Vita fraterna - anno III - n. 3 - 20 febbraio 1919

Anno IIT, N. 3 Conto corr. colla Posta VITAFRATERNA RIVISTA QlJINDICINALE DI STUDIO E DI AZIONE SOMMARIO L'aspettato,__:_ Wilson in Italia - Wilson é "Vita Fraterna,, - Il concetto etico della Nazione e l'autodecisione nelle zone contestate - La saggezza d'una ignorante - Gentile regalità - Nazione e Nazioni - Con Wilson o contro Wilson - Con Mazzini o contro M,azzini - Individuo e umanità - Le conquiste della guerra - Parole della Direzione. ABBONAMENTI Ordinari Italia L. 6.'- Estero L. 7. 5o Sostenitori. ,, ,, 10. -- ,, . ,, 15. - Gli abbonamenti sono solamente annui. Numero separato L. o. 3o - Arretrato L. o. 60 pei numeri doppi il prezzo è doppio Esce il 15 e il 30 d' ogni mese. DIREZIONE e A~I:'tllNISTRAZIONE Via Spiga, N. 25, l\Jilano - Telefono: 8r-r6 Biblioteca Gino• Bianco

Se entro il giorno 30 di Aprile l'Amministrazione di " VITA FRA.. TERNA ,, non avrà ricevuto la quota di abbonamento per l'anno 1919 so= spenderà senz' altro I' invio della rivista. Coloro che non intendono di rinnovare I' abbonamento sono calda= mente pregati di respingere i numeri ricevuti (basta per questo scrivere " respinto ,, sulla fascetta coli' 1·nd1ri'zzoJ e impostare il fasàcolettoJ senza b1·sogno dz· affrancarlo). □===========================□ Questo fascicolo, ben chè po1•ti une sola llata e u~_!ol~ numero cl' ordine, è doppio e costa sessanta centesimi Biblioteca Gino Bianco

Milano- Anno lii. 20 Febbraio1919• N. 3. VITA FRATERNA RIVISTA QUINDICINALE DI STUDIO_ E DI AzlONÈ Abbon.annuoordinarlo L. 6 e:::()= llbbon. an11110 sostenitoreL. 10 , - Lt aspettato L'aspettato è giunto; che impor·La !;e di fa dag·li oceani 1) di qui dai monti? lo spirito spira dove vuole. Ebbimo noi sette decenni innanzi l'atte~o dalle. nazioni, n1a venne troppo presto; non sia più troppo presto per- ,•jlui che è giunto oggi! La voce qell'altro, il nostro, nel cuore di troppo pochi eletti ri·suopò allora, sebbene l'anima innumerévole del popolo già la intendesse oscuramente, perchè era la: voce sua; ma i grandi della terra, ma i savii del mondo non la intesero e la derisero, ed essa on ebbe sanzione se non nell'ora da venire che il de tino· immancabile le assegnò. E l'ora viene, anzi B·ià è venuta; e lo ,.pirito di colui che è giunto ora -0 ripieno dello spirito deH'aliro. Perchè non potè il venuto posare la corona di lauro sulla tomba del partito? Ma la spoglia non è nulla! Lo spirito ha incoronato lo spirito. Ed esso risplendette fra noi - nel riso chiaro, nel candore della fronte, nello sguardo profondo, nella forza del volto. Poichè eg·li sa e vuole, pensa e fa; e finalmente la giustizia è in mano di uno che regge la sorte degli uomini. Se noi ci lanciammo nella lotta con uno spirito e per 11110 spi'rito, ma ,oscuri, e poveri d'armi terrene, e isolati fra tanti diversi, e contandoci a stento nella nebbia delle , distanze materiali, - come potevamo sperar~ e 1e lo spirito per cui combattevamo, subito trionfasse in questa terra?. Ma ecco che un potente si leva su diritto, innalzando lo stendardo del nostro ideale, inchinando n.d r. "O :; facendo <>hcud .ess·o si i11chinino gli uomini. Biblioteca Gino Bianco

34 VITA PllAT&llMA Oh possa. ~gli veramente! pur su chi aITetr~ e tenta ritrascinare in basso, nel vecchio' tegno dell'eg01smo, nel vecchio ·ordine esclusivo, che tarda a sfasciarsi, ma che non deve riprendersi e non deve ridominare ! · Oh, non· sia più troppo presto· per l'aspettato delle na- . ., ' z1om. . Oh, Italia Italia; tu prima in dignità, tu prima nel diritto, tu prima per il dovere, - o Italia Italia, ricor~ati !... - i,e11,n&!O 11119 - m. c. a. , . .... V èdemmo Wilson. God bless ·you - Wilson. · · Sorriso .animatore dell'idea universale di giusto e di vero. Umile· grandezza profetica - con te tutti i giovani dello spirito - con te tutti i guerrieri dell'universo umano·-. con te i Pionieri d'oggi - con te «Crociato» _;_ con te spirito Cristiano. Il rinnovellarsi evangelico nell'animo tuo, oggi ~ Tu pon-: tefice del mondo.. · ..• :Oli non. è con te è contro di te...Chi s'appoggiò a te ieri per• aver pace ed oggi parla di dominio, perchè vincitore - è vile. E se fosse un popolo -- sarebbe· vile quel popolo: - ma nessùn popolo, ·se non in esso i ·vecchi d'ieri,. parla così. Il popolo è universale. Il ·.popolo, tutto il· popolo ·avanti e· sopra questi, si ama: il, popolo non. si odia se non ·lo si mistifica. L'odio è cagionato ·empre da .errore, da falso perchè l'odio non spìnge avanti, ma trattiene fermi ed attivi negativamente. , _Se·oggi. universalmente, nel senso' totale della parola, non af,jbraccianio l'idea nuova,- espressa da \Vilson oggi e da Mazzini ieri; vedremo giorni neri sul nostro cammino. Non noi Italiani. solo dobbiamo vedere per.chè l'errore è, di tutti ma credo meno degli Italiani ch_edegli ·altri. Noi esaltammo l'opera e lo sforzo dei fratelli, che combattevano vicino -, non avvenne verso, di rioi il moto reciproco se non .con sforzo, mentre nei giorni ·del dolore fu · accresciuto il dolore nostro dalla parola dei fratelli viéini. Noi: abbiamo 'combattuto veramente per tutti: noi avremmo iinme1,samente . goduto se gli alleati nostri.• avessero raggiunlo una vittoria definitiva, come· la nostra sul ·nemico - ·àvremt110·goduto come loro - 1.nagli alleati nostri non esultarono abba!:tanza per lo sforzo compiuto dai nostri soldati.: dissero « va. bene> e Biblioteca Gino Bianco

