Carlo Pontani - Strade ferrate negli Stati della Chiesa

i o STRADE FERRATE NEGLI STATI DELLA CHIESA DISCORSO DELL'ARCHITETTO CARLO PONT AN l ROMA Presso ALESSANDilO NATALI, Via delle Convertite N. 19 A. t846

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P ar che sia proprio degl ' italiani non precipi(ar nelle vcn.. turose imprese, aUendendo dall'altrui sperienza quei lum i ed ammaestramenti che, migliorando i s is temi~ assicurano i più prosperi risultati. Però quando più ferma sopravvenga la convinzione de i fatti, son dessi pure, che con tutlo il fervore dell'animo si abbandonano al des iderio di aggiungere all' al , tezza de'sublimi concepimenti, ed alla magnificenza di più ardite imprese che altri mai abbiano saputo conseguire. Cosi è avvenuto della scoperta del vapore che vera rivoluzione ha prodotto nel commercio de' popoli, il quale dato prima a dominar sulle acque, dal mare passò alla terra per avvicinar tra se paesi c nazioni a gran pezza disgiunte. Quando tra noi prima corse la fama che con un poco d'acqua bollente si poteva no mandare per la vastità dc' mari pe· santissimi navigli si pensò alla stravaganza che pote va contenere l'incr edibile novella. Ma poi quando I' Ital ia vide per i suoi mari andar percorrendo ma ~s tosi c sicuri i moltiplicati battelli, ebbe allora da senno la scoperta, e con sforzo sublime si alzò per non esser' ultima all'utile impresa. Fu ad un modo quando l'Inghilterra prirparnente applicò la stessa forza motrice del vapore a trascinar sulle strade per via di guide di ferro i più pesanti veicoli, che non pareva credibile si potesse vincere la resistenza del pondo, o adequare ad essa la fona

4 che grandissima dovrehl1e occorrere. Ma in ciò pure quando l' Italia intese l'utilissimo sistema dall'Inghilterra propagarsi ra pidamen te per tutte le grandi nazioni , c tutte ricev cme vanta gg·i di commercial e prosperità, anch'essa alzò la mente a tanta improsa, cd a i modi accennò onde a lla s ua volta tentarne il lavoro, c sollevarsi cosi a non sperata prosperità nazionale. :Ma l'Italia in più goverui divisa, ri s tre tta assai ne'suoi r appor ti commerc iali, non abbas tanza illuminala da lla spC' ri enza dell'ardito lavoro, meno sovrabbondante di mezzi pecuniarj poteva più pres to a se augurarsi il bene fi cio del fallo, di que llo che fondatamente leva rsi al conce tto di conseguirlo. Non pe r tanto alcuni speculator i stranieri fidando interamente sul favore con che gl'italiani avrebbero accollo le strade ferrate sulle loro terre, il giuoco tentarono delle società anonime, mediante le quali Napoli, Lombardia, c Toscana un qualche snggio n' hanno potuto vedere, ben lontano pe rò da corrispondere al desiderio che ne' popoli aveva saputo destare il princi pio di così be lla impresa, cd ~l fine di massima utilità che le ' ' cni va proposto. Facilmente si è potuto quindi comprende re che si !fatte società ben di vcrse dal prender la cosa da senno che si dovrebbe, altro scopo non avevano se non la speculazione, l'aggiotagg io, e l'intrigo soprammodo compromettenti l' interesse degl'incauti nazionali, i quali fidando concorsero col denaro all' impresa . In questa emergenza alwn'ilJuminato governo della nostra penisola in vista dei reali vanta ggi che le strade ferrate possono produrre agli stati, c sopra tutto all'Italia signora di due mari nei mezzo dell'Europa, sopra di se chiamarono Ja somma delle cose che tal' imprese importano. Esempj ne sono Piemonte e Lombardia. Anche tra noi pontificj forte vi geva uni versai desiderio di vedere pei nostri stati una tale impresa promossa, sia che si credesse ai vantaggi grandissimi ch'essa riprome tlc, sia per l ' utile speculativo, o giuoco di borsa in cui si risolvono le società da molti anche fra noi vagheggiato, sia in fine per emulazione a voler quelle nuove cose che i nostri vicini si accingono a consrguire . A·ltrondc ques to desiderio non era confortato dalla cognizione più certa della cosa, non conseguivane

s un ragionato divisamento; per cui vagamente da più acco rri fu tentato il governo pontificio di consen tire all ' apertura di strade ferrale per mezzo le terre dello s tato. In quell'ora s tessa una mano di bolognesi guidati da s timolo di patt·ia utilità si di ede ad appogg iare con tutte ragioni tli probabile riuscita convenienza ed interesse publi co un tal quale loro divisamento di condurre una s trad a ferrata dalla ]oro città fino nrl Ancona. Si sperava che il Pontefice avrebbe facilmente conscutito. Ma Dio voleva che la gloria de ll ' utile impresa fosse sPrhata all'ottimo tra Sovrani che la sua providenza ci ha mandato nell' adorata persona di PIO IX, che immortale ha g ià predicato la fama. PIO IX! nome che gli amorosi figli non s i stancano di evocare, non ancora essendo sod isfatto al hisognq del cuor nos tro di render grazie infinite all'uno e trino clementissimo Iddio, per un sì segna la to benefizio. PIO IX! Grazie gra n Dio, grazie infinite, che il nome dell ' augus to cd ollimo nostro padre ogni terra ripete c saluta . A quali speranze non risponde ques to nome ? Non appena chiamato mirabilmente da Dio a salire la ca ttedra di s. Pietro, il nuovo Pontefice mandava dicendo a suoi fig li che la sua missione quella era di usar di perdono, c procacciare ai suoi sogge tti la più compiuta fe licità. Che abbia a se col primo procurato, il dica Italia tutta, contenti di accennare che grand'arra della seconda ritornano la fermezza che mostra, la prudenza che adopra, la fa ti ca che sostiene, la vita che conduce a continuare nei san ti ofiìcj di amorosissimo padre , le riforme infine 1:be medi ta: ed in g ran parte a noi l'assicura il consentimento dalo all'utile impresa di aprire per le nostre terre le tanto desiderate strade. Pcrchè non poteva più opportuno arrivarci mai l'u til e la vo ro del signor Carlo- Ilarione Petitti su le s traJc ferrate in Italia; lavoro fallo con coscienza e tale una filosofia, cbe meri la ogni maggior lode che noi non sappiamo ce lebrar e ( 1) . Se non cbe ci è parso che sul conto di quelle s trade le quali u t ilmeute si possono aprire per g li s tati della chiesa, il i t) De lle s trade ferrate italiane e d e l migli ore ordin :unen lo di esse c iur.~uc discorsi di Car lo Ilarione Petitti. c~polaso rslj 5.

