Vita fraterna - anno III - n. 6-7 - 30 mar.-15 apr. 1919

Asr.ao lll, N. 6-7 - 30 Marzo-J5 Aprile JC,19 . _ Conto corr, colla Poeta' VITAFRATERNARIVISTA QUINDICINALE DI STUDIO E DI AZIONE· / SOMMARIO Passione - La riforma elettorale - Disturbatori primaverili Note - La saggezza d'una ignorar.té - Voci della guerra e della vittoria - Note politiche - Convegni di • Vita Fraterna ., - Ricordare la nostra guerra - Lettera aperta Adesioni - " Fiorenza Nightingale ,, (Pagine staccabili). ABBONAMENTI Ordinari Italia L. 6. - Estero L. 7. So Sostenitori ,, ,, -10. -- ,, ,, 15. - Gli abbonamenti sono solamente annui. Numero separato L. o. 3o -;- Arretrato L. o. 6o pei numeri doppi il pre~zo è doppio Esce il 15 e il 30 d' ogni mese. DIREZIONE e AMMINISTRAZIONE Via Spig:t, N. 25, Milano - Telefono: .81-16 Biblioteca Gino Bianco

Ricevi o di ritorno molte e molte copie della Rivista con l'indicazione a timbrn : Reparto sciolto - Non potuta recapitare. Molti abbonati Ufficiali nel!' esercito combattente, hanno lasciato ormai i reparti ; moltissimi sono stati inviati agli studi, alle Sedi universitarie. Rivolgiamo caldissima preghiera agli Amici di Vita Fraterna Ufflchlll di darci notizia di ogni loro cambiamento d' indirizzo, e di quello di amici loro che sapevano nostri abbonati. Raccomandiamo _agli Ufficiali studenti abbonati nostri di far propaganda della nostra rivista fra i compagni, e_le loro compagne di studio. Ben volontieri, a loro richiesta, manderemo loro copie dei nostri tre primi fascicoli di quest'anno perchè se ne ervano per $aggio. Questo è I' ultimo fascicolo che mandiamo a chi, entro il 30 aprile, non ci avrà mandata la quota di abbonamento per l'anno m corso. Affrettatevi, amici! E fate propaganda alla rivista. Ci occorrono abbonati, abbonati, abbonati! Biblioteca Gino Bianco

Milano• Anno lii. 30 Marzo-15Aprile1919- N. 6-l. VITA ·FRATERNA RIVISTA QUINDICINALE DI STlJDlO E DI ·AZIONf: Allllon.annuoor•.. arlo L. El =C)c::::, Ullen. annuo 1oatenltort L. io ""I Passione kfo-rtedì Santo 19ì9. Vi è una voce trista e beffarda. che ci• mormora: - Tu avevi pensato possibile, avevi .sperato che la guerra., unendo la nazione in uno stesso spasimo di '·dolore e di lotta contro uno stesso pericolo; una stessa minaccia, contro uno stesso nemico - av-rebbc segnato la fine dei malintesi, <lçl{~- divisioni, degli odii, delle lotte fratricide entro i confini della ,patria?- · - Tu avevi pensato possibile, avevi sperato, che le nazioni, chiamate tragiq.mente una ad: una alla Jotta, al sacri,ficio' im- 1 mçnso· e comune, per la difesa della loro esistenza e insieme, ( e più! dicevi) della giustizia, - avrebbero ,d'ora in poi sentito e vissuto una nuova solidarietà umana, a,vrebbero ,capito che non è il loro bene nella rivalità osti•le, ma nella collaborazione, nell intensa per il progresso di tutte? ..... - Credevi, speravi, volevi che da tanto '1ì 1 mgue, da tante lagrime, la fosca fiamma dell' odio fosse spenta - che da tanto sa- !:ri,fiicio,da tanta off~rta di sè per un bene id' altri, da tanta unione di fronte a un pericolo e a un dolore comune dovesse levarsi più puro e più forte il senso dell' unità, -. più trionfante l' amore ...• ? - Era i1lusione, sogno. Vedi la realtà ·d' -0ggi. Vedi le nazioni e vedi le 'tittà. Vedi il consesso che sanziona .i risultati della lotta; e della vitt<;>ria.Vedi le masse, e vedi i governanti ...... Rancori, i9.t_eressi"cozzanti, egoismi, avidità, sete di dominio, di sopraffazione, Hl>, odio odio - tutto -cilèi -élie divide e uccide ripullula sull' immensa rovina, dall' alto e da!!' basso, ancora eccita aJla lotta, - ancora minaccia e prepara nuove ing.iustiiie ..... Vedi? ancora, qui, presso a te, nel-la tua stessa città. si versa, sangue frat~rno.\.. - 1 Biblioteca Oino Bianco

VITA FKATERNA Oh, pen,1. senza pari. angoscia profonda,. amarissima! ~ 11011 ha rjscontro neppure · in quelìa che c1 ha consumati negli anni della guerra..... Poichè ora non tremiam? più sol_o j)er'" lo strazio ded~a carne, ma per quelfa dello s,pmto, - 1111naccia ben 1 più atroce che tenta di bestemmiare. e frustrare i più grandi sa.crifi,ci compiuti finora, il più santo sangue ver~ato, di tradire i nostri santi Morti. Ave,·amo pensato che la passione cieli' Umanità fosse compiuta - e si approssimasse ormai il giorno radioso della resu~rezione - e invece l'Umanità crocifissa è forse solo ora alla sua parola più tragica, ali' angoscia più fonda: Elì, EU, lmnma, sabacta11i -? ........................................ Passione ar.cora ..sì ___:ancora prova ed angoscia .... E sia! - Ma perchè sia Passione· che prosegue e completa quella -che abbiamo vissuta nella guei·ta, che prepara e assicura la resurrezione trionfale dello spirit'o ::_ viviamola con lo spirito desto e volente! - Sia in noi, rimanga, ci·esca la fede invincibile, de.cisa, nella verità e nel!' amore, che 'devono trionfare, che dobbiamo far trionfare. Sia in noi, dùi1que, sempre, la volontà di tenere il nostro posto, di assumere la nostra responsabilità, di vivere la nostra missione. •· ·· ·· · Fratelli, sorélle 'dì fede e di amore - a raccolta! ali' opera! umilmente ma fenrida111entc. • • • • • • • • • t .•• •••••••••••••••••••••••••• Vigiliamo! Vi è - vediamola! - un'operosità perfida, oggi, che sobilla, eccita, inasprisce ì mal}\1tesi, i rar1cori, le osti.lità di dassc: ribelJ'ione per ingiustizie ·e patite e vedute; sete di benessere; pretese giuste e -pretese in·rqtie; più spesso che pura ed eroica volontà di giustizia, cieca ambi~io11e di sostituirsi a chi gode. ricchezze e agi, . - tutto questo è _ i:içercàto _e agitato nel fonçlo cieli' animo popo- . lare dalla fosca ·gente _che ieri cospirava contro la vittoria - e . oggi eh' essa è raggiunta ·vuol _svalutarla, ~ cospira contro la pace, e· prepara nuovi lutti, nuove tirannie, nuovi adii. E vi è chi. coii'cìènte o incos_ciente, traendo argomento e forza dal fatale e trist'è. ris_orgere di avidità particolari, di interessi cozzanti fra Stati, di. 'dìffi~_oltàpratiche, di incapacità di capi ·.:_,insinua e coltiva ne11e·mèl!ti dei « dirigenti '> e delle ma.sse il' vecchio dubbio sulla possibilità della intesa, clell'amiciz-ia )r.a i p·opoli, -

