del cimento critico, ma la facile ripetizione del pili sup }rficiale senso comune ed abitudinario. La lettura di questo libro, fa subito risaltare dalla prima all'ultima pagina un contrasto evidente tra il G aro fa 1 o criminalista etero-losso, sempre pronto alla critica acuta della criminologia classica , sempre ribelle ai luoghi comuni ed abusati della tra.dizione giuridica, e il G aro fa lo anti-socialista, sociologo ortodosso, routin-ier, che trova tutto ottimo nel mondo presente, compreso il lusso improduttivo degli .'{portrnen j maledice alla rivoluzione frnncese, per fare un'idillica descrizione dell' ancien règime dimenticando però il pare aux cerfs e senza mai una propria osservazione originale, si limita a ripetere le più superficiali d 1clam-izioni d·~lG uy o t o di qualche giornalista, per cadere perfino in un linguaggio violento e talvolta anche puerile, che em il pili lontano sinora. dalle sue pubblicazioni, sempre serene e compassate e che ora fa pensare a colui, che senBiblioteca Gino Blanco

- 12tendo di aver meno ragione di quanto vorrebbe far credere, grida di più e fa la voce grossa. Per esempio, a pag. 18, con una forma che non è nè aristocratica nè borghese, scrive che « Be be 1 ebbe il cinismo di fare in pieno Reichstag l'apologia della Comune»; dimenticando di pensare che la Comune di Parigi non va storicamente giudicata soltanto colle impressioni ripugnanti, lasciate dai racconti svisati o esagerati del giorn~lismo di allora. Così a pag. 21, 23, 26 parla, non so perché, del disp1·ezzo dei s9cialisti marxisti verso il socialismo sentimentale , che nessuno ha mai sognato di disprezzare, pur riconoscen- <lone la minore coerenza colla disciplina positiva della scienza sociale. E a pag. 126 crede di fare della discussione ... scientifica scrivendo: « In verità, c'è da sbalordire! E quando si vede che gli uomini, i quali professano simili dottrine (cioè la socializzazione dei mezzi di produzione) trovano il modo di farsi ascoltare , bisogna riconoscere non esservi proprio limiti alla umana imbecillità! » BibliotecaGtnoBianco

- 13 - Ah, amico Garofalo, come questo tuo linguaggio di ora mi richiama quello di certi classici criminalisti - te ne ricordi? - che credevano di combattere la scuola positiva con un linguaggio troppo simile a questo, che sotto la frase reboante e un po' anche stantia, nasconde la completa mancanza delle idee da <•pporre alla combattuta ma vittoriosa eresia. Gli é invece che, sebbene a pag. 258 il G a r ofa 1o dica, n~n so proprio perché, che « la classica eleganza della forma, a un vero socialista deve sembr~re una sconvenienza », i socialisti dell'oggi pensano, che come per essere coerenti coi proprii principii politici non si crede più necessario portare l' abito trasandato od il cappello a cencio , cosi a qualunque scuola si appartenga, la serenità e la dignità del linguaggio, massime nei libri scientifici, sono indizio di sicura fiducia nella verità delle proprie idee. Senonché, a parte anche questo linguaggio insolito nel Garofalo, non possibile non rilevare lo strano contrasto fra il suo ingegno B blioteca G no Bianco

-- 14 - ,critico e molte affermazioni di questo libro, che sono per lo meno, di una ingenuità in lui non sospettata finora. A pag. 65· (nota) per combattere la teoria del George sulla confisca della rendita, seri- -ve : « Ma il George dimentica che nel diritto -civile esiste l'istituto della prescrizione , per -cui, dopo un tempo determinato, anche colui che possedeva senza titolo e anche colui r:he possedeva in mala fede (cioè il ladro!) diventa legittimo p1·oprieta1·io » • E questa vorrebbe essere una difesa giuridica ... e morale della proprietà! Vero è che a pag. 68, da individualista di un assolutismo ormai preistorico, egli deplora .anche le leggi civili limitatrici del jus utendi ed abutendi , che hanno fatto « ferite troppo profonde alla proprietà individuale ", perché egli dice che « le classi inferiori soffrono cru- •delmente non già della esistenza delle grandi fortune, bensì del disagio economicodelle classi superiori» , con un'audacia, quindi, di pen- .siero critico veramente fenomenale. Ed a proposito della mia constatazione Biblioteca Gino Bianco

15 - che la scienza positiva odierna è tutta dominata dall'idea e dal fatto dell' agg1·egatosociale e quindi del socialismo-contro la glorificazione che dell'indh'iduo e quindi dell'individualismo aveva fatto il secolo XVIII-il Garofalo mi oppone non solo che il romanzo di Robinson Crusoè fu tratto da un caso vero, ma nientemeno, che « molti casi potrebbero citarsi di anacoreti ed eremiti che non ebbero bisogno della compagnia dei loro simili» (pag. 74). E con questo egli intenderebbe provare il mio errore, quando affermai eh<:l>'individuo da solo e per sè solo non vive, ma in quanto fa parte di una collettività, a cui egli deve tutte le condizioni c-reatrici della sua esistenza. Davvero, che seil Garofalo avesse usato di questi argomenti per comba,ttere gli assurdi della metafisica penale e per sostenere le eresie della scuola positiva, questa non lo segnerebbe tra i suoi iniziatori più efficaci ed eloquenti. Sicché, non essendo cambiato l'uomo, bisogna concludere che soltanto alla debolezza della causa da lui ora sostenuta devesi attribuire la platitude di simili argomenti. Biblioteéa G o Bianco

