Vita fraterna - anno II - n. 12-13 - 15 luglio 1918

VITA FltATERN" .ra,le d'eJla nostrru guerra, tutta la santità deU'opera nostra di m.utilati E di ~er partire cosi·, oh, voi tutti credetemi, non ho_avuto che un r'imlp;ianto: non vedere la Vittoria. Ve l:odico oggi con gioia che un anniversario rende anche più forte e più .fiera. Nel 1913, nei ·giorni della: tenzone fra Austria e Serbia per la Bosnia era .sorta fra stu-denti1 a Genova (dove io studl~av~ legge) una di queHe società segrete che semhravaino aii giiojvaini l'~jco,,... mezzo, per far 1regmare lai .giusti.zia nel mondo. Ricordo ( si com'l)ionro oggi 5 anni) v-enne in dùsoussi'Orue 1a formUJ:-adel giuraimenito. Si trattava di decidere sç si davesse chiedere ai «fratelliji>> di impegnarsi a<l/ essere p,rooti1 a mori,re serenrunrente per l'Italia o se bastais:;e chiedere il semplice sacTidìc.io senz'a!ltro. Io fui fra quelili che vo· tarono contro fi' avverbio che venne .abollirto.Mi! pareva che non si potesse chieder,e anche la sereniità davanuiJ ai1lamor.te. Mi sono sbagliato. Da quando, nel giugno 915, ebbi a Monfalcone il iberretto forato da una patllotitola a quando, o~ sono pqchi giorni laiMorte m'è tornata d''accanto. io .sento diipoter affermare che mai essa è stata più forte de,Ha mna fede Nazionale. Ho avuto paura . più volite, lo confesso, ma sempre la coscienza dei saor1ifici0(lib~..ramente co1:1-sentitoe volìu:tomi ha dait~, più o meno presto la forza di vmcermi e di essere sereno nell'attesa.. E d~1 compagni, in que-- sto anni versa.rio, mii si'a lecito rievocar qui la: figura di Cesare MombeHo, il magnifico sol,dato d'Ita-lia morto serenamente alrasSél!1tocaintaindo {l'inno dii u11'ailtra glcqria deU'UJ11iJversitàdi Genova: Goffredo M:ameli. Di lui più che non pqtrei di.re io dkà quel testamento che dovrebbe ·es.sere diffuso fr,a tutti glli·studlenti universitari d'Italia e che mi permetferanno, a·mich~ di qui ricopiare in mem0tr.~am: - Ai mliei colleghi Claudio Bellavita-, Leone ProvenzalJ Mario Bruschet{ini, Aldo Viale, Giovanni Pezzolo, MarceU<!Botto che con me f armavano «La Cricca>. Se avrò l'onore di morire per !,a Patria ricordate sempre il vostro amico Cesare. I o rmuoio felice, sic1tro 'Chesul 1 mio corpo saranno spars-i fiori. Ho ve1't'anni (che ti.on hc anc,o-ra comj,i'ti) non ho ma:i pianto. Per -,neèa vita fu 1,1,na gi04a contiBiblioteca Gino Bianco

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