Vita fraterna - anno II - n. 12-13 - 15 luglio 1918

Anno II, N. 12-13 - JS Luglio 1918 Co:1to corr, colla Posta . . VITA FRATERNA RIVISTA QUINDICINALE DI STUDIO E DI AZIONE SOMMARIO 1918: Giugno-Luglio - Sbandato - Nell'anniversario - Parole di una madre - Parole pianissime - (da una lettera) - In memoria di Paolo Berrini caduto per la patria - Appunti - Lettere di guerra - Conversazione - Vitto-ria (pagine staccate per il popolo). ABBONAMENTI Ordinari Italia L. 6. - Estero L. 7. 5o Sostenitori ,, ,, 10. --- ,, ,, rS. - Gli abbonamenti sono solamente annui. Numero separato L. o. 3o - Arretrato L. o. 60 Esce il 15 e il 30 d'ogni mese . . DIREZIONE e AMMINISTRAZIONE Via Spiga, N. :25 - Milano. Biblioteca Gino Bianco

f>AGINET~rE INTEI~NE (Dal Discorso di Wzlson per la Croce Rossa Americana · ~!aggio 1918). « :'\oi e: tro\'iarno di fronte a due clo1ì·cri: il primo clo,·crc è cli Yitwere la guerra; il secondo - che Ya cli pari passo col primo - è cli ·dncerla. grandemente e nobilmente mostrando non solo la qualità reaf e clel nostro potere, ma anche la qualità reale dei nostri scopi e cli noi stessi. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ... << X oi 11011 ci lasceremo distogliere dall' austero scopo .della Yittoria dalle ipocri~~e delle proposte di pace . . . . . . . . . . . . . . . . . ... « La g·oria di questa guerra per quanto ci riguarda è che, forse. t}er la prima ,·olta nella storia. si tratta di una guerra disinteres- ~ata. ~ on potrei essere fiero di combattere per uno scopo egoistico, ma posso e~·~ere fiero di combattere per l'umanità. Se il nemico c!esidera la pace, si presenti mecliaute rappresentanti a,ccrcclitati ed esponga le sue condizioni. X oi abbiamo c~po:-;te le nostre ed esso le cono~ce. << ì\b. la nostra inflcs~ihile risolutezza ci fornirà non soHanto !"occasione cli dimostrare la nostra forza - e ciò faremo con estrema energia - ma anch1e cli adempiere all'alta missione che è rapprc-sentata clal1 1a Croce Rossa. Xon è che i nostri com,battenti 11011 rappresentino i no~tri ideali; ma il loro dovere è un dovere di forza. Invece il dovere della Cro,:e Ro~1 sa è un dovere di misericordia, di assistenza. cli amicizia. La \'Ostra ment'c vi ha ben rap'Presentato -ciò che questa guerra è per noi e per il mondo,? N dl profondo della mia anima sono con,dnto che secoli di pace non avrebbero potuto cementare l'unione cli questa nazione come Io fece questo rni 1 0 anno di guerra; meglio antora, qu'esta guerra cementa l'unione del mondo. Considerate questo quadro. X cl centro della scena \'i sono quattro nazioni impegnate in una lotta contro l"uniYerso e che dimostrano, ogni ,·olta che ottengono qual!che Yantaggio. cli tendere a scop,i egoistici di ingrandimento; contro di loro vi souo 23 Go\'erni che rappresentano la maggior parte delle popofiazioni del gloho. uniti in un sentimento nuovo di c.omunanza di scopi. in un sentimento nuo\'o cli unità delle loro esistenze .... « L'am:cizia è il ~:alo cemento che legherà per sempre il mondo e· l'intimo e grande contatto della Cro:::e Rossa con i popoli che sono in vrccla al terrore e che subi:-;cono le priYazioni cli questa guerra è uno elci più grandi fattori di amicizia che il mondo abbia mai conosciuto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . • • . • . . . ..... . BibliotecaGino Bianco

Milano - Anno Il. 15 Luglio i918 - N. 12-13 VITA FRATERNA RIVISTA QUINDICINALE DI STUDIO E DI AZIONE Abbon.annuoordinarloL. a c:::::>()c=:, Abbon.annuosostenitoreL. 10 1918: çiugno.-oCugli.o. .. Baciamo questa no~qtra terra, ma&re e figlia di eroi. I nostri sold-ati hanno vinto! Le parole della no.stira fede non , sono un vaneggiare di jollìa. Non du~a,m1mo nell'ora della sventitra; nell'ora delle tenebre la fede nostra f,,;, iuoco divoratore, vuce inestinguibile. Benede'tta la sventura! Benedetta, senza di essa non poteva ~s-. sere ta1"~agl~ria, tanta forza. invincibile e vimrice, sorta di neoff!1-lfi coscien,z.a. La patria, obliava assopendo i figli dolenti e_ morenti per lei, !!. :; figli obliarono la patria ... Non disprezzo e anatema fu, ma· con amore e dolore si, chinò la m:a,dresugli sciagurati, in un grido disperato e profondo: « Figli ...• « Figli dile'tbi, figlioli forti, alleva,ti nella pena, educati nella fatic<4,mia.gioia, 1Wia vita; mia unica vita, mq non vede_te? non madre, v-i> sonD j:),iù, ma figlia! .... >. E un'anima nuova è in loro): non sapevano prim.a, ora sanno, poichè p,rima l'amore sopiva, ora è desto e n:e sono tutti come d:'una fiamm.a investiti, l'amore che a foro viene dalla patria e da, loro ad esJ·a ritorna. · E quando è sonata la diana, si, sono a,bbrancati alla terra e non hanno ceduto, ma innanzi paiDmoa paltno la riafferrcm.o, ricreano la pcttria con la loro morte, nuovamente la generano del loro sangue. La patria è loro figlia. Benedetti nei secoli ( avanti, avam,!i, chè I ddio vi associa, aUa sua opera, avanti, o vinoitori ! Baciamo que'Sta t'erra donde siete nati, e che per voi rinasce; o eroi! mca. Biblioteca Gino Bianco "I'

158 , VITA FRATERNA SBANDATO - Cam!Pi 1 di: grano dorati del so,le rad'ente, sul tramonto; nn pk1Colo orto, un so1o grandis•sianò olmo e sotto, quasi nascosta, una c,asina molto bianca discosta assaii •dal paese. Passa attra:v,ers:o il sol,e sopra l'orto un alito lieve di vento e mescola a~ ipriofumo dei garofanetti sempHci il profumo cal,do d'una miinè&tra ohe cooce. Un canto giovaniile, non si s'a ,s,emolto mesto o mohto s,er,eno, giunge 1dall'al 1 tro lato della casa. Il soldato. si ferma .a-ocanto alla siepte che cinge l'orto, sta in ascol,to, e le nari gli si: d~laitano, odorando il profumo della minestra. La casa, la casa, la casa! Si lasci.a cadere ,s-eduto a terra, lì Sotto, dov,e i rami dell'olmo arrivano 1a ce.oprire d'ombra il su1 ollo, e se ne sta .immoto, con glÌl odChi chiusi, con l,e so1l,e narici in movimento, annusando) ann.u.sandlo quelil't0,dore fa1mi.l!iare. ,. Il canto diviene ad un tnat,to vicino!; itn pa$SO lieve: qualcuno .gilra La cai&etta:: sii fa preS'Slo la siepe, aipre il canice;1Letto •ed esce. E' una giovinetta c01111 una brocca di cris-ta'1ltoin mano•.: passando vi1c:ino,al soldato lo gt11arda, e- quello, ,p.er un'abitudine ·v,ecchia saluta: « Bll.looa sera, sig.norina ». « Buona serai >> e la sign10rina ~ sipari.ta girando la siepe. Snella, graziosa, con due grandi octchi dolci e ,profondi, uina donna giovine. Ma di ··lì a un momento r.iappair,e,con !}la, brocca tra:boccante d!acqua fresdhissima, che appanna i·l cristallo,. Il soldato ha s1et,e,mol'ta sete, ,e domanda: - Mi darebbe una goccia da bere., si1gnorina? - Violontieri. - Essa glir ,empi.e d)aicqua l1 a gavetta e 1 1 0 guar- 'da curiosamente. E'. coperto di po1 lv,ere dal berretto <li fan.te a!Oe scarpe chiodat,e; non è più u111.ai d!iv:isa nè grigia nè ver-de lai sua, egli è tutto una figur.a color terra ·di •cui non si s,c1Jprebbeindlovinare l'età: come è qui? cqe ven:ga -in licenza al -pa·eis·evicino? Ma qualcosa di stanco niel suo ASfPetto, qu!alcosa di staccato, una straina espressione tra smorta ,e ironica in lui, non dke la gioia impaziie.nte del sqldato che v-a iin lilOen.zai. - •Siete di· M***? - domanda l·a fanduHa. Risposta brev•~, a mezza voce : - No. Andate i'Tl licenza? .... BìbliotecaGino Bianco t

