FATTI .E SITUAZIONI ILMATERIALISMO DIALETTICO COMFEILOSODFIASTATO di SIDNEY HOOK ASSOCIAZIONIETALIANAPER LA LIBERTÀDELLACULTURA B1bll tecdC, 1 H d 16
\. L'ASSOCIAZIONE ITALIANA PER LA LIBERTA' DELLA CULTURA si è costituita in Italia, sotto gli auspici del Congresso internazionale per la libertà della cultura, per diffondere i princìpi definiti in un Manifesto agli intellettuali pubblicato a Roma il 1° dicembre 1951. Questi princìpi sono stati così formulati: « Noi riteniamo che il mondo moderno pO'ssa proseguire nel suo avanzamento solamente in virtù di quel principio di libertà della coscienza, del pensiero, dell'espressione, che si è faticosamente conquistato nei passati secoli. « Riteniamo che, in quanto uomini e cittadini, anche coloro che professano le arti e le scienze siano tenuti ad impegnarsi nella vita politica e civile, ma che al di fuori delle tendenze e degli ideali politici e delle preferenze per l'una o per l'altra forma di ordinamento sociale e di struttu1·a economica, sia loro dovere custodire e difendere la propria indipendenza, e che gravissima e senza perdono sia la loro responsabilità ove rinuncino a questa difesa. « E riteniamo infine che, nell'attuale periodo storico che ha visto e vede tanti sistematici attentati alla vita dell'arte e del pensiero da parte dei potenti del giorno, i liberi artisti e scienziati siano tenuti a prestarsi reciproca solidarietà e a confortarsi nel pericolo ». BibliotecaGinoBianco
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• SIDNEY HOOK IL MATERIALISMOD_IALETTICO COMEFILOSOFIADI STATO • • - .. ASSOCIAZIONE ITALIANA PER LA LIBERTÀ DELLA CULTURA - 1954 - . . . . ' 81bliotecaGrr oBianco • • ,
SIDNEY HOOK è professore di filosofia presso la « New York University » di New York e direttore del Dipartimento ~i studi filosofici presso· la stessa Università. Opere principali : The Metaphysics of Pragmatism (1927); Towards the Understanding of Karl Marx (1933); American Philosophy Today and Tomorrow (Editor, with Kallen, 1935); From Hegel to Marx (1936); John Dewey: an lntellectual Portrait (1939); Reason, Social Myths and Democracy (1940); The Hero in History (1943)· Education for Modern Man (1946); John Dewey: Philosopher of Science and Freedom (Editor, 1950); Freedom and Experience (Editor, with Konvitz, 1951); Heresy, Yes - Conspiracy, No (1953). Di , ari fra questi libri sono state pubblicate traduzioni in francese, tedesco e giapponese. .. • • La relazione pubblicatn nel presente fascicolo è stata letta dall'Au1ore al Convegno « Libertà della Scienza> tenuto ad Amburgo nei giorni 23-26 luglio 1953, per iniziativa del Congresso internazionale per la libertà della cu.ltura. Traduzione di G. M. dall'originale inglese Tutti i diritti riservati BibliotecaGinoBianco •
Il materialismo dialettico può essere considerato come un sistema .filosofico a carattere naturalistico e materialistico, ossia come una di quel gruppo di dottrine che riguardano la natura dell'uomo e il suo rapporto con il mondo. D'altra parte, esso può essere considerato essenzialmente come la filosofia di Stato della Unione Sovietica e dei paesi satelliti di quest'ultima. In quanto sistema filosofico naturalistico, i princìpi del materialismo dialettico sono adombrati in talune forme di naturalismo evoluzionistico occidentale, forme intese a definire stabilmente alcune conclusioni sulla natura del mondo, più generali di quelle raggiunte dalle scienze specializzate. Una di queste conclusioni è che, dovunque esistano dei valori, essi sono in rapporto con l'interesse, la consapevolezza o le aspirazioni dell'uomo, e ne consegue pertanto che le verità relative al mondo fisico in quanto teatro dell'attività umana sono neutre dal punto di vista politico. 5 B1bliotecaGinoBianco ,
• • Quando il materialismo dialettico sia così inteso,. il credere in esso è logicamente compatibile col credere in qualsiasi filosofia sociale: il comunismo, la democrazia o il fascismo. Così inteso, il materialismo dialettico, pur ritenendo che ogni forma di consapevolezza personale o sociale sorga, si sviluppi o scompaia a seconda delle alterazioni del mondo materi~le (che sono oggetto dello studio delle scienze fisiche), si oppone al materialismo « riduttivo >>. Esso riconosce l'esistenza di vari livelli di organizzazione e di qualità nuove che si affermano, e l'efficacia del pensiero e dell'azione umani nel rinnovare talune delle condizioni della vita persona}e e sociale. Ebbene, io non mi occuperò del materialismo dialettico inteso in questo senso. Il materialismo dialettico come sistema filosofico dello Stato sovietico differisce radicalmente da quello suesposto, in quanto presuppone che le sue dottrine comportino il riconoscimento della validità del comunismo come sistema politico, economico e sociale, e in quanto la validità del comunismo comporta a sua volta l'accettazione della filosofia del materialismo dialettico (1). È questa una delle asserzioni più catastrofiche che siano mai state avanzate in tutta la storia delle idee, ( 1 ) Le migliori trattazioni su questa• dottrina sono WETTER, Der Dialek._tische Materialismus, e BocHENSKI, Der Sowietrussische Dialek._tische Materialismus, Berna 1950. Il valore del libro del Wetter è un poco sminuito dalle sue simpatie tomistiche. Per una critica particolareggiata del materialismo dialettico e storico, dr. S. HooK, Reason, Social Myths and Democracy, New York 1940, e HooK, The Hero in History, New York 1943 (Trad. tedesca Ncst Verlag, Norimberga). 6 ' BibliòtecaGinoBianco