V.ITA FltATBIIKA 35 neppur subito. E' strano quanto terribile. O anima italiana, .9 soldato italiano veramente grande !, ti esalto io: ciò. che hai·· compiuto è immenso e immensa fortuna per il nostro paese. · lìna lettera d'un ufficiale francese che combatteva, presso. gli Italiani a Reims diceva: Les ItaÌicns p:·éfèrent df!. se ..faire_ arracher plutòt que de se rendre. Mai vedemm,o in m1 comunicato al-.. leato un sentimento simile. Dolorosissimo quanto .temibi.le... Co11 questo spirito tratteremo la pace d·omani, ora? · · Noi Italiani esaltammo il sangue dei vicini più del nostro stesso sangue, soffrimmo e godemmo per la Francia e per il Bel-· gi•o come per la patria nostra stessa: un italiano guerriero si sentiva Belga· e Francese nel dolore. Non avemmo il sentimento corrispondente. Ed allora? ... Abbiamo combattuto e vinto solo per gli. altri, solo per la potenza altrui! perchè oggi fuori di casa nostra sentimmo parlare del buon vecchio equilibrio delle alfeanze, dei diritti del vincitore, di certe garanzie necessarie territoriali e t"lilitari come si paFlava prima di questa terribile guerra e come ci sarebb~ aspramente rimproverato se avessimo espresso idee simili per il nostro paese. 'Certo l'Italia idealmente è più avanti, certo il popolo Italiano non parla così: ma il popolo Italiano richiede chiarezza severa. giustizia vera per tutti e garanzie più che naziotJali, internazionali. Abbiamo combattuto per esser liberi e per far liberi, abbia- mo combattuto per vivere; per poter cantare al sole per permettere il canto di gioia a tutti. Se certe garanzie territoriali •e ·militari sono necessarie per altri paesi, lo saranno allora anche per noi inevitabilmente perchè se si vuol un equilibrio deve esser ge-· generale:- ma l'equilibrio delle alleanze vuòl dire ieri: il domani sarà guerra: perchè l'equilibrio materiale così raggiunto, presto· o tardi si sfascia per cedere il posto allo scoppio delle rivalità e il solo durevole sarà l'eguil'ibrio tmi~érsale dello spirito! -Volete questo? Saremo liberi! Non ·volete? .t\vremo guerra o peggio. Vogliono quelli di fuori ec~edere nel guardare e vigilare le· cose di casa nostra? Sia pure: ecciteranno lo' stesso sentimento in rtoi ed il cammino diverrà difficile per tutti. Abbiamo combattuto tutti uniti, almeno noi Italiani abbiamo combattuto uniti tra noi e con tutti: procediamo ·insieme per il' ·compimento della pace nel mondo, con generosa serenità dello spirito. Sappiano coloro che cercano di portare l'Italia· in un moto spirituale simile a quello espresso dagli ultimi discorsi di Clemenccau e Lloyd George, ecc., che ottenendo una pace -di quest-0 genere avremmo una pace breve, o meglio una vigilia di guerBiblioteca Gino Bianco

36 VITA FRATERNA ra. Sappiano coloro che cercano di creàÌ-e antagonismi all'Italia, approfittana'o di suoi errori o di sue qebolezze, non attribuibili al pppolo ma ai dirigenti, rendendogli faticosa, come l'armistizio, cosi la · pace, aumentando il nostro soffrire, che ciò che sarà fatto di male a noi sarà tale per tutti : il popolo oggi vede e sente, e nen solo il nostro ma tutti i ·popoli. Se questioni di interessi spingono gli altri a limitare il nestro passo giusto verso il giusto destino, raggiunto col sangue, ,quegli stessi interessi saranno danno ai loro autori, danno a tutti. Ma il meglio ve1Tà, se pur tardi. Se vogliamo raggiungere il nostro vero oggi, non possiamo che immedesimarci nella ispirazione Witaoniana e compresi di essa cercare e volere a costo di qualsiasi particolare sacrificio gli Stati Uniti d'Europa. - E[iif•ff~, 1919. - ALDO CARPI. Wilson ·in Italia La venuta di Wilson in Italia ha spostato per un momento il centro oel. grande dibattito in~nazio,tKt!e e l'ha -portato in Ita.Ha. ~ve, Hl modo ·rorse inatteso per !1 'Europa, ha assuruto t111car•ttere che sf potrebbe dire supernazionale. Alle voci forti che hanno Rarlato da paesi forti e ptu or~o- :Iiosa.mente sicuri di sè del nostro paese, in nome di governi forse 1iù saldi e coere11ti del nostro govemo, s'è sostituito un largo dialogo· fra Wilson e il popolo i!aliano :· un dialogo di cui sono an- ·iate crescendo la vivezza e la sincerità acuta perchè chi parlava si sentiva sempre più sicuro dell'adesione di chi ascoltava. DaD disoo,rso al Parlamento à: quelli volti al popolo di Milano ~ d'i Torino la pamela dli Wils:0111 è dnven,uta sempre più calda e. .;pontanea, detta, da pari a pari, a un popolo che egli ha scoperto suo compagno. di :fieidee, forse, i,!' suoi più volonteroso GO·rnpagno. Wilson che è venuto in Europa perchè si metta a prova l'idealità d-el suo pen.s.iero politico con le realtà storiche d!egli Stati euroll!Cf doveva trovare nefil'Italia,, cr:esciuta a nazione -e stato aHa .J,u<:Je del pensiero mazzi111cL110, il popolo dl'Eurnpa più preparato a rca.pirto~ Poco· imp,or1;a.se in I_talia il govel"no non aiveva elaboraito un i'rogramm.J, di Società delle nazioni, come era stato lamentato con Biblioteca Gino Bianco

VI1'A FRATERNA c1marczza ,d recente cong•res&o per !·a Società delle nazioni; senza. l'opera del Governo, prima che si organizzasse dalla Famiglia ital· ana la d'es:derat.'l prop-agànda, la parola di. \Vilson era stata. caita. accettata _11ello .spirito daL1 e massé; spontane;anllénte Ll popolo trovava il punto di coincide112a fra un ardente amor per la patria, del tutto unita, e la volontà di solidarietà e di a·micizia fra i popoli :garantite dalla giustizia d'oggi. . Ricordiamo oggi che prima che la guerra illuminando menti e cuor& produccssie u,nia vera t~1asforrnazione intel.!ettuate e m-0rale, contro gli attacchi aperti o i sorrisi ingiuriosi, così ebbe fede 1 ella co111cLli1a.zionde l cFi•r'ittonazionale col diritto internazionale uno spirito vivo e combattente: E. T. Moneta. Wilson ha: mera""ÌgJii-osamente ,capita 1 la pol~tiica. deHe piazz• . <.l'lta1'ia: politic~ del maggio dd '15, del tr'..ste novembre det '17, politica che, dopo l'esultanza della vittoria, si va riprendendo ·ancora oggi, e si riprenderà· forse con gravità e saggezza. In Italia, ·wilson ha parlato molto più per il popolo che agli uomini politici, na riconosciuto e reso onore al sacrificio del popolo italiano, con. -profondo sen.timento d'uomo. piuttosto che di capo di governo, e con squisita gentilezza ha più volte. evocata la famiglia italiana -<l'Oltre Oceano. Le parole ooh cuii ·al Pa,rlamento opponeva il principio dlol'- il'equiliibrio delle forze per ·cui si apprestò nel pas·sabo la. gu·errai, a qu.ello delFamic:zia inte·l"!1azionale e ,dlella co11;$orazione nella solidarietà furono le sole che ebbero carattere politico. Al Campidoglio vVilson rivela subito quella sua sensibilità ed immediatezza d'intuizione per cui si avvede di -poter parlare in Italia, e a tutti in Italia, dei principi stessi della sua concezione politica. In Roma eterna riconosce di v·eramente eterno « la vitalità· dello spirito del popolo italiano»~ < questo spirito, dice, sembra àver afferrato in ogni epoca le finalità caratteristiche dell'epoca stessa. Questo popolo imperiale rappresenta ·ora volontariamente la l·ibertà delle nazioni». E una splendida e precisa affermazione di quel che sono la dinamica del popolo italiano, il suo realismo; e nel migliore e nel più vero senso, il e: machiavellismo» italiano.• A MHano la simpatia delle folle vi,bra così alita che Wi1son avverte subito come non soltanto ~l popolo qiui· consente 0011 lttt, ma glii a,ffida con preghieira autorevole i,! mandato di ope-rM.e ed affrettare !'_avvento totale della sua idea. A Milano, dove « pulsa tanta parte della solidarietà internazionale>, Wilson sente il bisogno di riconfermare i suoi propositi e di assicurare che il voto che gli è espresso dai mutilati è « un incitamento maggiore , per Biblioteca Gino Bianco