VITA FRATERNA L'u01no ride. - Sì, in liçenza, p.er setnpre ! Per. ..chè? Siete riformato? - Rifbrrnati son-o quielli che hanno i sol:di da farsi riformare. - Cosa dite? chi vi ha insegnalto di queste fandonie? - Eh, non sono fand1oni.e. Conb1 s.co.... · - Voi non potete sapere. E ·poi -se ci sono sita1ti1degli abusi, ora 1e cose si m1ettono a posto. Ma ,dom,e siete qui, voi? - P:erichè adesso basta con la guerra-! - Ohe c'os,a? ! Adesso, prioprio adesso che c'è da ripriendet;e .ttttto -quel c4e ·si è perduto, e che ,si ,ri,comirnc::aa virnaere? ! -. e gli occpi ·della giovinetta ,fiamnneggia1110: quegli occhi tanto dlolci ..:hi direbbe che· -posE<a.nofarsi così sd1eg.no1 si? E l'ultima frase!..\ << Ah, ho caipito, voi si-ete uno di quelli di Caporetto ». - No!... - si rizza su, il soldato, come sotto una sferzata_. -. ·noi eravam,o del!la te-rza armata,, ,capisce·? e si teneva, oapisce? e non si voJeva credere, di lasciar tutto, tutto, e ci han dovuto strappare di là per forza !... - E dunque?!. .. ·dunque si•ete impazzito, ora? ora che l'offen- :S'ÌY.a di quelli là è incominciata, e non la spU!ntano, e non La devono spunta,r,e? ... Senti,te ?•.. (pri1ncipiiai, lontamo, i~ tuonar del cannone). ' - Eh, lt0~en:10! l''ho .sentiito piiù da vi1cin.01vadian .su lqro, i com- _pagni incontro a questa bella sinfonia; per me, adesso, basta! Di dov-e siete? - Di Rolllia-g.na. - Non ci credo! I romagnoli sono tutta gente di spinto; il mio siposo è di Rom.rugna, - ( viede all0ira il sokl!ato ch'•essa ha in d~to un aindlo -con una piet1·a che :luccica com,e i suo,i occhi) - e l'han fatto tenente ,per merito di guerra, e ora .sul Grappa gli han dato la med.agl~a d'argento! -. - La medaglia - a mezza voce - c,e l'ho anich'io ! -- V o.i? - E neppure por.tate il nastrino? -- De:l nastrino: chi ~e ne .... - E pariaitc così? e diìte: 100.s,tala guerra? ma che cosa vi è fLCCadut~? ... - N.iente mi è acoaduito; mai dico che ba:s.ta, b.asta che quelli che sono soth) siano sempre sotto, e quelli che sono al sicuro siano sempre al sicuro, a far l'a bella vita, a star intorno alle rq.gaz.ze, chè le ragazze, già si sa, a fu.ria d:i vederseli in giro, ci sfanno, e • chi si ricorda pi~t ctì quei poveraioci che son su a marcire o a frig1 gene? ... Ah ecco,.: la ragazza! passa un lampo ·rap,:,do negli occhr BibliotecaGino Bianco

. . 16o •ITA FRATERNA della giovinetta; ha ca;pi1o. Ma ,come l'uomo s'è tr.asform3ltod non è più una figura smorta, è una figura airdente.; è un uomo giovine, pare che La polvere gli' sia spatita d~ viso: e che ogni sua fibr-a sp~simi. . .-. Come vi sbaglia,:c ,~e credete che -le <lonne poS1sa 1n dimenticare quelli che 1So11rloassù, ail fuocq. per quaJche miserabile i1nbo5C<!to! ScommettQ - (e 1.'arrischiai con sicurezza; tant'è!) - scommetto che l'a vo~ra rogiazzai non vi dimentica. Il so(tlaito 1a guaJr<lla,,sta un mom'elllto esitante, pqi .si toglie di taoca tma lettera e gliela porge. -· Guarda.te che cosa mi scrive mia sorella . . E la signorina con molrto stentQ per dee ifràrc una. calliigll'afia-e una ortografia troppo ,personali, legge: « CQ;ycfra:tello, Vi de~bbodire che ieri, è venu,~o un temporale terir:ihitl1e. ·che Ja gn1ndiine- ha. rovinato! il cam;po, crn,e quctsi tutti queNr del paese,. I can~pi rimasti più sani sono quelli dleilMol·i111aro.Vi1 dico che tutte le ,disgrazie ci doveval11o capi,~are. E vi darò noti/zie dell!a Caiterina.. che suo ,cugino Chccco Bui-aitta le sta sempre intorno, e anclte ierfi, niel temporale, l'hà accompag.nata a: casa ootto l'ombrel\l,o. Checco Bu-ra.tta è sempre qui: a.i.i ,tornii 1, e v,ii dico che 1.a vostra Caterina con la .sua aria superba gJ.i dà troiW)a confidenza. E ancora vi: dico che del .suo orto, deHa Caterilna, con la grandine non è r.imastaJ in piedi niep,pure una pi_anta di pomidoro. Per il resto stiamo bene sperando anche di voi che ora sta- ;rete un po' a riposo e non: tornerete sotto il maledetto fuo;oo come ii] marito mio, rilllgrai2iamdb il cielo, è ora .al deposirtci di' ~~· Vi saluto e da..teci;vo,tre notizie. Vostra sorel:la Antonia» . .,, - Ebbene - chi,ede lé:lsigtti0jriil1a-, e che c-0,savuol dir questo?" Dovesse ing,elosìre, il mio fidan~at~ perchè mio. cugino mi accompagna a cà1sa sotto il suo ombrello quando piove, Scl4)eteche me ne offenderei! ... Forse, ai· ·soldait:obaJ.ena in capo che puo dairsi che anche Ja Caiterina si off en<lereibibedi· u111ata·l gelosia, perchè. rimane un mo- •menJtoiinterdetto, :so(b scuotendo il capo. • - Ma ditemi piuttosto - riprende subito J,a, signori1na - son molito amiche vostra sorella. e la vosrt:ra ragazza? Sorridle un monl'enito i1 soddlato. << Eh, la ,s:lgnorina 1'ha già capiito: non troppe).Vede, mia soreHa è contraria perchè vorrabbe che Biblioteca Gino Bianco