- 1.6 - Nè la critica si rinforza, quando egli, riferendo l'antifona che la società collettivista sarà come un convento, dice: « Saremo tutti operai ? Ma che ! Sm·emo tutti accattoni ! La nostra attività quotidiana non avrebbe altro scopo che di procurarci un « buono ,, per una specie di cucina economica! Figurarsi gli intrighi e le frodi per ottenere di questi buoni (i quali poi farebbero sin dal primo giorno, l'ufficio del danaro) con poco o nessun lavoro ! Figurarsi i privilegi , le esenzioni, le dispense, i certificati di finte malattie, i buoni di famiglia, i buoni doppi e chi ne ha più ne metta!,. Se il fare la caricatura di ciò che si immagina sia il sistema degli avversari dovesse essere un'arme efficace, dopo questo s_quarcio critico il socialismo sarebbe trafitto a morte; come avrebbe dovuto esserlo la scuola criminale positiva, quando i nostri avversari dicevano che la giustizia penale col nostro sistema avrebbe consistito nel proporzionare la. responsabilità del delinquente alla forma del suo naso! B1bl1otecaGmo Bianco

17 - Lasciamo stare che la vantata libertà dell'individuo nella presente società è una realtà soltanto per i detentori del potere economico , ed è invece una crudele figura rettorica per tutti quelli che dovendo vivere del loro lavoro manuale o mentale, sono costretti a subire, sotto tutte le foi:-mepiù o meno dirette, 'più o meno larvate, la più inesorabile servitù. Ma poi, è possibile che un uomo d'ingegno come il Garofalo creda veramente che tutto il socialismo consista ne' « buoni per una specie di cucina economica», come gli avversari della scuola positiva credevano o fingevano credere che tutta l' antropologia criminale consistesse nelle misure del cranio? Eppure il Gal' o fa lo, invece di queste arti polemiche d'altri tempi, avrebbe potuto seriamente discutere la tesi fondamentale del socialismo, che, colla proprietà sociale della terra e dei mezzi di produzione, tende ad assicurare per ogni individuo le condizioni di esistenza per lo sviluppo più completo e quindi veramente libero della sua personalità fisica e FeRRt - Dtsc01•àtpeostttvtste. 2 B olioteca G•f'lo Bianco

- 18 - morale, perché ognuno come diceva Goethe « diventi ciò che è», invece di spegnersi, come ora, atrofizzato nella prima, spasmodica ed esauriente conquista del pane quotidiano, spesso a prezzo della propria dignità o delle proprie tendenze intellettuali, con evidente sperpero di forze umane a danno dell'intera società e colle apparenze della libertà individuale, ma colla effettiva soggezione del maggior numero ai pochi detentori del monopolio economico. Ma il Garofalo :,i è guardato bene da queste discussioni, che possono da una parte e dall'altra prestarsi alla serietà scientifica degli argomenti; e si è limitato invece, anche quando ha tentato. la discussione scientifica, alla ripetizione dei più superficiali luoghi comuni. Così per es. a pag. 82, contro i socialisti i quali sostengono che le variazioni del1' ambiente sociale determineranno necessa,- riamente una mutazione nelle attitudini e nelle attività individuali, scriveva : « Ma il mondo non può essere mutato se prima gli uomini non si perfezionano per l'influenza dei due fattori ideft.li : l'onore e il dovere.» .. B blloteca Gino Bianco

- 19Come dire, che l'uomo non deve gettarsi in acqua ... se prima non ha imparato a nuotare, restando a terra! Nulla invece di più concorde colle induzioni positive della biologia e della sociologia, del r.oncetto socialista che le mutazioni dell'ambiente determinano corrispondenti mutazioni fisiologkhe e psichiche negli individui. L'anima infatti del darwinismo non è tutta nella variabilità degl'individui e delle specie per l' influenza modificatrice dell' ambiente, conservata e trasmessa per selezione naturale? Ed anche il neo-darwinismo nou consiste sopratutto nel dare sempre maggiore importanza alle mutazioni dell' ambiente per spiegare le mutazioni degli esseri viventi? Egualmente, nell'ordine sociologico, come, secondo le replicate e non sospette dimostrazioni di S p e n c e r , nel passaggio dal tipo guerresco al tipo industriale o pacifico di società umane, si cambia, adattandovisi, anche quella « na• tura umana, >> che gli antisocialisti ci oppongono come qualche cosa di immutabilmente fisso al pari delle « specie create» che Btblioteca <S AO B·anco

- 20 - si opponevano alla teoria dtirwiniana; così col graduale passaggio ad un ordinamento collettivista la natura umana necessariamente si adatterà alle rnutate condizioni sociali. Certo, la natura umana non cambierà nelle sue tendenze fondamentali, perehè ad esempio ogni uomo, come ogni animale, fuggirà sempre il dolore e cercherà il piacere, poiché quello è una diminuzione e questo un acc-rescimento della vita; ma ciò non toglie che la direzione e l'applicazione di queste teli• denze vitali non possa e non debba cambiare col cambiare dell'ambiente. Sicché, per esempio, io altrove dimostrai che l'egoismo individuale certo vi sarà sempre, ma agirà in modo profondamente diverso in una società ordin .. ita a vera solidarietà umana, di quello che non agisca nell' attuale mondo individualista e sostanzialmente anarchico, in cui ognuno per la cosiddetta libera concorrenza è costretto a seguire il proprio egoismo antisociale, cioè in opposizione, anziché in accordo, coi bisogni e le tendenze degli altri individui consociati. Senonché dove la ripetizione dei più loBibliotecaGinoBianco