• poiché, insieme a talune vaghe nozioni relative al rapporto << dialettico » reciproco fra le cose, serve come giustificazione teoretica, agli occhi di coloro che accettano il materialismo dialettico, di affermazioni come quella secondo cui « la scienza, come tutta la cultura nella sodetà moderna, è nazionale nella forma e classista nel contenuto ». Questo principio è stato spesso invocato a difesa del controllo sulle ricerche scientifiche e delle pubblicazioni di opere mediante decreto politico. E dato che affermazioni analoghe vengono fatte- non soltanto nell'Unione Sovietica ma anche in tutti gli altri paesi che si trovano nella sua sfera d'influenza politica, è importante che si rendano conto della sua portata anche coloro che hanno la tendenza a non prendere sul serio questa filosofi.a,considerandola solo come una comoda razionalizzazione psicologica dell'esercizio del potere politico. • I. Secondo Stalin, la dialettica materialista è un metodo per « lo studio e l'apprendimento » dei fenomeni della natura;· il materialismo storico è un complesso di dottrine derivate dall'applicazione del metodo dialettico ai fenomeni sociali. Il metodo dialettico è pertanto fondamentale per questa filosofi.a.Ma non appena Stalin, o qualsiasi altro illustratore, enuncia affermazioni che • si incontrano normalmente nell'ontologia o nella meta·- 7 BibliotecaGinoBianco ., t •
fisica tradizionali, come ad esempio che la natura è « un tutto complesso e integrale in cui ogni cosa è organicamente connessa con ogni altra, dipendente da ogni altra e determinata da ogni altra >>; che la natura è « una condizione di movimento e mutamento c0ntinuo >>, che il movimento va « dal più basso al più alto >>; che « contra·ddizioni interne sono insite in tutte le cose e in tutti i fenomeni della. natura )), eccetera (2), é come se qualcuno descrivesse le caratteristiche principali del metodo scientifico esponendo le leggi fondamentali della dinamica, dell'elettromagnetismo, della genetica, eccetera; leggi che furono scoperte impiegando tale metodo. Il rapporto fra il metodo dialettico e il metodo scientifico viene lasciato in una specie di deliberata penombra; e nonostante ·le ripetute affermazioni che i princìpi della dialettica rientrano nello sviluppo della scienza, non si trova un'esposizione chiara e coerente di tale rapporto. I rapporti fra le cosiddette leggi obiettive della dialettica e .le scienze della natura e della società , engono definiti in modo tale da far pensare: a) a volte che le prime siano presupposti delle seconde, nel senso che· esse sono condizioni necessarie la cui negazione comporterebbe la negazione di qualsiasi conoscenza scientifica valida; ( 2 ) Tutte le citazioni di Stalin sono tratte dalla versione inglese (New York 1939, p. 105 segg.) della sua Storia del Partito Comunista dell'Unione Sovietica, cap. IV, sezione sul « Materialismo dialettico e storico». 8 BibliotecaGinoBianco
.. • • • • b) a volte che le leggi e le caratieristiche della dialettica siano compendi dei risultati dell'indagine scientifica; e) più spesso che esse siano delle ipotesi generali continuamente confermate dai progressi della scienza. A) Una delle difficoltà nel valutare questi rapporti è costituita dal carattere vago ed ambiguo delle affermazioni di principio della dialettica. Prendiamo ad esempio l'affermazione secondo la quale « contraddizioni interne sono insite in tutte le cose e in tutti i fenomeni della natura >> (Stalin). Non teniamo conto per il momento del fatto che il termine « contraddizione )), nell'accezione normale (che è la sola coerente) è applicabile soltanto, come osservò Aristotele, all~ asserzioni e alle dichiarazioni. Come gli altri princìpi della dialettica·, si presume che esso abbia validità universale. Ma, comunque lo si intenda, la contraddizione non può e.ssereconsiderata come un presupposto o come una condizione necessaria di una qualsiasi nozione scientifica particolare, come ad esempio quella secondo cui il passaggio di una corrente elettrica in certe condizioni produce un campo magnetico. Infatti, la verità di questa (o di qualsiasi altra) asserzione scientifica è compatibile con la: negazione della presunta legge dia-- lettica. Perfino se vi fosse mezzo di interpretare una asserzione o legge scientifica come illustrazione della presenza o dello sviluppo di contraddizioni interne, ciò non renderebbe meno falsa l'affermazione della pretesa 9 • BibliotecaGinoBianco
• validità universale di questa o di qualsiasi altra legge dialettica. Infatti talune cose o processi della natura potrebbero avere un certo carattere, pur essendo falso che tutte le leggi e i processi abbiano tale carattere. Al massimo, i princìpi della dialettica sarebbero compendi in un linguaggio particolare di talunj caratteri propri a certe classi di cose e di processi (3). B) Questa mi sembra un'interpretazione ragione- . vole di quel che intendono taluni materialisti dialettici quando ci· dicono che la loro filosofia non è al di sopra delle scienze, ma che la sua validità è confermata passopasso nell'ambito delle scienze. Da questo punto di vista il materialismo dialettico non sarebbe altro che una descrizione sommaria e completamente inutile dei risultati raggiunti dalle scienze in un qualsiasi momento storico. Ma se davvero si intende questo, sarebbe difficile spiegare perché le generalizzazioni del materialismo dialettico siano rimaste immutate per quasi un secolo nonostante la gigantesca rivoluzione verificatasi nel campo della teoria e delle conoscenze scientifiche. E sarebbe anche difficile comprendere come,~al tempo stesso, lo sviluppo della scienza possa venir attribuito al fatto che gli scienziati abbiano seguito inconsapevolmente i princìpi della dialettica nella loro indagine. Qualsiasi metodo che abbia dato risultati positivi o fruttuosi sarebbe dunque dialettico. (3) Cfr. A. PAP, Elements of Analytic Philosophy, New York 1949, cap. 16, « Does Science Have Metaphysical Presuppositions? ». IO BibliotecaGinoBi~nco