VITA FRATERNA r6r ~osassi. la figlia: del Molinaro che è molto ricc·a,. ma una vivera e;he fa i,mpazzire padre madre fra,telli e di1pendent~.Aqlora la mia :raigazza che, sebbene povera è al!tera, sta sulla suai con mia sorella.' .. - Ma non è mica una vilpera - con maliZli 1a, - la vostra ragazza:? - E' un angelo, signorina! Non ve n'è un'altra come lei al mond~ Lavwa alla maglieria e già guadagna berre ,ma sono 1n molti· in famiglia,, .. - E dubitereste che, se è -un angelo? - Ma è donna, signqrina ... - Cosa volet,e dire con questo? Che,, per le danne, già, « lontau dalgli -occhi1lontan 1dal cuore? ). Oh, per certe don:i1e p.uò darsi; ma intanto,· di.temi un po', c-om'è per certi u~mini, o 'Per_ tanf.i uomini? D~te un po', fra i vostri compaigni·, quanti sono fedeli? Il so1dato sorride. - Eh, si s.a, l'uomo è uomo ...., ma non <l'~- ·m,entica. . . - Benone: la danna è donna, l'uomo è uomo; che cosa vql~te concludere con questo? - Oh, non .di-co di me, !::ignorina: iq non }e ho, mai1 faitta offesa, a-Ua mia ragaizza, mai-da tr,e anni' che ci p-arliarno, non ho avuto in mente .aLtr.a che lei. - V~ credo; ma or~. le fate offesa; eira. dubitando di ~ei.... - No, vedre si1gnorina, nOin è iin fondo che dubiti:; mai ho paura, ho paura .... - Lutiai !.1.• - giunge una voce dalJa casetta. - Venigo, mamma !... attend~te. E lra.giovi-netta sparisce :in ttn at1 tim,o. Il solda.to, poichè essa glie l'hai detto, attende. E' sUano come qudla si_gnori.na abbi1 a u.n mc,jd.b di parlare che, anche senza comandar1e, ohbl·iga a ubbidii-re. Un po' come la Caiteri:na, là giù. E dilee essa icon una certezza,, come se sapesse tut'te le C()ISe, tanto -C':hes, trano, tutta la sua ,temlI)esita, tutti i suqi dulbbi, di lui, p,are·che .sv·aniscano, fatili di neibbia. RiV1ede_la sua Caterina così pura, così ilnnamor.atta di 1-ui, e il cugino Ch~oo Buratta, buon fig11iolo che, a dlir la verjtà, è sempre sta,to meccanico aai.che prima d!ella guerra, e poi ha quel d_ifettuccio al piede .... sì, non si potrebbe prOJPrio chi'.amarlo un imboscato. E' vero che è un raigazzo siriljpatiCQ, allegro, che fa: ridere spesso la Ca.teriln.a,_ma: vi.a, qua!nte voLte la Caterina .non gli ha detto1 che non potreblbe mai pensare d~ sposare Checco perchè le parrebbe di sp-osare un fratello? ... Ora ecc-0- la signorina che r-i.torna; ha una scodella- di minest.ra Biblioteca Gino Bianco

VITA ~FRATERNA in mano,, - una· buona mi1nestra_fuma,nte e appetitosa, - e gliela-. porge. - Sentite: ora mangiate questo 1'.>o' di minestra, ,poi ragg:ungete 1 vostri compagni; dov1eli avet.e !'.ca.sciati? - Sul)a strada maestra, di là da questi- due camp1.... - E dove li potete rél!ggiungere? - Ac-cantoneranno a L•..., cr·edo. - Così a m~tà notte ci -potete arritvare. Credo che adesso ~1on ci penserete più a far questa ipazzi\a di scappare. Credo che ora che w è p,a.ssaltaquesta fumata caipirete bene che non vi servi.rebbe nulila di t.ornar:ve11e a ,casa cosi; o 8ubito vi •prenidle.r.eibbero e vi rimanderebbero al fronte con la ,pro8,pettiva di un processo dopo la. gue,rra; o vi pr.enderebbero più ta,rdi, e ~-arebbe quakosa di peggio, lo sia,l):cte! E i1l disono:re ! Se a111iChvei ri•escisse di rimanere nascosto, -come osereste più gua.rdare in facaia agli1 altri, alla vostra Caterina? Oh,. a'.'1.or.a sì che credo che vi disprezzerebbe, e che rton vi vorrehbe più! Ma voi ! ma un soldato che ha una niedlaglia !' t1tno che ha fatto tutta la guerra, - perchè avrete fatto tutta la guerra, credQ.... , - Dal 24 magigio 1915, si:gnorina ! Due feri,te e una medaglia .. E prima,, la Libia! .. - Ah, vedete! siete della claisse di ferro, voi. Due feri!te e una medaglia! Via, via! Se la tri.n1eea è <l'ura e tanto 1 sono; gli. uomini di trincea che saranno i padroni della vita, dopo la guerra, sapete! E gli altri, quel.li: cihe si saran tenut~ ia11dlietrqa, ivran verrgognaJ cli alzar loro gli occh~ ,:i111 faiocia, e avran da fare coin Jo,ro ! - Ah1 questo: sì, signorina - ( fra un cucchiaio e l'altro) - se scampiamo! - Eh, scam!Pe·rete ! Non mlo,riran mica tutiti q;uelhi che comba,t'tono 1per la nostra bella e cara Ita]ia; ! E H giorno della vittoria,. il giorno del1a pace~ ci pensate! Ci pensate al ritorno alla casa vOlstra, a1la voet:ra ragazza! Co;n la gio~a di aver fatto tutto H do-· v-ere, e l'orgoglio, di esser u:n uomo davvero, un uomo for,te, e la consolazioine di essersi meritaita la benedizione dal Cielo su voi e· su 1:utta la vostra casa !... Ma di'te1 non v:i scri1 ve mai la vostra ra-- gazza? - Se mi scrive! E mi s'crive bene, sa!... SoJ.tanto, dia una settimana non ho, ri,cevuto niente dai lei~ ,e invece n1i1 è arrirvata questa let1tera di. mia sorella stamattina, proprio mentre si riceveva l'or9-ine di r.i1:o,rnarsu, dopo avere sperato un po' di riposo. E caipirà ... è un momen)to a vein~r in mente delle pazzie .... - Capli.1s'Coeh, capi-sco !... 1na ora è pa·ssato ! - ?\l[ivor'reste. cl.are· BibliotecaGino Bianco

VITA FRATERNA 163 1"indir·izzo deJ'.:.av. o~ra fidanzaf..a? Oh, non temete) 110J1dfrò mica .... a,nzi !... ì\lia fra .spose di soldiati fa p~acere di conescersi. - Grazi 1e, si1g.nori11a,o, h grazie! Eccolo qui - ( a1sciugamdosi la .d. bocca con la ma:no). - Vedo, vedo che anche lei è un angelo co-me,e 1 e . \ a ater.11a. - Eccovi qui, il 111io i·ndirizzo. Ad/dio, addio! Fatemii saJpere vQstre notizie, vero, e buqna fortuna! - Sarà mJ.o dovere e onc,r-e mio, s.i,gnoriina! E che id, Si,gnòre la· benedi'ca Lei ,e j,] signor tenente! Una scrollata allo zaino, e vi-a,,cc~1un passo vivo e aigil,e d~uomo gi•ovine e forte. Con ·la .scodella vuota in ma.no, la fanciulla Io sta a guandla1 re, -e ancora l,o saluta, sorridente. Poi q~nd-o. è scomparso per lq svol!to d-el seintiiiero, essa l.anci1a un -bacio in: a-lto, là verso quei mi0nti lo,ntani donde ,giung,e i1 I rombo del cannone, - un bado, che è una preghi 1 era e u:na be.nerlizione sul suo èombattente; e con un grido simile a. un canto: « Viva l'Italia! » - rientra di . . cor'Sa 111 ca.sa. MC. A. f:fe// 1 anniversario Caris.sim-e a:miche di <<Vi_taFiraterna», la vostra preghi.exa di vortare la mia modesta.i collaborazi:one al numero per il 24 maggio, mi trova an;cora a letto appena convalescente dalla. recent~ crisi·. Scusatemi quindi se m'i Iimi,to a mandarvi poche ri1ghe che so1110un ricordo. Sono riito,rnato da appena pochi, ,g.iornfuda-J:g,raJ11viaggio. Ancora una volta mi è staito co-ncesso if_b, igli,e-H,odi andata e ritorno,. Cosicchè sono di nuovo qui ccjmre prima; punto cambiato ceri: J dai collqq~ti con «sora morte nostra corporale>>. Di questo invero voglio assicurarvi, amiche. Che davanti ai~lo sportello della. grande faloiat11ice mentre non sapevo se ,essa mi avr-ebbe cllaitòiJ; biglietto per torna,r-e ·indietro io hot sentito come non mali tut,ta J,a bellezza m·oAvevamo chiesto al Tcu. Fulcieri Paulucci di Calboli la sua collaborasiont per un numero che intendevamo fare uscire il 24 maggio, per r aJ1niversari·o, - e· che non si ;otè concretare. Pubblichiamo ora, gra#ssitne, le sue parole. Biblioteca Gino Bianco