VITA l"RATEllNA 99 dell' onestà, della giustizia in politica, - fin sulla sincerità di chi le ·ha_propugnate e amate, - e vuol persuadere al ripristino dei v•ecchi sistemi, delle concezioni cli prima, immutate, nei rapporti fra nazione e nazione .... . . . · ... -............ - ..................... . No!. Difendiamo il frutto migliore dell'atroce guerra, difen~ diamo le nostre vittorie dello spiriito, difendiamo I' er-edità sacra dei Morti! · · Opponiamo - ma realmente, ma fattivamente, ma ciascuno e ciascuna di noi nella sua vita quotidiana, in· tutti i campi, in tutti i rapporti della vita, nei più piccoli e nei più vasti, - l'amore all'odio, la fede all_o scetticisco: Così vinceremo . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . · Non aspettiamoci - illusione che ci accirecherebbe e limiterebbe la nostra attività effiéace - eia.. un giorno all'altro tra:sfo1·.- mazioni miraeolose nei rapporti fra le classi e fra· le nazioni; - la storia è fatto naturale, e la natura 11.011 fa salti; - ma non per questo abbassiamo il nostro ideale. Te111iamoloben alto, anzi, al di sopra di illusioni e delusioni, - e facciamolo nella nostra mente e nel nostro cuore sempre più puro e più chiaro: - e tendiamo a quello: Ma passo passo, - con l'ardore che può farci procedere e sospingere gli altri più diritti e più celeri; ma senza frette stolte·· e impazienti ..che potrebbero causare deviamenti e stanchezze; ~en-· za. pigri indugi e vili ritorni a!Ie tappe ormai sorpassate. • Dubita for'se del buoil seme e della messe l'agricoltore per la lentezza nelfo spuntare, nel crescere, nel maturare del grano? No - lavora, attende, e canta. - Non abbandona i,!·seminato n~ Io crede sterile perchè nuHa ancora vi appare, o solo erbucce ed _erbacce: anzi Io cura, Io monda e lo difende. - Non pensa che solo conti e importi il granaio colmo dalle messi precedenti : sa che questo, per qu.anto ri-cco oggi, si esatrrirà fatalme,nte, e guai a,llora se .non ·gli ·succederà la nuova messe.... Ma neppure, per fiducia sicura nel buon seme gettato e nel buon terreno e nella mess-e fu.tura, non se ne cura altro: - attende, canta, ma Iavota. Siamo noi pure, del buon seme e per la buona messe, fidenti e solerti agricoltori! E chiamiamo e aduniamo sempre più operai al buon· lavoro !_ .... · .. La voce beffarda e trista è spenta. BibiiotecaGino Bianco

100 '11TA FRATERNA Signore, ·tu hai parlato nei nostri cuori. La _passione nostra non .è cessata - ma è confortata ci: luc,~. . Per essa e in essa si prepara la Pasqua santa .dell'Umanità. ·a. La riforma elettorale Dare oggi al Popolo it<lliano dei rappresèntanti degni di lui far sì che la Camera -moritura venga sostituita da una Camera nuova, do·ve siano -scomparsi gli esponenti di una rete ·-di' compromessi, di patti, di -clientele - portare al Parlam·ento degli uomini di valore che non avendo più lo sguardo costretfo ai limitati interessi del collegio possano occuparsi con coscienza e competenza della soluzioùe dei molti problemi nazionali finora non affrontati, iniziare insomma colla rinnovazione_ della Camera· una trad-izione parlamentare nazionale e non più di particolari interessi di colle- - g-io e rompere la tradizione di servilismo che fino ad oggi vige dei eputati ·verso tutti i Governi per la nècessità di ottenere da questi i favori promessi ai pro,pri elettori: Così si possono riassumere ~li scopi il cui raggiu111gimento segnerebbe un grande passo sulla via del rinnovamento civile d'I- ·,alia; pei quali si sta combattendo oggi nel nostro Paese la cam1>agnaper la rifonna elettorale alla quale dobbiamo augurare pros- . imo il trionfo e alla quale tutti dobbiamo con fèrma fede partecipare nella visione della necessità della vittoria. E' vero che stando alla concezione statuta.ria il deputato non rappresenta un corpo elettorale ma tutta la Nazione; è vèro aivcora che d'altra parte il sistema elettorale odierno del Collegio uninominale viene a stabilire fra eletto ed elettore un rapporto itale ed organico che potrebbe essere fecondo di buoni risultati qLta do vi fosse da parte dell'eletto la coscienza del dovere di illuminare i propri elettori sulle più vive questioni' naziona.li facendo opera di educazione e di efficace propaganda, e d fosse da · · arte degli elettori la convinzione del valore del proprio eletto. Ma noi possiamo bene osservare in pratica - l'esperienza generale ce lo dimostra - che questo non è: le obbiezioni che si muovono sono basate su· concezioni teoriche (qu~ndo _son _sincere) e uon sulla realtà verificatasi. · · Effettivamente ogg·i la lotta elettorale col collegio u11inomiBibliotecaGinò Bianco

·IOI - 11:,!c consiste nell'accaparramento del voto con la promessa di farn i. nello frutta mento della mentalità ristretta delle mas~e pop lari. per cui un candidato si g·1arderà bene dal cercare di alla ·gar loro la mente in una concezione più vasta delle necessità ·maggiori della K azione, ma farà intravvedere miglioramenti sing-oli nell'ambito ristretto di persone o di paesi, prometterà favori, concessioni 'più o meno giu te e più o me,10 lecite pur di ottenere i voti che lo facciano riuscire. Ecco che l'opera che questo candi- ·dato eletto potrà svolgere a Roma sarà soprattutto rivolta ad ottenere dai vari Ministeri quanto egli ave\·a· promesso ai .suoi elettori. e le più vaste preoccupazioni per i problemi più vivi della \I azione soocomberanno o saranno soffoq.te dailla anguste preoccupazioni del collegio. E ancora quel rapporto stabil~tosi fra eletto ed elettore che avrebbe dovuto essere un costante scambio di 1 Mute. una ricerca da -parte ciel deputato di· orientare nel senso migliore coloro che lo avevano portato al Parlamento sulle diverse questioni sociali e nazionali non si riduce che àd un meschino scambio cli richi,este di. facilitazioni e di ra:ocomandazioni, ·ad una voluminosa quotidiana corrispondenza di indole personale -che il deputato non può trascurare se non vuol crearsi deH'ostiHtà nel suo collegio. Così dunque nel collegio uninominale dato il sistema non è la persona di valore .che in genere riesce ( vediamo la grande masSii dei collegi nostri soprattutto rurali) ma è quella .che più l'argamente promette e dà maggiore affidamento di ottenere; e si verifica- inoltre {soprattutto nel Mezzogiorno) durante il periodo delle elezioni il. fenomeno cli vere lotte fra i tre o quattro Comuni componenti un collegio e diversamente parteggianti l'un dall'altro, lotte che portano una irregolarità grave neH'andatnento no,rmale· di tutta la v'ita civile, pmvo·cata dal fatto che la lotta elettorale si riduce quasi sempre ad un dueHo fra due contendenti che dimen- ·icano qualunque d~gnità di lotta nella sola preoccupaziohe di riuscire. Noi non asseriamo assolutamente che colla trasformazione del meccanismo elettorale scomparirà tutto quanto oggi è triste realtà : certamente non è solo da un cambio di. sistema che può· derivare una elevazione•nella dighità delle lotte politi-che del no- . tro Paese: è da -una lenta continua opera di sana e saggia educarione -che noi potremo ottenere i. risultati che si devono otte11ere. Ma d'altra parte nella riforma eJetto'rale che al 'sistema del ollegio uninominale sostituisca il sisten:11- deHa r'aippi-esentanza Biblioteca Gino Bianco /

