Carlo Pontani - Strade ferrate negli Stati della Chiesa

34. grazia al Dator d'ogni bene che tanto sorrise alla felicità degli almi paesi. Ma dovevamo por compt·enderc che spontanea ·la . ua tura più pres to ri spondeva ad una prospera e rigoglios-a ng<'laz ione, di quello che l'arte si prestasse ad accrescerne la possauza. Anzi diremo di più, rhe qunnto era dell~a rte concierllC pratiche ci appariva viol entar le beneficenze della natura fino nd arrcstnrnc lo spontaneo concorso. Vedevamo la felicità cle' nostri pascoli c dovevamo rattristarci in veder le nostre mnndric trascurate in tutto dall'inerzia de' pastori, abbandonale in J~ogh i mnlsani , ristrette in boschi steri li, ammassate i n stalle umide, intristitc per ogni sorta di pessimo governo così che quando era a carpirscue il prodotto povero e guasto deludesse le speranze dell'avaro improvido custode. Vedevamo j nostri vi gneti, le maritate viti andarsi curvando sotto il peso dci biondeggianti grappoli, e ci doleva neiF animo veder poi ancor acerbe vcndcmmiarsi quelle uve e smungcrne con mal-a pra tica aspro increscevolliquore~ vedevamo insomma, quel che altre terre altre contrade non sapevano presentarci, tanta felicità cioè di ubertosa produzione, cui però l'operosa industria aven saputo sopperire pet· modo che nulla di meglio lasciasse desiderare. Vedevamo in quei luoghi come alle mandrie in mancanza di opportuni pascoli si sopperi va con opportune semente jcmali, ~ome alla loro igiene si provcdeva con la nettezza dei presepi, come alla feli cità dc' loro prodotti col migtioramento delle t•azze. In somma in tutte cose vedevamo una operosa soler te a llività, mcrcè la quale la miseria e lo scoraggiamento apparissero sbandati fin da più poveri tuguri de ll~ toscanc coloni e. Ma questo ci parve occorrere che i padroni di non larghi fondi cresciuti nei li cei, nelle accademie, avvalora- . ti dalle dottrine dci campi, non isdegnano passare alle loro terre, r inunziando volentieri agl'inutili passatempi della città, ed ivi dar mano al feuo ad istruire il proprio colono nella coltura degli alberi, appoggiarsi all'at·atro per ammacstt·arlo a di- :;porre opportunamente con quel mezzo la terra a ri!Torrliosc • o o \rgctazJOn i; piantar'albcri , alzar bi gattcrie,prcs icdcre alla formaz ione dc' propri vini, prodigar ricompense c premj an-l'intlu lriosi coloni. Rientrando allora nelle nostre terre c ~ittà,

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