6 benemerito scrittore abbia disconosciuta la maggiore impot·- tanza che a tali imprese assumono gli stati stessi, motivo che ci ha persuaso a detlarc alcuna nostra opinione contraria, la quale forse non dissutilc affatto sarà per arrivare ai nostri fratelli, che tali si dicono i pontificj. Cominceremo dal citare le confortevoli parole ond'egU cntt·a nel discorso ( ·1) >> Gli stati pontificj posti nell'Italia centrale sono in condizione molto favorevole per aver linee di strade ferrate le quali sareb?ero non solo interessanti, c fondatamente presunte utili nel rispetto del commercio interno, ma offrirebbero ancora al commercio es tero tali vantaggi, da rendere quelle linee, ove siano bene coordinate, d' una grande importanza non che italiana, europea ». Entra quindi in materia cominciando prima da più minuti dettagli del proggetto bolognese di strada ferrala dal confine degli stati estensi per l'Emilia fino ad Ancona. Ecco la storia ~la somma delle cose. Uua società di dodici caratanti si compose per promuovere ed incoraggiare a ques t' impresa fin dul scltembre 1844, la quale aveudo riportato cfall' Emo Cardinal Vannicelli Casoni tutto l'implorato favore, commise ad esperti di compilare un proggetto di massima per la linea che sopra abbiamo accennato. Olto mesi accorsero a questa compilazione. Intanto dagli economisti bolognesi si studiava ad una linea principale in tutta Italia, che dir<tmandosi per altri stati alla nostra penisola congiungesse le nordiche nazioni. Formato il proggetto, il marchese Camillo Pizzardi pres idente della societi.t venne a Roma, dove benignamente accollo dal Pontefice allora regnante Gregòrio XVI, potè avere parole di fondata speranza nel mentre che il proggello stesso si mandava studiare ad una congrega di persone esperte nell'arte. Giovando accennare ai savj divisamenti della società bolognese, diremo il fine cui intesero massimamente nel loro prog~ getto di stt·ada ferrala . . Non i sfuggi va alla sngacità di quei magn:~nimi con quali mu•c ncll'ltalia supcriorr., cioè nella Lombardia c Piemonte (r ) Oiscorso III cap. 8 p:~ g 3t:l.

7 vasta rete di strade ferrate era stata ordinata; vale a dire tutte con disegno di prestarsi al movimento del gran traflìco europeo, il quale ritorna all'oriente muovendo per i nostri mari: onde cbc Italia tolta come centro riprende la pristina sua opportunità. Vedevano a se vicino anch'essa la Toscana sforzarsi di aggiungere allo scopo stesso dc' lombardi, c pi emontesi, allungando le sue strade ad incontrar! i nelle loro terre; congetturavano ch'eglino a preferenza delle altre vicine genti con assai più di utilità potevano bene ad una mira concorrere con i lombardo-vencti , c coordinarsi ad un medesimo fine co'piemontcsi quando questi domandassero la concorrenza nelle strade di Lombardia. Però mandarono studiando pet' gli stati es tensi c parmigiani, come tale si potesse prolungare la strada da Ancona per Bologna fino ad incontrare la concort·enza piemontese nella strada lombarda . Riguardavano Alessandria (in Piemonte) come l'emporio cui scendono per la Savoja le provenienze di rrancia c Svizzera : Milano poi qual ' altro emporio c richiamo delle provenienze della Svizzera stessa, c Germania meridionale. Continuando quindi la loro slt·ada fino a Piacenza, vedevano poss ibilmente l'opportunilit di stendere dopo Piacenza due braccia di strada, l ' uno pet· Droni, Voghera e Tortona sino ad Al essandria, l'altro per Lodi a 1\:lilano. Secondo questo sistema di strada ferrata fino ad Ancona, con ottime ragioni dicdrro a vedere che pel commercio d'oriente, il più opportuno porto sarebbe stato quel desso d 'Ancona, lungo quella strada c genti e merci condotte; essendo che Ancona più presso si trova di Venezia c Tl'ieste ad Alessandria d'Egitto, scalo attuale degli europei pet· pas.sat• nell'Asia . Loro non is fu ggiva pure lo sperimento recentissimo fatto dagl'inglesi di traversare il Belgio, e per la Germania meridionale e la Svizzera, discendere fino all 'Adriatico onde affrettare le loro corrispondenze coll'Asia; e sentivano col più lieto animo che ques ta linea fu da essi prescelta come la più bre ve per quel tra g itto. Col più lie to animo, pcrchè, quando fosse mai cbc da Milano veni sse condotta la s trada ferrala sino aJ Ancona , a que lla ciltà sce ndendo più opportunamente da lla Svizzera, las cerebbe quella valigia la via di Tries tr,

s quando Tries te da Milano trovasse quasi ad ugua le distanza da Ancona; conciosiachè quà arrivando, troverebbe aver risparmiato tutto il mare tra Trieste ed Ancona, vale a dire KiJomctri 150 di viaggio ossiano dieci ore di tempo. Però quale risorsa non sa rebbe a lla futlll•a strada ferrata bolognese dove il commercio dell'Ingh ilterra coll'Asia s'avviasse per la medes ima? Con qu(•ste massime e vedute, i signor i Ganzoni e Sca raLelli, compose ro un progetto di massima per quanto si J•ifcrisce a lla linea di strada per enh·o agli stati della chiesa, cioè dal confine es tense fino ad Ancona . Riconobbero qu ei valenti l'opportunità di conservare senza sensibile varialione, la direzione della via Emilia per chè quasi perfettamente rettilinea ed interseca ta da ragguardevoli molte città e grosse borgate, correndo sulle falde di co'lline, ove il terr eno non sove rcbiamcntc ondegg iato è di natura più solida e meglio promettente a ll'economi a de'lavori. Stando pe rò così la cosa, la lunghezza di ques ta linea sarebbe dal confine es tense a Bologna Kilomctri 27 - Da Bologna ad Ancona 11 200 - In tutto , • (1) Kilom . 227 - Avendo qqegl' Ingegneri percorso tutta la linea c -ri conosciuto le pr incipa li circos tanze dando luogo a speciali lavori stabilirono in ma-ssima la spesa occorrente coTQe appresso ' Per espropriAz ione dc' terreni i n gener e su tutta la linea . Scud i romani Movimento di te rra, e ghiaja n Ponti e muraQlcnti . 11 Attraversamento, ed intersecazioni di strade !l 726,400. 394,980. 681,000. 11 3,500. --- Quindi presumesl il costo del piano stradale ,, 1,91 5,880. --- Da riportarsi >l 1 ,915,880. (r) ~ig~ia. i ta.li ane ~~3 circa. Miglia r omane 153, . 8 Il 5 maglio •laltauo n sponde a metri t 85 t ossia a Kilometro 1 mctrt r. 1 11 1 m!g1 l~o •·omnno è rj5 più breve cl ol n1ig-l io ita li ~no. n11g IO romano moder110 c · ·· · o · 1 d K.l · . 5 0 11 15P uuc a un 1 omctro c mc:tzo 03Sla a me ll' l 1 oo.