C) « La natura - scrive Stalin citando Engels - è il banco di prova della dialettica, e bisogna dire che la scienza naturale moderna ha fornito per questa p~ova · un materiale estremamente abbondante e che aumenta di giorno in giorno ... >>. Si noti che la natura viene definita banco di prova della dialettica, e non del materialismo. Ora una « prova )), secondo qualsiasi accezione del termine, è un esperimento, una domanda alla quale, teoricamente, si può rispondere in più di una maniera. Se la natura è il banco di prova della dialettica, allora i princìpi o leggi della dialettica debbono essere qualcosa di più di semplici sommar.i generali dei risultati già raggiunti in passato. Essi debbono affermare qualcosa riguardo· al futuro che possa venir messo alla prova. Debbono fungere da ipotesi, anche se concepite in senso molto lato. La nostra domanda è dunque giustificata: come dovrebbero andare le cose, che cosa dovremmo scoprire, che cosa dovremmo osservare in linea di principio, per raggiungere la conclusione che la dialettica non supera la prova della natura? I materialisti dialettici non sono mai stati in grado di dircelo perché, qualunque cosa si osservi in natura,_ qualunque cosa accada, essi la fanno quadrare facilmente con le cosiddette leggi della dialettica, allo stesso modo che il credente zelante può far quadrare qualsiasi avvenimento con la sua fede nel fatto che tutto accade per volontà di Dio o che risponde a un qualche piano cosmico della Provvidenza. Dato che non viene indi11 BibliotecaGinoBianco
cata alcuna condizione specifica in base alla quale le leggi della dialettica genuina possano venir confutate o respinte, non esiste nessuna prova; e, d'altra parte, le illustrazioni della _leggevengono confuse con le prove, di modo che non fungono affatto da ipotesi. Non vi sono neppure testimonianze che esse siano mai servite da ausilio alle scoperte scientifiche. Anzi, al pari di molte credenze teologiche passate, sono state invocate per bloccare la strada a nuove indagini scientifiche e a volte per contestare teorie scientifiche, come la teoria della relatività e quella genetica, non in base a prove, ma in base a considerazioni extrascientifiche di ogni genere. È importante osservare che i tabù e le proscrizioni di teorie scientifiche specifiche, come le concezioni fini- . tistiche dello spazio e del tempo o le dottrine psicanalitiche, non sqno affatto conseguenze logiche dei princìpi della dialettica, poiché questi ultimi sono o irrilevanti per tutto quel che riguarda l'indagine scientifica, o così imprecisi da risultare compatibili con qualsiasi scienza particolare. Perciò la spiegazione vera delle norme limitative connesse con il materialismo dialettico è da ricercarsi in qualche altra ragione, di solito social~ o politica. Ciò viene riconosciuto praticamente nella dottrina del partinost, in base alla quale non soltanto la filosofi.a del materialismo dialettico è una .filosofi.a partigiana, classista e di partito, ma anche i risultati della ricerca scienti.fica, le pretese applicazioni delle 12 BibliotecaGinoBianco
leggi de~la dialettica, hanno questo carattere. Ciò si manifesta non soltanto nelle esigenze cui debbono ottemperare gli scienziati sovietici, ma anche nelle affermazioni degli staliniani di stretta osservanza in tutto il mondo. Lo staliniano inglese Maurice Cornforth scrive: « Il materialismo dialettico chiede di essere giudicato, e sarà giudicato, in quanto serva o meno da stru- . mento efficace per mostrare la via d'uscita dalle crisi r dalla guerra capitaliste ... >> (4). Dato che la validità delle applicazioni del materialismo dialettico va giudicata allo stesso modo, è chiaro che al concetto delle normali prove scientifiche come probanti in ultima analisi per determinare quali dottrine siano accettabili, è stata sostituita l'influenza di una dottrina intesa alla conquista e al mantenimento del potere politico. Tutto ciò iridic·a che affermazioni le quali sono irrilevanti in pratica dal punto di vista logico o scientifico, possono tuttavia avere una profonda influenza sulla pratica a causa del loro rapporto con interessi personali o psicologici, e con interessi sociali o storici. Ciò a volte viene smentito. Bertrand Russell, per esempio, ha scritto che « il credere che la metafisica abbia una qualsiasi influenza sulla pratica è una dimostrazione di incapacità logica >>. Noi avremmo detto piuttosto che il credere che la metafisica abbia· una qualsiasi influenza logica sulla pratica è una dimostrazione di incapacità ( 4 ) Dialectical Materialism, Londra 1952, voi. I, p. 140. 13 BibliotecaGinoBianco
