Vita fraterna - anno III - n. 6-7 - 30 mar.-15 apr. 1919

VI VITA FbTEJt:NA L' I so.tani nella sua relazione, a,g.gittl\ge pure· al·cune osservazioni e ar,prezzament~ che -ci spiace di non poter, ,per mancanza di spazio, riportar i;te.gralmentc. · Ci Jimitiarrio ard accennare a quelle che ci paiono più impor'- tamti. • L' Isolani ae<le che il d~ploma di Stato conferito ali' infermie.ra debba uscire dailla massima: scuola sanitaria, cioè la clinica in seguito a,d un programma di insegnamento unico, ma .pens~ che il go-verno potrebbe, da Commissioni compententi, far esammare le s,cuole che già esistono, e attraverso o.pportu,ne modificazioni, dLchiararle scuole di Stato. Quanto alla divisione ,dei diversi servizi, I' Isolani dice -giusta·- mente che i turni delle al,lieve devono essere regolati in modo da far fare loro anche grandissima parte dei serviEi,_,così detti, bassi. Ciò servirebbe a dissipare il falso concetto, difflìso in Italia, che l'infermiera signorina non debba fare i lavori grossi, mentre è pro. vato da lunga esperienza che soltanto chi ha fatto. da sè tutti, i lavori, rpotrà essere in ca,so ,di sorvegliare che quc·sti veng~no esce guiti da altri col migHor metodo, con precisione e col maggior r'i.l .parmio di tempo e di forze. « Dato poi che in lta~ia, osserva poi· l' Is_olani, vi è un ecrto numero di organi religiosi· c.he si dedica per buona parte ali' assi-' sten:i;a òspe<laliera, e ra,ppresenta quinrdi" in essa un fattore che .. è impossibile e sarebbe assurdo ed inopportuno trascurare, non sa:. rebhe forse il caso di vedere ·se una delle scuole che sia stata rico.: nosciuta dallo Stato,· potesse essere ténuta da suore-infermiere, tre~ nate modernamente e venir quindi riservata sclusivamente, o qu;isr. alle monache che intendessero istruirsi· e quindi diplomarsi? Naturalmente anche in queste s,cuole si ,dovpebbero trenare le infermiere religiose in tutto- e per tutto come nelle aire, s.enza differer1za -di programma nè di metodo :t. « La presente ,guerra ha m~sso in evidenza clementi preziosi che domanri potrebbero esser-e ,preziose pioniere di quella « nurse itali~na » che <la noi tutte è vagheggiata. Elementi che, già addcntr~ nella .conoscenza delira ,pro~es-sione, potrebbero, solo che fossero ma<11date per un perfeziona.mento atl'- estero, essere in Italia di au- &ilio prezioso, inauguran-do esse le prim:e e vere matrons italiane, che attornierebbero di un'aureola veramente nazionale questa p.ro~.. fessione, che fon,da: s,pe.cialrnente la sua tecnica in una perfetta in,- tuizione, in una conoscenza sicura della psiche e ·del carattere dei malato. Ta1i elementi preziosi. sarebb:ero facili a. ra-ccogliersi, solo cbe_ si chie<lesse in merito alle As-soci:azioni libèrc infermiere, a.I.le autorità sanitari;e militari e civili, che in questi anni di guerra sono. 1,tate necessariamente al ca9o di. ,poter scegliere e vagliare. E con la professione risorta che in .Italia ebbe la sua culla, ebbe :1 suci primo apparire, solo àlloTa s_arà facile il compito tli quella. riforma . . \; Biblioteca Gino Bianco

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