Riporto Scudi romani Aggiungansi per gli oggetti di un costo meno ipotetico, perchè meglio noti le seguenti spese: Per armatura di ferro, e di legno posto in 9 1,9 15,880 . opera . )) 1 ,5 89 ,000 . Stazioni con r espetti vo corredo . Ve i coli di tra~ porto Spese general i, cioè spese di prog- )) 400,000. )) 420,000. gettazione . . Se. 100,000 ~ D'amministrazione, perdite, intc- >> reSSI • >> 150,000 Di verse a calcolo )) 425,120 . Totale capitale reputato occorrente dai progettanti in Scudi Romani . 5,000,000. Dopoche per mostrare la convenienza dell' impresa mettono in conto il presuntivo prodotto che compito il lavoro se ne possa a vere. Saviamcnte abbandonarono in questo quei maggiori possibili vantaggi che la strada potrebbe far conseguire quando fosse allacciata alle altre di Piemonte c di Lombardia, tenendosi strettamente all'attualità che avrebbe la medesima nello stato pontificio, considera to il so lo movimento che per essa potrebbe aver luogo, per comunicar tra loro le genti delle vicine cilta ed avvivare il commercio di ques te con Ancona. P erciò si fermano su la sperienza e sui calcoli fatti per la strada Iom· bardo-veneta , quasi ad una condiz ione con la futura bolognese. Argomentano per tanto ebe la popolazione percorrente l'intera linea bolognese potrcbb' essere di 848,258; ma per tenersi fuori di ogni possibile contingenza sfavorevole la riducono a solo 300,000, cd a solo 30,000 tonnellate le merci ed altri generi da trasportarsi per la medesima strada . Quindi col prezzo medio di scudi romani 2. 40 per ciascun individuo, e di scudi 6. 40 per ogni tonnellata si otterrebbe un risultato annuo di scudi roman i 912,000 dc' quali probabilmente Se. 362,000 cc.;orroranno per spese di manutenzione, amminis trazione ec .

10 quindi i restanti se. 550,000 offrirebbero un'equi valente all'undici per cento di capitale. Non dissimularono i proggettaoti in quanto maggior vantaggio ridonderebbe alla loro strada, quando d'Ancona fosse dessa protratta fino al1a capitale dell' orbe cattolico; poiché essendo questa la capita le di tutte le provincie e città per cui la strada bolognese percorrerebbe, chiamate le genti da speciale interesse ad accorrervi frequenti, di gran lunga sarebbe maggiore il calcolato numero delle persone e merci concorrenti: come anche, spedita la facilità del cammino, compresero bene quanto maggiore sarebbe stato pure il numero degli stranieri che scenderebbero dalla Lombardia volonterosi di arrivare speditamente alla santa città. Tuttavia alla società bolognese non sembrando conveniente alle proprie forze cotanta impresa, altro non volle che accennarne l'opportunità, lascia n· do che altri vi si occupasse da senno fino a promuovernc utilmente l'assunto. Il niun buon'effetto ch'ebbero i divisamenti bolognesi fece di rallentar lo impegno che sarebbe stato per studiare, c proggcttare questa nuova linea da Ancona fino a Roma . Se non che qualche idea ce ne porge il cavaliere San-Fet·mo nei cenni che scrisse sulle lince ferrate più conveni enti all'alta Italia, ed all'Italia centrale. Dopo avet· discorso della strada da Firenze a Roma, parla di quella da Ancona a Roma in ques ti termini. n Dovreobc questa congiungersi ~on quella di Firenze a Roma in vicinanza di Perugia e meglio ancora di Foligno. Spoleto è troppo meridionale, nè si eviterebbet·o a llora fraAocona e quella città moltiplicate alture ben difficili a superarsi. La corrispondenza fra le valli che podano da una parte all'Adriatico, dall'altra al Tevere sono co là infatti troppo distanti nè in direzione opportuna ond'esserc agevolmenle riunite. Ed anzi qualunque fosse quella che si prcsccgliesse, gravissime saranpo sempre le difficoltà che s'incontreranno in questo tronco di strada. >> Tre sarebbero gli andamenti da esplorarsi. Il primo da Ancona scendendo pel rivo dello Aspiùo, raggi ungerebbe Loreto, indi per Recanati riuscir potrebbe troppo montuoso, cd

11 in tal caso si dovrebbe discendere da Loreto nella Valle sol . cata dal fiume Potenza, la di cui foce serve di por to a Recanati, rimontando la quale si giungerebbe rimpetto a Macerata. Ques ta ci ttà siede sopra di un ' alto piano che separa la valle Potenza da quella de l Chienti, sboccante essa pure nell'Adriatico. Una volta avvi cinata ques ta, non sarebbe forse difficile ria scendere per Tolentino sino a Serravalle. Ma colà s'erge un'altura che la divide da quel ri vo torrenticcio il quale lungo il pendio occidentale, scende fino ai piedi del colle di Foligno ove s'incontrerebbe la strada da Firenze per Perug ia a Roma. Lo sviluppo totale di ques to andamento può valutarsi Kilometri 123. n La seconda via si staccherebbe dalla riunione di Bologna con Ancona precisamente ove il fiume E s ino sbocca nel mare. La strada riasccnd (• r dovrebbe per esso passando per Jesi, Serra, San-Chirico, Pc lro·Saja, Sasso-Ferralo, e Sant'Emiliano seguendo le si nu os ità o piccole valli aperte dalle acque montane . Quattro in cinquemila metri però oltre San t'Emiliano es is te il giogo dividente la china a leva nte da quella a ponente, mediante cui si rivolgono le acque nel Medi terraneo per mezzo dell'Arno, e del Tevere. Passa per cola la s trada pos tale da Fossombrone per Cagli c Nocera. Il punto dove superar si dovrebbe ques to giogo cade nelle vi ci nan ze della stazione postale della Schieggia; e poco dopo s'incontrerebbe la vallice lla che dà passaggio al torrente Chiascio, il qu ale tortuosissimo per Broncl!, Colpalombo, Val-Chiascio, c Sterpeto, porterebbe la strada a riunirsi con la ferrala fra Perugia c Foligno, sopracorrenle alla s tazione posta le della Mado nna degli Angeli. Così di segna ta la distanza totale fra detto punto cd Ancona, si ridurrebbe a Kilom. 120. )) Il terzo andamento, il qua le comunque piu tortuoso ed es teso sarebbe a prefcr irs i , minori esse ndo di gra n lunga le diffico ltà cùo presenta, seguire bbe da Ancona la spiaggia del mare, c girando il monte Comero prosrguircbbe fino al porto di Recana ti . Da quel punto ri ascendcrebbc lungo il fìumc Potenza fino al cas tello Ra imondo dopo aver passa to pet· San-Severino, indi per Ma tel ica, e Ccrcto fino al ponte ddl'Abacina,

12 da dove poi piegherebbe lungo la valle del fiume Giano ad animm·c l'industrc città di Fabriano, continuando a rimontare per la valle stessa fino a Cancelli. A quel punto comincia il dorso alpino che separa il versante dell'Adriati co da qudlo del Mediterraneo. c che vincer si dovrebbe con un perforamento onde raggiungere Fossato o vicinanze, indi la valle del torrente Chiascio disce ndente nella Spoletana. La maggior sinuosità di questa linea si troverebbe, come si disse, ampiamente compensa ta dai minori ostacoli che vi si incon trano; e quantunque paz ienti st udj soltanto potessero farne conoscere la prc feribilità , pure non crederemmo infondata la supposizione, che avesse anzi questa a riuscire la sola pratica bile, ove la valle Chiascio si prestasse ad un convenien te svi luppo. n La strada altua,le fra Perugia e Roma passa a poca distanza da Asisi, prosegue per Foligno, Spoleto, T erni, Narni e Borghcllo, in vicinanza del quale attraversa il 'revere, e per Civita-Cas tellana e Nepi giunge a Roma. n Il suolo che percorre non sembra opporsi alla esecuzione di una strada ferrata, la quale dopo il passaggio del Tevere seguir dovrebbe la valle spoletana formata dalla Maroggia. Oltre Spoleto però il terreno si fa montuoso inalzandosi sempre più sino al culmine ch'esiste prima di giunge re alla Stellara. Da quel luogo si può di scendere lungo il rivo che sbocca nella Nu ra sopra Terni, fiume che si potrebbe cos teggiare prati cando la strada sulla destra, ond'evitare qual siasi ponte di rimarco fino a Narni. Due potrebbero essere in seguito le direzioni da seguit·si, la postale cioè e l'altra più h10ga, per la Nora e la valle del Tevere. Fra Narni, Otricoli e Mogliano il suo lo è molto ineguale, prolungandosene l'irrego larità fino a Borghetto ove si passa il Tevere, e dove il paese comi11cia ad all argarsi ed appianat·si n. n L'altro andamento per le valli Nura e Tevere, se riuscirebbe con minori pendenze e minori difficoltà di cos truzione, ohligb~ rcbbe però ad uno sviluppo tortuosissimo, per cui ritenerst dovrebbe preferibile il primo n. N~ qui fini sce il San Fermo che un nuo''Obraccio aggiunO'c ad unire Roma e Civil . o tavce<.: ua.

