Enrico Ferri - Discordie positiviste sul socialismo

- 46 - buon operaio non avrebbe, per esempio, che una ventimilionesima pm·te I » Ora qui ritorna lo stesso equivoco, supponendo il G aro fa 1 o che l'aumento di attività di prodotto si avesse a verificare in un sol<> operaio e si dovesse quindi , quello solo,, distribuire nella totalità degli operai , e si dimentica di pensare: I), che, nell'ipotesi, non uno solo, ma tutti gli operai della nazione aumenterebbero di attività e quindi di produt tività; II), che se nella servitù presente l' operaio lavora contro voglia, senza speranza e quindi senza alcuna possibilità di un sentimento solidale verso chi lo rimunera cosi male del suo lavoro, tutt' altro succederebbe quando tutti i cittadini non fossero che dei cooperatori, tutti interessati all'azienda sociale. Ed è sempre lo stesso equivoco , che a pag. 184 gli fa dire che in regime socialista « le belle arti non potrebbero sussistere. Si ha un bel dire che esse sarebbero conservate a vantaggio del pubblico ! Di quale pubblico? Della gran massa del popolo p1·iva di edu,cazione ai·tistica? ». Come se, data una minore BibliotecaGinoBianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==