- 21 - gori luoghi comuni r;1ggiunge il colmo, certo per una svisra dell'autore, è là dove il G aro fa 1 o (a p 1g. li:>7)scrive que~te linee, che ogni c0mmento ·guasterebbe: « Apparentemente non lavorano molti giovani <lifamiglie aristormtiche. È più esatto però il dire che essi non fanno alcun lavoro per es.~ip1·oduttivo. « )fa cs.;i lavorano per il loro piacere, raggiungendo il fine del lucro degli altri. « Infatti quegli « oziosi » gentlemen sono generalmente dediti allo s_po1·t, cioè caccia, navigazione, equitazione, scherma, o ai viaggi o al dilettantismo delle arti. E il loro lavoro, pe1· essi improduttivo, fornisce occupazioni lucrose a un numero grandissimo di persone. » Eppure, una volta, io sentii in carcere un conda.nnato, che mi diceva: Si grida tanto contro i delinquenti, ohe non lavorano; ma se non ci fos;;imo noi « un numero grandissimo di persone» come carcerieri, carabinieri, giudici, avvo~ati resterebbero senza .... « occup>1zionelucrosa » ! B blioteca Gmo Bianco

- 22 - Senonché, oltre questi specimen di distrazione scientifica, prima di venire ali' esame degli scarsi argomenti scientificamente trattati dal G aro fa 1o, è utile per un giudizio generico sul suo libro rilevarne la dimenticanza delle regole più elementari del metodo positivo con qualche esempio di apriorismo e artificialismo, che da così esperto e rigoroso positivista certamente non sarebbero da aspettarsi e sarà utile dare. anche taluni esempi di errori di fattò, o nella scienza in genere o sulle dottrine da lui combattute. A pag. 35, parlando dell'opera scientifica di Marx con un disdegno, che per essere preso sul serio somiglia troppo a quello dei teologi verso D a r w i n o dei criminalisti classici verso Lo mb roso ,-tanto che al G a - r o fa lo fu rimproverato perfino dalla Riforma sociale del N i t t i - egli fa questo curioso ragionamento_: « Senza dubbio, partendosi dal presupposto che la proprietà privata sia ingiusta, la logica non manca nel Marx. Ma se si riconosce invece il diritto di proprietà Biblioteca Gino B1anco

- 23 - - nell'individuo, se ne ha tosto la conseguenza inevitabile del frutto del capitale e quindi dell'aumento del medesimo». Ah ! Mo n s i e u r de la P a 1i s s e , come la vostra lieta memoria, dell'uomo che poco prima di morire era ancor vivo, si presenta qui per inevitabile associazione di idee ! Certo, se si ammette a p1·i01·i l diritto di proprietà privata ... é inutile mettersi a discutere. Ma il guaio è che tutta l'opera scientifica di Ma r x è intesa appunto a dare le prove positive della vera genesi della proprietà capitalista, altrettanto lavoro non pagato al lavoratore, invece delle vecchie favole della prima occupazione, del risparmio accumulato e via dicendo. E la negazione della proprietà individuale è non già « il presupposto » ma la conseguenza logica e inesorabile delle premesse di fatto e delle constatazioni st01-iche non solo del Ma r x , ma di una pleia,de numerosa di sociologi, ~he tralasciando le reticenze e le restrizioni mentali del convenzionalismo scientifico, diventano per ciò solo socialisti. i8 bl1oteca G no Bianco

- 24 - Nè meno strano, da parte di un positivista, è il ragionamento artificialista per cui il G aro fa 1 o sostiene, nel capitolo II, che i socialisti mancano di logica, perché se il passaggio al collettivismo è determinato dall'accentrarsi progressivo delle ricchezze in poche mani, <e essi dovrebbero dunque favorire que~J;aaccumulazione» (p. 107)... come se l'evpluzione sociale non fosse un'evoluzione naturale anch'essa e quindi superiore al lihero arbitrio di un individno o di un partito! Ma è appunto qui la forza del socialismo scientifieo, che, sopratutto per opera del M a r x, avendo portato nel campo dell'economia politica il concetto ed il senso positivo dell'evoluzione storica e naturale, non fa che constatare un ordine di successione nelle forJP.e sociali, cosi come la biologia darwiniana non fa che constatare un ordine di successic-rre nelle forme animali. Un metafisico od un teologo soltanto potrebbero invitare un biologo darwiniano aq. opporsi od a favorire il succedersi delle forme zoologiche, ed essi in questo s;1rebbero coerentj BibliotecaGinoBianco

- 25 - al loro sistema artificialista, che al libero arbitrio tlell' uomo o della divina provvidenza attribuiscono la potenza di cambiare il corso naturale delle cose. Ma che un naturalista, un positivista creda di cogliere « in delitto, di flagrante contraddizione» il socialismo odjerno, solo perché crede ehe le fasi dell'evoluzione sociale sono l'effetto necessario di cause naturali e che compito della scienza è soltanto quello di ricercare e constatare queste cause e la loro dinamica naturale, ecco veramente una pretesa che va contro allP-più elementari regole di quel positivismo scientifico, in .nome del quale si dice di com battere. E questo oblio di ogni criterio natùralistico non è neppure oceasionale e transitorio nel G aro fa 1o; perché egli vi recidiva parecchie altre volte, come quando a pagina 53 ripete con un l'lrticolo del senatore N e g r i , non è vern la tendenza della so~ietà verso il collettivismo perché «l'America e l'Australia. nazioni nate ieri, libere da ogni impaccio di tradizioni fastidiose e pesa.nti, e che pofrebbe-ro Blblioteca Gino Bianco