13 ,, La seconda strada, egH scrive, la cui utilità sarebbe incontrastabile per la capitale de l mondo ca ttolico tenderebbe a congiungerla coll'unico porto degli sta ti pontificj esistente su l :Mediterraneo, vale a dire con Civitavecchia, inattivo essendo quello di Os tia il qu ale se sarebbe a prefcrirs i per la sua posizione presso lo sbocco del Tevere e per la sua vicinanza a Roma, offre però tali ostacoli da non perme tt ere un 'accesso fa cile e sicuro, ad onta di grandi somme che vi si consacrassero pt~r migliorarlo . n L'esecuzione di ques ta s trada non sembra diffi cil e in forza dell a qualità de l suolo cùc attraversa, cd ascend erebbe prossimamente a Kilom. 64, un terzo de' quali si svilupperebbe a poca di s tanza dal mare n. n Può nascer e l'idea non irragionevole di concili ar e collegame di Roma anche quello delle provi nce interne della chiesa, legame non diffi cile ad otteners i ove si praticasse una s trada, la quale òa Civi tavecchia passando per Corne to rimontasse la valle del fium e Cerconc fino a Viterbo, cd attraversa ndo ad Orte il fium e Tevere, riasccndcssc la Nura fino a Narni , riunendosi così alla strada, che da Firenze cd Ancona porta a Roma n. >> Nè piccolo sarebbe i l vantaggio di poter comunicare in tal modo da una parte con Ancona sull 'Ad ri ati co, e dall ' altra con Civitavecchia sul Mediterraneo, porti ambedue sogge tti a lla chiesa, c r ego lati per conseguenza da eguali leggi finanzi er e ». E sposti così i divi samenti più o meno sv iluppati per la linea principale di strada ferrata da tra versare gli stati pontificj , viene adesso che noi discorriamo l 'opinione che vi porta il signor Petitti, onde apporre qualunque essa sia la nos tra in alcu ne parti essenzia lmente contraria. Quan to alla strada bolognese per l'Emilia il signor Pe titti cosa non tro va si possa ridire a minorarne l ' importanza per quanto sia alle principa li vedute con le quali ne fu ordinato il progge llo. P er quello però che ri guarda ai cal coli fatti per de terminare il costo dell'opera ed il presuntivo prodotto, lontani dal vero riconosce i risultati: e può avere ragione iu una pa rte, in altra non apporsi ul vero.

14 A nostro avviso egli ha ragione qunndo riconoscendo l'im· portanza grandissima di questa strada chiamata ad un grande avviamento aO'O'iunge non potere essa sottrarsi per ragione di ' 00 sicurezza ad avere due binari di ruotaj e. Ciò apporterebbe una spesa assai maggiore all'impresa, che non è la calcolata. Altronde senza ques to asserisce pure, che il costo ragguagliato di scudi r·omani 22,026 per un Kilometro della strada bolognese è troppo basso relativamente a quello che si abbia dalla spcrienza del fallo in altre nazioni. Cita ad esempio le strade del Belgio, le quali per lo più hanno dato il costo di nn Kilometro in franchi 300,000, ossia romani scudi 55,200. A ciò meglio risponderanno i bolognesi autori del proggetto. Quanto a noi pensiamo ch'eglino avranno avuto stretta ragione alla qu:.tlità c quantità dci lavori occorrenti lungo la studiata linea lulla per stabilirne in massima il più verosimile importo ragguagliato sui prezzi c mcrcedi loca li ; non che ngli assegnamenti e provisioni che sono i noslrali consueti a ricevere per· opera prestata a lavori di tal natura. Del resto, possiamo in generale per loro rispondere, che non è mai ginsto criterio dall'altrui fatto argomentar del nostro l'importatua, e mollo meno lo è nel caso delle strade fenatc, le quali vnnno soggette a variatissime circostanze locali che ne possono duplicare c tripli care la spesa. Sono ad accrescerla assai sensibilmente lunghi trafori , o gallerie sotterranee, vastissimi ponti, muri sterminati di costruzione, gran terrapieni, cd arginature, tagli di roccic e macigni; cose tutte che nella strada bolognese non mostrano volere occorrere. lnfluis•:e anche sensibilmente alla diminuzione del costo lo avere in pronto i materiali occorrenti, e lo scarso prezzo di essi, In copia delle braccia, le provisioni discrete di cui si contentano i uostr·i architetti ed altre persone di assistenza, ministri ec., mentre nel Belgio, in Francia, Inghilterra sappiamo che costoro si alzano presto ad ingente fortuna a carico di cotali imprese. Alla non poca cc:onomia influisce anch'essa la capacità di condurre opportunamente e sollecitamente al lavoro la mano d'opera, n1ancando la quale, come la spct·ienza ci ha mostrato, Jc opere possono montare ad una spesa alcune volte duplicata . \

.15' Influisce la cura dci direttori cltc non succedano intrighi, cd avventurose imprese secondarie; influiscono in fine molte altre cause che un ' abile ingegnere sa riconoscere pe r andarle incontro c piegarl c tutte alla massima economica dell'opera. Noi supponiamo negli architetti proggcttisti bolognesi lutla la scienza bastevole a confermare la per izia che llanno fallo dei lavori e consentirgliene la importanza; solo che vogliano meglio sentire della loro strada, cd all'avviso si pi eghi no del signor PetiUi di ordinaria al fine di ri cevere i due binarj di ruotajc, e secondo questo rinnovamento riformare i loro calcoli , onde la società possa ordinarsi secondo la vera importanza dell' opera . Quanto al calcolo del presuntivo prodotto, il sig. Pc titli soggiungc u Noi crediamo alla futura massima prosperi tà di cotes ta strada, quando però soltanto gl'ideali suoi probabili prolendinwnli nella superiore Italia saranno attuati. Finchè ciò segua, la s trada medesima sarà, a nostro paret·c , d' ordine secondario; cd i prodotti di essa sebbene raggua rd evoli e sufficienti , noi lo speriamo, a porgere frutlo adequato del cap itale per essa speso, tuttavia pensiamo abbia codesto frutto a resultare molto inferiot·c a quello, per nostro avviso, troppo largamente presunto dell' 11 per 0/o avuto riguardo al maggior costo primitivo sudetlo n. u Ciò su cui crediamo errare il calcolo, oltre al ridetto costo primitivo g li è le spese d'eser cizio, calcolate a nostro pa:- rcre a somma troppo P.sigua )) . u Codeste spese vediamo ascese nel Belgio alla somma del 51 1/5 per 0/o. Ora crediamo essere gravissimo errore di credere che le imprese italiane abbiano fin dal principio ad essere men costose delle oltremontane n. Per· quanto possiamo argomentare dai divisamenti sopra c itali del proggetto bolognese, ci pare che i progge ttis ti a ques to presuntivo non siansi condotti se non considerando appunto la loro strada nel primo suo avviamento come strada di second'ordine, quando i dati hanno assai diminuito da quell i dlC si possono desumere dall' attuale strada del tutto consi-