logica. Ma vi sono altre influenze che le dottrine metafisiche possono esercitare sulla pratica, influenze non derivanti dal loro significato logico o dal loro contenuto gnoseologico. La storia del materialismo dialettico nell'Unione Sovietica fornisce una buona illustrazione di quanto si è detto. Di quando in quando il Comitato centrale del partito comunista è intervenuto .nei dibattiti filosofici e scientifici per decidere mediante decreti quali princìpi del materialismo dialettico debbano essere messi in risalto e quali dottrine e tendenze debbano essere insegnate in campi che si estendono dall'agronomia alla zoologia. A volte si minimizzerà la funzione del caso; altre volte la si accentuerà perché, dopo tutto, se Lenin o Stalin sono uomini veramente grandi, le loro figure non potranno venir spiegate semplicemente in funzione dei metodi di produzione o di qualsiasi altro comune fenomeno ambientale. A volte il linguaggio verrà considerato· come parte della sovrastruttura culturale, e pertanto come riflesso della lotta di classe; altre volte si decreterà che esso è parte del retaggio sociale comune e perciò è assurdo parlare di « lingua » .o << grammatica >> classista. A volte la logica formale viene esclusa dal corso di studi oerrché è una forma di .I. pensiero metafisica e perciò è una scienza della classe nemica; altre volte viene reintrodotta come scienza aclassista, mediante una mozione che chiede che « la scienza della logica venga posta al servizio del popolo sovietico, venga trasformata in una acuminata arma 14 BibliotecaGinoBianco
ideologica nella lotta contro i residui del passato rimasti nella coscienza del popolo, nella lotta contro l'ideologia borghese a noi estranea )) (5). Probabilmente vi sono le ragioni più varie per questi diversi passaggi da una dottrina all'altra. Si è detto che la riabilitazione della logica formale alle spese della logica dialettica, come pure il fatto che Stalin non abbia neppure accennato alla legge dialettica della << negazione della negazione )) nella sua autorevole esposizione sul << materialismo dialettico e storico )), sia attribuibile al desiderio di usare la logica a sostegno dello attuale statu quo in Russia e di escludere come relativamente senza importanza il dinamismo potenziale del pensiero dialettico, che insiste sul carattere mutevole di tutte le cose e di tutte le istituzioni (6 ). È difficile dire quanto di vero vi sia in tale interpretazione, dato che Stalin usa espressioni sinonime della legge della << negazione della negazione )>; bisogna ammettere comunque che tutti i governi che si siano saldamente insediati al potere si schierano di solito a favore della stabilità permanente. Credo però che, sebbene ·i fattori politici siano spesso decisivi, non siano tuttavia le cause esclusive delle svolte e degli zig-zag della dottrina filosofi.ca e scientifica. Evidentemente il nazionalismo ~ l'orgoglio nazionale, anche se in maniera sciocca, furono parte dei (!'>) V. F. AsMus, citato dal prof. A. PHILLIPOV nel suo opuscolo Logie and Dialectic in the Soviet Union, New York 1952, p." 58. ( 6 ) A. PHILLIPov, op. cit. 15 BibliotecaGinoBianco
gusti e dei pregiudizi personali di Stalin; gusti e pregiudizi che, nel campo dell'arte e della musica, non differiscono sostanzialmente dai giudizi rozzi e incolti dei filistei occidentali. Si tratta dunque di un fattore indipendente accanto ai fattori p~litici. La condanna da parte di Stalin del povero Deborin, da lui definito un << idealista menscevizzante >>, è forse dovuta soltanto al fatto che Stalin non era riuscito a comprendere il voca- ,. bolario filosofico di Deborin. Certamente la condanna della musica di Sciostakovic e Prokofi.ev non si può spiegare soltanto ·alla luce della politica_staliniana. In essa deve aver avuto una parte importante l'orecchio musicale di Stalin. Né esistono prove convincenti del fatto che l'imposizione della · filosofi.a del materialismo dialettico agli scienziati sovietici sia effettivamente giustificata agli occhi del Cremlino dai risultati pratici raggiunti. Infatti, mentre si esaltano ·continuamente i successi degli scieD;ziatirussi del tempo degli zar, quando non c'era il materialismo dialettico, 1' 4ttività attuale degli scienziati1 e dei filosofi.sovietici è soggetta a continui attacchi. La attuale canonizzazione di Pavlov, e le critiche mosse agli scienziati e ai filosofi sovietici perché nel campo della fisiologia e della psicologia non hanno sviluppato le sue teorie costituiscono una testimonianza eloquente a questo proposito. Perché gli scienziati russi del passato, che non erano materialisti dialettici, hanno raggiunto risultati tanto maggiori degli scienziati sovietici di 16 - BibliotecaGinoBianco
oggi i quali, sebbene professino tutti di seguire il materialismo dialettico, vengono invitati insistentemente non tanto ad essere degni delle conquiste dei loro predecessori « non-dialettici >> ma a raggiungere e superare _ le conquiste dei loro colleghi contemporanei occidentali, anche essi « non-dialettici >>? Una risposta di prammatica è che gli scienziati autentici, dovunque si trovino? in guanto fanno scoperte valide impiegano inconsapevolmente il metodo dialettico. A questa risposta si potrebbe aggiungere da parte nostra il corollario che, nell'interesse di ottenere risultati fruttuosi e allo scopo di produrre nuovi Pavlov e nuovi Lorentz e nuovi scienziati del tipo pre-bolscevico che godono l'approvazione degli esperti in materialismo dialettico, si dovrebbe permettere agli scienziati sovietici di divenire « inconsapevoli >> della filosofia dialettica, anziché imporla loro mediante minacce implicite e con l'impiego della polizia. II. Il problema più sconcertante nel campo della filosofia del materialismo dialettico, di tipo sovietico, non riguarda la sua validità, poiché; per quel tanto che tale filosofia possa venir esposta in maniera intellegibile, essa risulta formata o da una serie di luoghi comuni completamente irrilevanti ai fini della scienza, o da 17 ► 1bliotecaGinoBianco