- 26 - ,quindi plasmarsi facilmente suUo stampo che a loro paresse più conveniente» sono quelle dove la proprietà individuale si afferma nella maggiore acutezza. Come se non appartenesse all'abbicl dell'evoluzionismo spenceriano che « le fasi dell'evoluzione sociale non si saltano nè si sopprimono ,, e possono soltanto essere più o meno rapide, come le fasi dello sviluppo biologico , per l' influsso di cause naturali concorrenti. Sarebbe come dire che non è vera la legge ontogenetica di H a e c k e 1, perché un uomo che la volesse applicare per suo conto, non può passare dall'infanzia alla virilità, senza indugiarsi nell'età giovanile. E tuttavia il G aro fa lo ha cosi completamente dimenticata anche questa regola -elemen_taredel naturalismo positivista, che a pag. 121 con un articolo del De V ari - g n y, ritorna sopra questo argomento e crede di trovare una prova contro il socialismo odierno perché un tentativo di « collettivismo a riguardo della produzione agraria " fallì completamente .... nel secolo XI al chinese Wang-ugan-che/ Il quale, pure BibliotecaGinoBianco

- 27 - essendo « un uomo colto e sapiente » ebbe la prima disillusione da questo, che e( i contadini affrettavansi a scambiare la semenza, loro anticipata dalla pubblica amministrazione, con altri oggetti di cui avevano bisogno ». É la stessa solita obiezione, colla quale, sebbene un po' meno ingenuamente, i liberisti credono di confutarn il diritto al lavoro opponendo l'esperimento artificiale degli « ateliers nationaux » nel 1848 in Francia. Ma il socialismo moderno, appunto perché è in completo accordo col pensiero scientifico e positivo, non ha più le illusioni artificialiste di chi credess~ che domani - dando incarico ad un dittatore « colto e sapiente » di attuare, per via di decreti e regolamenti, un ordinamento collettivista - si potessero ~altare le fasi intermedie, che dall'individua- " lismo assoluto e sfrenato sono già arrivate ad un individualismo limitato e ad un collettivismo parziale, coi -limiti legali al jus abutendi e colla continua trasformazione in funzione sociale o in proprietà pubblica de' servizi- (come illuminazione, acqua potabile, BibliotecaGinoBianco

- 28 - trasporti, ecc.) - o delle proprietà (come strade, ponti, canali, ecc.) che prima erano private. Fasi intermedie, che non si possono sopprimere per decreto di re o di popolo, ma, che naturalmente e qnotidianamente si svolgono e si e:.auriscono, sntto la pr<'ssione delle condizioni economiche e sociali, avvicinandosi sempre più, per pro<"essonaturale, la fase ulteriore del co°Ilettivismo completo dei mezzi di produzione, che i socialisti non inventano ma constatano e prevedono positivamente, solo affrettandone il corso col darne chiara coscienza agli odierni lavoratori, costituiti in partito di dassc. E non solo degli errori di metodo, ma dei veri e proprii errori di f Ltto sono sparsi per tutta la tessitura di questo libro, che è poi to:mentato da un'intima e continua contraddizione circa la te~i di assoluta intransigenza contro il socialismo , che l' autore si propone, ma che egli non può mantenere per la suggestione irresistibile delle ,·ose, come BibliotecaGinoBianco p

- 29 - vedremo da ultimo, a conclusione definitiva. Nel cap. IV, sostenendo che la civiltà sarebbe minacciata da estrema rovina colla elevazione delle classi popolari . il G aro - fa 1o , che è di antica famiglia aristocratica, afferma da prima che « il terzo stato, che doveva sostituire le sue giovani energie a un'aristocrazia decaduta e degenerata, mostrò di questa, centuplicati, i difetti e la corruzione,. (pag. 178). Il che non è certamente un giudizio storico esatto, dacchè veramente nel secolo XIX il terzo stato, conquistato colla rivoluzione francese il dominio politico, già preparato dalla sua anteriore prevalenza economica, diede nuovo e potente impulso alla civiltà. E se ora, dopo un secolo di incontrastato dominio, la borghesia offre « centuplicati » gli stessi difetti e la corruzione del1'aristocrazia nel secolo XVIII, ciò non significa altro se non che il terzo stato trovasi al termine della sua parabola accelerata, sicchè l'avvento di una ulteriore fase sociale si presenta appunto come una necessità storica imminente. BibliotecaGino Bianco

-- 30 - :Ma, soggiunge il G a r o fa lo, qui sta il pericolo per la civiltà, minacciata dal. socialismo, perché « se si considera ciò che é il p1·incipalefreno detla condotta - il sentimento di onore - non si potrà negare che , quanto più si discende (nelle classi sociali) tanto meno esso è intenso o tanto più è raro» (pag. 178~. Ora qui sono accumulati due evidenti errori di psicologia individuale e sociale. Il primo è che il principale freno della condotta umana sia il sentimento di onore, mentre la psicologia normale e la psicologia criminale, all'infuori di ogni dissenso pro o contro il socialismo, hanno già positivamente stabilito che il freno prfacipale della. condotta umana è mvece il sensomu1·ale o sociale che dir si voglia, di cui il sentimento di onore è uno dei lati più appariscenti, ma non è certo la parte sostanziale (il rispetto cioè alle condizioni di esistenza degli altri consociati) nella. dinamica di repulsione dal delitto o da una condotta genericamente antisociale o immorale. Ed il secondo errore consiste nell'afferBiblioteca Gino Bianco