VITA FltATERN" .ra,le d'eJla nostrru guerra, tutta la santità deU'opera nostra di m.utilati E di ~er partire cosi·, oh, voi tutti credetemi, non ho_avuto che un r'imlp;ianto: non vedere la Vittoria. Ve l:odico oggi con gioia che un anniversario rende anche più forte e più .fiera. Nel 1913, nei ·giorni della: tenzone fra Austria e Serbia per la Bosnia era .sorta fra stu-denti1 a Genova (dove io studl~av~ legge) una di queHe società segrete che semhravaino aii giiojvaini l'~jco,,... mezzo, per far 1regmare lai .giusti.zia nel mondo. Ricordo ( si com'l)ionro oggi 5 anni) v-enne in dùsoussi'Orue 1a formUJ:-adel giuraimenito. Si trattava di decidere sç si davesse chiedere ai «fratelliji>> di impegnarsi a<l/ essere p,rooti1 a mori,re serenrunrente per l'Italia o se bastais:;e chiedere il semplice sacTidìc.io senz'a!ltro. Io fui fra quelili che vo· tarono contro fi' avverbio che venne .abollirto.Mi! pareva che non si potesse chieder,e anche la sereniità davanuiJ ai1lamor.te. Mi sono sbagliato. Da quando, nel giugno 915, ebbi a Monfalcone il iberretto forato da una patllotitola a quando, o~ sono pqchi giorni laiMorte m'è tornata d''accanto. io .sento diipoter affermare che mai essa è stata più forte de,Ha mna fede Nazionale. Ho avuto paura . più volite, lo confesso, ma sempre la coscienza dei saor1ifici0(lib~..ramente co1:1-sentitoe volìu:tomi ha dait~, più o meno presto la forza di vmcermi e di essere sereno nell'attesa.. E d~1 compagni, in que-- sto anni versa.rio, mii si'a lecito rievocar qui la: figura di Cesare MombeHo, il magnifico sol,dato d'Ita-lia morto serenamente alrasSél!1tocaintaindo {l'inno dii u11'ailtra glcqria deU'UJ11iJversitàdi Genova: Goffredo M:ameli. Di lui più che non pqtrei di.re io dkà quel testamento che dovrebbe ·es.sere diffuso fr,a tutti glli·studlenti universitari d'Italia e che mi permetferanno, a·mich~ di qui ricopiare in mem0tr.~am: - Ai mliei colleghi Claudio Bellavita-, Leone ProvenzalJ Mario Bruschet{ini, Aldo Viale, Giovanni Pezzolo, MarceU<!Botto che con me f armavano «La Cricca>. Se avrò l'onore di morire per !,a Patria ricordate sempre il vostro amico Cesare. I o rmuoio felice, sic1tro 'Chesul 1 mio corpo saranno spars-i fiori. Ho ve1't'anni (che ti.on hc anc,o-ra comj,i'ti) non ho ma:i pianto. Per -,neèa vita fu 1,1,na gi04a contiBiblioteca Gino Bianco

VITA FRATl:ltNA 1w:a, un p,iacere infin,ito. L'ultrima gioia fu queUa di m.orire per la Patria. • Voi godete, cantate, gioite sempre e date fior-i olla mia memoria, e dite agU studenti"d'Itatia che-seguitino sempre ·a farsi onor?. A me la laurea «ad honorem'fl. A Claudio Bellavita per «La Cricca» il mio berrl'No goliaràic_g e tutto ciò che è contenuto nella mia cassetta militare. Ai miei genitorli, -alle mie sorelle, a m,io fraJ.,tie'lZlao, preghiera di ,wn piangere per la mia morte. Meglio di così non avrei potuto_· ,, morire. ~ Ai -soldati d'JtaUa l'auguriò mio più fervido. Agli t1fficiali e soldati deU'1 I 0 il ringrazicdmento per avermi inseg~to a combctttere. Alla mia bella Genova il mfio ultimo salujo. All'Italia il mio ultimo pensiero. A mia Madre il mio uPtimo bacio. Cesare M ombe'llo. A Lui, a tutt· i nostci l\tiorti, noi· che non aJbbiaimopatuito da.1:~ come essi ·la vita giuriamo almeno dii contribuire all'avvento 9el1Vittoria unico premio che i .Morti ci chiedono. dall'Ospedale,· maggio 1918. Ten, Fulc·ieri di Calboli. Parole di una madre. Ogni braccio d'uomo, debole o forte, teso sotto lo scudo, non a difendere la propria vita, ma t'l palmo dt.' terra ~u cui posa fermamente t'l pt'ede. Ogni mente, umi'le o possente, dt'retta come una lancia verso una sola targa: salvare, accrescere la ricchezza morale e materiale della patrz·a. Ogni cuore di donna che si· consumi· senza vacillare per un essere caro che ha offerto alla Patria. Ecco per un paese in guerra la certezza della vittori·a e della vera pace. A. D. Biblioteca G·ino Bianco .

166 VITA FRATER.NA . J)a,:ole _pianissime caso per caso. Non sgomentarti - e 0011 las:ciariti •sgomentare di fronte alla viastità diell·'campo d'azilone p.roiposto agli onesti e ai volenti, in un mondo in cui tanti purtroppo so~1.oi di,sonesti e i malvolenti. So una piccoléLobiez.ionè capace di •scora,ggi,are, id.li far cascar }e braJCCia,di arrestare chi con impeto nuovo ·-insorge contro un'ingiustizia e vuolie dare 1 0,pera per imtPedirla. « E che? - -dice il piccolo spirito scettico e pi,gro - ti scandalizzi' per questo? ,ma c'è ben altro, c'è ben di peggio! guarida: .... E che? vuoi ribellarti, opporti a que'sto? Ma quando avrai im'Pedita questa ingius.tiz.iia,che icosa avrai ottenuto? tro,ver,a•imi·lJ'ea:ltre ingiustizie come questa o peggiori, dilaganti ne'! mondo .... Ci vuol altro! Non affannarti. per così poco ... » Non a•Scoltar.e il piacolo spirito inisidlioso, che, lo voglia o no, lo sappia o no,, difende cos·ì il quieto vivere e i1 l libe.rÒioperar,e dei malivagi. Insorgi e lotta, ribeHati e agisci ogni volta che l'ingiustiz.ia ti -si para praticarnente innanzi. L'im,peto dell'animo contro twtta l'~ngiusti.zia p.r•epotente - ma l'azione può e5jpl1i1earsis,olo ca•so per casto. Ca-so per caso lotta e v'ind. Sarà -poco nel complesso? Sarà - ad ogni modo - tutbo quello c!he ,tu puoi, che tu d,e!vi fare. E sarà J,rufinitamente più chre il non ,agire che ti consiglia .lo sp•i1r.itodi scettidsmo. Infinitamente: non è esagerazi,one: perchè l'azione è f,eco111dea -crea l'azione quando è animata di fede, - e gli •eff,etti) se pur sia piccola e limitaita in aippar·enza, ne sono ìncalcolaibil'i. Abbi fede. « La fede è .pensiero ed azione>>. Il più l,urngo cammin10 si com1piep.as1so per passo. La più vasta 1ecompiuta azione s,1 reaHzza caso per ca:so. • adar. prendiamo esempio dal gatto! Ho trovato un giorno questo grazi 1 oso ammon1iiftento, e credo valga l'a ,pena di riipeterlio. Tanti· rappresentanti più o meno simpatid della specie animale sono proposti come esempio a:ll'uom'o -per qualche loro virtu, e c:Fob- , biamo i1111Pararelà semplidtà dalla colomba, )i'a,cu,tezza dal -ser- . p,enite, l1ama:nsueitudine d'ell'.•'agnellro, i:1 coragg.:o del lieone, la fede,ltà da1 cane.... Tra questa curiosa Slchi,era di pedagoghi, mettiamo dunque - poichè lo merita - anche il gatto. --- BibliotecaGino Bianco