102 VITA PI.ATUXA proporziona1'e, noi vediamo un mezzo di elevazione del maggior organo rappresentativo del Paese, che renderà difficilissima, se non impossibile, per l'aumentata vastità dei collegi elettorali, la corruzione, ;0hè obbligherà i partiti à compor,re le liste escludendone· dei nomi che alle liste stesse facciano poco onore, che darà modo a persone di chiaro intelletto e di integra coscienza le quali oggi si appartano disgustate dalle lotte politiche di riuscire ad appartenere al Parlamento portandovi uno spirito nuovo di vita, un maggior senso di onestà sociale, una più elevata coscienza delle necessità nazionali. Avrémo finalmente ottenuto un Parlamento che nella sua p;:irte maggiore rappresenterà veramente la. Nazione. ' Vogliamo completare questi cenni sulla riforma elettorale con una breve esplicazione del meccanismo di uno dei sistemi di ra.ppresentanza proporzionale, affinchè ciascuno se ne possa formare una idea S1.1fficientemente approssimata. Chi voglia maggiori particolari· st1i diversi sistemi ideati in questo campo può ricorrere ad un testo qualunque di diritto costituizionale. Noi ci limitiamo ad accennare al sistema, che ci sembra il migliore, proposto dall1 .i. Commissione eletta dalla Cam~ra. L'Italia, oggi divisa in 508 collegi, dovrebbe v<mir divisa in collegi formati da provincie o da gruppi di provincie nei qua1i sarebbero da eleggere almeno 10 deputati e l'elettore. non voter-ebbe quindi più per un solo candidato ma per una lista di 10 o più. candidati. Le liste preparate da ciascun Partito comprendenti, suppo"'.. FJiamo, 15 nomi, vengono stampate su di una scheda unica che le comprenderebbe così tutte. L'elettore per votare può semplicemente segnare la lista che preferisce e vota allora per tutti i 15 nomi della lista, oppure può segnare - nella lista .preferita - il nome di un candidato prescelto che viene ad assumere poi nello spoglio delle schede la precedenza sugli altri 14 nomi della lista; ~noltre l'elettore può cancellare il nome di un candidato che non godà ·a sua fiducia. dandogli cioò un voto negativo. · Avvenuta la votazione si procede al computo totale dei votanti: il numero ottenuto lo si divide per i,l_numero dei deputati da eleggersi e si ottiene così il cosiddetto quoziente elettorale: supponiamo che g!i elettori fossero 150.000: avremo un quoziente · di 10.òoo. Ora ·s·icontano i voti raccolti da ciascuna lista (supponia:.. mo 3 liste .di c11i °la prima abbia raccolto 74.000 voti, la seconda , 59:000, là· tei-za 17.000). Div.iclendo tali cifre pel quoziente IO.ooo BibliotecaGino Bianco

avremo il numero di deputati che spetteranno a ciascuna li,sta e cioè alla prima: 7 deputati; alla seconda 5; alla terza: I. Siccome però i deputati da ,eleggersi sono 15 e non 13, i 2 mancanti vengono assegnati a quelle liste che hanno i residui (inferiori necessariamente alla cifra del quoziente) più alti: e nel nostro caso avremo che alla seconda lista ·che ha un residuo di 9000 voti ed alla terza che ne ha uno di 7000 verranno rispettivamente assegnati i due deputati. E' logico che la scelta degli eietti sopra, i 15 candidati vien fatta: iu base alle indicazioni che gli eletti stessi, hanno apposto, , votando, nella lista vicino al nome favorito o non voluto. Se due candidati venissero ad· avere uno_'stesso numero di voti positivi, il più anziano di loro resta eletto. Questo per somme linee il congegno ciel nuovo sistema ,proposto alla Ca.mera Italiana, la quale respinse una prima volta la 1'iforma per varie considerazioni; ma non è clefto-'che -.non abbia ad accoglierla prima di ·morire. ·Sarà questo atto il miglio,r testamento ed il miglior ricordo che la Camera che ebbe la grande ventura di çlover rappresentare - senza saperlo ne poterlo veramente e degnamente rappresentare - il - Paese durante gli anni più grandi, della sua Storia potrà lasciare affinchè nell'Aula di .\,f ont~citorio possano sedere suoi più degni su.coessori: Pavia, 15-4-19. G1usTINO ARPESANI. Disturbatori,primaverili 0110 qui, i soliti! Li se 1to - ma hani10 un'autorità insolita ...: Saltellano, cinguettano, beccuzzano, chiacchiericciano sul tetto in faccia alla finestra presso cui siedo ~ scr{vere ,:_ ~ 1~i impediscono. cli proseguire! - i passeretti gonfi di primavera, ebbri di sole; infantilmente graziÒ,si ,e buffi, con quelle movenze e quel:le vocette irresistibili.... , --~ Cip ... cip ... To'- - che cosa fà q-ueUa lì, a.l tm1olo, per ta11..teore, .fer11ia, ·curua .... ? · -_ E noii · è mièà v"ecchìa; iieh? Ma, 110n vede che c'è il sote-t Ma noii sente che ci $Ono i, fi,p.ri? '• _. E l'aria fr'esca e pura :,ion lé piace?_•," BibliotecaGino Bianco-