- 31 - mare che il senso morale od anche il sentimento d'onore sia meno intenso o più raro nelle claBsi popolai i anziché nelle classi agiate della società. Esso é certamente diverso, per differente grado di evoluzione, l'uno più primitivo e semplice, l'altro più raffinato e complesso; ma resta a decidersi se la condotta umana non sia meglio guidata da· un senso. m.orale elementare, che chiama pane il pane e ladro il ladro, od un senso morale cosi raffinato da permettere di « rasentare il codice penale» purché si salvino le apparenze. E non ha il G a r o fa 1o stesso , altra volta sostenuto che la tendenza alla criminalità non essendo in alcun modo, secondo lui, determinata dalla miseria, si trova in eguali proporzioni fra le classi agiate e le classi popolari? E non ha anzi soggiunto, coi dati della statistica criminale , che certi delitti (co11trole persone, contro la fede pubblica, ecc.) sono anzi proporzionalmente più numerosi negli strati sociali più elevati ? Come avviene, ora, questo cambiamento di scena, per cui egli sostiene tutto il conB1bl1otecGainoBianco

- ~2 - tmrio, non n~lle idee, ehe possono lllodificarsi, ma in una constatazione di fatto? Un altro errore di psicologia criminale - facilmente ripetuto da spiritualisti e metafisici , ma impreYedibile da parte di un positivista - è l'influenza rhe il G aro fa lo attribuisce al sentimento religioso sulla condotta umana. « L'insegnamento morale non ha senso , o per lo meno non ha efficacia, seuza una base religiosa» (p. 226). E da questa sbagliata premessa di psicologia, egli trae la conseguenza che bisogna ritornare 1-11i1n'- segnamento religioso nelle scuole « cerc·ando i maestri fra gli uomini di età matura e padri di famiglia o fra i minist1·i del culto» (pagina 227). A combattere questa conclusione veramente inaspettata ... da parte di un positivista, è inutile ricordare l'esperienza già fatta nei tempi passati sulla pretesa efficacia moralizzatrice del prete nella scuola, ed è inutile anche ricordare le statistiche criminali coi relativi attentati al pudore per parte dei sacerdoti obbligati al celibato. È pure superBibliotecaGmoBianco

- 33 - fluo il dire che, ad ogni mod,o, se si ristabilisse il prete come maestro di scuola bisognerebbe raccomandargli di non ricordare mai le invettive di Gesù contro i ricchi, col relativo cammello per la cruna di un ago; e le invettive ancor più violente dei Padri della Chiesa contro la proprietà privata, giacché molto prima di Proudhon San Girolamo diceva: ":C-,aricchezza è sempre il prodotto di un furto ; se non fu commesso dal proprietario attuale, lo fu dai suoi antenati» e S. Ambrogio aggiungeva che « la natura ha stabilito la comunione; dall'usurpazione nacque la proprietà privata». E se è vero che in seguito la Chiesa, allontanatasi dalle dottrine del Maestro, predicò a favore dei ricchi, la.sciando ai poveri la speranza del paradiso e che, come dice pure il G aro fa 1o, « i filosofi cristiani esortavano i poveri a santificare le tribolazioni della povertà colla rassegnazione» (p. 140); è anche vero però che per es. Boss u et nel « sermone delle disposizioni riguardo alle necessità della vita» riconosceva che « i morFERRI - mscordtepostttvtste. 8 Biblioteca Grno Bianco

- 34 - morii dei poveri sono giusti. Perché questa ineguaglianza di condizioni? Tutti formati del19 stesso fango, nulla può giustificarli». Sicché, recentemente il G i r a u d Te u 1o n in nome di un liberalismo ermafrodita, ricordava che « il diritto di proprietà individuale é dalla Chiesa piuttosto tollerato in fatto che presentato come base necessaria della società civile. Esso é anzi maledetto nel suo principio inspiratore dai Padri della Chiesa» (1). Ma, a parte questo, per ora mi basta constatare, che la premessa psic,)logica da cui parte il G a r o fa 1o é per sé stessa sbagliata. Altrove, studiando l' influenza del sentimento religioso sulla criminalità (a proposito dell'Omicidio nell'antropologia criminale, Torino 1895) io ho dimostrato, con documenti positivi, •come le credenze religiose, mentre sono efficaci per gli individui già dotati di un normale senso morale, perché aggiungono alla sanzione della loro coscienza (che però basta da (1) Gira ud T o u lo n, Doublepèril social. L'eglist et le socialisme, Paris 1894, pag. 17. BibliotecaGmoBianco

- 35 - sola) anche le sanzioni di premio e castigo oltretomba - « la religion est l' assw·euse de la justice,. (l)- riescono invece completamente inefficaci quando il senso morale, per una od altra ragione di anormalità fisicopsicologica , m'anchi o sia atrofico nell' individuo. Sicché la credenza religiosa, come regola di condotta, mentre è superflua per gli onesti, è del tutto inefficace per i disonesti, quando anzi a questi non aggiunga un incentivo o nel fanatismo religioso o nella speranza del perdono colla confessione ecclesiastica, l'assoluzione in a1·ticulo mo1'tis, ecc. E questo dato psicologico , confermato anche, tra gli altri, da quell'osservatore rigoroso che è il M a r r o , riceve troppe dimostrazioni anche nella vita quotidiana, quando vediamo che i mascalzoni, i farabutti, i bancarottieri ci sono tanto fra i credenti quanto fra gli atei, perché sia necessario insistervi di più. Si capisce, almeno come espediente altret- (1)G. De~ o I in ari, Scienceetreligio1i, Paris 1 94. BibliotecaGinoBianco

