Vita fraterna - anno II - n. 12-13 - 15 luglio 1918

VITA FRATERNA fo,rte e p;Ù alta nsuon .rà (a vocé: Avanti Sa'Voia, ! Sicuro che avrò un suo caro riscontro, le invio pi,ù cordiali e affettuosi· sailuti e nu d:co il di lei dev.mo a1mlico S. B. ( .... ba,tteria- mlOjllt:aigna:). da un altro figlioccio di guerra: m:arzo 1918. Carissinia conoscenti'-ss~1na, rispondo a·l.Ia .sua i.lettera, da, m:e tantito bnamatta. Mj. cont:ento· che mi ha scritto. Ieri mi ha sc.riltto un mio com;pagno del front.e, del mio reggimento,. Bi quale -'mi da, le sue ootti1zi-e che sta benei. E. com 1e sono andatti neì1l,a glori-osa azion1e. Dop,po, sono ·venutti in riipo,80 a Vicenza. Miii di'ce che sotno tutti pasS/atH i1t1ri'Viist,a, {l',d comél!ndamte deille .truppe ruW'ab1i 1 piano1. E i Vicen2iini quandl01 s.ono en.. tratti 1 dentro la ci.ttài, tu.tt~ daiUe finest,re le signorine e i si1gn.ori Ii buttavano i fiori, poi1 .i 1 biambini1 ,e l1e ba1111.1bine ;li inseguivano, coi ma.- zetti di fiori·, peir offrir.gli ai solda.t.ti g:ri.diando viva f.-a Sasisari. Insomma sono s.tat.t~ contenti con grande ,gio,ia e entusiasmo. E s'ono .sta.ti fatti tan1Ji1bei, doni ai so:!dati defe1a Sassari dai, Vicenziini che· sooo tanto affeziona:tti' per il sdlclatto. Ma: .mi dioe J.ui e anch'io lo so ·che il dona che abbiamo datt.Q noi ,esser piiù bello e grande. Il 28 s~ul1 Ccii Rosso ai Tedeschi, quandb siaimo ·andlait,ti tutto il reggimento a!ll'a-ss.al'~oc01n la baionetta frai 1~ denti -e l!e bombe a mano. A che gioia o prova.tuo i,o il gi,Qlrno mentr·e vedevo, dei! gross~ ue>- mini che ·a,lzavamo le ma.ni. A me mi· sembrn.va. che 1-e bombe· non li pi1a.c,evaagf.-iAus1t.ria.ci, ma. da no~i ·li~;prendeva.no p,er fo•rza.. A se D,io vuole che ritorno ai~ front:e1, sper,o dii vendicarmi delila rni'a feritta e d'et ·sangue che ho versatto in quelila terra contiro, i bairbari ne:m1ic1. Insomma ....bisogna che la, finisca perchè mii, vi,ene Je l!agrime <l!gliocchi. Quandoi penso a queHe due .soire!'.-leche da ot1 tobre e no~ vembre aibb~amio ,perso che o,ra: sono padroni quei 1 v·i1limascalzoni ' barbari che non sono <liegniid!i mettierci i pi,edi, chieimle l•e vied'o nel sonnOJ ·che mii: ditcono vieni tu o itailiano a liberarci daig,li Austriacì, che sono Belauno e Udine. E quellìe due che erav.amo iin cerca da ~ tre anni· fa, T•rieste e Tr,en.to. A se ;tutti facessero e fossero tuttd i figili de:O'Iitali1aidella mia intenzione, come fa la miai brigatta, oerto che i Tedeschi non ri-manessero nemmeno due ore in quelle nostre terre dove stanno sepolti1 e dov•e riposano i nostri: frattelli, quelle tombe, quei cadaveri che ci chiamano. E mi v-ergognd d'esBiblioteca Gino Bianco

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