Enrico Ferri - Discordie positiviste sul socialismo

- 67 - o evoluzionisti teorici , i quali aspettino pazientemente la maturità dei tempi... o democratici rivoluzionari. E allora è inutile parlare di evoluzione, di accumulazione e di concentrazione spontanea delle ricchezze, ecc. Fatela dunque la rivoluzione se ne avete la forza» (pag. 123-124). Lasciamo stare questo curioso << eccitamento a delinquere» fatto da un ortodosso come il G aro fa 1o , a cui qualche maligno potrebbe attribuire il 'desiderio poco cristiano di veder subito questa « rivoluzione di popolo » ora che questo è altrettanto debole e disgregato quanto la classe dominante è agguerrita e pronta per salassarlo. Vediamo piuttosto di togliere il G aro• fa 1o da un altro cruccio, poichè egli pateticamente esclama (a pag. 110): « Io dichiaro sul mio onore, di non intendere come mai un socialista in b?ona fede possa oggi essere rivoluzionario. E sarei sinceramente grato a chi volesse spiegarmi il significato di questo che è per me un enigma, tanta è la contradizione tra la teoria e il metodo dei socialisti. » Biblioteca Gino Bianco

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