38 chi dovrà concludere la µace, alla realizzazione della giustizia 'Ociale e interùazionale. · W:J.son ha <De.ttoa chi'. gli era viciino, prima. di farne cenno irn. pt{hblico che non gli era sembrato dli avere mai ricevuto una, più, grande e calda accoglienza 'di quella di Milano. Che rimpressionefosse sincera e rispondesse a. ventà, non v'è alcuna -,r.a.gi,oneper dubitare. E' probabile, anzi è assoluta.mente logico, che sia così. Se J'Italia ha ,i,niziato col .suo Risorgimento il periodo soor:i'CiOdt cui questa guerra segna l'epilogo e la concezione Wilsoniana segna la meta, Niilano è certo dell'Italia la città dove le idee sono divenute fede, volontà ostinata e irriducibile, dove la guerra è stata vissuta nello spirito. Con l'eguale ardore con cui Milano è stata inflessibile combattente per la vittoria, oggi è nello spirito ·con W'Ìlson per la pace di giustizia. Accogliendo Wilson il popolo ha dimentidat-O di essere dinanzi a· chi poteva divenire il più valido sostenitore del diritto italiano contrastato, ha forse anche dimenticato il rappresentante di un pàese che ha largamente soccorso con le armi, col pane e ,col danaro, per acclamare in Wilson l'~deatore iii ,propugnatore del nuovo diritto internazionale ,per salutare nel suo sguard.o onesto e sereno una promessa sicu·ra di giustiziQ. E' stata l'accoglienza di un popolo nobile e civile, sicuro deT suo diritto. Dissidi più incomposti e rumorosi che profondi, esasperati a forza, hanno rq,tto file che dovevano rimanere compatte e hanno prodotto una triste confusione di idee e di parole. Ma il popolo che accoglieva Wilson si direbbe che non ne ha saputo nulla: èrimasto con la sna ·immensa volontà e sicurezza di giustizia. germa-io. 5oFIA RAVASI . . e Posso dire senza falsare la verità che non siamo rappresentanti di Governi, ma. rappresentanti di popoli. Non sarà sufficiente;_ di soddisfare i circoli governativi, qualunque essi siano. E' neces-- sarro che noi soddisfacciamo l'opinione dell'umanità. Il peso di questa guerra ha gravato in modo inaudito su tutte le popolazioni dei paesi in essa coinvolti. Non ho bisogno di rammentarvi come taT peso ·non si sia fatto sentire soltanto Sili campi della. lotta, ma sia stato offerto . anche dai vecchi, dalle donne e dai bambini def Biblioteca Gino Bianco

VITA FRATEIUfA ·mondo civile, nè come il vero sforzo della guerra sia avvenuto là ,.cl-ovel'occhio del Governo non poteva giungere, là dove batte il ~uore dell'umanità. « Noi siamo ·incaricati dai popoli di far sì che essi non ab- ·biano _mai più da sopportare un. simile sforzo, perchè essi sperarono -che coloro che li avrebbero rappresentati potessero, dopo· ·1a guerra, riunirsi, comprendersi e r_endere inutile il ripetersi di simili sacrifici. Perciò dal canto nostro_ noi abbiamo l'obb1igo so- ·1enne di prendere provvedimenti definitivi, affinchè giustizia sia resa e la pace mantenuta. Questo è lo scopo f>rÌncipale della no- ,stra riunione. · WILSON (alla Conferenza.di Parigi •Per la pace-). « ..... ·le classi privilegiate della soc-iet:;ì.non sqno ormai più le -: ,dirigenti dèf."mondo. I. destini dell'utnçÌ.nità sono ora nelle !:?ani dei popolì di tutto il .mondo. Soddisfatel_i, e _vpi:noi:i-solo avr~te <;lato ·soddisfazione alla loro fiducia, ma avrete anche assi-curata la. pace. Se non darete lcrro soddisfazione,. nessuna delle deliberazioni che -pr~nderete. potrà instaurare o rendere sicura- _la pace mondiale. , WILSON (alla Conferenza di .farigi per la pa'ce). Wilson e " Vita Fraterna 11 .' Dalla g.-an piaz~a piena di popolo esttl_tant, _e pla_ude11teali' Uomo l{"al~e,· un -piccolo g.-uppo d, pe.-sone - alcune.a1mcht d, • Vita_ f.-atsYn<l • - , salito . al Palazso, ha potuto mt.-arc fra, la. piccola folla :che faceva ala,. nei saloiti regali, al passaggio di lui, del più potente '....:.. oggi - di .-e e pontefici; perchi lta raggiunto il pritHato dello spi.-ito, perché è l' inte.-p.-etcdella legge, .è la :voce della coscien~a. E, al suo, passaggio, una pianr:i '!!O.Cl, la. voce d' una di loro, ha d,tto _.a .lui : .. .. _. - God bless you ! _:_,· Egli, t.-a la folla, gli omaggi, le 1•apprtsentanèe, .- h~ "dito la piccola vÒce, i"J··vivido:sa/14fod"ell'anima, e s'i è volto ·tosto,.a ring.-asiare, a st.-i11gwela,nano· di chi aveva pa.-lato, con un. calo.-#, con una vive~sa luminosa di sor.-iso du.""" dato il senso itHmediato di uno scattare· di sci11tilla;d· i_,m istantamo ma penetrante contatto d'anime. Sì, God bles!I you, ·Wilson; .Dio vf benedica -! _. N,l · vost.-o g.-ande · lu_miHO.JO ce,mmino, in cui tanti voti;- tante passioni, _ta,cti inte.-essi, in favore e.in contrasto, -vi seguonò o vi insegnono, - e voi proc,dète ·s,reno, forte, sici,yo: perché liben,, tliritto, ispirato - 11i1,i11Hga,vi accompagni, vi àiHti a,iclu l' uiffik JHaferilidlfl _,,,,ghiera eh, • Vita ratern• • ùtalsa per voi. Biblioteca Gino Bianco

VJ'.f!, FR,..TElt-NA , . Il concetto etico della Nazione e tt autodecisione nelle zone contestate E' assai interessante leggere quar1to il prof. Arcangelo Ghislcri ha esposto nella sua relazione ~ul ~ Concetto etico della nazione e l'autodecisione nelle ,zone contestate> alla lega ·per la Società delle Nazioni, per formarsi una precisa idea del vero valore contenuto nelle parole di ra::za, di stirpe, di nazionalità troppevolte usate come. sinonimi. Il Ghisleri ripete il valo·re delle sue affermazioni da quanto su questo argomento hanno scritto i due massimi assertori · del principio etico di nazionalità, Renan Mazzini. Risalendo alle origini della costituzione in· enti nazionali separati della Francia, dell'Inghilterra, della Spagna, ae la Germania e del-l'Italia dopo il trattato di Verdun del secolo IX, il Renao osseryaya come tale individuazione nazionale avvenisse per la « fusione di popolazioni etnicamente diverse». Non sone dunque la razza - fisiologicamente intesa - nè la lingua parlata caratteri sufficienti a detetminare ima Nazione. E difatti la Franciay in cui entrò solo una minoranza di Franèhi, è celtica, iberica, germanica; la. Germania. è germanica, celtica. e slava; l)talia, che ha i1 più antico sviluppo storico dì tutte le nazioni d'occidente, ha fra i popoli primitivi greci, etruschi, pelasgi, liguri o iberici., cmza parlare delle invasioni posteriori che si incrociarono e si confusero. · Il criterio delle razze, trasportato nel campo dell'etnografia delle Nazioni, nota il Ghisleri, i; dunque s.cientifi.camente una chimera. E giustamente egli ci fa osservare che quando noi diciamo « razza latina> o < razza germanica » adpperiamo un termine di zoologia per indicare degli attributi essenzialmente morali, sintetizzando in quelle parole un complesso di attitudini morali e politiche che sono il frutto non di caratteristiche fisiologiche, ma d.i fattori storici, culturali, morali, politici che la convivenza ha fatto patrimonio ereditario a queste così dette razze. Ed è. naturnfc che, nelle' discussioni sulle razze perdendosi· facilmente· ·ii senso della realtà. tali dispute servano tanto ai popoli per docu.:. Biblioteca Gino Bianco