:Semplicimenzogne e assurdità. È ovvio che il punto di vista secondo cui tutte le cose sono in rapporto dialettico 1'una con l'altra non può costituire una guida logica nell'indagine o nell'esperienza scientifica, che presuppone che alcune· cose siano irrilevanti rispetto a taluni fenomeni particolari da noi esplorati. Lo scienziato può ·stabilire soltanto rapporti fra condizioni specifiche, e in pratica deve negare che ciascuna cosa sia rilevante nei ,confronti di ciascun'altra. Naturalmente il suo desiderio di trovare spiegazioni lo spingerà a cercare rapporti fra le cose; non ha du~que bisogno di una filosofia che gli imponga, con un linguaggio equivoco, di andare alla ricerca di t~li rapporti, poiché egli si è già volontariamente avventurato alla ricerca del sapere. Abbiamo già veduto che, in sede filosofica, il materialismo dialettico non può essere giustificato come metodo fecondo ai fini delle scoperte scientifiche. Nessuno conosce le cause delle scoperte scientifiche, e si può immaginare che, come talun.i letterati trovano (o -credono di trovare) nell'alcool o nel tabacco un ausilio all'atto creativo, allo stesso modo può darsi che gli 'Scienziati si pongano sulla via giusta che li conduce a nuove scop;erte in virtlù della loro adr.sione ad una qualche fede personale, come ad esempio quella di Fechner nell'anima mundi, o quella di Keplero nel fatto che gli angeli contribuiscano al moto dei pianeti. In mancanza di una qualsiasi prova di una corrispondenza statistica fra credenze metafisiche e scoperte scientifiche, 18 BibliotecaGinoBianco
9ualsiasi affermazione da parte di un singolo scienziato che una fede del genere ha esercitato un'azione feconda sul suo pensiero va considerata come un interessante ,elemento biografico, alla stregua della affermazione .dello scienziato comunista inglese J. B. S. Haldane, il quale assicura che la lettura dell' « lm·perialismo » di Lenin lo guarì dall'ulcera allo stomaco; il che, ammesso ,che. sia vero, non varrebbe certo a far considerare la opera di Lenin come un valido metodo di terapia medica. Non voglio che si pensi che io intenda negare la possibilità che le particolari fissazioni di singoli scienziati possano aiutarli nel loro lavoro, o che si debba loro consigliare di rinunziare alle loro manìe. Ma il trasformarle in pubblica legge o in articoli di fede obbligatori è una tipica manifestazione di barbarie culturale. Perché dunque i dirigenti dell'Unione Sovietica tengono tanto all'accettazione del materialismo dialettico da parte degli scienziati? Vorrei avanzare l'ipotesi che la ragione più decisiva_di ciò sia da ricercare nella loro errata convinzione che la strategia politica e il sistema sociale del comunismo dipendano dall'affermar- ~i di taluni princìpi relativi alla natura, derivati presumibilmente dalle leggi della dialettica. Per di più questa convinzione errata agisce in maniera tale da fornir loro l'illusoria sicurezza che l'intero processo cosmico, •ela storia stessa, sia· dalla loro parte, e garantisca l'inevitabilità della vittoria comunista. In questo senso il materialismo dialettico serve da surrogato alla religione. 19 BibliotecaGinoBianco
I corollari tratti dalle leggi della dialettica sono di carattere politico e sociale; ciò si vede soprattutto nelle opere di Stalin. << Se il passaggio da lenti mutamenti quantitativi, a rapidi e improvvisi mutamenti qualitativi è una legge di sviluppo, è chiaro che le rivoluzioni effettuate dalle classi oppresse sono un fenomeno del tutto naturale e inevitabile » (7). Analogamente, se lo sviluppo avviene attraverso il meccanismo della contraddizione obiettiva, ciò costituisce presumibilmente la base della credenza che la lotta di classe e la dittatura rivoluzionaria siano << fenomeni naturali e inevitabili )>. Abbiamo già veduto che, dal punto di vista formale, questo rapporto non è affatto conseguenziale, e che le leggi possono esser false, pur essendo veri i fenomeni specifici (sebbene in realtà anche i fenomeni stessi siano falsi). Concretamente, tuttavia, vi sono prove che vi furono rivoluzioni molto prima che venisse formulata la << legge della trasformazione di quantità in qualità ?>, allo stesso modo che si sapeva che il parto avviene improvvisamente dopo nove mesi di sviluppo graduale. La pretesa legge non aggiunge assolutamente nulla alle nostre conoscenze in qualsiasi campo. Anzi, il significato stesso dell'espressione « improvvisa trasformazione di lenti mutamenti quantitativi in rapidi mutamenti qualitativi >> muta allorché si passa da un campo all'altro, e le generalizzazioni relative ai punti (7) Op. cit., cap. IV, sezione 2. 20 BibliotecaGinoBianco •
critici del mutamento non possono fornire il m1n1mo aiuto nel campo pratico. L'irritazione si trasforma in ira, il vulcano dà luogo a un'improvvisa eruzione, l'alterco si trasforma in rissa, un solido in un gas o in un liquido, una ritirata in una rotta, e il malcontento in rivoluzione. Su qt1;estopiano di rozza analogia e di affermazione vaga e inesatta solo il poeta ha il diritto di intrattenerci e di istruirci facendo ricorso ad esse. Ed anch'egli sa che non ogni irritazione si trasforma in ira, né ogni solido in gas o liquido, eccetera. Non appena noi vogliamo comprendere scientificamente qualcosa di questi fenomeni spec~fici, dobbiamo distaccarci da quel grumo di immagini e di fantasie che aderisce alle analogie originali della nostra esperienza, altrimenti rischieremo soltanto di confonderci le idee. È bene osservare che si. pretende che le leggi della dialettica rendano « naturali_)) questi fenomeni sociali, come se il fatto stesso che essi siano già accaduti non fosse sufficiente a renderli appunto « naturali >>. Ma dato che anche l'assenza di questi fenomeni (per esempio le rivoluzioni) è naturale, la pretesa legge è irrilevante. Sta di fatto che la definizione « naturale >> nel campo - della fisica non ha lo stesso significato di << naturale >> nel campo sociale. Secondo il materialismo dialettico, tutto quel che accade nel campo sociale e storico è « naturale >>; si raccomandano infatti certi provvedimenti perché la loro applicazione sarebbe « naturale >> mentre la loro mancata applicazione sarebbe « innaturale >>. Le 21 BibliotecaGinoBianco