VITA FllATKMA Cosa fa? Che, gusto I Ehi I cosa f.ai? (padano con me). ·« Bnondì, passeri! Avete ragione, bea.ti voi! Ma - vedeté." devo scrivere un articolo per una rivista .... > E così? e dopo? Perchè? - Ma ..., perchè così dopo lo leggono. Lo leggo110? - Ma chi? - .Ma c'è del/:altra ge,ite che fc, così? - Come te? - .che sta c11r1}asulla carta?'- invece di v-ivere, come 11oi? -· anche se c''è ·il sol.e? anche se ci sono i fi-or-i! -=- Anche se è. primavéra? Anche con quest'arietta fresca e pazzerella? - Che idea I - Che g·usto I - Cip... - Cip... C'è un altro passerotto, - caro!, roseo e vestito di bianco ... - che cinguetta di là, e sbatte le sue care «alucce senza piume i>••• Sento anche quello, e non ascolto più questi... ma non riprendo hL penna .... . « Vieni anche tu ai giardin col piccino? > mi chiede mia sorella, che ha finito or ora di prepararlo - e me lo ,porta innanzi tutto roseo e ridente e fremente di gioia di vivere! «,Sì ! vengo i>• . . . . · ............... . Ed ecco come, in questo numero della rivista c'è un articolo di meno di quel che avevo pensato .... Non rammari-catevene, amiche, amici .... Se - ve lo auguro - queste I?_aginevi giungono in una gior-· nata pura· e radiosa come questa .... imitatemi: Lasciate un momento le occupazioni che· pure vi paiono pres• . san~i, assillanti..,. Andate tra il verde e i fiori, tra i bimbi e i passeretti. Non avrete perduto il tempo! adar. Note 7 marzo 1919. Fi,lcieri Pattlucci di Calboli, l~eroe-gio'llinetto - biondo eroe· dal sorriso ardente - cristiano indomabile 11elsacrificio - esalta.:.. to dalla fede della Fa.tria ideale, della. patria. italiana, della patria umana - spirito e sangue di Ra.magna.,- sa-n-gue·rosso·pur.pure<r - volontà ri-solttfa: la vfo è· Una: si. deve arrivare in fondo, n11lJ,a, deve resta;·e inade-mpiitto: a.v~nt-i! · Biblioteca Gino Bianco

• VITA F~TEltNA tò'S La sua bandiera azzurm come il cielo del suo paese, azzurra, ._·ome il nastro al valore, e ta stella :d'or.o nel·mezzo, la stella d'l1alia-,porta.fa dai frateUi s11oidel Com·itato d'Azione di Mila.no, preadez1a la salma trasportata su im affusto di ca-n11011leo, stesso che avei'a trasportato l'eroico maggiore Baracca.. a Liigo di· Romagna. Tutti c'erano della sua c·ittà, tutti tace-.:_ano·:t,utti pi-oseguivano in silenzio. - Tutti l'ave·va.no aniato, tu_tti l'amavano come eroe,,come fratello, come santo. Lunghissimo iL corteo, t-nt_tele vie affollate, ·tutte le finestre, tutte le porte, molte ba.tidie1·ee tutto silenz-io .e .avanti fino al cimitero. Parlò iui mutilato Forlivese, piangendo, co1~ le pai-ole della più forte fede e del più grande amore. U1t nmtila.to umile la11oratore, ardente di cuore, sorret"fo dalla. rozza stampella. fascia.fa di stoffa nera. Tutti piangeva-no. Tutti: i vecc·hi, i giova1ii, le donne, i vecchi garibaldin·i che era.no molti, i soldati,. i genernli, piangevan la famiglia, gli amici niutilati e combattenti. Il Sinda.co di Forlì parlò pure con accento di viva comprensione fraterna, can senso profondo, _edun mittilato del Comitato d'Az-ione espresse il suo gi·ido di dolore, di fede e di spemnza. Altri parlai-ono. Ma l'umile vide assai più in là di tutti, perchè penetrò nell'anima di Ful- ,cieri sentendone la cocente fede. . , . • · Fri posto nel pantheon di Forlì_presso Aurelio Saffi e Maronalh. Il padre dolcissimo baciò due volte la bam e vi lasciò l'a1iima. ALDO c. . RPI: La saggezza d'una ignor✓ante IV. Tèntàzione degli spiriti attivi è la stanchezza che viene dallà lassitudine del coraggio e dalla monotonia del benfare. X X X Vi sono delle stanchezze d'animo clte vi rendono dettagliata~ ménte sensibili al peso di ogni cosa che· vi circonda. X ,x ·X Non ti lasciar vincere dal malessere delle piccole i~1qt1ietudini. BibliotecaGino Bianco

106 X X X Si dànno momenti di, apatia strana, ieguiti da momenti di energia più inesplicabile ancora - tutto sta. neil'eliminare i primi e far durare secondi. X X X O stanchezza, io ho paura di te più che della malattia. Q1,1esta mi potrebbe .solo far soffrire e morire nel corpo, mentre tu mi fai morire lo spirito in Wl corpo semiviYo. X X X Sei peggiore della malattia, o stanchezu : tu liai svenare sen- .za dar febbre, e i1 cervello -che tu prendi conosce la sua miseria con tremenda chiarezza. • V. Amicizie. X X X Non ti vergognare d'esser ricco in amiciz:ie, e soprattutto nou la rinnegare questa tua ricchezza, che sarebbe ingratitudin·c e ti potresti ridurre in povertà. X X X E' raro, a meno d'•essere in due, che nott ii desideri un assente. X X X Il miglior sostegno morale è la bu0tta opit,ione che una persona cara ha dli, noi. X X X Benedici l'amore che il tuo amico ha per te, e benedici anche la cecità di lui che non vede le tue storture. Ma tu, che ben 11! conosci, raddrizzati ond'egli mai s'accorga d'ave.rti tenuto in çooi.iderazione per errore d'affetto. X X X Bene,· che il tuo amico ti creda migliore di quel che sei così, forse, a poco a poco salirai al segno della sua buona opinione; altrimenti potresti anche scendere il :fr. i.otto della tua. Biblioteca Gino Bianco

VITA FRATJ:JI.NA X X X L'amore che ti vien dato a piene mani, sia esso di ferro ò di polvere,· d'oro o di orpello, e tu l'accogli a nobile uso!· e ~doprati affinchè esso faccia di sè medesimo cosa degna. X X X Che il tuo amico misuri il tuo dolore solo da-l coraggio cfel tuo sorriso. X X X A questo mondo le grandi sofferenze inutili son quelle che ci -i crea, volendosi bene. VI. Della morte. X X X Il sole tramonta non per questo muore. X X X Non fare deJ.la tua rinuncia un eroismo: non tu rinunci, bensì ti sfugge e ti lascia la éosa che passa. X X X Certo vale la pena di vivere per amor della vita e per amore <lel mondo; ma pur senza illudersi sulla dutabilità del-le cose o senza disperarsi sulla loro caducità. X X X • O non ci rendiamo conto dello sgomento dell'esistenza, oppu-ro lo esageriamo al punto da renderci incapaci anche di morire rassegnatamente. X X X Abbi la vita in mente, e non mai la morte; ma rammenta che i;! mutare di stato è legge eterna immutabile. X X X. Tu non amerai il ·Presente che quando sarà diventato il Passato - e così via via ti inganni, e sprechi. Biblioteca Gino Bianc-6

VITA F,RAT.HtfA X X X O anima umana, impasto di desiderio e di ribellione. perchè sei tanto ins.aziabilmente avida di. ciò che non sai poi che farte 1e ?· " '. X X X Nel momento di morte fa sì che l'anima tua non abbia a. preoccuiparsi di 'sè, bensì trovi forza ne_! rivolgersi serena.rnenk verso le cose terrene e gli affetti di qnesta vita. Xx· X Si vive una volta sola - si muore varie volte. X X X O vita che spaventosa cosa sci quando lotti col male e tieni a bada la morte misericordiosa ! X -X X J\ttendcre giorno per giorno .l'aprirsi della Porta, pensando· più al mistero d'ella ,Yita_che a quello della morte. X X X O morte, perchè se tu non sei che un passQ ·ed una soglia ti ,h;mno dato un nome così peso e inerte? Vorrni darti altro nome , più leggero; e per _si'n1bolovorrei darti una porta orlata "di luce. X X X Ma cos'è la felicità? Voi che la tirate in ballo ad ogm istante ' è ne fate una co ·a •distinta, essa è vincolata al dolore in una stretta indissolubile e inconcepibile: tu sarai forse più felice men- ·o .tre dici l'addio st__i:azjante,che in un ambiente di tutta pace. X X X Non puoi aver paura d'ella Morte - troppe volte hai cono- ·sciuto Dio nella bellezza della natura e nella bontà degli uomini. X X X E se l'animo tuo ti dice: « E l'ultima volta» non perderti di coraggio per questo. ·Considera che ogni cosa che tu f_ai è in verità ,.l'ultima - la prima. e l'utlima, perchè niuna cosa si ripete nella. ·,.vita dell'uomo. · BibliotecaGino Bianco