im~ntare le ribellioni a.cl un oppressore, quanto a coloro che vogliono giustificare un ingiµsto dominio. E nemmeno J.a lingua è carattere sufficiente a definire la nazionalità di un popolo: essa, scriveva Mazzini, « non è se non uno <(lei caratteri che contrassegnano l'esistenza di una nazionalità: è nullo dove contrastano le .affinità, -.le tradizioni, i costumi, lo svihrpp~ storico, le condizioni geografiche,; Comune è difatti la lingua degli Stati Uniti d'America e dell'InghiLterra, dell'America }atina e della Spagna, ma non comune è la Nazione di questi Paesi. Ecco che allora è necessario definire l'elemento costitutivo- e vitale assoluto delle 11.axionalità. E sono diverse le due concezioni ,di Renan e di Mazzini, l'una ·affingeiite soprattutto dà! passato che -crea una tradizione di sentimenti, di glorie, di sacrifici, da cui 11ascc la volontà della conviv;cnza e di trasmettere integra ai posterì l'eredità avuta; - l'altra più Yasta, più viva, presaga delravvento e delle aspirazioni di nuove nazionalità in formazione mancanti di memorie storiche intorno a cui conglobarsi,· affer1nan-te che Nazione rappresenta unitd di principi, d'intento, di diritto, cosc,iem:a o istinto della propria mjssione. "'-- Il Renan ci dà una definizione metafisica e deficiente della Nazione: dice che la Nazione è un'anima; ma dove e come, si doma_nda il Ghi~leri, si rivela quest'anima? li Renan analizza i fat1:Gri geograiici, ma solo per combattere la dGttrina ch'egli credt -« arbitraria e f~ » dei conjni naturali. Ed aggiunge coll),Ceempio questo sofistico ragionamento: « Se la storia l'avesse voluto, là Loira, la Senna, la Afosa, l'Elba, l'Oder avrebbero, al par.i -del Reno, quel carattere di confine naturale, che ha fatto commet~ tere tante infraziorù al diritto fonda.mente che è la volontà degli -uomini >. Giustamente nota il Ghisleri che « rimane a chiedere e .a spiegare perch~ i Pirenei, le Alpi, jt Reno, e cosi altre catene di -monti ed altri fiumi servirono per molti se<5oli di liniite · alla con- -v.ivenza 1di agglo~raxioni umane, cosi nei tempi preistorici, come neJ-le età stor:iche >. E' vero che al Renan non sfugge l'importanza -del territorio quando nella conclusione nota che la terra fornisce ii substratum della nazione e che l'uomo dà ranima, ma rimane ·sempre la sua una concezione astratta -della Nazione che è « un'anima in genere, senza un organismo concreto operante, senza in- ~lividualità distinta :. come nota il Ghisleri. Il Mazzini ci dà 'invece il concetto in cui la differenza daJ çoncetto di Renan è sostanziale per la nostra que_stione delle isole ~tniche poste fra m&SSe di popolazione diversa e delle zone etnicaBiblioteca Gino Bianco

VITA F11.ATERNA mente miste. La Nazione è « non un'agglomerazione d'uomini -parlanti ·to stesso idioma 'e ·retti· dall'iriizia:tiva ·d'un capo, ma un tutto, organico per µnità di fine è· di· faéoltà, vivente di una fede e di· una tradizione propria, forte· e distinto- dagli altri per una attitudinespeciale a compiere una missione secondaria, grado intermedio, 'alla missione· generale dell'Umanità. -:Lingua,· territorio, razza non, sòrio che gli indizi della: nazionalità, :mar fermi quando non sòn0, t:ol.legati tutti· e richiedenti a ogni modo conferma dalla tradizione· storic·a; dal lungo sv~lùppo d'una vita éollettiva. contrassegnato dagli stessi caratteri~.: E determina il' fine che ~ nelle questioni di: nazionalità, come in tutte ·le altre, è sovrano > in relazione allecondizioni fi~iche, geografiche ed economiche del territorio, chedella Nazione è la base.· Di qui la ·concezione di Mazzini si allarga. nella visione di altrettante unità ·distihte, quali sono e saranno IeNazioni, collaboranti al ·miglioramento -universale in una associazione di solidale cooperazione nella ·quale ciascun popolo- abbia la ·coscienza d'una ·missione· speciale ad esso affidata « e il cu•i compi-• mento, necessario allo·sviluppo della: grande .missione umanitaria, dhe costituire la -loro individualità .e acquistare ad essi un .dirittn, di cittadinanza neÌla giovine· Europa eh.e il secolo fonderà~- · · · · Ma teniamo ben · fe.rino che. que·sto disegno vasto Mazzini lo, vede solo attrn.verso: fa conseguita ..unità delle libere Nazioni, .at:.. traverso fa Pat ri;i. che· prima deve essere riedificata, attraverso· la: Patria• che deve essere· 'amata e· che deve·· essere· « il .punto d'appoggio•della: leva che nòi dobbiamo ·diirigére. a:'vantaggio comune~- «· I tristi governi. diceva, hanno cancellato il disegno di Dio, che voi potete vedere segnato chiaramen'tè, per quello 'che almeno .riguarda ·la ·nostra Europa, ·dai- corsi ·dei· ·grandi fiumi, dalle curvedegli alti monti e dalle altre· condiziòrii. geografiche: l'hanno guastato colla con(luista, colla gelosia· dell.'altrui' giusta potenza: guastato di tanto che oggi,· dàlr Inghilterra e dalla Francia in fuori, non v'è forse Na.zioile i cui confini ·.corrispondano a quel. disegno~ Ma il diseg-no di Dio si compirà senza fallo. Le divisioni naturali; -le innate ::;pontanee tendenze dei ·popoli,· si sostituiranno ·aùe divisioni arbitrarie sancite dai ·-trisfr,governi, ·1..a carta d'Europa: sarà rifatta. ·La Patria del· Popolo sorgerà, defini-ta dal voto dei" liberi, sulle i:,ovine della Patria dei r-e, delle caste privilegiate. E ollor:.a il lavoro dell'Umanità ·verso .il. miglioramento comune, verso la scoperta e l'applicazione- della' propria legge di vita, ripar,tito a se.conda delle capacità locali·e associato, potrà:.compirsi per via. di: !\Viluppo progressivo,· pacifico: allor-tt ;ciascuno, di ,voi, forte degli: Biblioteca Gino Bianco