' ! VITA l'UTJ!RNA Povero micio! Siamo tanito abituati ad accusarlo come tradito- -rie (aiccusa, ,dlel resto, -discutibi~e), ,che non faiociamo neppur attenzione alile sue virtù, che pure esistono! Una in particofare dovremmo riconoscer,e osis,ervatie e .imit,are: quella oh',egli ha: .simpatiois- · sil!la, di far le fusa quando è contento. Riflettiamo -e vediamo quanto, in questo, do,vremmo imparare. Troppo spesso noi, siamo ,più ,espansivi nel m1 alumore che ne'lla •contentezza. Ce n'andiamo intorno con gN occhii scuri e la frontie ag,gronidata. Siamo stanchi; ,siamo so1Pra[)pensrero·; abbiamo « i nervi » : abbiamo qualche contrarietà.... E ne faccia mo ,parte al nostro prossimo con poco c"àritat:evol,e generoisiltà•, nel nostro a.spetto, e colle nostre la-mentel-e.... Se i-nv,eèe ,ci •caipita qualche cosa di piacevole, di buono, di lieto -' oe lo m1et.tiamo via silenziosamente, colme cosa naturaI1i1sisima,dovuta, e da non farne caso. Impar,iamo da1 gatto. Facciamo anche noi le fusa - a m.odo nostro - quando siamo contenti. Della no,stra •contentezza, diamo -parte ameno a chi ci vetle e ci vi,ene accanto, con una fronte S<'erena, ,e il sorriso che illumina e s1 propaga com,e un raggio di sole. Grazie, micio, della lezione. adar. ( da una lettera). Zonda, 18 giugno r9r8 . .... I eri è venuto da me un bambino di sette anni, di una scuola elementare qui di Milano. Aveva. con sè un sacchetto che pareva pesargli molto, tanto è vero che lo passava continua:me1,ite da una man.o -alf altra. Mi ha detto: « la nostra maestra ci ha detto di essere più buoni oggi perchè forse oggi il pe,pà di uno di noi sta morendo Pe1' impedire ai tedescm di ,venire qui· ad am,1naz:wrci tutti. Allora noi abùiamo pensato di riunire i soldi che avevamo per comperare le palline e le arance; e poi di portali a lei perchè li 11u111di ati nostri pap_g,che .combattono.» Mi ha consegnato allora il' prezioso sacchetto che conteneva be11 128 ·.sojdi, qualche nichelino, e poche lire: 14 in tutto. Ebbene. I o non ho niai sentito co1ne per quei. 128 soldi che rapprese-ntavano altrettanti grossi sacrifici di piccoli esseri, la sicurezza che tutto ciò che vien dato oggi: vita. gioventù. •ricchezza - non viene dato invano. Nel sacrificio e per il sacrificio sar_anno più grandi gli litetliani di domani. E il conforto di aver dato anch'io perchè questo sia 1ni ha fatto quasi dimenticare che - mentre l'Italia vive la sua ora più grave e Più sacra - so110 1tn solda,to fuori combattime,nto. Ten. Fuu:1ER1 01 CALBOLI. BibliotecaGino Bianco

168 VITA FRATERNA · In menioria di.Paolo Berrini caduto per la patria <1 > Vog1iia.moviver,e ancora con lui nel· fervor~ della sua fede. Vogliamo purificarci nel dolore rincru<l!i1todallai &ua·SOOID(pars..a C'è qualcosa di lui, ed è molto, che trascende la brevità <leB'a sua. esistenza., che vuol durar,e, ·odtre la sua morteb nella, nostra vita. Poichè •egli era uno di quegli spiriti ·che amano la propria, individualità per uin amore più .grand~. Vnq :di qu~gli spirirti che la guerra rivel'a d\111 itraJbto a sè ed agJ:i a1ltri nell'inesorabilità dleUe sue esigernzie. Questo cih'io dico per 'lui, 1 1av-eva -egli stesso •considerato neglf alitri quando scri1s1 S1e nel ,prim'anno di fronte che la guerra fa cono-• scere uomini meravigltiosamente ero,,ici. Ogni giorno noi slaippiamo di giovani amit:i morti in un'offerta cl? amore. N,e .Leggiamo, la com\rnemora.z.ione nieUa storia stessa delle loro gesta. E ci 1 pare ch'eisjs.i,invece d'a:ll'orntanél!rsi<l'a noi, ci ri,tor- ·.oi'tlopiù vivi per es.:sere ,tutti nella nostra anima. Non è il morire dk>po unià vita compiuta. Il con.chiudersi naturale idì'una lunga esi-• stenza, E' Ùn ·suipir1emoatto di fede 1 che si• raCIC101tnanda l'a devozione di chi lo fla~coiglie. E' una parola d'iHimitaroa speranza. E non è <lunrque un· morire, ma un affermiare più santa, la; vita p,e-r sè e per gli altri. E' un:'initerruzi,one frsicia oltre la qu~J.e si diffonidle u'na gran luce ad il1llurniinar,ie;] qunmmo. · * * * Il mio amico è una detlilteespressi1001ipiù significative di questa giovinezza che s'immor;tala. Sem1bra quasi ohe la Morte siceigli'en<loloi abbia voluto fi1 sisartlo in un baig,Hore così alito, qu1al più l'avvenire non avrebbe potuitro rist11soi,tar:e.Come se · le vicenidle comuni della viita avessero ,potuto annebbiar•e neHa nostra memoria la beUez.z.radi quell'offerta sublime. Ora egli è in noi rpur·issimo eroe ve111tenneed è tutto una luc1 e. L'erntusiasrno che l'a"nev·a condoUo a -l1aguerra i!)rima d'esservi chiamait'o, ci era p,arso semJplicemnte naturale, log~oo. Era quasi la sintesi dli tutti gli i(mlpulsi 1 (che animaivaino gli atti deUa sua vita qu'Oitildiana. (1) Dalle note biografiche proposte alla pubblicazione delle aue lettere. BibliotecaGino Bianco

VITA FRATERNA 54)frito profondamente gentilie non poteva ammettere indifferen- :ze di f ro111tea la preipot,enza tedes'ca'.. La sua natura non avrebbe mai aderito a la formola del sacro .egoistno. Così dtiv 1enne il tribuno della sua classe in i,scuo~a e l'~sco1tarono. O.,gni giO'mo neglli intervalli delle lezion~. conMnerutava vivace- ·mente il giorn1 ale. Polemizzava con il gov1 erno ti.tubante. I •suoi oc1 chi1 s'a.JCCendevano di belLo is1.degm1e0 .dli nobi11efierezza. Nella .sua voce vibra va una volontà più risoluta delle parÒle. Vennero le prime tiirnide dimo:s,trazionÌ/. La sua abta figura emerse nlei cortei, nei com1 iJrii. Vennero l1 e giiornate di maggio. Fu tutto entt$iasmo. Voleva là ,guerra per co,mba·tterla. Voleva suscita~e net timi!d!i l''ardore dellle sue idealità. Ed era suo motto l'invo:azione d' A-liberto <l'i GiUJSlsano: Venne il dì nostro e vincere bisogna! * * * U111 mese <lo)Po l'inizio delle osti!l,i.tà,con l"Austria - mese di ,gioia e d'imlpaiziernza - consegu,ì la licenza 1iloeaile. Non la cons:derò un ,c,ompimeruto, ma una liberazione. L'aipprovarono in. tutte le materie con voti, favor•evolissimi. Nes&Ulll indugio. Nessuna pausa. Scellse tra i suoi libri ~ più cari, li ~unì .al bagaglio e partì. S'era arruiolato volontario nel, 5° Reggi,mento Alipirui. * * * Eoco brevemente per ordine cronologico la ·sua vita mili,tare. Lasci 1a: Milano iQ 2 giugno coo altri volontarii~ di1 retto a Vestone 'Per V'indi,spernsabile istruiziorne. V(erso la aneltà di luglio, ,per incitamento <lle' suoi superiori che in 1'ui a;vevano sicoperto mirabili doiti dl'animatore, paS/Sla.ad un .plotone d' anievi uffioiaiti. Il c·o,r,so è 1:ienuto in zona di guerra, a Passo Nota. La v.icinanza del fronte acuisce l'a sua ansia. L'immiin1e:n°Q<:al'un'azione l'•esaispera. ·Tutto il plotone con lui chiedie d~ parteciparvi. Finalbl,enite la Loro insìstenza vince la riluttanza del colonnello. ·Eìd ,eccoli -per la prima volta in linea. Si- combatte per la conBiblioteca Gino Bianco •

