Enrico Ferri - Discordie positiviste sul socialismo

- 72 - nomico », come se la scienza dovesse consi~ stere nello stare a guardarsi l'ombilico, o a fare del platonismo accademico - come per troppo tempo ha fatto; anziché chiedere alla vita reale e quotidiana le ragioni della sua esistenza e l'applicazione delle sue induzioni. Certo « la scienza per la scienza» è una formola che piace di più cosi ai conservatori dichiarati, e questo è logico, come agli eclettici, e questo è onanismo; ma il positivismo moderno preferisce la formola della « scienza per la vita» e perciò ritiene che « la maturità dei tempi » o il (( nuovo assetto economico » non si realizzeranno certo per « generazione spontanea» e bisogna quindi agire, in conformità delle induzioni scientifiche, per determinarne l'avvento. Ma agire, come? Ecco la questione di metodo e di tattica, che separa il socialismo utopistico dal socialismo scientifico: quello illudentesi di poter cambiar~ dalle sue basi l'ordinamento economico della società con l' improvviso miracolo di una insurrezione popolare; questo invece dichiarando che la Biblioteca Grno B,anco

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