V!'l'A PltATKaKA 43 ,\ffetti e dei mezzi di mol_ti 111ilioni d'uomini, parlanti la stessa Jingua, dotati di tendenze uniformi, educati dalla stessa tradizione ::;torica, potrà sperare di giovare coll'opera propria a tutta quanta l'Umanità ~- E poco oltre ripete_ agli operai: « Oh miei fratelli ! Amate la Patria. La Patria è la nostra casa: la casa che Dio çi ha data; ponendovi dentro una numerosa famiglia che ci ama e che .noi amiamo, colla quale possiamo intenderci meglio e più rapidamente che con altri, e. che per la concentrazione sopra un dato terreno e per la natura omogenea degli elementi che essa possiede, è , _ .chiamata a un genere speciale d'azione. La Patria è la nostra lavoreria: i prodotti della nostra attività devono estendersi da quella ;t beneficio di tutta la terra; ma gli ìstrumenti del lavoro che noi .possiamo meglio e più efficacemente trattare stanno in quella,. Tenendo dunque present.e il concetto· mazziniano dell'unità della Nazione, è:he sia un « tutto organico>, non si deYe discutere di nazionalità - nota il Gliisleri - <l. come di tm attributo mo- 'hile e vagabondo, che dovunque e comunque abbia diritto d'esis~enza distinta, .come si trattasse di un pulviscolo d'oro, che çiovunque si posi o si rintracci abbia lo stesso valore. Occorre di~ .<;tjf!guerc la naxionalità come attribµto deg'inqividui, delle associazion_i Ò dei gruppi composti da loro; dal concetto_ e dal fatto collettivo, cosciènte e costituito, d'una Nazione·. Per quanto- nuJnerosi o frequenti, gruppi sparsi di uguale nazionalità. non ba- . .stano a costituire Nazione,. Ne deriva che è errato il concetto «_di cercare la Nazione ne' suoi frammenti erratici o nelle sue pro- ,paggini; mentre devesi considerare essenzialmente nel suo << tutto --organico> ossi-a là dove pu~ funzionare come Unità distinta e vivente, membro operante e r_esponsab.ile dèlla. g-rande famiglia ·umana. Fermo questo criterio fo!].damentale, la questione delle .-zone grigie, di solito situate ai margini periferici dell:e nazioni, e così quella delle isple etniche sporadicamentè incluse nel territorio -di altra Naziope, e-essano di avere quella importanza. sostanziale· ,e assoluta,. che i dibattiti passionali ·delle· opposte parti sogliono ·-<.!arie>.Viene cqsì ad essere stabilito che il diritto di autodecisione delle zone miste e dei singoli frammenti di nazionalità deve ·essere subordinato a quella _superiore esigenza <li una Um:tà che sostanzialmente rappresenta un;i NaziotJe .. · Le difficoltà più forti che si presentano nella crisi storica attuale sono costituite dalla manca11za·o dalla .sola presenza in germe 1lella coscienza di un_ fine -c~mune; di__una -missione: nel .concel'.to ,delle Nazioni presso talune Nazio,;i che sorgono ora e che noi Biblioteca Gino Bianco

VITA FJlATJl:'IINA abbiamo contr1buito a formare, le quali hanno una coscienza nazionale in ge. tazione - sono cioè 1\/ azion-i in,· ri-ta-rdo di fronte alle Nazioni arrirnte prima. L'unità· morale e la coscienza di questa. unità e· della sua missione nel --moildo _si verranno formando col tempo, con l'esercizio delle libertà in"terne, col nuovo contatto coUe- ' Nazioni vicine. Questa formazione deve essere aiutata dal nuovo assetto internazionale perchè la Conferenza ~Ila Pace deve sapere contemperare le esigenze· delle singole ,mità nazionali colle eque ra- .. gioni della giustizia e delle aspirazioni dei popoli. E dovrebbe essere aiutata anche dalla buona volontà delle Nazioni, ora risor~e a libertà grazie sopratutto alla nostra vittoria, ai nostri sacrifici. alle quali Nazioni dovrebbe essere saggerito il rispetto mazziniano -~he mia N a::;ione costituenda. dci 1e alle N a~ioni costit1lite ~ ma noi possiamo ginsti-ficare que.c;to mancato aiuto· da parte delle Nazionì che noi abbiamo aiutato a formarsi, appunto conside- ·rando che sono ~fazioni in ritardo, e perciò più che sdegno l'espòsizione del programma pan-serbo cli Trnmbic alla Conferenza di Parigi - per citare un esempio tipico - ci deve suscitare ùu senso di commiserazione, inquantochè essa fu l'espressione di una immaturità politica caratteristica nella quale abbi·amo.Tisto l'effetto di una lunga oppre5sìone, lo sfogo di una inattesa elevazione di rango. la deficienza assoluta di seria preparazione: tutto quc- ·sto e-i•ha dato il senso del piano più basso- su cui tali nuove Na- ·zioni' si trovano ri_spetto a quello su cui ci troviamo noi, che attingia.IDO nuova superiorità nel volere l'assoluta equità delle soluzioni intetnazioi1ali le quali, assicurando a tutte le nazionalità oppresse il loro sviluppo di libertà, non ledano però gli altissimi nostri interessi nazionali che abbiamo il doTere di far prevalere perchè i sacrifici di questa guer-ra ce ne hanno ancora confermato il diritto. Ben a ragione, a proposito del fatto che una Nazione può costituirsi, funzionare e svilupparsi anche se le accennate zone mistcriinangono staccate dal suo tronco, quando tale mancata aggregazione rimanga un fatto consensuale degli abitanti, 'il Ghisleri ricor<lia l'origine tipica della nostra Unità Nazionale; e si ct\iede ·cosa. quei pubblicisti inglesi e· francesi che sposarono ·Ja tesi delle rivendicazioni jugoslave a base semplic-isticamcn-t~ l-ir1.guistica, a·- vrebbero detto nel 1859, quando si trattava di S{:a.cciare l'Austria dai ·territori del· Lombardo-Veneto, se noi ci fossimo intestati ·cli· volere dalla Francia, venuta ad ai•utarei contro l'Austria, la Co,·- • Biblioteca Gino .f3ianco

VITA l'JtAT:t:RNA sica geograficamente e linguisticament~ italiana, opp~re avessimo chiesto colla Lombardia il Canton Ticino, oppure nel 186o Malta, guastandoci coll'Inghilterra. Oggi si verifica questo :fenomeno di sciovinismo da parte dei Jugoslavi', che arrivavano a reclamare dall'Italia, già costituita in Nazione - mentre ancora si trattava di battere l'Austria - quei distretti del Friuli ~bitati da Slavi~ che mai una querela o lagnanza d'irredentismo avevano sollevato Alntalia non venne mai in mente - nemmeno ai più :ferventi mazziniani del '59 e del _'6o - di pretendere la Corsica, che non aspirava a staccarsi dalla Francia; nè il Canton Ticino spontaneamente unitosi alla Confederazione Svizzera, sebbene non si trat• tasse di zone miste ma di lingua, di coltura e di costumi total• mente italiane. Anzi, per costituire il primo e tutto organico '1i dell'Italia due rinunce memorande fecero insieme Dinastia e Popolo: la Savoia, culla della casa gloriosa; Nizza, patria di Garibaldi. E giustamente conclude il Ghisleri che se l'Italia porta nell~ questione delle zone miste o periferiche un criterio di relatività., . ha per sè l'autorità dell'esempio. Varia è l'origine storica delle zone miste: può risalire ad invasioni militari e a conquiste che ssono essere state temlloranee oppure permanenti, seguite allora - oppur no - da assimila• zione; ma può risalire a emigrazioni dei tempi di pace, ,le quali possono essere avvenutè in paese spopolato senza storia, oppure possono essere state accelte o promosse dai nativi àel paese per metterne in coltura il suolo. Nel primo caso gli immigrati diven• tano. occupatori del suolo; nèl secondo sono ospiti, .forestieri in casa altrui. Questo carattere di _ospiti in casa .altrni non si contesta ai rifugiati 1 albanesi dell'Italia meridionale, ai :francesi in Val d'Aosta, ai tedeschi dcli' Alto Adige. · Perchè dovrebbe esserci contestato per gli sloveni del Friuli e del Carso, e pei croati dell'Istria orientate; accolti dalla Repubi blica Veneta per coltivare le tèrre spopolate da pestilenze e da guerre, ma che non riuscirono a spegnere mai l'indistrutta anima latina di quei nostri territori? E Giuseppe Mazzmi rivendicando all'Italia l'Alto Adige sino alla cinta delle A}pf Reii'e, falto Friuli., il Carso e l'Istria; ricordava la dite volte millennaria: continuità ,etnica di quelle regioni, malgrado le invasioni e le immigra:ziol'ri straniere. Mentre, os·sequènte alle altre Nazionalità, anche se app'èna nascenti, non estendeva le. rivendi-caziòni nazionali òltre Fiu:.. me nostra da cui « scende una zonà; sulla qua:lé, tra-ieTeliquie dette nòstre colonie, predomipa l'èlèmento slavo>. E soggiu·ngeva acl Biblioteca Gino Bianco