leggi della natura sono inviolabili, ma presumibilmente le leggi della storia e della rivoluzione sociale possono essere violate. Questa confusione tra fisica ed etica non si limita al materialismo dialettico, e risale, nel pensiero occidentale, almeno agli stoici e in ultima analisi alla « forma del bene >> platonica. Ma il materialismo dialettico costituisce, dal momento della nascita della scienza moderna, uno degli esempi più cospicui e persistenti di questa confusione. Né i materialisti dialettici sono i soli a cercar di impiegare le applicazioni di pretesi princìpi ontologici e metafisici nel campo della natura a sostegno delle loro opinioni sociali. Alcuni filosofi occidentali hanno sostenuto che l'improvviso balzo di un elettrone da un'orbita all'altra è una prova della libertà della volontà umana. I materialisti dialettici, con indignazione e giustamente, lo negano; ma poi continuano il loro ragionamento come se lo stesso esempio fosse una prova del fatto che la dittatura del proletariato è naturale e inevitabile. Il tentativo di far derivare leggi sociali da quelle fisiche è legittimo, sebbene la storia di questo tentativo dimostri che finora non è riuscito. Tuttavia la validità della legge sociale può esser stabilita indipendentemente @allavalidità di qualsiasi legge fisica più generale da cui presumibilmente la si deve far derivare, allo stesso modo che le leggi· della genetica possono dimostrarsi valide indipendentemente dalla dimostra·zione più o men? riuscita della loro derivazione da leggi fisico-chi22 BibliotecaGinoBianco
miche. Al massimo, tutto quel che si può dire oggi è chenon è possibile alcun sistema sociale che violi una qualsiasi generalizzazione scientifica o biologica veramente· valida. Ma anche accettando ciò, non ne consegue chegli uomini non cercheranno mai di raggiungere un sistema sociale contrario a queste generalizzazioni. Pos-- siamo predire che un ideale sociale fondato sul postula-• to della fertilità universale o eterna del suolo, o- sulla castità assoluta, o su qualsiasi altro obbiettivo incompatibile con le conoscenze scientifiche già sperimentate, sarà irrealizzabile. Ma alcuni esseri umani potrebbero· tentare l'impossibile, anche se ·ciò debba condurre a una catastrofe. Ora, se già le leggi fisiche fondamentali sonocompatibili con un'infinita varietà di sistemi sociali,. una varietà ancor maggiore sarà permessa dalle leggi dialettiche o ontologiche le quali, concedendo per un momento la loro validità gnoseologica, o sono più ge- .neri che delle leggi fisiche (allorché si fornisca un soggetto specifico alla metafisica), o possono essere tautolo-• giche come le leggi della logica (quando la metafisica. non abbia un soggetto specifico). Gli argomenti validi a favore della democrazia, del capitalismo, del socialismo, del_fascismo e del comunismo non si fondano su alcuna teoria metafisica, ontd-- logica o dialettica. Ciò è vero anche per i componenti e imperativi etici dei sistemi sociali, dato che non si può derivare alcuna asserzione di carattere etico da pre-- messe filosofiche, a meno che in queste ultime rion sia. 23BibliotecaGinoBianco
,,. implicito un termine o un atteggiamento di valore. E, come abbiamo veduto, non è possibile basare sistemi sociali su generalizzazioni di carattere fisico, e tanto meno sul fatto che vi siano uomini che tentano di instaurare tali sistemi. E invece il materialismo dialettico afferma che sia la lotta per l'instaurazione del comunismo, sia il suo trionfo universale sono inevitabili. Dato che le asserzioni scientifiche sono passibili di correzioni, e dato che tutte le affermazioni di carattere predicente sono condizionali, non esiste giudizio scientifico che possa garantire il futuro. È per questo che si può dire che il metodo dialettico viene impiegato per affermare una « verità » che o si trova al di fuori dell'ambito della scienza o è incompatibile con il metodo stesso. Più rigida è la strategia politica empirica bolscevica-leninista-staliniana, più opportunistica ne è la tattica, e tanto più risolutamente afferma che « presto o tardi >> l'obbiettivo comunista sarà raggiunto. Una delle conseguenze psicologiche di questa convinzione è l'indifferenza agli altri mezzi e metodi di evoluzione sociale, la negazione che tali mezzi e metodi abbiano determinato i fini già raggiunti nella storia (anziché viceversa), e la cinica e assoluta mancanza di considerazione per il costo umano dell'azi~ne sociale, dato che la responsabilità morale viene trasferita dagli esseri umani al processo storico, che si svolge con il preteso automatismo di una legge di natura. Per grandi che siano le li24 B1bliotecaGinoBianco