VITA FRATERNA quista di Pregasina. La battaglia dura a~canita dnque g1orm ecinque notiti. . II plotonie gareggia con i riepanti p,iù reputati. Gian Pa-0,lo suipera in valore i com1paigni valorosissiimi. Davanti a tutto un b.attaglione, l'indomani della vittoria, un c;a-- pitano coisì lo enrcom1ia: « Fece icon pr111dlenza e coraggio senJZa cura:rsi dei proietti·li ne- « miei, se,m:pre sornidente, il suo dov·efle ». La ,fine d'agosto sosti,ene gli esami ed è nom~nato aispi11ante ootn l'assegnazione al Batt. « Val Br•enta » dlel 6° Reggimento. PromosslO a sottoitenerute in gennaio, viene itrasf erito éiil Batta-- glione « Caldbre » dteil 7°: In maggio ent,ra nel r·eparto sckyatori ed in .giugno valorosa1nente combatte a Croda Rancona, m•eritanidlo la !pir01posta a due medagfi,e dli bronzo,. Quakhe ttem1po dopo è assegna,to definitivamenite a la sezione miitiraigJjaJrici del Baitta.gli()ne « Cadore ». ., Da ailloria partecipa ad innumerevoli az1on1, di,stinguoo:dlos:i Seml])r•e. Ricor<ller·ò l1e più imiportanti. Il 20 giugno 1917 ha gr.an parte nen'aittaicco éiil Lwgazuoi. E,. ferko ad una Sipa1la e rùc.e;viela me·daglia d'·argento sul campo con questa motiviaìz:ione: ' « Pqrtando le mitragliatrici davanti, a le truppe d'assaltob con- « tribuiva a rendere 1 1 0 slancio più potent,e. Ferito, ;proise.guiva nel- < l'azione fino al suo compim,ernto ». Rifiuta la ,convalescenza •e con I.a spalla ancora dolente rag-- giunge ·irlbattaglione nel settore di Tolmino. Era imiminente la gran.de. off,ens.ivà che ci doveva dare il po.s~ oosso de10ia Bainsi:zza. · Giorn.a,te terribili e gloriose. La bat,tagl.ia non ha tregua. Il"<< Ca<llore » ri'fiuita il can1bio, eh~~ <lrerudo d~ dombattere fino al c'om,pimento . . Il 25 agosto, al traimonto, _Gian Paolo cade, colpito. nel1:a fronte da una (!)!8illanemica. P:er il suo contegno, come semip,r,eero,it.o, era sitart:.o proposto if giorno innainzi ad un'al,tra medagli 1 a <l'argento~ M•a. la sua_ biogra•fi.a di guerra assai m·egN~ ha ria:SSU111-etogli stesso in un'a letter.a a' suoi cari. <· Ho cambiato tre r•eggimenti, cono,sc·e.n<locosì un'ampia zona « del nostro fronte. Biblioteca Gino Bianco

VITA FRATERNA "{. Sonio sitaito-i&emJpr•foertunato ed ho la cosdenza di aver com-· ~ -piuto ·semip,re il mi'o dovere chie<l'en1cfud'essere inviato al fronte « quand'ebbi l1a sfortuna d'esserne allontanato e cericando <li ri- << manervi q,wa.ncfoc'ero». LJ :<erisise.doipoun a!I1nodi fronte. Ma le stesse pa•rol 1 e avrebbe potute ripetere il 25 ago:s.to nelle trincee della Bains'.izza. Aveva conosciuto una zona nuova e aveva chiesto una voHa I di ,più - e con gesto d'ogni, altra volta più be:ln - d'essere rin-· viiato al fuoco. Ma più la fortuna non era1 accanto a lui. * * * Si sono racco,lt,e i~e-più si:gni,ficati.vetra le sue lett.ere di guerra~ Non frequenti, narrazi1oni d'epi:sodiii1. Non lunghi commenti de-· se.rittivi. . E' la sua anima che ci rive::a. le progressive esperienziè in una. miiraibile chi,arezza d''esp,ressionii. E' la storia del1liasua eLevazione. Poiichè egli viiveva profondamente ta .guerra: e s:aipeva piange·re ed esaltar.si. Egli aiveva intuit,o, prima dJandare ail fuoco, per queai che c'e- .rano staiti, l1 ai grande influenza sipi,ri.tualedellia v·ita in trincea. Co~ì scrisse de·' suoi, istruttori! che avevano partecipato a •le . . . ipnmt ss1me p-rove: « Mi pare che il fuoco abbia loro da:to qualche cosa che ce-rf,o « ncm-hanno i so~.iitiufficiaiHc·he gironzolano in galleri'ao. » Ideal,i,sta, nel senso cri:stiatio, consi1 derava ,!·a guerra come una m:ssione. Accettava l'esercizio della violenza come un sa:c·rificio a la santità d;un'Idea. « Se la guerra è dete,st.aJbi'le,più dietestalb~1 ii sonio g~'i uomini che « alt,ro non .f.ecerQ, che -prepararla, che la yoHero e provocarono., Tra i li·bri che t!eneva nel -bagag:·io con gf.ì arnesi dii giuer·ra · c'era urtai piicc-ola edizione d'ei « Doveri dell'uomo» di Maz·zini. La leggeva nellie ore di· ritpo1 so) comi11:enta.nd'o1lcaoo i com,p.agni predU'.·etti. Mazziniiano eg:il era fin da ra:gazzo. La sua a:nima non pot~va ]imitarsi i111una concezione nazionalistica. Senti(va che la Patria non è il fine, ma itl mezzo ,pi!Ùdevat~ rper la realizzazione del supremo id'eai,:eumano. E dia Mazzini, aveva imparato che i d'overi de;-I'uomo non sono le norm-e imp.oste dla l'organismo, sociale, ma le esirgenze delilai pr-opria coS'Cienza. Che bi.sogna da·re priima di chiedere. Che non e~ dev'essere Iimit,e a la propria dedizione. Biblioteca Gino Bianco

VITA FRATERNA Che primq di1ritto è qu<i1 lo di poter com!pier,e un dovere. La dottrina aveva posto le radici nel cuore e l'alimentava .iei .senti-menti più altii. L'-esecuzione i.n Lui .precedeva sempre l!affermaizione. Si può di-re ch'.ogni sua azione dii guerra fu vOllontariamente int;apresa. Le circostanze ipa:revano. determinarsi semlpr•e in mo<io -e~ la sua volontà potesse preven:,re o superare te esigenze de~La .disciplina. S'arruolò assai pr.ima che la sua classe fosse chia,mata. S~ offerse per le i1mpr-esepiù .pericollos-e s.degnando l'imparzialità de\1J1a sojrte. Rinuociò a la ·co.nvale.scenza: per ,guidare i suoi aLp~ni nella .grande hattagliia, che doveva costargli ia vitai. Sopra: tutto si,gnificat,i.ve .sono le ip,rimie1l!ettere dal -con tanta. sem;pLicità ed efficaci.ai di:cono l'iitltpressione rischi fronte che det primi , Airohe a la guerra ci si a1bitua. La C0111S1Uetudlainttenua via via , l'influenza dei di-Sa!gisul corpo e det p,eriicolrisu lo spi-rito. Ma le ·prime fucilatie, ,~-e prime ricogni,zioni 1 e soprai tutto i pri·mi. a:ss.alti determinano s~ati dJani•mo novi·ssimi e complessi. « Hq a~uto l'onore col mio ;plotone d'esser.e i:l 1pr.i.moa montare « la guardia vers·o i1l nemico. Quand01 ieri notte mi trovai solo ·<con 1a ba·ionetta in canna a vigila;re giù per il monte, mii sentii « un aJrtro. P.ri1ma ebbi' come un'impressione di sgomento, poi mi « inv.ase tt'na forza, un non SQ -ohe, che mil fece st,ringere il fucile « tra Je man~ pronto a pi·anta;re la baionetta in qualunque n:erni'co... » Poi lq spi.rito, giorno per giorno, qu~si impercettiihi1 lmente, su- ·bÌ!sce una p·rojfonda trasformazione. Il presenti,mento deUa; morte, talora aicuito da la visione dei compagni ·cadutr, sembra far più chi.ara J'intimti,tà della vi,ta1. A le d'iisposi 1zioni! spirituali di un tempo, altre e ben diverse subentrano. Nella viita pacifica l'idea deNa morte suscita un timore vago d'eventualJtt:à 1ontatna. Gontemp,l11aimo E,berarn:oote l'avvenire rimandando al domani •senz'ansi1e la· reaHzzaziiLone d'innumeirev():i esi- _g002e. Viviamo nelLa ca:lima:d'una ~sibi1lirt:à illimti1~ta. L'imminenza del.La molrte ci dà quasi- un senso religÌoso della vita. llllOOn:sapevolmente operiiaimo sempre come se l'atto dovesse essere i1' defiruilbi-vQP.iù non sii può tratllSigere con l·a tpiro.p,ri-a coscJenza, rripqsa.:nrlo ndJridea dell'indomani. Il sentimento del dovere sii fa ansioso. Il sentimento detl:~ares,pons-aibilità si affina e si' compleBiblioteca Gino Bianco