- 36 - tanto utilitario quanto ipocrita, l'argomento di coloro che, atei per loro C<into, vogliono conservate e ravvivate le pratiche religiose fra il popolo come funzione depressiva delle energie rivendicatrici dei proprii dirìtti su questa terra. È un'illusione come un' altra; perché si suppone, col solito artificialismo, che il sentimento religioso, anziché seguire la sua evoluzione naturale, si possa spegnere o riaccendere per decreto ministeriale; ma almeno è un' affermazione di solo opportunismo ed empirismo politico, senza alcuna pretesa scientifica, come il G aro fa 1 o invece, crede di poter fare, con evidente oblio delle induzioni più sicure della psicologia criminale. A questi errori psicologici, il G a r o fa l o aggiunge un cosi grave errore biologico, che veramente bisogna crederlo, nella sua foga antisocialista, colpito da amnesia scientifica transitoria. A pag. 197 é scritto : « Per i socialisti questa ineguaglianza ( di condizioni economiche) che non permette sempre ai più meritevoli di essere sufficientemente stimati e BtbliotecaGinoBianco

·- 37 - ricompensati, é la grande i~giustizia sociale, che bisogna sopprimer~. Per noi, invece, questa ineguaglianza, che é un effetto naturale dello sviluppo sociale, e che non può sopprimersi, ha pure il suo lato buono perchè è un mezzo di prog1·esso morale e intellettuale ». Tralascio di rilevare la gratuita profezia che l'esage1·azionedelle ineguaglianze natumli causata dalle ineguaglianze sociali, non si possa sopprimere; perché di questo mi sono occupato nel mio Socialismo e scienza positiva e q_uinon intendo ripetermi. A me basta rilevare, invece, l' affermazione che le ._ineguaglianzesociali (principalmente economiche) siano « un mezzo di progresso morale e intellettuale », perché essa riceve le più aperte smentite dalle constatar zioni più positive della biologia e. della sociologia, le più ortodosse. Q,uell'affermazione infatti si completa coll'altra (a pag. :203)che.« la proprietà ereditm·ia é ora l' unica garenzia cli una buona educazione, l'unica forza che rimane ancora nel mondo perché sia continuata una selezione, non dei BibliotecaGinoBianco

- 38 - più forti assolutapiente nel fisico o nell'intelletto, ma di uomird atti, per la loro struttura mentale, ad apprezzare e a conse1·va1·ele conquiste della civiltà » • Ora basta il più elementare ricordo delle conclusioni , a cui si giunse dal J a c o b y nei suoi studi « sulla selezione naturale in rapporto all'eredit;à nell'uomo» (Paris 1881)e poi da tanti altri, per sapere invece, come dato biologico e storico inoppugnabile , che ogni monopolio o della ricchezza o del potere è una immancabile sorgente di degenerazione fisica e mentale. La trasmissione ereditaria di un privilegio economico o p()litico ottunde infatti ed atrofizza nei discendenti ogni energia vitale ed aggiungendovi l' abuso inevitabile della forza che si possiede gratuitamente, condanna tutte le aristocrazie o del sangue o del censo o del potere ad una successione di debolezza fisica e di degenerazione psichica fino a spegnersi nella sterilità. Altro che selezione progressiva e attitudine a conservare le conquiste della civiltà! .... Bibliotecà Gino Bianco

- 39 - Ora, che degli improvvisati sociologi ad usum delphini ignorino questi .dati ormai incontestabili della biologia, nulla di strano; ma che un positivista illustre ed erudito come il G a r o fa 1o fondi i suoi ragionamenti sopra degli errori cosi evidenti e grossolani, ecco ciò che dimostra come nelle discordie positiviste sul socialismo, le premesse scientifiche stiano dalla parte degli eterodossi contro le frasi fatte e le abitudini mentali degli ortodossi. A questi errori di fatto nelle scienze biologiche e psicologiche un altro se ne aggiunge, da parte del G a r o fa 1o , relativo alle stesse dottrine socialiste, che per lealtà scientifica si dovrebbero almeno conoscere ed esporre nella loro esattezza, prima di combatterle; se non altro, per non ripetere le arti degli avversari della scuola criminale positiva, che ne combattevano non già le dottrine in essa realmente sostenute, ma quelle che essi falsamente le attribuivano.... per comodità di polemica. Biblioteca Gino Bianco

- 40 - A pag. 15 il G aro fa 1 o comincia subito col dire, che .« la vera tendenza del partito detto dei lavoratori è di impadronirsi del potere, non già nell'interesse di tutti, ma per espropriare la classe dominante e sostituù:si ad, essa. Di ciò, nei loro programmi non fanno alcun mistero». E lo ripete a pag. 18i e altrove. Orbene, basta invece leggere i programmi socialisti dal Ma n i f e s t o di Ma r x e E n - g e 1s in poi, e tutte le relative pubblicazioni di propaganda, per vedere come il socialismo odierno tenda e dichiari di voler giungere invece alla soppressione finale di ogni divisione di classi sociali e quindi al benessere di tutti e non solo di un quarto stato che giunga ad afferrare la successione politica del terzo statò. Data la regola fondamentale del socialismo, che in società ogni individuo (che non sia. bambino, ammalato o invalido) deve lavorare per vivere, qualunque sia il lavoro utile che compie; è necessaria la conseguenza, che nella società cosi ordinata sia impossibile ogni antagonismo di classe, che sorge I Biblioteca Gino 81ar-ico