YITA ·PltATftlfA am~òniinènto dei co1-itemporanei e dei posteri : « Il moto delle razze slà.;~ che, !>aiutato e. aiutato, Còme.fatto provvidenziale, deve ringiovaniré di" nuovi impulsi ·e di elementi d'attività la vita eu~ ropeà,· ·può;· se avversato, abbandon·at@ o sviato, costare all'Europa· vènt'anui ·di crisi tremenda e- di sangue ». ·A :rioi' li'àliani soprattutto spettava ·il compito di non abbandonare ·qµesto· moto, di dirigerlo, di ~rientarlo, guadagnandoci la "tiduci"àcfi ·quelle Nazioni che ne sarebbero uscite, che ci avrebbero 'dovuto co11siderar-earbitri delle- inevitabili contestazioni. 1 Per deficienza nostra, ·per malvolere altrui,• che noi non abbiamo··:con ·sufficiente energia trasformato o distrutto, ciò non· è avvenuto · i1C·quella completa misura che dovevamo volere. Epperò• a1l'Italìa·Che ha voluto, combattuto, sofferto e vinto la guerrà contro :l'Austria ed hà con questa resa realtà l'aspirazione timida cli giovani· ·Nazioni oppresse, siano riconosciuti i meriti grandi, il valore dei sacrifici, la nobiltà dei fini per cui ha lottato, fini di libertà, propria e di libertà altrui, fini consoni al suo spirito migliore, che attinge dalla pura tràdiziÒne del ·Risorgimento la volontà ·.di collabora.re alrinstaurazione .ed al mantenimento di una suprema: giustizia internazionale che petmctta il miglioramento di tutti, .per opera di tutti, che conceda dopo la crisi immensa di dol()re e ·di -·sangue, la pace fra i popoli. - E' anèora Mazzini che si leva guardando da profeta il futuro e preconizzando ia Società,-0.elle Nazioni: si rivolge ai tedeschi nel- 1832; e dice: « Uomini dell'Allemagna, noi avremo ancòra. una guerra, lunga· forse, ma che frutterà a tutti noi, e che avrLpèr ultimo risultato la pace ·fra i popoli.Si, noi diverremo concittadini, perchè siamo tutti abitanti di una stessa patria, l'Eu- • 1·opa, come noi siamo tutti membri d'una stessa famiglia, l'Urna~ nità.: In questa fratellanza dei popoli posano i fati della Società &uropea,t.· ·E -due anni dopo scrive: « L'Umanità non sarà veramente costituita, se. non quando tutti i Popoli che la compongono, avendo ci>nquistato il, libero esercizio della loro sovranità, saranno associati· "in- ·uti:a ··Federazione repubblicana per dirigersi, sotto l'imperò di una. dichiarazione, ai principi e d'un patto comune, allo .at-esso· 6:nC"r:,.scoperta· e applicazione della Legge morale univerJ'>'ale. > Coruli-zimie.essenziale per ·la realizzazione di qùesto ideale ·è-che· il diritto- di una Nazione si arresti 'là dove s'incontra col di• ritto di .un'·altra Nazione; a.cui deve lo stesso rispetto che pretende pel proprio d!ritto; Così·:· di principio dominatore del diritto :pub• Biblioteca Gino Bianco

Tlft ftATDNj blico non sarà più indebolimento d'altrui, ma miglioramento di tutti per opera ~i tutti, progresso di ciascuno a pro d'altrui. 1;.' questo il futuro probabile,, e a questo devono ormai tendere tuti i nostri lavori. > - . _ . \ Ecco che il pensiero di Wilson si allaccia a quello di Mazzini, le parole del quale, così « piene: 'd'avvenire>, dovevano essere_.ri- ,cordate oggi che !_eidee in . esse contenute si vanno .incarn~ndo 'ii{ realtà concreta neHe deliberazioni dei Rappresentanti dei . Popoli a Parigi e nell'anima sana delle t masse silenti~.·. · ·' Il Ghisleri chiude la sua ·bellissima relazione con una e avver- ,t~n,za.pel . Congresso del.Ili P~ce., : si . abbia.. pr~se~t~ · .il . p~nsiero fondamentale· che una Nazione è una unità o persoriàHtà morale non confondibile coi frammenti: o le propaggini sparse della medesima -nazionalità: -se ne deduc-e eh~._ le_ questt.qni .d~i. territori marginali e ·delle porzioni -1.ingui-sticament_ediverse. interclul)e n~l territorio nazionale, non si possono. d_ecid~re sic_,et .. .s-ìmp!,'ie.it~r e~ l'isolato e assoluto principio dell'autodecisione. Il principio dell'autodecisione dei Popoli inv'é:>lge quivoci ed anche abusi di logicà ·che addurrebbero .ad· altre· violenze. ··ed·applicazioni arbitrarie se non. venisse subordi~ato ·e-connesso· con quel principio di. UQità di cui Mazzini ha fatto il capos/ildo di Nazione. Quando si dice: diritto d'autodecisione dei Popoli, la parola Popoli va intesa come si~on'iino di Nazioni. .Intenderfo· applicabile isofatainente' ·ad· ogni particola nazionale, farebbe sì che mèntrè voglfamo- ·fondare "là · Società delle Nazioni, autorizzer_emmo un principio che disorga- ~izzérebbe le_Nazioni. _N_elle/questioni locali, dove gli i~ter~ssi e le ·tendenze· divergenti ·sono' incapaci di' intend~rsi· e-' di· ~òmporsi spontaneamente, il ~ tutto organico -i> dell'intera 'Na'zi<lrie devè,"'i buon diritto, far prevalere considerazioni di più alti e comuni in1ere~i. . . . . . ,. .. ' .·,:.Qu~sto è il ~.ritçrio·:c;h~..:deve .p~ev~l~re_,neU~-- s~i~iioµç, deJ_l~ questioni territoriali di cui la Conferenza d.i- f.~rigi sta -.oca.«,. cupandosi : lo spirit~ di Mazzini, che ha trovato in Wilson il siio più eletto- interprete,. veglia in q·uest'ora su coloro cui. la fortuna ha· affidato l'arduò•·'compito d~ gettar le ba:si. qi: qud · Mondh nuovo, in cui l'Italia, ripetendo .dal passato· .J!imm.utata-tradizione·-.di·.gran'- dezza, ~òllabòr.i attraverso il suo progresso al ..pr.ogress~'.,di tuttt l'Umanità, migliorata dal lungo saètifi-do· delta·· guerra nori vantt- ·mente combattuta. Biblioteca Gino Bianco

