Vita fraterna - anno III - n. 6-7 - 30 mar.-15 apr. 1919

VITA FRATERNA . Il1 A questo vogliamo tendere anche noi nella rivista. E in ques_t~ senso richiamiamo particolarmente l'attenzione delle nostre lettrici sull'a·rticolo « La riforma elettorale» in questo fascicolo. Si votò il seguente ordine del giorno: • « Vita Fraterna» richiede il suffragio femminile come sola via per preparare e affrettare la collaborazione femminile nella vita nazionale e sociale: - al fine immediato di provocare e aiutare un rlnnovamen_!o ·nello spirito e nei costumi politici; - al fine più lontano che la donna in ogni evoluzione della vita politica e sociale adempia, come per la famiglia, il suo co.mp,ito di protezione e di conservazione della vita e di resistenza ad :>gni at• tentato contro il principio di umanità; - al fine ,-paricolare di una revisione e di un rifacimento delle_ leggi che riguardano più precisamente i rapporti fra uomo e donna, la donna, l'infanzia; . - al fine generale di una integrazione di elementi e pertanto di un arricchimento nello spirito e nella vita sociale. Ricordare la nostra guerra Ecco un;!' frase felice, che deve diventare. la nostra parola, di ordine, se voglfamo che non vadano di5ipers.i i "frutti di tanti sacr.ifici, <li tante lacrime, di tanti eroismi. E per ricordarla, questa grande guerra, non lasciamo cadere nell'oblio certe pagine, come quelle di un modesto libretto, che non deve man-care in nessuna de'lle famiglie italiane. - Natale Beccarini, che scrisse i suoi «Ricordii>, (Albrighi e Segati ,Milano, L. 2), non ii, un giornalista, non è un letterato e perciò si può essere s,icnri che è vero tutto quello che eg·li ci narra. · M_ac'.è di più: il Beccarini è un operaio, un ~inatore che, a ven- ., t'arìni, 1,aEciò la sua miniera, la sua famiglia, perchè chiamato a fare il soldato: Non e un fanatico della vita militare, della guerra: è semplicementé un giovane onesto, che ha una coscienza, che sente \'obbligo di fare sempre,. d·appertutto il pro.prio dovere, perchè solo così .si possono accampare dei diritti. E dopo aver sen.tito e fatto sentire agli altri il valore della disciplina, dopo aver saputo rinunciare a occupare un posto che non gii pareva adatto alfa sua posizione socfaJe, egli lascia con dolore il suo reggimento e vien man<lato né\ Genio Minatori. Si. av~icina il momento del suo nobile sacrUicio - sacrificio che farà d1 lm uno dei nostri grandi invalidi. • Fu il 13 aprile del 1917: una meravigliosa mattina di primavera venuta dQpo tanta insistenza di tempo cattivo, aveva messo in corp; Biblioteca Gino Bianco

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