.. .. -41soltanto quando ad una maggioranza che lavora per vivere ma.le,si contrappone una minoranza che vive bene senza lavorare. E questo errore ini~iale naturalmente influisce. su tutta la tessitura del libro, di cui , per es. il capitolo III è inteso a dimostrare che « la rivoluzione sociale preparata dai socialisti sarà la distruzione di tutto, l'ordine morale della so(}ietà, perché ad essa manca un ideale che ne sia il luminoso stendardo > (p. 133.) Lasciamo stare, amico G a r o fa l o , il famoso « ordine morale" di questa società, che vede arricchiti e· fatti commendatori i }adri in guanti gialli e - col «liberale" codice penale che noi bene conosciamo - condanna alla reclusil)ne i bambini e le donne per furto campestre di erba o legna secca: Ma negare che il socialismo manchi di ideale quando esso, ·anche per gli avversari, questa immensa superiorità appunto contrappone allo scetticismo affarista del mondo presente, di propugnare con fede ardente una migliore giustizia sociale per tutti i viventi e per ciò, .. • Biblioteca Gino Bianco •

- 42 - anzi , presenta cosi viva somiglianza col primitivo cristianesimo rigeneratore (ben diverso dal cattolicismo, che ne segnò la « degenerazione grassosa»); questo è veramente, per un positivista, ribellarsi alla più evidente realtà del fatto quotidiano. Ma il G aro fa 1o é arrivato ad affermare , che adesso « la mancanza del necessario per vivere » è un fatto del tutto eccezionale e che perciò « il proletariato è una condizione sociale come tutte le altre e la mancanza di capitale, che ne è il carattere, è una condizione economica permanente che non ha nulla di anormale.... per coloro che ad essa sono avvezzi » (p. 138). Ed allora - pur tralasciando questo comodo quietismo che non trova niente di anormale nella miseria .... degli altri - si comprende come persino la più elementare esattezza nella constatazione dei fatti, gli faccia difetto , quando si pensi alla schiera dolorosa e sempre più affollata dei disoccupati, che non costituisce un fatto « locale e transitorio ,. ma pure acutizzan- .dosi in qualche epoca o plaga, è però sem- ,. .. • Biblioteca Gino Bianco•

-- 43 - pre l'effetto necessario e inevitabile dell' accentramento capitalista e dello sviluppo del macchinismo, che sono la genesi naturale del .socialismocontemporaneo, sostanzialmente diverso dal socialismo antico e medievale, appunto per la disciplina scientifica delle sue premesse e delle sue conclusioni. Senonchè l'equivoco fondamentale da cui tanti - il G a r o fa 1o compreso - non riescono a liberarsi nel giudicare del socialismo - ed al quale io stesso soggiacqui, prima di penetrare, colla teorica marxista del determinismo economico o materialismo storico, nello spirito vero della sociologia socialista - è questo : che si giudicano le induzioni del socialismo secondo i dati biologici, psicologici e sociologici del mondo presente, senza pensare alle necessarie mutazioni che saranno determinate da un diverso ambiente econo-- mico e quindi morale e politico. Nel libro del G aro fa 1o è continua questa petizione di principio per cui si contesta l'avvenire in nome di un presente che Biblioteca Gino Bianco

- 44 - si suppone immutabile-come se nelle prime epoche geologiche dalla flora e dalla fauna del tempo si fosse indotta l'impossibilità di una flora o di una fauna così diverse come :ialle crittogame alle conifere o dalle conchiglie ai mammiferi. Il che riconferma, una volta di più, la mia affermazione, che per negare il socialismo bisogna implicitamente rinnegare quella legge di evoluzione universale td eterna, che pur costituisce la orientazione del pensiero scientifico moderno. A pag. 17 il G a r o fa 1o profetizza che col trionfo del socialismo « vedremmo risorgere il regno della forza fisica, irragionevole e brutale, e assisteremmo come ne' più bassi strati della plebaglia accade ogni giorno, al trionfo continuo della prepotenza». E lo ripete a pag. 181. Ma egli dimentica di P,ensare che nella premessa socialista di un ambiente sociale meglio ordinato, questa brutalità, che è frutto della miseria e della ineducazione presenti, dovrebbe pure attenuarsi via via, sino a scomparire. Bibliotéca Gmo Bianco

- 45 - Ora, che uno neghi la possibilità di un tale miglioramento dell' ambiente sociale, quale il socialismo propugna , è una tesi discutibile : ma che uno, per negare la possibilità di tale miglioramento, opponga contro l'avvenire gli effetti del presente, che si vogliono appunto eliminare, ecco dove risiede l'equivoco insidioso, svelato il quale ogni argomentazione di quel genere rimane senza base. A pag. 42, contro l'argomento socialista di J u 1es G u es de, che « in un ambiente economico senza sfruttamento capitalista, ogni operaio si sforzerebbe di ottenere il massimo prodotto nel minor tempo possibile, perché l'aumento della produzione e la riduzione del tempo di lavoro si tradurrebbero in godimenti cresciuti per tutti i lavoratori» - il G n. r of a 1o oppone che « dovendosi il frutto del lavoro ripartire fra tanti milioni di operai quanti sono i cittadini di una nazione, l'aumento di prodotto per l'attività maggiore di un ope1·aio andrebbe a formare una qu mtità infinitesima della somma totale, di ·cui il B blioteca G'no Bianco