106 X X X .. E ti sentirai a volte più ncmo ad un morto che ha sepoltura lontana molto, che non ai vivi che ti circondano. l\:Iistero grande e consolazione immensa la vicinanza delle anime allonta- • nate dalla morte. Gabriella Sommi Picenardi. Voci delia guerra e della vittoria Preghiera di un combattente Dacci la Tua disciplina, o Dio, a.ffinchè la nostra libertà sia completa. Che cosa è qncsto iiiipulso i11f-renabile che ci gonfia l'anima, , 1erso uii cammino trionfa11te sopra i Tuoi fulgidi sentieri! Come ciò commuo,·e c trascina con wia gio·ia entusisstica che stri11ge la gola come il p·iù. ineffa.bile de·i gattdi ! JJ a occorre che noi ·vediamo chiaro, molto chiaro in ciò che vogliamo e dobbiamo essere, 11elle n.ost-re aspirazioni, nei ·nostr·i atteggamenti, nei nostri do, 1c1·i, af finchè si af f-:rmi fi11alme11tc limpida, e chiara la nostra personalità. Essere fi11ctlmente quali dobbiamo e ,'ogliamo ! Ecco il lungo sogno, ·il dm•ere sacro, l'i11ta11gibile d·iritlo ! Esplicare tutte le sante energie della Tiia Bontà largi:teci per la. nostra edifica::ione. Dife,iderc il patrùn.on.io dei nostri più purt idca.fi e della 11ostra coscien::a - sc111pre ed a qu.al1mq11c costo - per quanto umanamente possibile. J\ o·i, servi tuoi, ademp_iremo alla Tua legge, a11chc quando c-iò possa costare lacrime ai più cari . .lf a noi lo .faremo per Te, poichè alti-o non· siamo che stru111ent-ì 'J'uui. Perciò 11oi asci1-1ghere1110quelle lagrime e, pur· sen::a transiger!', se111i11eremoil sorriso della coucord ·a e deU'affetto. · Quale ostacolo può dunque piiì es~rn;i alla piena n;stra spiri/1.10/c Rcs11rrc::io11e? Uno solo ma terribiie, o D,io ! Ll'so è i11 noi - -nella· ,i.ostra debole::::raI Compatisci e soccorri. alla nostra Natura! · · Biblioteca Gino Bianco

IIO VITA FltATEaNA Il rispetto umano, qncsto nwstro perfido e sn/;dolo ch,e scrpt?ggrn c si ficca a tradimento in ttttte le nostre azio1ii, in tutti i nos.t ri atteggiamenti! Ecco il nemico nostro di ogn:i giorno, di ogni ora.' Aiiitaci o Dio! Aiutaci contro di li,i, in tutte le sue forme, j,alcsi ed occulte, lecite ed illecite, individuali e collettive! Che lo spiritò delle sacre battaglie, il vento divino della Rir;olw:ione che ci sospinge gagliardo, ora più che mai, ci salvino, e s/uizzino i nostri orizzonti dalle nebbie che ammorbano e assopiscono gli spiriti. Tutti d'mi pe::zo ! Altrimenti sarebbe ben meglio esser morti sul camP_o ! .... · .... . . . . · .... . . . •' .... · .... . ... · .... La guerra delle baionette è fimita e fm,ito è ,lo spargimento del san!f1,e. Ma non è finita la lotta. Cristo ·ho dètto: «Non venni a porta.re la pace, ma la guerra ». E noi riprendiamo il nostro posto di combattimento nelle sante Cro'ciate. Abbiamo una fede, uno scopo, ~Hia bandiera. La Fede è la certezca della redenzione in Te, la meta è il tuo Regno, il vessillo è l'amore infinito del Tuo Figliuolo. In questo crollare di mi mondo intero di vecchie ingiustizie e i1iole11ze i prepotenze, solamente im impero resiste e non si 1·innova. Esso è piiì che mai lungi dal cuore del popolo. Piuttosto che _ rico11oscere la divina bellezza di qitesto trionfo della libertà e del- . la, giustizia, sembr_a essersi inabissato in un isolame,ito sdegnoso .... tlw terribilmente sterile I Dov'.è il Pontefice? Che dice, che fa! . Cristo, Gesù era con noi, con le nostre cOJrmstraziate, con le r1ostre lacrime amare, con le angosce delle nostre donne, cogli aff amat·i, cogli esilia,t·i, coi diseredati, çon gli spogliati, co,i gli impiccati .... . Ed ora, co1111oisoldat-i di qiiesta grun'O. alla guerra, mentre con la mistica dolcezza ti.ella vittor·ia nel ciwre, torniamo nelle Sue milizie di pace. • • 'r. · .... . . . •'. •.•. · .... Biblioteca Gino Bianco

VITA P'JtATEllNA III: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . · .... ·. •' ........ · ... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ..... ·. •' ........ · ... . Mio D-io, la guerra ha sconvolto, ha distriitto, ha disperso, ha ,-innovato ma vi sono ancora tìel mondo glì uomini di malafede. Vi sono - come la gramigna - in tutti i campi dell' attività mnana, e se rimangono più o meno, oggi, ttell' ombra, eia è doviito · al buon vento gp,glfordo che spira in Europa e nel mondo dall'istante divinamente bello in cui ha trionfato dovunqtu il più morale ed alto priticipio : la _giustizia! / Ma bisogna che ·questo soffio divino porti i semi del rinnovamento durevole e disperda per sempre le male erbe. çzi iiomini di mala/ ede sono dove .ri ostacoli}, e si i1:t,tralc·ia ~ . si differisce L'applicazione e la presentazione delle leggi che mirano al miglioramento economico e morale della grande maggioranza dei nostri fra~elli, sia p!lre a scapito del benessere dei pochi. Gli uomini di mala/ ede sorio là dove .ri tenta ingannare le leggi e le. norme di Stato e di qualunqite anclie piccola istitHzione, per il proprio egoistico tornaconto. Gli uomini di mala/ ede sono dovimque ancora si è ta,ito ciechi da non riconoscere qwonto mutati sono i tempi e come i piti grandi principi dell'evoluzione sociale che ancora ieri si potevano disc1itere, oggi si rivelano gli unici veramente stabili e giusti. Gli uomini di mala/ ede sono ·gli imbroglioni, i furbi di mestie1-e, i disfattisti di ogni genere, coloro che pensa,io oggi come- durante questi lunghi a1ini dolorosi, a null'altro che a riempire- il portafoglio e che si credono perciò i più intelligenti, i più a:stuti! E non solo qi,elli che ingannano gli altri, m_aancora quelli che vogliono ingannare sè stessi e che,· in piena rivolwtione, affermano che certi malanni umani non potranno guarire! Oh! come riplendono di pitra foce nei cieli i grandi uomini di fede, appresso a questi vili! Oh ·come la figura del 1iostro Mazzi'tii rifulge circondata dell'aureola di infinita purissima gloria sùUa Patria compiuta e assisa al cçngresso delle Nazioni libere e affratellate dall'idea comune! · .... • • • i· ..... · ..... Biblioteca Gino Bianco