16 mile che è da Venezia a J>adova. Per quanto al personal<' cd alle spese occorrenti noi ripe tiamo che il fatto del Belgio pos· sa meno assai riferirsi alle nostre contrade dove generalmente più assai sono moderate le voglie di aggiungere a ricchezza con siffatle imprese. Però senza raiJentare il buon'animo dci bolognesi con allarme di minor favorevole sorte, sicuri ch'essi col proggctlo d'esecuzione arriveranno a stabilite il vero costo dell'opera, onde l'interesse non ne venga per alcun conto avventura to, al futuro destino della loro strada noi vogliamo dire i più lieti augurj, tanto meglio se questa verrà coordinata con la non meno importante da Ancona a Roma . E sì a ques ta nuova strada dice por bene il Petitti c loda i divisamenti del Cav. San Fermo prcsagendone la miglior fortuna, di che non è gran fatto se non dubitiamo. E qual'altra città italiana se non Roma può mai richiamar tanta gente fin dalle più remo te parti ? Quel che di sa pprova l'illus tre scrittore si è la congiunzione propos ta dal Cav. San Fermo di Roma a Civitavecchia . Il sig. Petilli con alle parole in tutto il corso de' suoi ragionamenti ha detto male alle grette idee di municipalismo, che por troppo tiranu cgg iano le italiane sorti. Men tre però tanto idolo cerca disfare, egli1 diciamo pure, non ha saputo non piegarglisi innanzi , c sacrificargli i destini dell' una più avventur:.ita r egione italiana . Nel principio del III. suo discorso ha dichiarato di prendere come punto di partenza gl.i scali maggiori italiani vale a dire di Napoli, Venezia, Trieste, Livorno, Genova cd Ancona, lasci ando i minori, tra qua li si compiace annoverare Civitavecchia. E però quando è sul discorso della strada da Roma a Civitavecchia » questa linea, scri)·e, ci sembra inutile quanto al congiungimento de' due mari. Poichè posto eseguito il medesimo all' insù da Livorno ad Ancona e Venezia ; cd all'ingiù da Napoli a Termoli, Manfredonia o Brindisi, e ciò per vie più rette e brevi, un terzo punto di congiunzione per una linea molto più lunga, perciò costosissima non ci sembra potere interessare a modo alcuno la navigazione sì del Mediterraneo, che dell'Adriatico )) .

1? Piano un poco, sig. Pelilti, prima di asserire cosi sicura"' mente una tale inutilità ; che non sia invece ogni ragione per richiamare un tale cong iungime nto se non in Cirilavecchia, in alcun'al tro luogo della romana maremma . Non ci faremo certo patrocinatori del porto civitavecchiese, che purtroppo cimostra il suo commercio scadutissimo, per ragione, crediamo l di essere quel porto e quella città abbandonati in terra inospitale e deserta, scnz' appogg io di alcun' altra città fiorent e vicinn, con la capitale che a que llo scalo col suo fiume assorbisce ogni approdo mercantile; senza modo di allarga rsi a più numerosa gente la ciltà, senza foudo capace di più grandi navigli il porto. Ma conoscendo l'indole dell a romana maremma òa Terra .... cina a Porto d'Ercole, dove mai fosse che opportuno ad essà nrrivasse il congiungimento d'Ancona, Roma ricordevol e di tante sue passa te magnifiecnze non potrebbe mai dal srno del suo mare suscitar nuovo un porto con bel presagio di futura commerciale prosperità ? È ques ta opportunità che ne giova melterc in chiaro ondo che suscitati gli animi alle impt•ese di strade ferrate, i ponti .. ficj non precipitino ne' loro divisamenti, c proggctti; c se valgono le nostre parole, maturamente si risolvano al più convc - nien le e vantaggioso partito suggerito da lla felice posiziono delle nostre CO'll trade. n Sapete voi che cosa è il Med it erraneo? (così scrive candidamente il conte Sau li al Baruffi) Lasciate che fa cci Ano le strade ferrate, lasciate che specu lino sui futuri accident i fc... lici, la sciate che d'altronde tragga n gli augurj. Ma voi rite... nctc per fermo o saldo giudi cio, che la migliore c la più si... cura speranza di risorgimento non solo per l' Italia, ma per tutte le i ntorpidite meridionali contrade d'Europa sta riposta nd Mediterraneo n. Gravi parole, che meritano essere maluramcntc ponderate. Il :i\Icdilerranco, che non vasto lambisce le tre parti dell' antico continen te, Europa, Asia, Africa c superbo presi ede ai pro~ grcssi della civiltà europea, all'Asia preconi.zza un era novella di vita, all'Africa una rigenerazione piena anch'essa di ciyilt à c coltura; il Mediterraneo che d-all 'orienta attoodc nuova una 2

1S via di apr'ire al grand'Oceano, onde spedito mandare alle più lontane regioni dell'Asia quanti prodotti sappia raccogliere dalla cu lla cd indus!rcEuropa, a grandi destini esso ha sempre chiamalo le gen ti che a lui con(ìdarono il proprio commercio c fort una. Lasciamo l'antica Venezia dci Dogi, lasciamo i pisani, i genovesi; c più anticamente lasciamo pure fenicj, carta - gines i, romani, chè i tempi nostri ci fanno vedere siccome per esso a grande prosperità sia venuta la Francia, c quanto prosperevo lc fortuna abbia incon trato l' industre britanno. È in ques ti tempi, cl•e la frequenza de'suoi sca li, la moltissima gente cbc vi concorre, l'egiziano impegno a richia:nnre il prist ino commercio, la facilità che ha dalo il vapore di afftancare spcditamente la non difficile naviga zione, hanno fatto di chiudere quasi la via del grande Oceano, pcrchè ogni nazione del nostro mare megl io appetisca le vie. All 'universale movimento però che viene suscitato soprammodo da ll e merid ionali europee nazioni, non si aggiungerebbe i l massimo con to, se avessero a mancarvi le nordiche genti della stessa Eu ropa. Quanto opportunamen te per questo spiccando dal suo mezzo un gran braccio dietro all'Italia, a tutte ques tune viene a porgere sicuro uno sca lo da cui scendere fino ad esso. Quind i i tre porti maggiori di Trieste, Venezia ed Ancona dobbiam uoi cons iderare come gli emporj più opportuni del Belgio, F rancia settentriona le, Alemagna, Austria, gt· an Jlarte de ll ' Ungheria c Polonia. Che più? in molte occorrenze nrriveranno oppor tunissi mi agli stess i inglesi, quando riunita in una le grand i lince di s trade frrrate dall'Atl antico 'all'Adriati co, po tranno speditamente passa r pei belgi, alemanni meridi onali , svizzeri per fino all' Italia. Ora in questa concorl'enza non tanto dobbiamo considcl'are i l mercato che da cos toro tutti possa cooseguirsi sui nostri porti, scamb iando i proprj con i noslrali prodotti quanto quel bisogno che loro sarà per sovrastare di diffondere dall'Adriatico le loro mercanzie sul Mediterraneo onde sostencrvi più es tes i merca ti in concorrenza con le nazioni tutte. Così essendo so tto tt·ipli ce punto dì veduta noi dobbiamo considerare il movimento che dall 'Adriatico al Mediterraneo convenga di