( VITA FRAT&RHA La saggezza -druna ignora!\te. IIJ. . Qfl ~9tt~re ,er.yfr~ ~ a,!ft-.r!i' ~!I altri e !è •~~-= Taglonev~l1r_~ e pi~~ xxx ~<> stwJ.~.<fdisè stessi è talvolita; la S(ciel;izad. egli od:iqsi di nient~. X X X Giudicati,, ma non ti condanna,re _..: non ai guadagni altro che it dispregio ·di te stesso; il che· ·spesso ti può condurre ad azioni \ttdeg~e d'èl1 tUf? migijore . esse~ xxx Se non riesci a vincer,ti i-stint_ivamente,vin.citi raigioneyòlmen- .te; sarà SiCnilpir-e una vittor11adella quale potraii, contentarti. xxx Qeirca <fi v~rqt~re giust~J?!.enteil t~o an~: ·eviter~j e l_a ~?- réllggi~t}to e ~ van~gJQria. · xxx C~ kj. -r.~~~1tvolrezza ~i ~.era.nq o~açoli. incr~ibili; anche -guegi dJr,i~~v -dal ta mald~~ xxx _Non arr~ia~i mai, trarnie con te stesso qua~ ti sei ~irato ~tro quàldmo o qualcosa. Ricorda.ti cm; niente vaie l,o squilibrio àe1'1~ tua ·-C!~ion.é'vo!èzza·. · · ·· ' X X~ Certa sempre di_smussate gli angoli della tua presunzion.è naturale, col ra.gìona.re che la vita tua nòn è un' a::ceziqne, nè éh.e tu ·li potrai re 4er tale. Sii pronto inve.ce a convenire della verità, ~~vandonei i( pr~tto che potrali. xxx Diffidi~ oredìere aliliagiustizia naturade, ma guai a non credttci ! Biblioteca Gino Bianco

VlTA FtlATERKA 49 X-X X Nel dare forza -altrui, fortifica te st~; chè se ti indebolisci, -potrai nuocere a quello che cerchi di beneficare. X X X Non fllir sì che per m1 dettaglfo deficente tu ti ti·ovi a condanu~NI l' i,Z;1&i eme. xxx Lo star 11:rtti,quando non s'ha nulla a, -dire, è virtù ; lo &ta,r -muti,_ quaado ~ sarebbe troppo da dire, è una v:lgliaccheria. ; X X X , Ricordati che la parola è· meglio dell'oro del silenzio: essai è fat_ia dell• luee ctedl'anima e fa ~iara l:a via. X X X F-ra le am&rea:r:e più indefin~bili e inel,uttaibili deHa vita quo144i~iµ., ~no ~ o,on~/µue -'c!i!,,iJilusio_ni 'SUI conto dei proprio ca.irat- ~- X X X · Considera e poni mente a .questo: · nel dar consolazione o nel tentare di por,.ere oonforto al dolorie altrui, è inutije offrire co- me anc.stctico il raffronto del medesimo dolore provato da te in circostanza analoga: non è clMi un regalare un po' di te stesso, ~ un deporre il dono sui iin#arc deli'ainimo afflitto di chi nè ti ascolta, ~. &'SCoitandoti, "può sorbtrc I.ai medicina che gli offri. xxx : S:egno Ai dd>Qlezz~ 1nolto allarmante iJJ• ~ire 1:a nece~ità :a.ssoluta di desc:riY~.c al tuo a.imco .il' dolore o H dispiiacere ck-lla giornata X X. X Non seccare mai il tuo pl"OS9imo è il prltno coma.ndament(? del vero. savio. Nè lo affliggerai con Ila t-ua pena i ma. non gli togliere inYece riHusione di'es:scrti _stato indispensabi~ neU'ora dcli tuo d?l9'r.e. X X),( No, veramente, cerca cli inafzarn /1 t:uo _dolore, da f'enderlo ·inafferrabile a& tuo prosslmÒ. · · Biblioteca Gino Bianco

5o X .X X Vi sono nature; _le·quali, pur vi.vendo senza illusioni, sann cercare e trovare .il bene in ciò, che le: circondé!.: non si. t4rb1:mo per una menzog,na udita o v.eduta, pu,11 v~luta.ndo tutto l'oro della. franchezza.. X X·X: Non lasciare che la tua cocciutaggine, da te chiamata ·« fori-a, di carattere i, ti impedisca di' fare atto ragionevole. X>.< X Bisognerebbe a volte saper fing.ere uno slam.do di affetto versi'> d'un'anìma che vi chiede l'ele·mosi1ia_di una carezza. X.X X Abbi pietà del tuo corpo: l'anima tua ha abbastanza pietà d'ì se stessa. x x·x ALia soJferenza .mÒ~ale!. vierté ~n~imem~ntoe concc3sa l'àri~tocrazia del dolore; la sofferenza fisica, più atroce perchè avvilisce,. riconosce il suo rango plebeo. ·· Non giudicare chi grida, dal çlolore fisico, non biasimare chi soccombe al, dolore morale:. abtìi pietà d'enbrambi, perchè ·anima e co,rpo sono insieme stretti ·1,ndiisso1ubHmente,· e tutt',e due sono fragil.i ·come la vita che· ·li· unisc-e. A poco a poco nena vita ,~i, 11e·alizzal'atroce miseria tisica ca.-' gionata daHa povertà, e a poco· ·ai'poco s~ conclude che la sofferenza morale perdle: oella:. SU'a i-mporfanza cla:s:sica.; e· cede là. SU· premazia alfa,. squallida: ·9ÒreiLa:--ch:tfagita :1a· sferza sui corpi. nudi. « X .?< : o Ognuno cred~ , di~trare,; ..wna. yierità · esponendo . la propria ppinione. ' . , ·· ..... ·:· : :· ......:·:._:)( X.. X Non temere la verità, abbi sì p31U1".a, dei falso. PaYenta" l'ìh~.- sione, non la di1Sillusione: dopo :avèr avuto i0 coraggio di sogna~, .ahbj querlçi <lel. ·risvegljo, :per çui. rit:.o~ei:ai...t.è st-esso ;.-chè ,ncl SDgnÒ avevi perduta la tua individualità. ·. , ,,; · . ,. Biblioteca Gino Bianco

. VITA ftATEUlA ,Sr X -X X Chi si senta forte e saldo in un suo princ1p10, non à bùsogno i. asseri.rio assiduamente; bensì cede talvolta aJle piccole ciroo· stanze sicuro della propria forza; nè deve ricorrere aL1acocciu· :taggine per mantenersi sal'do. X X X Taivolta tu vivi con le mani piene di doni, e pur lasci !~anima -divagare in un sogno che sembra più vero e più .buono dei doni. E' ingiusto verso la vita, questo. X X X Se trovi sulla tua strada un cuore p:u giovane del tuo, più ·soffer.emte del tuo,, ~iù del tuo illuso, ahbine tenel'Czza, e proteg- -gil!o: n'attingerai 1 forse moita forza e molta speranza. X X X Non ti stancare di captl'C - lì, la tua forza, la tua vita, la di- °'·ina ·parte di te. Signore, fate che sempre io capisca, anzi· che · J)el'donare ! X X X La cairezza che togl:ie Uh istante di' soffer-enza fisica, vale la :preghiera di, un santo. X X X Un apprezzamento ingiusto non ci ferisce, ci urta; è la freccia ,di verità che penetra ,e ferisce, _talvo~ta a morte. X X X Ama così bene da mettere a frutto tutta la tua intelligenza. X X X Mantienti sempre ~l livello di te stesso e non scendere al H- ,,ello altrui - dico dell'animo, perchè con l'intelligenza devi anzi ·e appunto figura,;ti ogni livello ed ogni punto di vista. X X X Gonsidera le tue debolezze come malattie della tua psiche, da -èttrarle ed ehrrunarle. Non devi imniagin~, per una debÒ!ezza he ti ritrovi, di essere riè moribondo nè · incutahHo. Biblioteca Gino Bianco