VITA FRATERNA N o·i procedianw ora con ~il Tito Vangelo aperto 11.eUemani. La luce della carità ci. iJl1miin-i il cammino. - La Tua mano buona, info11,itame11tebuonti, ci sostenga, poichè si-amo deboli. Sia guerra. in. noi, contro tutte le manifestazioni del pensiero e del cuore, che in qualche modo distraggono la spirito dalla, contemplazione e dall'attuazione delle tue lcgg·i! Questa deve essere da 11o·ivissuta 11ell'int-imo della coscienza, pofrhè così Tu vuoi che n.oi edifichiamo il Tuo Regno. ~ H regno cli Dio è dentro di noi 'l>. La vita morale non è negli atti,. nelle pai·ole, nelle leggi u- ·1na11e,ma nel pensfr,·o, nella coscienza., nel cuore. N ai 110n scenderemo s,it./la pubblica piazza per in'l!efre o per acclamare. Non appariremo sulla faccia. del mondo per sventolai·e tiel litmulto delle passioni la, nostra bandiera. Noi combatteremo co1i l'esempio e l'attività: 'La verità, Tua, 110n ha bisogno di tamburi e di trombe. Essa avvince e convince c/ri la conosce, pe,·chè è foftnita ed eterna ed è vita dello spirito 111na110. Per farla conoscere, o megl-io r-iconoscere, nulla 11ale quanto /.'esempio e l'opera .. Per questo innanzi lutto sia guerra in 11oi. E poi sia guerra al male in. tutte le site forme. Non combatteremo contro le creature, ma co11iro il male, poic/1,è ogni ani111a,anche la più ·traviata, ha in .sè un-eleme11to che è Tuo e noi' dobbiamo sa.perla scorgere. E sia guerra ai p,-egiudizi, alle tradizioni, alle abitudini che offendono e guastano ciò che di più bello e di più asso,migl:ia11te a Te; hai creato nell'uomo! Sfo guerra~ ad ogni farnia di 1·iole11za, e di ingiustizia, alla prepote·11::a,all'egoismo, ·ql sopruso in ogni luogo e in -ogni ·tempo. Af finchè risplenda il sole della T,11p. Pace, o Dfo, e il Popolo trioufi in Te - Amen>. D;dla linea di Arn1istizio - novembre 191~. APE. Biblioteca Gino Bianco

VITA FRATEllNA Note politiche Anche chi ha aderito alla guerra per imperiose ragioni ideali,, anche chi volendola ha• rifiutato fin dalla pr_ima. ora la formula troppo ih)gusta del sacro egoismo, sente ohe questi giorni, in cui dal Congresso di Parigi sarà dato o ri•fiutato a,ll'Italia quello che, essa chiede, sono al culmine di tutto il sacrifrcio e il dolore della. nostra guerra. Perchè anche l'ideale deve avere la sua sanzione• nella. realtà: pérchè 'Sarebbe crudelmente immorale e mortificatore della sua più generosa forza• che· l'Italia dovesse avere il sentimento di un'ingiustizia patita, il sospetto che chi ci ha avuto compagni se-n.zadefezioni nelle ore quasi diperate possa oggi non operare verso di nòi con spirito di assoluta lealtà, possa giudicare· dell'avvenire nostro con limitazioni di interessi particolari e celati e senza ponderata equità. Le imminenti de<:isioni gravano sn tutti: si confondono -in una.. sola ansia. l'amore di patria' e la sete di gi11stizia, di una universale aperta riconoscenza resa ai nostri morti, ai nostri combattenti, al dolore e al lavoro della gente d'Italia. La nota di Wilson sui lavori di Parigi risponde con pacatezza anglosassone ai mormorii che si levano sempre più impazienti contro la Conferenza della Pace e da chi spera onestamente che nna pace presto conclusa abbrevii- questo torbido periodo d'aftesa e riconc_luca i popoli nel soko usato e provvido del lavoro, e da chi cerca e trova pretesto nell'indugio per svailutare in anti-ciipo le dèliberazioni dell'Intesa, e preparare alla carta della pace, per demolirne la forza, l'accoglienza fredda e il giudizio ostile dei pop()'li. Una pace che mirava a dare secondo giustizia nuova un assetto nuovo al mondo era un'audacissima impresa, esigeva tempò e volontà la quale non si può· affermare tenace che nella durata; ma i p,opoli avrebbero atteso. con. minor, impazienza e molte armi nemiche· ~arebbero state spuntate· se le frammentarie deliberazioni finora prese dalla Conferenza. fossero state dettate da coraggiosa. determinatezza, se non rivelassero in chi è oggi depositario del massimo potere uno sforzo di• compromtsso, una mancanza di volontà e di· autorità- energica, dì quel' coraggio di cui si sa ·che· è· capace chi ha coscienza della propria assoluta onestà morale. Questa coscienza, questa onestà. utta- il. mondo aveva riconosciuto i11 WiJson. Biblioteca Gino Bianco

114 YIT~ l"L\TUNA Oggi l'Assemblea che egli regge a Parigi non pare operare con spirito· e metodi migliori di quelli che mal abbiamo sopportato finora nella politica dei nostri paesi .. Wilson, con serenità, assume un'altra volta in questi giorni, dinanzi al mondo la responsabilità della pace, pur solo co11_quelle -' precise affermazioni della sua breve nota -che riguardano l'ordine esterno dei lavori: per lo spirito_che li anima e indirizza ;1oi dobbiamo accettare nel silenzio di Wilson una rinnovata promessa. E' probabile, potrebbe benissimo essere, che i primi, incompleti e frammentari atti della Conferenza non ci sembrassero un giorno che gli esperimenti necessari' alla preparazione morale degli spiriti, a- far sì che Governi e popoli, ,persuasi che il compromesso ·a nu,lla giova neJ,la rea!ti pratica, mentre tradisce· l'idea, accettino quella pace che sia espressione di energica volontà ·di giustizia. Se fin d'ora non possiamo t'allegrarci molto delle tr.attative di -Parigi, saremmo noi a determinar~ la prima funest'a r.ealtà se creassimo oggi una atmosfera di scetticismo e di sconforto. Ricordiamo che vVilson è l'uomo che sa esser lento come è lenta la realtà ne,! concretare l'idea: è l'uomo delle lunghe e .persuasive note alla. Germania che a no·i, avvolti nella vampa deÌla guerra sembravan nate in un glaciale torpore d'anima, è l'uomo Lhe lascia maturare lenta e incrollabile la voiontà. SOFIA RAVASI. CONVERSAZIONE Parole della Direzione ~_Note di Amministrazione : Questo è l'ultimo tas.cicolo che mandiamo a chi entro· il 30 _a,prile non ci avrà mandato la quota •di abbonamento per l'anno in r.orso. · · Affrettatevi, Amici! AMICI. E' prova infatti• di amicizia alla rivista, e all'idea; al propcsito. che· rap,presenta, manidare sollecitamente la quota di· abbon:imento, e procu.i;:argliene molte molte molte altre: molti mo.lti molti· nuovi abbonamenti. • Non· è solo -condizione dell'esistenza. materia_le della civista :(E' anche questo, però). · Biblioteca Gino Bianco