10 fm·c, voglio dire il triplice flue cui ne vuole essere diretta l:t navi gazione. Può occorrere che d'a lcun porto dell'Adriatico vogli as i più speditamente arr i va re ad Alessandria d'Egitto con di segno di sos teoervi il commercio e lo scambio orientale. In qu es to a lutti può fars i palese che lo speùientc migliore sia quello di correre lulto l'Adriati co fino ad entrare neli 'Ar· cipelago tra la Grecia j on ica c Sicilia, onde poi con poco si possa arrivare fino ad Al essa ndria. Può essere in secondo luogo che le merci scalate nei porti dell'Adriatico abbiano alcuna destinazione da dover percorrere il Mediterraneo occidentale. Nel che la presente navigazione troppo increscevolmente si adatta di correre gra n parte dell'Adriatico fino a traversa re l'angus ti e tra Scilla, e Cariddi, o sì pure a girare con ben luugo corso dall'oriente al mezzogiorno la Sicilia onde occupare il ponente tra la Sicilia e Sardegna, via ggio immensamen te lungo, chè poi convien e percorrere lungo la fronte tutta d' llalia prima di toccare c Francia e Spagna, ma che manca ndo di più sped iti mezz i imperiosamente è voluto da lle pressanti esigenze dell'attuale commercio. In ques to sfato di cose chi non vede che le s trad e ferrate essendo quelle che meglio della na- ' ' igazionc suppliscono alla speditezza ed economia dei trasporti, dove una fo sse che da'porti dell'Adriatico me ttesse in alcuno mediterraneo dell'Italia, a gran pezza sarebbe avanta g· g iata l'economia tanto del tempo, qu :mlo della spesa, che sar ebbero necessarj seguendo il nojoso giro, cui le genti di mar e nel presente sistema sono costre tti a sostener e per passare da ll'Ad riatico agli npprodi occidentali mediterranei dell'Europa. Pertanto se in questo fosse la somma delle navigazioni europee, non esiteremmo un momento di consentire al signor Petitti che l'opportunità del congiungimento dejdue ma4 ri per mezzo di una strada ferrata cadesse sopratutto tra Ge.. nova o Livorno, cd Ancona . .Ma nò. Le tendenze dci popoli, l'occorenza dci falli , tUtlò insomma ci mos tra che il movimento commerciale europeo è a magg ior copia diretto yerso l'Ori ente percorrendo il Mediterraneo. Però è nell' interesse de'popoli tutti che si affacciano all'Adriatico, di aggiungere quanto più si possa spedita-

20 monte al Mediterraneo stesso, c nel })cl cen tro di esso sostenere i loro mercati, appoggiandosi all'Italia meridionale ed all e grandi sue isole Sardegna, Sici lia c Malta, onde poi diri gersi da quest'u ltima v<' rso Alessandria; ed anche attendendo ai .mo~ vimcuti c t raffici giornalieri, a norma delle loro speculaZiom e proveclimcn ti . Se noi ci apponiamo al vero, volendo riconos cere nelle strade f<'r ra tc il mezzo più acconcio di fare sped ito il passaggio dell 'Ad rintico al Meditcrran<'o. dobbiamo ragionare su qual linea possa cadrre la maggiore opportunità: traversando l'Ital ia , di più spedito c facile tragitto. Ct sarà data ragione se noi ponghiamo che i porti settentrionali della Sici lia debbono esser quelli, cui si debba appoggiare la linea più breve da Ancona per l'Italia, la linea ciò è, rhc più brevemente congiunge Ancona a Palermo, o si pure a Trapani. Quest'ultimo porto sopra l'altro prende maggiore importanza, <'Sscnrlo quello che dalla punta di Sicilia guarda all'altro di Cagliari in Sardegna, tra quali si apre vastissimo il Medit<'rraneo per passar oltre sa lutando Malta verso l'Oriente. Volendo però dire di queste linee pel tratto che traversa l'Italia, per quanto a quella che Ancona congiunge direttamente a Palermo ci si offre da Ancona passando nelle vicinanze di Macerata, di quà da Ascoli per l'Aqui la fino allago di Fucino ; e toccando quindi gli Eroici cd i Volsci fino al mare, tra il promontorio di Ci rce, ed il golfo di Gaeta. Ma chi pensasse di apporsi a questa linea di massima bt·evità pcl tragitto terrestre dnll'Adriatico al Mediterraneo, vorrebbe un: .mdare incont r.o a gravissime insormontabili difficoltà, essendo che la strada sarebbe balzata da vetta in vetta degli appennini, che lungo questa linea l'Italia dividono di quà lasciando gli stati della chiesa, di là il regno di Napoli. Di poco varierebbero le difficoltà stessa dove alla punta della Sicil ia allo scalo di Trapani meglio si volesse diriggere la ua vigazione per quindi girare fino all'incou tro della rir o s~a isola di Malta; poichè allora la linea traTerscrebhe gli appennini della Marca, q.uindi quelli dcll'Umbria, da quali passerebbe ne' Sa.b ini fino a discendere nelle paludi Pontine per aggiun-

21 gore a Terracina . Abbandoniamo pertanto gli ' &ali d(.l,Ua Sici-- lia , c veniamo a quel di Cagliari nella Sardegna, il più lontano che si possa prendere per riguardo alla comoda navigaz ione verso l'Oriente. Quivi dirigendo la li11Ca brevissima, quella sarchbc che da Ancona giù venendo per Osimo, Cingo li, Matelica, Nocera, Foligno fino ad incontrare la valle de ii'Umb l'ia, e quindi salendo per la Teverina lambendo le falde al Cimi ao, giù scendesse fino a Civitavecchia. Ciò posLO, siccome la linea più opportuna per la navigazione orientale quella sarebbe che da Ancona mettesse sul l\feditcrranco tra mezzo a Tcnaciua e Civitavecchia, essendo cbe ques ta metterebbe nel cent ro dd g1·an Canale tra la Sicilia e Sa rdegna , così appunto questa linea ci cadt·cbbe presso le vicinanze della Foce del Tevere, il che oltremodo sarebbe age vole fino ad essa da Ancona condurre la strada ferrata . Ma poichè Roma non è destinata ad avere opportuno un porto alla foce del suo fi ume, ciò che sarebbe necessa rissimo, così noi abbiamo opinione cho, a prefe renza dd porto di Ci vitavecchia, da Ancona la s trada ferrata fino aRoma si conducesse per qui ndi picga rla fino ad Anzio, se in An· zio pur fosse l'antico porto ncr oniauo nella sua integrità c magnificenza. Ma forse l' antico porto ncroniano un giorno saprà suscitare un desiderio di se pcrcbè il potere si congiunga ai comuni voti dc' popoli a volcrlo r ichiamare dai supers titi fondamenti, cbc le acque per 18 secoli hanno sapu to rispettare, sgombra ndo il suo vas tissimo bacino da lle macerie che l'ignoranza e la b arba ri e vi hanno ammassa to. Allora sì sorgano i pontirìcj , c col più lieto augurio accolgano il proggc llo di congiunger e per la via di Boma i l pi ù celebre por to dell'Europa a quel di Ancona nell' interesse uni versale delle nostre ge nti, cd iu quello dcll' uni vcrsal commercio, poicht: mal· gr ado le vane parole a scrcdi taro come importuna la nos tra spi aggia ad un tale congiungimento ogni ragione sarà a rivendicarlc la preferenza ( 1) . (l ) Nel t 838 lo scri vente in sua assenza Ji Roma fece legge•·e all'Acc ade mia dei Liu ce i a lc uu e cousidc i'(IZioui s ull'a ntico e nu ovo p ort o di Auzio p er mellere in chi aro l'ecce llenza cou che il p r imo era stal o costru t to e la poss ibili tà d i ritor narlo all a pri ma sua grandezza, ac-