X X X No,n ba:sta creare la felicità altrui: sappi. creare la tua propria; il che è aissa·i più airdua •impresar X X X Tieni ln tua mano la volontà, nel pugno chiuso; c. ntlla palma aperta tieni la tua generosità; serba nelila, tua ~nte la rag=one e ti.enti in cuore l'amore che va oltre i confini dd tuo desiderio, '"'· GAB IELLA Sm,nn PICENARDI. ERRATA-CORRIGE. - Nel N. 1-2, a pag. 1~, nel 6• stef,... loncino del.la,pagina, è incorso un deplorevolissimo &;-ore di stampa: niente-meno che lo pcwola € vanità i> sostituita a «verità». - Ripetiarno qui il pnuiero come va letto: « Non ti stancare di tollerare; ma guai se tolleri in silenzio: dcvi saperti sforzare a dar consiglio con tanta cortesia da farti perdonare qualunque verità espressa. GENTILE REGALITÀ. dai giornali cleU'S gen-11aio: Questa sera la Regina Elena ha voluto fara una sorpresa ai mutilati dell'Ospedale del Quirinale. Alle' 19 essi hanno pranzato' nella sala dei Corazzieri, dove si servì il banchetto in onore a Wilson, alle stesse tavole, imbandite con gli· ste!Si bronzi preziosi, assieme al Re, alla Regina, ai Principi, al Luogotenente· del Re; alla Duchessa d'Aosta ed al generale Diaz. Più di 1,+o inutilati erano invitati oltre a ,eoloro che neil'ospedale della Reggia pre-, stano l'opera propria. Nessuna regola di etichetta durante il pranzo, e tutti gli H~ lustri intervenuti hanno rinunziato ai lorò posti d'onore e si sone. seduti vicino ai mutilati: senza nessun ordine prestabilito. Biblioteca Gino Bianco

VITA FRATERNA Nazione e Nazioni Umanità senza ~azioni non può esistere. Il patto, che deve stringere in alleanza le diverse; famiglie umane, non può essere segnato da soli individui. La q(!estione delle nazionalità primeggia· dunque su tutte le altre che agitano in oggi l' Eu.ropa. La questione sociale non sarà $Ciolta mai, se prima i popoli non sono costituiti liberi, eguali, alleati, con nome, bandiera propria, e coscienza di sè. GiNs1pp, Ma111:ini. (Chi ha cred·uto di vedere il se1iso di, -patria minacciato dal1' asp-ira::ione umanitaria della Società delle Nozioni!' Chi ha creduto di sentire 11,na limitazione al senso umano nell'amore d·i patria? Ascoltiamo /,a parola t'.U1t1ni11ante d l profeta d'Italia, di Giusene Mozain·i:) Non sia fraintesa, o fratelli, la mia parola da voi. Io so che quando l'Uom,o che più amò sulla terrà protese di sulla croce le braccia quasi a stringere in amplesso tutti i viventi, e proferì la parola ignota ai secoli che lo precedettero - pe·rchè tutti, o Padr~, sian uno in te, ~ Dio decretò che la voce straniero, come a.tlitatore di teri:a diversa, passerebbe dalla faveUa degli uomini, e irolo straniero sarebbe il malvagio. . . Ma se voi guarderete attenti per entro le pagine della storia, Yedrete. che appunto in quel tempo 'cominciò a prepararsi visibile quel moto delle razze wnane che dovea conchiudersi col loro ri~ parto ordinato sulle varie terre d_'Europa a seconda del disegne che il detto di. Dio scolpiva, fin da quando la sottrasse all'a:cqut, sulla sua superficie. Allora, quasi sommossa daJl'eco di quella grande parola, la terra sobbollì d'un immenso fermento. E· come due mari çhe si contendessero il dominio dell'abisso una metà del genere umano si rovesciò sull'altra metà. E dall'estremo settentrione, dall'oriente,· da tutti i punti come iiospinte da non so quale tempesta divina, tribù d'uomini strane e fino allora ignote, apparvero ad una ad .una, sospingèndosi, aecavallandosi a guisa d'onde gigantesclte l'una sull'altra, avviate da una arcana potenza alla volta della ci'ttà dai sette colli, nella quale l'idea di patria s'era incarnata da secoli . Biblioteca Gino Bianco ..

VITA JllaÀTERNA E là s'urtav-ano, si mescevano, si confondevano, struggendo e struggendosi. Era come un rotearsi d'elementi diversi per entro un caos infi~to; e gli uomini impauriti credevano imminente la &ne del mondo, ma era invece la nascita d'un nuovo mondo, che s'elaborava in grembo a quel caos. E dopo cento anni e più di quel rimescolamento di genti senza nome e senza missione visibile, come un tempo la piena dell'acqua -che ricopriva il globo si concentrava retrocedendo, in laghi, numi ed oceani, si videro emergere dal turbinio delle moltitudini i popoli, collocati a seconda delle loro tendenze e del disegno di Diodentro a certi confini. E gli uni si chiamavano Ispani e gli altri Britanni ed altri Franchi, altri Germani, _altri Polacchi, Moscoviti o con altri nomi. E sulla fronte a ciascuno splendeva un segno di missio11e :speciale. . . . . . . . . . . . . . . . . . .·. .. . . . . . . . . . . . . . . . . . ..... E quel segno era la patria : la patria di ciascun popolo : il battesimo, il simbolo della sua vita inviolabile fra le nazioni. • E come nella lingua che si parla in cielo e della quale noi adoriamo un'ec" &Otto il nome di musica, molte note formano l'ac- (:ordo - come di ·molte parole ciascuna esprimente una idea si compone progressivamente la formola religiosa che rappresenta d'epoca in epoca il. verbo di Dio sulla terra _.:..così l'insieme di tutte quelle missioni compite in bella e santa armonia pel bene .comune, rappresenterà un giòrno la patria di tutti, la patria delle patrie, l'UMANIITA. E solamente allora la parola stranierò passerà. dalla favella degli uomini; e l'uomo saluterà l'uomo da qualunque parte gli si mover;}. incontro col dolce nome di fratello. · Così Dio v'insegna attraverso la storia, che è l'incarnazione successiva del suo disegno, <:hc voi non conquisterete l'umanità se non quando ciascun popolo avrà conquistato la patria. Però che l'individuò non può, sperare di tradurre in atto da -per sè solo e colle sue fiacche forze il vasto concetto della fratellanza di tutti; ma gli- è necessario aiutar~i delle forze, del consiglio, e dell'opera di quanti hanno con lui comuni lingua, tendenze, tradizioni, affetti e agevolezza di consorzio ciyile. · E chi volesse tentare senza quell'aiuto l'impresa somiglierebbe· colui che volesse sm•overe l'ine·rzia d'un immenso ostac-olo con :una leva senza punto d'appoggio. La patria è il punto d'appoggio .:della leva ·che si libra tta- ,!'individuo e l'umanità. · GmsRPPE MAZZINI ·(Ai Gioi•ani d'Italia - 1859). Biblioteca Gino Bianco

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