Vita fraterna - anno III - n. 1-2 - 15-30 gennaio 1919

Anno IH, N. 1-2 - 15-30 Gennaio 1919 Conto corr. colla Posta VITA FRATERNA RIVISTA QUINDICINALE DI STUDIO E DI AZIONE SOMMARIO 1919 - Dopo guerra - La donna nella vita nazionale - La saggezza d'una ignorante - Per la fraternità delle madri - Dalla terra - 3 Novembre 1918 - Documenti - Conversazione (Parole della Direzione -2Note di Amministrazione - Fare!) - Lettera· aperta. ABBONAMENTI Ordinari Italia L. 6. - Estero L. 7. 5o Sostenitori ,, ,, ro. -- ,, ,, rS. - Gli abbonamenti sono solamente annui. Numero separato L. o.3o - Arretrato L. 0.60 pei numeri doppi il prezzo è doppio Esce il 15 e Ìl 30 d'ogni mese. DIREZIONE e AMl\JINISTRAZIONE Via Spiga, N. 25, l\lilano - Telefono: Sr-16 Biblioteca Gino Bianco

PAGINETTE JNTEf'<NE J.Vleme:1.1to. f.'.11111, ,._ - L na ,·olt;t per t11ttc ritieni q11L·,to: .\"011 ,-i ~arà n;ai p;-u::e-perfetta ]l•Jrtaia dagli a, 1·enime11ti. Le c;wse di angrsc;a ·cambi:11,0 crii gi•Jrni. ! · h frlicil;-Ì ti farà pa11r,• se la s,·entura ti ha prostrato .. .... Se t11 attc11di. p<'r es,erc· iii" ealm,t. che l'occasio11e lo per rnerta, non ci ,arai g1annnaL Sii trn 1101110. e aspira alla p8ce superiore. Camminerai con un pa,:so più frrrno· sui ~entieri m11teYoli. 1-'erchè- a1-ra1 1111ricm ero interiore, 1111p11nto per sempre stabile. ';essun an·enimento isolato, nes~un co1;corso cli circostanze p11r g-ra,·i, potrà rimettere tutto in q11estionc. Poni le radici nella sola còsa necessaria: 1'1\mor<' infinito del l'ac)re. 11 bene che ne risulc tcr;ì per te sarù grande. E cli,·entcrai un rifugio per gli altri, per quelli .c\1e_~nii. p<:r ]9 stra11_icro ~tesso d.i cui ht _strada incrocerà per -caso la tlla.· l.-ort11na o s1·cnt11ra, lutto ciò -che ti attende alla s,·olta del cammino. dietro le pot}e chiuse, nei ripiegamenti nascosti del pen- ;·,!Cro umano, o sotto il Yclo cle!Lt1·1·enire. dipende da ciò che tu hai nel cuore. Ti insegnerò !a pazienza cli -tutti gl'istanti. r::· possibile consen·are la calma in seno alla burrasca .... Per il pr_ii'1cipiante la pazie~Jza è 11110 sforzo che stanca o rnneccita. l'erchè egli è paziente st;o malgrado. l' na ,·olta che abi,iarno appresa la bontà p1;e1·cnti1·a siamo pazienti per nttO\"Cl le1111·eramento, e- la pazienza cli, iene un riposo ... Essa ,·iene cla Dio. clai figli elci grande- amore e clclla g;1·a11dc fìdttcia. - « .\himè. clon' sono:» - Biblioteca Gino Bianco -·