VITA FR.l\TERNA uS Ma è necessità morale. Bisogna che quan.ti siamo capaci ·di intenderci ci intendiamo, ci uniamo: - _bisogna che siamo u.na forza, a servizio della verità, che amiamo. · Diffondete la rivista, Amici ed Amiche ,di Vita Fraterna! Stringetevi intorno ad essa, scriveteci, interessatevi. Conducete ad essa nuove forze, nuove fedi, nuove_ volontà. Convegni di " Vita Fraterna tt Per il suffragio femminile Nell'imminenza del Congresso Nazionale pro Suffragio fem- . mini le ,che si terrà a Milano il 27-28 34>ri'1e (l ), diamo finalmente relazione del convegno di « Vita Fraterna» che ebbe luogo il 12 gennaio scorso, nella sala ,di via Brisa, 3, - o meglio nia,ss_umiamo qui in brevi appunti il risultato della viva e interessante discussione tra le amiche. (Il convegno fu indetto per rispondere al Comitato Lombardo della Federazione Nazionale pro Suffragio Femminile, che aveva im·itato 1e associazioni e i gruppi femminili ad esprimere il ìoro voto sulla questione). Fu preme_sso che ~t voto è .iii mezzo, sia pure difettoso e inadegua.to (ma che potrà e dovrà! perfezionarsi colla riforma elettorale) di governo e di azione sociale effi,ca-ce, d'i formazion,e e correzione delle leggi. - Si osservò che la donna, nella vita sociale, a cui prende tanto parte ma senza avervi una posizione riconosciuta, senza esservi «inqua,drata i> per dir così - .rappresenta ora un elemento anarchico µo,ichè ignora e sabota spesso le J.eggi; avuta la sua posizione, eguale e legale, rappr,esenterebbe, per la sua natura, un elemento di ordine, di moderazione, di spontaneità semplice: come nella famiglia. ' Si riconobbe che la questione -de1 voto può non essere sentita come un'urgenza assoluta da noi donne fortunate, in ambienti spiritualmente elevati, educati, onesti, da noi a cui i nostri uomini riconoscono praticamente l'uguaglianza col rispetto la deferenza. l • Ma pensiamo -la posizione della ,donna sfortunata di fronte all'uomo disonesto, (ne)la famiglia, nel l~voro, in ogni campo della (1) Per adesioni, informazioni, ecc., rivolgersi alla Segrcta1'ia del Congress0: Dott. Ernestina Fasciotti, Comitato Lombardo pro Suffragio femminile, piazza S. Sepolcro, 9 -· Milano .. Biblioteca Gino Bianco I

/ n6 VITA P~ATltRJfA vita), malvagio, v1z10so, violento, prepotente r-: e. ce ne sono! - la donna - e con lei i figli - è assolutamente 111d1fesadalla legge - fatta solo da uomini - e molto per loro comodo! Finchè Ja legge sarà fatta «solo» da uomini sarà «in ogni campo e in ogni questione» unilaterale, quindi in.:ompleta, - la legislazione, la società, sarà impoverita e monca. In particolare la questione della maternità dell'infanzia, della moralità tra uomo e donna, non saranno considerate adeguatamente, nè risolte - e di questo non solo la donna e il bambino, ma l'uomo insieme, tutta lum2.nità immen~amente soffrono. . • Da tutto questo si riconobbe ch~e la questio e del suffrag-io fem- ·minile, è di grandissima «importanza>> e «urgenza», 1o si affermò prima e ,più e meglio che come -diritto, come «dovere»; dovere di umanità - perchè la ,donna dia efficacemente il suo contri\Juto a tutta la vita che vive, non solo quelrla familiare e <lomestica, ma quella sociale, nazionale, umana, - perehè la legge socie.le risulti da ambe le parti che compongono la vita sociale e uman.a, non più da una soh; dovere di solidarietà in particolare verso le sorelle piii infelici e più indifese - -eerso tutta l'umanità i ·cui problemi - tutti - non de,·ono lasciarci in,differenti; dovere di collaborazoione verame uinan.a e fraterna fra -uomini e donne. Se ne affermò l'urgenza - si disse: bi1sogna ottenerlo ora; - mentre il «dopo-guerra» ,impone la risoluzione immediata -di tanti problemi, e rende possibili mutamenti. come mai prima, e certo non più per lunghi anni; - per partecipare alla soluzione dei gravissimi problemi di og·gi, - al grande rivolgimento che si va attuando. e perchè esso sia ricco del contributo femminile, -e quindi umanamente completo. - per le nuove elezioni. Si obbietta l'impreparazione delle donne: Ma, come male, essa 1 ::in si cura che con la prova, e anche ·cogli errori, inevitabili sempre in ogni nuova attività. - Essa è anche però in un certo senso un bene: darà spregiudicatezza. libertà, dirittura; - per la revisione .ùe,1le divisioni in partiti poli'tici. Si obbietta pure il momento attuale grave e quindi peric~loso. M:a quando no? quando il momento sarà adatto? Questa obbiezione non varrebbe che a un rinvio senza limite det.la questione. Si deplorò che questa esitanza a capire e ammettere l'impor- ·tat za e l'urgenza della questione _si trovi sopratutto tra i partiti liberi e nazionali, mentre _i partiti estremi e antinazionali l'hanno già ammessa, e già org·anizzano le forze femminili:· sicchè <Rtesti a,ppu11to minacciano, di avvantaggiarsene specialmente- · Si concl,use affermando il dovere delle colte ed elevate di occuparsi positivamente della questione, - di preparare se stesse anzitutto e le altre e di guidarle a-Ila soluzione. • BibliotecaGino Bianco