22 Questo però essendo più presto un voto, che non una pre· 1mmibile contingenza da fondarvi pesato discorso , noi ci tcncmo all'unico modo che res ta di congiungere alla nostra spiaggia il porlo d'Ancona adottando la via predica ta , che da esso porto a Civitavecchia conduce. Che se non corrisponde alla breviss ima , ha poi il vantaggio di essere più spedita ed , a quanto sembra, più facile c quel ch'è più conse1·vando sempre una precedenza sopra qualunque altro congiung·imento che si potesse fare dell'Adriatico co l Mediterraneo, sia pure che si voglia adottare il divi samento del San·Fermo di condurre la strada da Ancona per Roma a Civitavecchia . Infatti se noi vogliamo raffrontare tm loro le distanze che presentano .i vari congiungimenti dei porti dell 'Adriatico a (}Uclli del Mediterraneo, noi troveremo prima a lutto la liuca sviluppata da Ancona per Foligno, Roma a Ci vita vecchia Da .Ancona fino a Livorno, cioè Da Ancona fino a Bologna Da Bologna a P is toja per la Porretta Da Pistoja a Livorno Somma Da Ancona a Genova, cioe Da Ancona a Bolou·na o Da Bologna a Piacenza Da Piacenza per Alessandl'ia a Genova Somma . l{ilum. 324 - " l{il. 200- )) 100- )) 80 -~ Kil. 380 - l(il. 200- )) 145- )) 120 - l{il. 465 - e?nnando pe •· ultimo il presumibile imporlo d ella spesa che a tanto n s ta,L~~·o s~re bbe dovuta. ~lc~ni cenni sul proposito furono pubbli ca ti uel l• be 11II O cessato penod1co r omano l'anno 1843. L'autor e si pro· pouc fl VCtlc r c (' inte ro d iscorso, orde poi f<~rlo pu b bl Ìt:O CO li (c s t a lll!'\}·

23 Da Venezia a Livorno, cioè Da Venezia per Padova, e Ferrara fino a Bologna Kil. 150 - Da Bologna a Livorno Kil. 180 - Somma Da Venezia a Genova per la via di Milano, la più breve proge ttata, cioè Da Venezia a Milano Da Milano per Alessandria a Genova Somma Kil. 330Kil. 250- )) 160 - Kilom. 410 - Da tutti questi risultati pertanto si comprende, che la linea di t<:rra più breve da conseguirs i pcl congi ungimento dc' porti dell'Adriati co c Mediterraneo è quella appun to che da Ancona per Roma arriva a Civita vecchia. Ma noi vog liamo sapere l'obbicz ionc ch'e i faranno i fautori del congiungimento dei porti dell'Adria tico a Livorno ovvero a Genova, cioè che essendo pur vero che di terra la via più breve dall'Adriatico al Mediterraneo sia la predetta da Ancona a Civitavecchia, tuttavia , per essereVcnczia più occidentale in fondodell'Adriatico, torncra sempre più spedì to al commercio congiungerne il porto a quel di Livorno, o di Genova. Conciossiachè due convogli, i quali pat·tissero dalle nordi che contrade per arrivare l'uno a Venezia, l'altro ad Ancona, a quest'ultimo toccherebbe tra versare tutto il golfo che Ancona più orientale di vide da Venezia. Per la qual cosa la magg ior linea che si dov rebbe percorrere di terra da Venezia a Livorno, o da Venezia a Genova sarebbe ampiamente compensata dal risparmiare il tragitto pc! Golfo tino ad Ancona. Per rispondere adequatamente a questa obbiezione convien riportarsi al fine per cui si vogli a dall'Adriatico passare al .Mediterraneo. È il commercio che si vuo i sostener e nei diversi scali di ques to. Quando però lo scopo sia di prendere alcuni porti mediterranei occidentali, noi consentiamo pienamente agli oppositori che l'opportunità del passagg io all e nordiche

~ genti venute a Trieste o a Venezia, sarebbe da Venezia aGenova per terra. Ma se il traffico abbia a sostenersi co ll 'Oriente, ciò chf1 oggi torn a a gra ndi ssimo momento per l'E uropa t utta, allora noi possiamo dimostrare che la opportunit à maggiore è di passat·e sull'Adriatico da Tri es te o .V enez iu ad Ancona e quindi per terra sino a Civitavecchia da dove di1·igersi fìno alla punta della Sicilia onde girar quindi per 1\Ialta fino ad Alessandria. Valga il vero. Sia che noi prend iamo Trieste, sia Venezia, ambedue ques ti porti troviamo di stan ti da Ancona per un tratto di mare di l{ilom. 230, a percorrere i quali con batte lli a vapore occorrono ore 15 e mezza. Da Ancona po i a Civi tavecchia passano di strada ferrala Kilom. 324 che con locomotive si percorrono con ore 7 1/4. Da Civi tavecchia fino alla pun ta della Sicilia guardante alla Sardegna ( luogo di convegno pel passaggio verso l'Ot·ien lc) distanza l{il. 470 che con lJallclli a vapore si perco rrono in ore 3 1. Adunque per passare dal golfo Adriatico partendo da Venezia o Tries te, o pas...., sa ndo da Ancona a Civitavecchia fino alla punta della Sicilia tompo occorren te ore 53 5/4. Se poi si voglia considerare ques to tragitto da Venezi:l a Genova, e di là alla punta stess a di Sicilia , abbiamo di str;t~ da ferrata d~ VenPzia a Genova IGI. 41 Oche si percorrono in ore 9. Abbiamo da Genov3 all a punta di Sicilia Kil. 800 per i quali occononv ore di tempo 53 1/2. adumfue pc! pnssagg io in ques tione ore 62 '/2, c però la via di Ancona a Civi tavec - chia presenta un ••isparmio di Ol'e 8 5f4 , Che se il puulo di pal'tcnza fosse Trieste con direzione vcr·so Genova, supponendo che per via di terra ancbc quel porto venga congiunto all' i taliano sistema di strade ferrate, allora per lo meno converrebbe aggiungere sul viaggio da Venezia pe•· Genova alla puuta della Sicilia alt re ore tre di tempo . Il traggi tto poi da Livorno alla punta Sici liana malagcvo. le e piÌl girato por l' isola dell' Elba cbc si frappone non sareb - be minot'e di 1\,i lom. 700 per i quali si vorrebbero di tem.... po Ore 46 2/5. Poj da Venezia a Livorno per via di t •rra )l 7 t {.l.