VITA FRATERNA ta. E nell'aruim'a non ,trovano più .posto le preoccupazioni ego!istiche, le pi'CcoJ.evitJtà quotidiane d'a1tri tempi 1• Taluni credono che la guerra con ~a necessità del,l'aggressione e Liavi-sione ininterrotta della .strage ottunda la nostra sensibilità. E' un ipregiudi.z·iiogrossolano. A quest'ora la, maggior par.te dei . nostri g-iovani• somiglierebbe assai più a le be1ve che agli uomini.. No. S'è troppo avvezzi ai giudizii superficiialii. Della guerra sì ~onsidera. una faccia sola e la meno espressiva:. Si di(:e da aj:lcuno.eh' essa è sopra. tutto violenza. Non è vero. E' .sopra tutto sac.riificiu. II dolore è la più profonda realtà de1la guerra. Purtroppo la maggior parte dei _sqldlati·non sa sv-elaJre La prp- _pri1aintim:iità. Forse troip.p-0aJcute e complesse sono certe sensazioni. Ma è pur fac-i~1e sc-oprire, negli occhi <l'i' quasi tutti un'~ spressiqne inconsueta e profonda. L'espressione d'un .grande do1or-e e d'una l1t1minosa speranza .. St.1:peraitala cerchi-a del proprio -eigoismo l'uomo stvda nella viita iinsospett,ate profondi,tà. 'Sent.e nel-la prqpri.a anim~ -ri!rorse sco11Dsciute. - . Per conoscere fino in fondo il rinnovamento di questa gente bisogna acc01star1:acon fervido i'l1te11ettod'amore. .. Bisogna di.venire più sensibiJ.i, più puri. I Il mio povero amico sapeva trovare nella •sua stessa esperienza ],a ~u,ce per i'lluminaire l'es,peri-enz:a degli- altril. Saipeva raccogf.,iere ciò che la ,guerra crea t,ra ciò che di,strugge ,e. misurarne tutto il valore. E questa è grande opera d.i sapienza e d'amore .. · Dc/po alcuni mesi di fronte egli scriveva ai suoii cari, comimen-· tando un'ama,ra allusione di lo,ro: « Provo che in certi momenti éUumenta l'amor·e per certe per- « sone care e c1 he i1n pari ,proporzione aum,enta il di,s,prezzo;,per ~ le 'alt1re. » Biso,gna ben coim,pr,endere ed a~Largare il siignilfìcato di queste paroJ.e. Esse esprimono con vi.gorqsa semp1idtà lo stato cf animo della mi,g:ior parte dell'eserdito. Ma la suw esperienza setl1/bra raggiungere la sintesi più vfva nef1l'auigurio per il compl,eanno1 dell.a sorella. « Una cosa sola ,f auguro. I tuoi figli siano rozzi, mrugari mezzo- << bar1 bari, ma non somiglino a la gran massa deii giovani della << nostra et.à e della nostra cliasse. » Biblioteca Gino Bianco

!174 VITA FRATÈRNA Er.ano i giorni delle prime campagne contro Cimboscamento. 11 male tr-aversava forse il suo periodo pitÙacuto. E' d'allora infatti un ordine del .giorno miil!anesech'egli ricorda ,e commenta in un'al:tra lettera. « Avete letto l'ordine del giorno contro gli imboscati, uscito, -« dopoi una riunione, a Mila:no,? « A tutti. i giovani, sol.datil e uffi- < cial1i, che siano atti ai, servizi di ,guerra, dev'essere concesso l' o- « nore di combattere a la fronte. >> F~rte e ~rezzante peggio di -« un'i/ngiunzione. >> Eg;i st1 esso avrebbe saputo .pronunci.are que1le paroile e in ogni modo è come se l'avesse p,ronunciate. Un gi-orno, quasi in lui, dettasse un oscuro presentimento) per 1~ prima vo'lta, ,così scrisse a' s1J.-oc,iari: « Capi·sco benissimo quanto sia: doloroso per voi' che avete fatto -« e faite t,ante quotidiane fati.che per noi; che avete consumatOj la « parte mig~iore della vostra vita 'Per dar·ci un'educazio-ne ed uno « studio, il veder poi troncata un'esiS'tenza dai una sciocca 1Yat,:ot- « to~a che c.rsualmente s'è incont,rata ctjl nostr'O fra:gilitssimo c~)rpo.» E una pallottola, in una sera di vi..ttoria) s'incontrò nel suo cor.po, ch'era pur tanto sQlidb, e lo· fulminò. Lg sepipelliirono .i suoi soldati vicino a l;e trincee conquistiate. Or.a queLla ter,ra non è più nostra. Ma la· eroe-e con il suo nome, ai<;canto,a itante altre, è 1)0. a testimonfare il valore che nessuna sfortuna pot.rà ma.i me-noin1a 1 rJ!!- Fi,n là, ed olltre, egli giunse COill i suoi alpini vinc,endo ero,ìca- ·mente là resistenza della; natura e dei nemid. . . Le· terre conquistate con H sacrificio si possono perdere, -ma i diritti idealii mai. E 1)er questi diritti•, mi):/e volte santificati dai supremi doveri, noi ri.conquisteremo le terre 'Perdute. · Quella eroe~, là, non è un segno di riconoscitniento. E' il simbo:lo. E a noi rip.ete le parole ch'egli con ani,mo for,te pensava davanti a le altre cro~i : << Pace ai morti- e noveHa forza ai rimasti. » NeJila forza ideale, in noi rinnovat,a dal suo sacrificio, egli rivive per sempre. Pritna1vera, 1918. Ten. Antonio Greppi. ~ BibliotecaGino Bianco