VITA FRATERNA . Il1 A questo vogliamo tendere anche noi nella rivista. E in ques_t~ senso richiamiamo particolarmente l'attenzione delle nostre lettrici sull'a·rticolo « La riforma elettorale» in questo fascicolo. Si votò il seguente ordine del giorno: • « Vita Fraterna» richiede il suffragio femminile come sola via per preparare e affrettare la collaborazione femminile nella vita nazionale e sociale: - al fine immediato di provocare e aiutare un rlnnovamen_!o ·nello spirito e nei costumi politici; - al fine più lontano che la donna in ogni evoluzione della vita politica e sociale adempia, come per la famiglia, il suo co.mp,ito di protezione e di conservazione della vita e di resistenza ad :>gni at• tentato contro il principio di umanità; - al fine ,-paricolare di una revisione e di un rifacimento delle_ leggi che riguardano più precisamente i rapporti fra uomo e donna, la donna, l'infanzia; . - al fine generale di una integrazione di elementi e pertanto di un arricchimento nello spirito e nella vita sociale. Ricordare la nostra guerra Ecco un;!' frase felice, che deve diventare. la nostra parola, di ordine, se voglfamo che non vadano di5ipers.i i "frutti di tanti sacr.ifici, <li tante lacrime, di tanti eroismi. E per ricordarla, questa grande guerra, non lasciamo cadere nell'oblio certe pagine, come quelle di un modesto libretto, che non deve man-care in nessuna de'lle famiglie italiane. - Natale Beccarini, che scrisse i suoi «Ricordii>, (Albrighi e Segati ,Milano, L. 2), non ii, un giornalista, non è un letterato e perciò si può essere s,icnri che è vero tutto quello che eg·li ci narra. · M_ac'.è di più: il Beccarini è un operaio, un ~inatore che, a ven- ., t'arìni, 1,aEciò la sua miniera, la sua famiglia, perchè chiamato a fare il soldato: Non e un fanatico della vita militare, della guerra: è semplicementé un giovane onesto, che ha una coscienza, che sente \'obbligo di fare sempre,. d·appertutto il pro.prio dovere, perchè solo così .si possono accampare dei diritti. E dopo aver sen.tito e fatto sentire agli altri il valore della disciplina, dopo aver saputo rinunciare a occupare un posto che non gii pareva adatto alfa sua posizione socfaJe, egli lascia con dolore il suo reggimento e vien man<lato né\ Genio Minatori. Si. av~icina il momento del suo nobile sacrUicio - sacrificio che farà d1 lm uno dei nostri grandi invalidi. • Fu il 13 aprile del 1917: una meravigliosa mattina di primavera venuta dQpo tanta insistenza di tempo cattivo, aveva messo in corp; Biblioteca Gino Bianco

n8 VITA FRATERNA al Beccarini una commozione, un'eccitazione eh' egli trasfondeva ne' suoi compagni. E infatti eccoli tutti fuori, alla bella vista, al forte e buon lavoro. Ma, per poter lavorare, bisognava pri.ma far disgelare la gelatina. operazione delicatissima ,che richiede dell'acqua leggermente riscaldata. Il sergente Beccarini ha visto la pèntola sul carbone e mentre grida: « Attento, attentissimo, a~1 pena tepida l'acqua!», immerge la mano nel recipiente.· Oh terrore! nell'acqua vi erano anche le cartucce di gelatina! Egli intuisce il tremendo pericolq e, senza esitare, si volge al gruppo - una quarantina <li minatori - che sostava all'imbocco della galleria: << Ragazzi, sca.ppate I» e tenta di lanciare il recipiente nel burrone sottostante. « Fu uno scoppio - dice il Beccarini - una rovina completa: ma non prima che i miei occhi vedessero, ultima gioia! la salvezza di coloro che mi erano affidati». . Io non voglio aggiungere altro: leggete quelle pagin'e; è impossibile che esse non risveglino i nostri sentimenti migliori, Che se poi penserete a questo giovine di vent'anni cieco, mutilato delle mani, il quale dichiara che « non. chiamerà mai infelice la vita poi che gli sarà dato udire i nuovi trionfi d'Italia!», se penserete a quell'altro «.santo» della nostra guerra, morto in questi giorni do.po aver dato alla Patria anche il tempo della sua straziante agonia, a quel Marchese Paulucci di Calboli che ha voluto presentare al pubblico questo libro, intitolando il suo articolo: Luce interiore, quel risveglio non potrà essere effimero e sarà uno dei tanti benefici che la nostra e le future generazioni potranno trarre dal ricordare la nostra guerra. Adele Riva. Lettera aperta Cara. Sorel/.a, fondatrice di Vita FI'ate 0 rna, io r·icern eia ogni J)arte adesioni alla mia Lega dell'Era nuova. con l'inùicazione di· nuove leghe o associazioni dello stesso ge - nere. ossia nello stesso spirito di rinnovame:nto morale, inteHettuale e fisico della nuova generazione che si prepara 111 questo momento. 'Ognuna di queste iniziative coraggiose, e fervidamente vitali, ha bisogno di un po' cli denaro dai suoi aderenti per poter fornire un mezzo di unione. nn legame intellettuale tra il pensiero Biblioteca Gino Bianco

. VITA FRATEIUiA II9 t~ i tu lti i suoi ·membri, e ognuna sente nella sua coscienza· il do- • \·ere· imperioso di concorrere a questo aiuto recir>roco indispensabile per tutti. Pure ne risultanò due danni importanti: ognuna di tJucste iniziati ve finisce per spendere molto a detrimento della sua propria consistenza, e .inoltre tutte queste iniziative sparse sono uno sciupio di -forze preziose, pecuniari e vitali. Io proporrei che Vita Fraterna si offrisse a tutte le iniziati \·e ,'\\" nti per scopò presso a poco il suo stesso Ideale, come pubbi i cista di questo Ideale, come filo telegrafico tra le intelligenze i'n azione per la stessa Causa; insomma, che non. vi sia che un solo giornale. un solò organo grafico tra tutti per servire tutte le menti Yotate allo stesso Lavoro. E poichè queste menti hanno tutte delle idee di un tipo speciale che loro è proprio, e che è bene dal cozzo delle idee che sorge la· luce, si potrebbe stabilire una rubrica, in questo giornale di Vita fraterna, che conteng'a Una marcia regolata del Pens-icro Nuovo per-chè ogni categoria di questo Pensiero ségua un cammino a sè, in cui incontri ciò che si associ-a e ciò che la modi1fica a poco à pòco, in modo· da condurla a una _conclusione sicura. il che _succede così di _rado. In ognuna di queste specializ..: ~_azioni del. Pensiero comtme·· (come Morale, &,perienza, Politi,oa, ~apporti. sociaìi, ècc:) qualcuno sareb\)e pregato di formar.e una conclusione dopo unà serie_ di presentazioni d'idee personali; e si 1·innirebbe alla fine dell'ani1ata tutto ciò che sarebbe -stato con- ·cluso e ciò ché .sarebbe stato sperimentato dalla nostra fraterna ii,sociazione. Per i fondi dell'o,pera in comune. si comincerebbe col fare una specie di preventivo, e tutti gli· associati si dividerebbero •il c:i.rito pi·r sovvenirvi; ·la quotazione. sarebbe stabilita in segu,ito, dopo ogni semestre, per divirle~si le· spe-~e eccedenti tra tutti i partec!-· i'illlti al!'o!)era_ comune. Per questo bisogne_rebbe cominciare con un appello .a questa L!nione delle forze sparse; poi raccogliere tutti i nomi e gl'incli1:izzi degli adere.nti, per conos_cerne il numero, suddividere le spese. e facilitare i rapporti diretti tra i membri· dell'associazione. Quindi si stabilirebbe· una s,pecie di rubrica per classifi.care le materie eia trattàrè ·tra noi, per -farle evolvere ciascuna nella sua l'i- "nea. nel suo. ambiente, per. ve11ire a un risultato definito, a una conclusione pratica. _ .... Tatnralmente, ciò -che sa-rà be,n accolto da alcune, non sarà ammesso o gradito· eia altre: ma tra noi la libertà assoluta delle opinioni personali sari rispettata senza discussioni nè allusioni di- .samanti, è vero? BibliotecaGino Bianco

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