25 Onde il viaggio da Venezia per Livorno alla punta della Sicilia Ore 54 Da Trieste per Ia medesima linea Ore 57 Da questi risultati stabiliti sulla verità delle cose emerge egli ad unque, che pel commercio orien ta le quando anche si consideri Ancona come luogo di transito dall'Adriatico al l\fc_ diterranco, il congiungimento di Ancona a Civitavecchia è più opportuno che non sia quello di Ancona a Genova; che il traggit to da Trieste ai porti ita lici del Mediterraneo ancor più felicemcute arriva per Ancona a Civ itavecchia ; che infine il congiungimento di Civitavecchia ad Ancona sostiene la concon·enza de l congiungimento da Venezia a Livorno, il quale supera per brevità di dis tanza quello di Venezia a Genova. Che più adunque per rimandare come affatlo vana e senza fondam ento l'asserz ione del si gnot· Pctilli, che il congi ungimento di Ancona a Civitavecchia esse ndo per una linea molto più lunga, che non quello della s tessa Ancona a Livorno, o Genova, per nulla possa interessat·c il commercio? E si noli bene, che noi nello stabilire la langhezza del tra ggitto da Ancona a Civitavecchia, abbiamo preso il mass imo sviluppo facendo passar la strada per la F laminia a Roma c di qui a Ci vi tavecchi a. Ma dirà l'autore delle strade ferrate italiane, che per fermo l 'unione delle strade ferrate italiane de' due mari da Napoli a Manfredonia o Termoli è la più breve che si possa conse - guire i n llalia. Sì se noi ci riportiamo alla linea di terra che passa fra questi porti. Infatti da Termoli a Napoli corrono circa Kilom. 150 i quali supponiamo pure che possibilmente possono essere per~ corsi da una strada ferrata. Sia ancora che da Napoli alla punta di Sicilia corrono soli Kil. 380 di mare. Che per questo ? Aggiungete dal golfo di Venezia a Termoli al tri Kil. 480 di mare ed avrete dal golfo di Yenezia a lla punta di Sicilia per Termoli e Napoli ot·e 61 di tempo di tragitto, cioè 8 ore di più di quello che occorercbbero se si prendesse la via di An~ cona a Civitavecchia.

26 Confermando così compiutamente la maggiore opportunità di congiungere Ancona a Civitavecchia noi non abbiamo accennato se non alle viste di maggior brevità . Ma un rilevantissimo vantaggio, che anzi opportunissima rende la cosa, sta i n ques to che tulta la linea di s trada ferrata necessaria percorre per con trade tutte sogge tte ad un medesimo governo, che vuoi dire c gen li c merci prendere e lasci ar la terra sotto la tutela della stessa legge commerciale, nè andar sogge tte a brighe di finanze, di polizia c di altre cose molte che incontrano nel prendere altri s tati , altre terre italiane; brighe inevitabili per quanto vorranno tra se concordarsi i diversi nostri governi. F in qui noi abbiamo parl a to escl usivamen te della congiunzione di Ancona a Civitavecch ia, poichè nello stato in che si trova la nostrJ spiaggia non ammette in quest'ora altra congiunz ione più opportuna, mancando altro un porto capace dì supplire a tutli bisogn i della navi gazione. Chè dove quel d'Anzio sussistesse, certo che assai meglio di quel di Civitavecchia ci arri vere bbe opportuno: essendo che lontano da Roma 35 Kilom. circa, avremmo una distanza di terra minore di 30 Kilom. sopra quella di Civitavecchia, e la linea tra Anzio e la punta di Sicilia ·essendo di so li !{il. 400 avremmo ancor qui un risparmio di l{il. 70. Aucor rnC'glio arriverebbe se Roma avesse un porto alla foce del suo fiume, chè allora da essa al mare noi adremmo con 18 o 20. Kil. , nè gran fatto diversa sarebbe la linea alla punta della Sicilia da quella che partisse da Anzio a quella pnnta stessa . Suscitato un tan to porto, potrebbe bene l'antica regina delle nazioni alzar di nuovo superba la fronte felicissima di tanta ventura. Ma noi non sappiamo lusingarcenc quando pur si potesse la cosa ad altrui opinione. Non già che dubitiamo dell'arte e del luogo, ma ci trattiene il riflcltere~ che la costituzione materi ale di un porto non basta; ma è duopo di gente a popolarlo, una ciltà a sostenerlo, una campagna intorno ad essere colonizzata, bisogna ques te cui nella presente condizione di cose non si potrà facilmente rispondere. E quel che di ciamo di un porto presso la foce del Tevere ritorna in gran parte al porto d'Anzio. Che dove pure dalle sue rov ine si suscit:\sse l'an tico Neroniauo a-

27 vrebbe anch'esso oggimai una spiaggia divenuta de~eda, inospitale, maligna. Tuttavia s iccome tempo è stato, che ques ti luoghi malsani fiori vano di gente ed acre benigno, così la sav iezza del governo potrebbe ad essi r esti tuire la loro felicità rivendicando ai medesimi la passata cultura dci campi, l' opportunità degli antichi loro porti. Dove ciò fosse mai , è ben donde che da Roma r eclamassero fino ad essi la con tinuaziouo della sh·ada ferrata. Ed è con questa veduta, che ci siamo tenuti a condurre la strada ferrata fino a Roma, non os tantc cho ci si otTerisse all'animo più breve c facile via di scendere da Foligno fino a Civitavecchia . Amme ttendo pertanto la sudetta linea per Roma a Civ itavecchia non pct· questo concorriamo in lutto nella opinione che n'aveva il cav. San-Fermo. Pcl tratto a traversar l'appennino da Ancona a Foligno noi non diremo p<lrola, perchè l'i llus tre scrittore accennando a diverse lince , nulla ci presenta di determinato . Sarà della perizia dell'ingegnere lo scc· gliere fr a le tan te difficoltà la miglior li nea poss ibile, che sodisfaccia ad un'or a alla commodità cd alla economia de ll 'impresa . 1\fa per l' altro da Foligno, o dalle sue vic inanze a Roma, ci giova far' osservare che l'andamento della flaminia non è oè il più economico, nò il più conveniente che si possa concepir e . Conveniamo che da Roma fino a ll' incontro del Tevere presso Borghetto, malgrado le molte ondulazioni c bassi fondi della campagna romana, possa facilmente s tabil irsi una linea, la qua le senza gr·avissima spesa si voglia prestare alle condizioni imposte da una strada ferrata. ~fa dopo il passaggio del fiume fino a Spoleto s i và per rimbalzi, c colli fino a Terni, dopo che s' incontra l'invincibi le montagna di Spo leto baluardo a ltissimo della valle dell' Umbria. Condurre per ques ti luo· ghi una s trada ferrata noi cr ediamo .impossibile, a meno che non si vogli a and are incontro ad ingen ti spese da avventurar& il buon'elfctto de ll'opera. Nè ci pare probabile che da Spolc t(} si possa venire nella valle del Tevere verso Or t.e. Per ques to. noi pensiamo che una linea quantunque maggiormente sviluppata possa con maggiore economia riuscire, se la s trada si conduca da Orte a percorrere la valle iuticra del Tevere scor-

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