,,, VIT.4- FRATERNA • APPUNTI• l VlTTORIOSI. Gloria ai nostri soldati vittoriosi! Onoriamoli e tributiamo loro ant0tre e rioonoscenza ! - e fra loro non dimenhchiamo, ma. a1nzi mettiamo - come meritano - nell.e p,rime linee i combattenti mirabili instancabili fortissimi di questa invernata ardentè ·di pr0ipaga1rud'a: i Mutilati. Essi, che tosto d:0tpo Caiporetto, sono insorti magnifici, e si sono _posti all'.aivanguaridia ·dlella r~presa morale che sola poteva darci, e ci ha dato, la meravMgliosa ripr•esa bellirca di questo giugno, essi che dopo tanto aver dato di $è sui campi di battagJia, ancora (n0tru è esager.aizione: è precisa realtà, particolarmente per taluno di lor,o) ainicora h:anno esposta la vita !per la Patria.i nel nuovo· loro combatt1t111et1to, .. ,essi sentano che questa gloria fulgente della resistenza aggressiva e vittoriosa sug1 1i Altip~ani, sul Grapipa e sul Piave, - 11011 meno che dléi s.oldlati in linea, è gloria e vittoria loro! GOVERNO. Si muovono asip,r~ critiche al << govierno » e -g-iiuste s!p,eS-sissimo. Si la.menta:no difetti, timid'ezze, incert,ezze, lentezze, errori. Si conclude impetuosamente da quakuoo : « bisogna far senza c:el gov-erno >> -· da altri perfino: « meglio rovesciarlo». No. · · N 0111 si può far senza del governo - nè si può ro•vesdarlo oggi. Rimedi esteflior,i, per quanto radicaili -voglfano es-sere, non bastiano e non val1 gno. Possono· essere anzi non solo illusori, ma dainnosi e disastrosi. Ci .s.ia !Pfre,serutel'esperimento della Russia. Questo bisogna : 1 rche l'irudfividuo riert:toonesto fervido sia se stesso piena,mente, fedelmente, instancabilmenit,e. Ed espa,nsivamente. In modo da vivere non soEo in sè il' suo valor,e, ma da accordarsi coi valori latenti o sopiti -nJegli altri, il più ipos·sibile; e proipa,garli, e chiamarli a raccolta, skchè la Nazione, v1era e viva risultante da que_sti individui, sia sempre p,iù, . che 1~i111divi 1d1Uo si governi ·secondo la perfezione dell'ideale a lui rivelato, •el vigili ·che la N.aJZione si governi ,attraverso i suoi migliori i-nldividui che più 1a amano. Così la Nazioin.e governa il governo.- Così il governo è costretto a. rapj;>,f'etsentare, a.id attuar•e l'a volontà della nazione. Come la Nazione, volendb la guerra, ha costretto il goV'erno ad attuarla - e solo, essa poteva -e d!O!Vev;a ooisì ,la Nazione, se vuole la Vittoria, può, deve costringere il goviertllOa trovare a imporre, a attuare le leggi e i mezzi per raggiung_erla, comincian'd?' - è il m'odo :J?iÙ sicuro -. aid attuarli !per conto suo neLia ,più larga mnsura e nella pm profon,dlai •infocata mamera. II ,goV'erno aigirà - non c'illudiamo: rimorchiato. fatico-sa.mente, Biblioteca Gino Bianco

VITA FRATERNA con lentezze, con timori, con dli fetti - che la nazione dovrà continua-· mente vigilare, e riparare; - ma agirà. Ogni i,ndivid'uo italimo ·senta dunque la sua propria respo11sabilitàdJ governo. LA RAPPRESENTANZA DEL PAESE. Molto bene, allo sco,_ppiare dell'offensiva nemica, ab dlivampa,re ddl'atione al fronte, il parlamento, do.po un'affermazione concorde di patriottismo, si -è taciuto. Ha detto quel deputato, lllel suo discorso finalmente patriottico, che il parl'am~nto infinè è la raippriese111tanzda:el1paese. No. Sa.µpiamo troppo che cosa valgono e quanto sono s-inceri e sa>.<>nt alllei e significativi i voti che mandano gl'i ·onorevoli in parlamenfo ! No : -essi non raip,pres.entano· il Paese nè realmente, nè completamen-· t-~ nè -direttamente. · La rap,p;reserrut:anza·del Paése ~ al fronte: è l'esercito chieJc01111batt:e. fiore e frutto sipontaneo di tutta la nazione - espressione diretta e s.incera della sua vita ipil.Ù 1p 1 i•ena e p-rofondQ; rappresentanza magnifica e terriblile iil1cl ui tutti hanno voto poten-· tissimo: tutti, dal più alto spirito cosciente alfultima donnicciola delle campagne. Qi,esto, ricordiamoci. LETTERE. DI GUERRA di un giovane ufficiale al fronte: « .... Resi·stere, resisterìe, r,esi·stere nel1 1 ipaese-. - Qui .tutto va: bene, ma ricordiamo che il~ paese dà i.il <<là»!! ! ». ( di wi soldato iombairdo ( muratore da borghese) alla sua inf er-· miera, dall'osp1 edale in cui era stato trasferito da Milano): 20 novembre 1917. .... molto più che mi conSÒla, è quelQo di leger,e i nostri comuruicati, "la va!lii.dare&istooza deil mi,o (ovvero nostro) ,es,ercirt:o,dia.vanti . ai formidabili urti che il biarbaro niemico 'tlenta gi.o-rna1!mente per calpestare i1 nostro saic·ro suolo patrio. Sono fiducioso ailquanito che ricomposta (1 come ·si vedle) l'attività combattiva dell'esertcito intiero, con l'unione -sacra nel paes,è, (che è quiest\i3tlima un p'odle:roso -co,nforto per noi combattenti) ,i!l' sangue italiano, con l'aiuto der fedeLi a-lileati, sapranno vlendlicare ogni di1BibliotecaGino Bianco

VITA FRATERNA 177 sprezzo, clie il nem-ico con questo minimo successo ha violato la nostra cara patria. Attendo con aiffiia La mia completa guarigione, per raggiungere i, miei propr.i oompagn~, dove ogni giorno/ COlll/P:onoatti di valore, -distruggendo i~ ,supremo nemico della civi-Lt'à.Spero non sarà molto lonrt:amoquesto santo giorno, in ,cu~potrò ric_pm.pensarla del disturbo che ha avuto di me, dlurrante i giorni di mia degenza aàl'ospeda~e...., e siccome non son'O in gradlo dli ri1compensarla come si d!eve, e cioè, accorrerò 1~..... dO'Vei famosi teGtonii inv,adono, a com,piere il mio iaoro dovere di bravo soktato e d~ v.ero cittadino italiano. Già, lo sa bènissnm'Oche noo vi è al'tlra potenza che supera il valore dell!e noist,r,e'gloiose arm:i, dunque bisogna affermare altam.erut.e che lai vittoria non sarà ad altri, ma bensì a1ll~Ita~Ì!a-ed ai suoi a,ll'ea:ti. C. G. a una ntadrina d1; guerra. D.ai~ia frpnte, 13-3-1918. e a,ra '111tl1nfflll., Dopo t,aITTJtoempo ancora torna al: suo affetto uno dei suoti( fi.. gliuol!L Mi ricorda? Ne sono sicurissimo, perchè i1 suo buoo cuore non si, dimen 4icherà mai dei Sllloi. figLiiuoli. Mi perdonerà d!el m:io ritaircLo·?Purtroppo è 1nolt0i, anzi mottis- .;imo tempo che non le dò mi,e notizite, ma che colpa ho io? Sì, la co1pa non è mi~, ma dei triisti tempi trascorsi, ho a,vuto vergogna di scriverle, perchè in me stesso sentivo che ero itndegno di dar.le mie notizie. Eppure ilo ·la coscienza· netta di avere fatto ;J mio dovere fino at.11(u11timo omento. Oggi con l"avvkinarsi, tora dellla riisoo.ssa.i,ho riailzato la, fronte e ritorno a scriwere rulla ca;ra mammai per rassicurarla e d!ilt"leche blen presto avremo ragione del'i'onta subitia. Qui acclusi le rim.etto 4 eòelwei•s dle ho raccolto S!Ulle alte monta.igne che con gran dolore ho <lovutp l'asci.arr--e, questi fio.ri ce H :rimetto c()jlne pegno, diicendole che neHa prossima estaite ritornerò ancora a racèogl•ier.ne di f1res:chli E ci, ri,torneremo. ne stia sicura. F•uori i hairbari ! E queste parole ce le ricacceremo in go~ia col ferro, riicacciand1oli ar. 1 di iià di dove sono venuti~ E ora cara n1ammai pe·r tranqiui1L1izzaire !l!'animo mi-0 attendo una sua paro~ di perdono e sti,a sku.ra che j1 suo 1 perrdono, mi renderà l'anima più Biblioteca Gino Bianco

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