Milano• AnnoNI 15- 30 Gennaio1919- N.1- 2 VITA FRATERNA RIVISTA QUINDICINALE DI STUDIO E DI AZIONE Abbon.annuoordinarioL. e Abbon.annuosestenltoreL. 10 l O 1. 9 $;1lutiamo l'anno nuovo - salutiamolo con gioia! Sia un buon anno : sarà un buon anno ! Sarà perche lo vorremo. Gli anni· passati, - della prova, della lotta, dell'offerta, delle angosce, e della vittoria - questo ci hanno insegnato: a volere, e a credere nella nostra volont.ì, quando sappiamo quello che vogliamo, e vogliamo ciò che e bene; a pensare, dunque, e scegliere ciò che è bene da ciò che e male, o non è; ad amart generos.amente, invincibilmente. E questa è vita. E questo ancora ci hanno insegnato: che per far trionfare come dobbiamo quello che abbiamo, nel pensiero e nella volontà, riconosciuto e adorato come bene - non ci basta (benche sia primo ed essenziale) adorarlo e attuarlo nel nostro individuo - ma ci bìsogna trovare, riconoscere intorno a noi - vicino e lontano - altri credenti e volenti lo stesso bene, e, uniti in verità e libertà con quelli, operare; - e che in mezzo alle difficoltà, ai dolori, alle asp~ezze del cammino quotidiano, nel vasto mondo, una dolcezza e una forza ci è data: volerci bene gli uni gli altri, compatirci, aiutarci, confortarci, lottare, vincere, gioire insieme. E questa i.: fraternità. Biblioteca Gino Bianco

VITA FRATERNA Rinnovian10 dunque, ancora una ·volta, il nostro patto di vita fratern'a. Pensosi, ricordiamo che questa fraterna vita ci lega, al di là delle tombe, a quanti ci hanno preceduti nel ·cammino, e nella confessione suprema, - e, al di là delle culle a quanti verranno a raccogliere, come li lasceremo a loro, il fardello e-· la lampada della vita. E procediamo, con fede, con volontà, con amore. Dopo ·guerra (Appunti). Il dopo guerra è cominciato. E' cominciato dopo la vittoria, - ma prima della pace. Poichè la guerra è cessata - ma la J'>acenon è ancora. Nott è nè firmata ufficialmente, nè stabilita in realtà. No, non è ancora pace· nel mondo! Il turbamento è ancora troppo profondo, le ferite sanguinano ancora, i lutti piangono -· pur nella conscia fierezza del sacrificio coronato di vittoria; e vi sono pur dei lutti disperati, quelli dei vinti, degl'ingannati, degl'incon~ci; - la rivoluzione rugge dall'oriente; - il disagio sociale, •la rivolta contro le ingiustizie inveterate, la sete di benessére materiale, serpeggian minacciosi tra Je masse; - le energie, le iniziative disparatissime, costrette per tanti anni nei ranghi, e dirette a un solo scopo, rotte le file oggi sobbollano e cercano la loro direzione tumultuosamente; - verso l'ordine nuovo il mondo cammina attraverso una crisi di disordine. Tutt'altro che pace: è il dopo guerra. Periodo di stanchezza. e non ancor di riposo; periodo di assestamento, ma di sconvolgimento ancora. Intanto, dopo l'evviva altissimo, concorde, la « sacra unione, - con tanto sforzo ottenuta - si è sfasciata. Il grande scopo tÌnico - vincere - è raggiunto, e ciascuno riprende il suo posto e il suo cammino. Pur troppo, moltissimi anche mostrano di aver serbata · intatta ·attraverso !\"norme crisi- la passata mentalità, e I . Biblioteca Gino Bianco