- 46 - buon operaio non avrebbe, per esempio, che una ventimilionesima pm·te I » Ora qui ritorna lo stesso equivoco, supponendo il G aro fa 1 o che l'aumento di attività di prodotto si avesse a verificare in un sol<> operaio e si dovesse quindi , quello solo,, distribuire nella totalità degli operai , e si dimentica di pensare: I), che, nell'ipotesi, non uno solo, ma tutti gli operai della nazione aumenterebbero di attività e quindi di produt tività; II), che se nella servitù presente l' operaio lavora contro voglia, senza speranza e quindi senza alcuna possibilità di un sentimento solidale verso chi lo rimunera cosi male del suo lavoro, tutt' altro succederebbe quando tutti i cittadini non fossero che dei cooperatori, tutti interessati all'azienda sociale. Ed è sempre lo stesso equivoco , che a pag. 184 gli fa dire che in regime socialista « le belle arti non potrebbero sussistere. Si ha un bel dire che esse sarebbero conservate a vantaggio del pubblico ! Di quale pubblico? Della gran massa del popolo p1·iva di edu,cazione ai·tistica? ». Come se, data una minore BibliotecaGinoBianco

- 47 - miseria ed un lavoro meno i;nervante nelle classi popolari, la conseguente agiatezza e sicurezza economica non dovesse sviluppareanche in esse il piacere estetico , che già esse soddisfano ora come possono, colle manifestazioni primitive dell'arte popolare e come del resto, anche ora, si è verificato a Parigi e Vienna col « teatro socialista » e nel Belgio colle mattinate musicali gratuite, istituite dai socialisti a Bruxelles e frequentate da un numero sempre maggiore di popolani..... malgrado la loro presente ineducazione artistica~ ma in grazia della loro condizione economica meno miserabile del proletariato agricolo o anche di quello industriale, in paesi come il nostro. E d'altra parte che cosa sono, anche ora, i pubblici musei se non una forma di proprietà e di uso collettivo dei prodotti dell'arte? Ed è ancora e sempre lo stesso equivoco, . che a pag. 188gli fa dire che « la storia dell'Europa dal V al XIII secolo ci mostra, per anawgia, quello che accadrebbe nel mondose le classi inferiori giungessero al potere .. ~ Biblioteca Gino Bianco

- 48 - Certo una delle ragioni della barbarie e del- !' anarchia medioevale si trova nella .rozzezza e nella ignoranza dei barbari conquistatori. La stessa fine toccherebbe inevitabilmente alla civiltà moderna, quando il dominio cadesse nelle mani dei proletari, i quali, certo, intelr lettualmente non sono superiori ai ba1·bari antichi e sono ad essi molto inferiori momlmente » ! Il che-pure tralasciando l'oltraggio ingiustificato, e l'errore grossolano-suppone che per un colpo di bacchetta magica « le classi inferiori» potessero da un giorno all'altro « giungere al potere» senza prima esservi preparate dalla rivoluzione mornle consistente nel1' acquistHta coscienza dei loro diritti e nella disciplinntt solidarietà; che basteranno , per la stessa loro realizzazione fra i proletari a togliere qualsiasi possibilità di confronto coi barbari del medio evo. Infatti, la teoria marxista si può a questo proposito esprimere con questa formola di evoluzione naturale : o il proletariato rimane disgregato, _divisoe quindi incosciente e meno sviluppato intellettualmente e moralmente - B'blioteca Gino Bianco

- 49 - quale appunto lo plasma, individualmente ed ereditariamente il regime individualista del mondo presentè-ed allora esso non arriverà certo mai a compiere la trasformazione socialista; o viceversa il proletariato vi giungerà ed allora questo avvento, per sè stesso, smentirà che il proletariato sia ancora nella condizione di miseria, fisiologica e di conseguente inferiorità psicologica, a cui finora è stato ridotto. E questa risposta non solo serve per altre simili profezie del G a r o fa 1o , come quando a pag. 168 si chiede se « da questa generale insurrezione (?) dei proletari sorgerebbe poi il collettivismo?»; mentre é evidente che se la prevalenza del proletariato avverrà, sarà soltanto in nome e per effetto della propaganda e della organizzazione collettivista, unica e concorde oramai per i proletari di tutte le ,nazioni civili. Ma quella risposta basta anche da sola a risolvere quel grave dubbio, che il G aro fa 1o solleva in più occasioni, contro una mia affermazione circa la influenza del socialismo sulla criminalità. FERRI - Dtsw·dtevostttvtste. Biblioteca Gino Bianco

-50Com' è noto, in un mio libro su &cialismo e criminalità, pubblicato nel 1883, e che ora gli avversari, compreso il G aro fa 1o nell'appendice B del suo libro, hanno creduto di potermi opporre ccintro le opinioni da me sostenute nel recente Socialismo e scienza positiva, io avevo sostenuto due tesi principali: I), che l' ordinamento sociale non avrebbe potuto cambiarsi improvvisamente come sosteneva allora, in Italia, il socialismo sentimentale, perché la legge di evoluzione domina sovrana anche il mondo umano,-II), che, anar logamente, il delitto non sarebbe assolutamente scomparso dall'umanità, come pur vagamente affermavasi dai socialisti di allora. Orbene, non solo nulla vi sarebbe di contraddittorio se dalle ammissioni parziali della tesi socialista, che io feci fin dal 1883, fossi giunto per progressiva evoluzione del mio pensiero, dopo studiatane la sistemazione scientifica data dal Ma r x e dai suoi seguaci,. ad ammetterne esplicitamente (contro ogni mio tornaconto personale) la totale verità positiva; ma poi, appunto perché il socialismo Bmlioteca Gino Bianco

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