mitazioni dell'uomo, per grande che sia la sua ignoranza o la sua codardia, per gravi che_siano le sue sconfitte, ~utti questi fattori non possono arrestare la marcia « dialettica» delle forze produttive verso una società comunista. Ma la dialettica storica ha bisogno, come suo complemento, di una Naturdialek._tìk._, poiché la storia dell'uomo è parte anche della storia del cosmo. Anche i maremoti, i terremoti, le perturbazioni atmosferiche catastrofiche hanno effetti storici, e il processo storico da solo non può garantire che un evento cosmico (accidentale dal punto di vista della storia umana) non pong.a fine alla esistenza dell'uomo sulla terra. Lo sviluppo naturale, ad onta di ogni catastrofe od ostacolo, si svolge, secondo il linguaggio di Stalin, « dal più basso al più alto )), e le leggi dialettiche di sviluppo universale e inevitabile forniscono l'assicurazione che la storia da sola rion può dare: che l'ideale del comunismo non sarà sconfitto. I materialisti dialettici credono che, se la vita umana sarà distrutta sulla terra·, la vita riprenderà altrove il suo sviluppo e la sua avanzata verso la mèta predestinata. A questo riguardo la teoria di cui ci occupiamo potrebbe venir considerata come una versione « politicizzata >> della Naturphilosophie del primo Ottocento, versione in cui il procedimento dialettico assume la parte di strumento della hegeliana List der Vernunft. Non a caso (tanto per citare una delle espressioni favorite di questa scuola) lo staliniano inglese prof. H. Levy parla seriamente di « fascismo meccanico >> nel trartare 25 BibliotecaGinoBianco .,
fenomeni puramente naturali (8). Spesso i materialisti dialettici affermano esplicitamente che la dialettica offre delle garanzie. Ad esempio, un filosofo sovietico che venne in sèguito inviato in Ungheria sulle orme della Armata Rossa, scrive: « La dialettica non soltanto ad- -dita al proletariato il suo còmpito storico, ma gli fornisce la certezza della vittoria; è, entro certi limiti, una _garanzia di questa vittoria )) (9). Secondo costoro, dunque, chi intenda l'universo _giustamente, ossia dal punto di vista del materialismo -dialettico, si renderà conto che: 1) il mondo della nalura e la società non avrebbero potuto esser diversi da ,quello che sono a meno di rendere impossibile la vittoria del comunismo; 2) la struttura dell'universo è tale •che la vittoria del comunismo è già logicamente implicita nei rapporti scoperti dalla dialettica. È questa la promessa di tutto il creato. Le stelle la proclamano col 1oro corso; il fondo oceanico la sostiene; e l'uomo nella ·sua breve carriera la realizza. Anche se la vita sul no- ·stro pianeta venisse distrutta, questa filosofia dà la certezza che risorgerebbe altrove per riprendere il suo pel1egrinaggio per raggiungere quel lontano evento - o .serie di eventi - verso cui il cosmo si dirige. Si ammette a volte che il comunismo scomparirà, ma quegli stes- ·si processi naturali che assicurano la sua scomparsa esigono il suo avvento. (8) A Philosophy of Modern Man, Londra 1938, p. 125. ( 9 ) L. RuoAs, « Dialectical Materialism and Communism », in Labour Monthly, settembre-ottobre 1933; il corsivo è dell'autore . 26 . ' BibliotecaGinoBianco
Ma quel che scompare in un punto del/' universo si sviluppa di nuovo altrove. Un sistema solare scompare, altri se ne formano. La vita scompare dalla terra, risorge altrove. In questo senso, il materialismo dialettico afferma un eterno sviluppo; quel che esiste si evolve. Si evolve perché il moto dialettico interno di ogni cosa esistente è una forza motrice nel senso dello sviluppo. Il concetto di decadimento è valido in senso generale per i casi singoli; il concetto di sviluppo infinito è valido soltanto per l'infinito universo sub specie aeternitatis (1°). Ciò fa pensare non soltanto ai ben noti conforti della religione; è un'espressione vera e propria della teologia dell'idealismo assoluto, con tutte le difficoltà logiche che lo accompagnano. Quale illustrazione ironica della pretesa legge dialettica della trasformazione della tesi nel suo opposto! Il materialismo dialettico, il quale presumibilmente è ateismo militante, viene qui presentato sotto forma di teologia sentimentale! L'indignato rigetto di questa accusa da parte di Rudas e di altri materialisti dialettici ortodossi è soltanto una prova della loro incoerenza e del fatto che essi non sono riusciti ad afferrare l'essenza dell'atteggiamento religioso. Eliminando l'uso della parola << Dio >> o << Spirito assoluto >> e affermando che il movimento non ha origine esterna ma è tutto generato all'interno, essi credono di essersi :sottratti alla religione; e invece non hanno fatto che so- " (1°) Id. id.; il corsivo è dell'autore. 27 BibliòtecaGinoBianco
stituire a una teo_logiatrascendente una teologia immanente. Infatti quel che è essenziale all_areligione non è l'uso della parola « Dio )), ma il credere che l'universo sia in qualche modo favorevole all'uomo e alla sua attività, che i processi naturali sian tali da realizzare i più alti ideali umani (per esempio il comunismo, se si crede in esso), che questi processi non possono venir compresi in maniera adeguata senza riferimento all'ideale stesso,. e che nonostante sconfitte e ripiegamenti momentanei, la vittoria dei più alti ideali umani (ossia quelli di una società senza distinzione di classe) è garantita dal mec- · canismo della natura e della società. Ispirare questa fede nell'animo e nel cuore dei suoi aderenti è la precisa funzione della teologia del materialismo dialettico ortodosso. Che sia o men9 il materialismo dialettico un'espres-• sione dell'aspirazione secolare alla metafisica o alla religione, esso rappresenta senza dubbio una ricerca di cer.'.. tezza, una ricerca di quel che William J ames definì « sontuosità di certezza >> e che nessuna filosofi.ascientifica può fornire. L'animosità contro tutte le teorie filosofi.che devfazioniste, contro le dottrine tecnico-scientifiche senza la minima attinenza alla politica, si può spiegare solo con il timore che in qualche modo la fede rivoluzionaria ispiratrice e consolatrice sia minacciata quando si conceda alla filosofi.ae alla scienza l'autonomia necessaria per svilupparle nella maniera che filosofi e scienziati ritengono più opportuna nella loro ricerca della verità senza coercizioni. 28 BibliotecaGinoBianco