VITA FRATERNA 3 tentano con quella di riprender terreno, chiusa la · « parantesi >> della guerra.... I vecchi partiti si riaffacciano alla ribalta elettorale,· le antiche divisioni risorgono, e ciascuna colla deporevole tendenza a cercare, a vedere, a pretendere nella guerra appena finita la dimostrazione della propria superiorità, sugli -altri, della propria esclusiva capacità di mettere a posto il mondo ... E il tono generale si va abbassando, cessata l'urgenza più evidente della resistenza, cessato il sommo· pericolo più patente, cessata l'imminenza continua tragica e radiosa della morte sui campi di battaglia,.... cessata la _paura.... La paura! Per Ja-'misera gente a cui solo la pai.tra è stimolo a reggersi ctesti, in posizione quanto più sanno virile, anzichè adagiarsi in bestiale letargo dello spirito. - anche la paura, dunque, può essere ut1~e! Dobbiamo dunque proporci di tenerla viva in lioro? Dovremo ittilizzare così, mostrandole, richiamandovi l'attenzione di quel volgo morale troppo proclive a distrarsi, le molteplici minaccie <11 quieto vivere che ancora esistono, e oggi più di prima .... Ma se veramente per noi questi anni sono stati di fede e di. amore, non di terrore e di odio - ora non si tratta che di continuare, completare, condurre a tutte le sue conseguenze la grande crisi di cui la guerra è stata la prima fase. Non per paura, ma per amore, senza spensieratezza, ma con fiducia, seguiamo con attento sguardo i grandi sconvolgimenti dei paesi in preda alla rivoluzione, ascoltiamo con vigili sensi il polso della vita nazionale e popolare, intorno e presso a noi, nel vasto mondo e neJ-la nostra vita quotidiana. Non ci ha sorpresi la vittoria, perchè sempre l'abbiamo voluta con certezza. Non ci sarprencle - se pur ci addolori - l'insorgere cli tante bassezze in grande e in piccolo, cessato lo spavento: perchè non ci siamo mai illusi delle parole, nè abbiamo mai creduto nelle miracolose trasformazioni. Ma neppure ci sgomenta; perchè crediamo, sì, nella potenza del bene più che del male, purchè i servi del· bene, della verità, non si lascino (come troppo spesso è ayvenuto) superare in attività, in abilità, in ardore dai servi del , male e del falso. Vogliamo essere ervi fedeli del bene e del yero che crediamo. Vogliamo cercare la nostra forza ncll"t111ionenell'essenziale, BibliotecaGino Bianco

VITA FRATERNA che supera ogni barriera artificiosa di partiti e d'i classi, co!1 tutto il forte, il buono, il generoso che la guerra ha destato e rivelato. Vogliamo serbare fede ai debiti contratti in quest? grand~ presente verso il passato e verso l'avvenire, - proseguire senza timore, a fondo. - Come, se non avessimo condotta a fondo la guerra fino alla vittoria a qualunque costo, l'avremmo lasciata da completare, da rifate anzi ai nostri figli, legando loro in angosciosa eredità i sacrifici e le pene che ci fossimo voluti evitare - così, se volessimo (e, per assurdo, ci riuscissimo) arrestare il cammino dei tempi, non risolvere a fondo le questioni poste daUa guerra, non compiere fino ni fine le revisioni, le trasformazioni imposteci dall'esperienza che abbiamo avuto il tremendo privilegio di vivere, se volessimo cessare il travaglio prima del compimento della nostra missione -,- trasmetteremmo alle generazioni venture non l'opera nostra compiuta, non dei tempi migliori, ma dei grovigli di problemi aggravati, intristiti, inaspriti - e tradiremmo la speranza e la volontà dei Morti per il trionfo - oggi - della causa -che hanno servita. Accettiamo 'la nostra parte - ·viviamo l'ora nostra. Così come durante la guerra, la fede e l'amore ci assicurano che, qualunque siano per essere le. difficoltà., i casi, gli sconvolgimenti che dovremo attraversare, - la conclusione, il risultato ultimo dovrà essere un bene, un progresso umano: purchè tale rimanga l'orientamento della nostra coscienza e della nostra volontà. A. Arpesani. da una città di provi·ncia. . . . . mentre ti scrivo - dalle voci di bimbe del giardino di fronte salgono a me con le note della canzone· qui popolare perchè insegnata nelle scuole lo scorso anno : • Trieste sei nostra - A te il tricolore •· - E puoi pensare come tali parole che prima ascoltavo con un lieve senso di malinconia (non di scoraggiamento però) oggi mi si ripetono esultanti in cuore. I giorni indimenti~abili che abbiamo vissuti! Dio voglia che il ricordo non ci si smarrisca mai in cuore, ma, durando sempre in noi, serva a dare alla nostra vita _,: che ora più dì prima deve tendere ad una meta per i nuovi doveri che le incombono - - ùna impronta di _profonda bontà. - Al lavoro, ancora, con rinnovate energie.· Non, crediamoci, per carità, svincolate dai doveri che lo spirito dì fratellanza - final• mente rivelatosi a noi durante la guerra - ci ha fatto assumere verso gli umili ; ma continuiamo instancabili la nostra opera della quale v' è, forse pit1 di prima grande bisogno ! .... novembre Il)I8. c. b. Biblioteca Gino Bianco