Quel che è nuovo, nella filosofia del materialismo dialettico, non è la sua dottrina delle due verità, la comune verità scientifica (detta a volte metafisica) e la più alta verità dialettica. È piuttosto l'intensità e l'estensione del control~o politico delle arti e delle scienze indotte da questa ricerca di sicurezza. È come se, disperando di poter difendere razionalmente il loro programma politico, con il conseguente inutile sacrificio di milioni e milioni di persone per un futuro problematico che non promette di esser molto migliore del passato, i dirigenti dell'Unione Sovietica siano stati costretti a ripiegare sull'autorità di una dottrina mistica della quale essi soltanto posseggono la chiave. Un filosofo del partito scrisse prima dei processi di Mosca : << Plekhanov, e perfino Bukharin, non' sono stati in grado di fornire una esposizione inconfutabile del .materialismo dialettico anche perché in ultima analisi non seguivano una linea inconfutabile in politica >> (1 1 ). ·E chi mai segue una linea inconfutabile in politica? Evidentemente chi comanda le forze di sicurezza dello Stato. Si può argomentare che, dato che secondo il Diamat ( comune abbrevazione di << materialismo dialettico ») tutte le cose sono in rapporto l'una con l'altra, ur;i errore scientifico comporterà in· ultima analisi un errore nella teoria e nella pratica politica. In quanto esperti in politica, i commissari bolscevichi possono, pur senza ( 11 ) L. RuoAs, nel periodico americano Communist, 1935. p. 348. 29 BibliotecaGinoBianco
., .. pretendere di essere onniscienti, rivendicare la loro competenza nel giudicare che cosa sia scientificamente errato, dato che una deduzione esatta che porta ad una falsa conclusione rivela una falsa premessa. Con la stessa logica tuttavia uno scienziato sovietico potrebbe sostenere che, essendo tutte le cose in rapporto reciproco, una posizione politica falsa presuppone in ultima analisi una falsa teoria scientifica e, poiché i bolscevichi hanno evidentemente torto in molte delle loro afferma~ zioni scientifiche, essi o sbagliano nelle loro premesse politiche, o non riescono a pensare correttamente sulla loro base. Ma è poco probabile che uno scienziato sovietico che avanzi tale argomento possa sopravvivere. No, è soltanto la potenza materiale, e non la sapienza nell'usarla, che esige dagli scienziati l'omaggio intellettualè verso persone ignoranti dal punto di vista scientifico o filosofico o da tutti e ·due. Nessun uomo nella storià, nessuno zar, imperatore, papa o dittatore si è visto attribuire un genio così grande in tanti campi diversi quanto Stalin, il cui talento principale, se non unico, fu queU-odi organizzatore politico. La morte di Stalin potrà entro certi limiti far mutare lo stile di qu_este esaltazioni, ma finché il dubitare della saggezza politica dello stalinismo leninista-bolscevico verrà considerato come il primo passo sulla via del tradimento, se- . guiterà ad_imperare il controllo politico sull'arte e sulla scienza. , Per quanto esistano divergenze di altra natura, la 30 • . . .. BibliotecaGinoBianco
vocazione di tutti gli scienziati del mondo libero in· quanto scienziati è minacciata dall'estensione della potenza sovietica e dalla sua camicia di forza ideologica~ Qualunque sia la scuola filosofi.ca cui appartengono, tutti i filosofi. saranno costretti a inchinarsi dinanzi ai. decreti politici in fatto di epistemologia, di logica e di metodologia. Spetterà alla polizia di amministrare non solo la giustizia ma anche la filosofi.a.Non si tratta di una fantasia ipotetica del futuro come il « 1984 » di Orwell : si tratta di una ricapitolazione del destino della. filosofi.anell'Unione Sovietica. • • •• • • t • ,. • ~ . "' • . ... • • . ~ • .. • • 1' "" • ., .. ·) •• ' .. ~ i ,.". • • J 311 .. 4", ~· .. • • B bll ecaGinoBianco '
BibliotecaGinoBianco Gennaio 1954 ISTITUTO GRAFICO TIEE'RINO Roma - Via Gaeta 14
Opuscoli pubblicati dall'Associa.zione italiana per la libertà della cultura: Serie « PROBLEMI DEL NOSTRO TEMPO»: I. LE LIBERTÀ CHE POTREMMO PERDERE di DENIS DE ROUGEMONT 5. I L M E S SA G G I O D I P I E R O G O B E T T I di UMBERTO MORRA 6. LO SCRITTORE TRA LA TIRANNIA E LA LIBERTÀ di GUIDO PIOVENE 7. LA S O LI T U D I N E D E L L ' A R T I S T A di EUGENIO MONTALE 8. R I V O L T A E C O M U N I O N E di GUGLIELMO PETRONI 9. PER LA LIBERTÀ DELLA FANTASIA CREATRICE di LIONELLO VENTURI 10. L E D U E D I T T A T U R E di VITALIANO BRANCATl 11. L ' A V V E N I R E D ELLA C U L T U R A di A DRÉ MALRAUX 12. I L T E M P O D E L L A M A L A F E D E di NICOLA CHIAROMONTE 13. L ' A R T I S T A E LA SOCIETÀ di THOMAS MA ';s;: Serie « FATTI E SITUAZIONI>>: 2. C H I S O N O I P A R T I G I A r I D E L L A P A C E 14. ID E A E RE ALT À DEL L 'AMERICA di E. E. AGNOLETTI 15. LA NUOVA STORIOGRAFIA SOVIETICA di V. GITERMANN e G. von RAUCH Serie « TESTIMONIANZE >>: 3. U S C I T A D I 4. LA GRANDE SICUREZZA di IGNAZIO SILONE TENTAZIONE di CZESLA W MILOSZ Prezzo di vendita L. 100 a copia - Conto corr. post. n. 1 /8363 , BibliotecaGinoBianco
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