- VITA FRATERNA· 5 La donna nella vita nazionalè Non può più tardare l'ora in· cui sia riconosciuto alla donna ì1 diritto d'intervento nella vita politica; e non soltanto perchè la donna ha dato nell'll.guerra la misura del suo valore nazionale e sociale e la su·a opera non potrà più ;essere negata o dimenticata, ,così come non si potrà cancellare mai, nè rinnegare nelle sue con- ·eguen~e, l'immenso contributo del popolo alla salvezza della pat,r':a. Ma diritt.i e -dlove·rinuovi dell,a donna de':"ono lessere ri:conosci-uti .nel tielmpo•stesso in cui do'Vunqu-esi chiiamano, e si vogliono i giovani ad opera-r,e per 11paese, Sielgnoquesto di r.iconoscenzai ma segno anche del desiderio e del bisogno che fortemente sentiamo di .rilnnova;rc:i; devono esser riconnsc-iuti ncll'ora in -cui un senso di -evoluzione, di rivol~zione penetra, profondo, le coscienze e s' imJ>One;,e chii ne è penetrato dùb.i1tagià se egH sia profeta dell'a vve·- nirej o si,a appena int1e·rprete del presente. L'avvento della donna iiHel pubbliche oofiej risponde alle con- <lhi,o,ni storiche e mor,a,li da cui 111iasco,nola voJorutà di un immediato rinnovamento della politica naz,ionale e il presagio che un'età del tutto nuova si apre. Chi fida per. il bene del paese nei giovani, fida nella loro inesperienza: ines.p,erie11zade!J'e tr:s.ti trad!izioni della reoen!ie po1itica, inesper' enza di transaz.iiOni ed! equivoci", di soluzioni profonde f.ra parole e fatti; inesper'i,enza di :iindulgienze ei remis'siv.i .adattamenti nei contrasti dèlla coscienza: inesperienza dell'arte che :$.gg'.ra gli os-tacolii e ·non li affronta. Per distruggere un groviglio d'interessi rinsaJ.d'ati da lunghe <:onsuetudini, non può bastare la persuasione della loro vergogna e d'e1loro danno che è pur• viva in mo,lti uomiin::p,o.J.i:ticidl'-ogg~: c;qcorre l'ardire di chi rinnovando non sa cosa distrugge e contro · hi mena i suoi oo,lpi, occorre l'anima nuova. I giovani sono una promessa di purificazione, una certezza BibliotecaGino Bianco

6 VITA FRAT~RNA di operosità: perchè tutte le attività si spiegherann.o quando chi' può operaneJ torni. a aredien! ai fi111rnggiunti, alle vie non intralciate da interessi di individ\.1i o di gruppi, all'utilità del suo lavoro •. La donna dà eguali promesse per un miglior avvènire. Essa. , promette la sua attività in ogni opera sociale per cui il lavoro a nulla vale se non l'accompagili spirito di sacrificio, consapevolezza paziente e minuto esame delle sofferen;e e delle necessità altrui; quest'attività che si volgerà alla periferia dellà vita domelitica per la fissità della dimora famigliare è destinata a distribuirsi' eguale e benefica in tutto il paese, a cooperare all'elevamento della più umile popolazione. L'operosità femminile non ha per fortuna abitudin.i cli pubbliche riconoscenze e ciò gioverà forse a metter presto fuor d'uso, per uomin.i e donne, in regime di perfetta c- :uaglianza, la moneta --~icciola delle sp'icciole ambizioni. Più generalmente ancora dei giovani, la donna può dare la garanzia cli. un'a,ssoluta inesperienza della passata politica; essa ha meravigliose ignoranze che le permetteranno di abbandonare e sorpassare vecchie posizioni con la speditezza sicura di chi si lascia dietro cose ignote e insospettate; ignoranze fatte apposta . . per metter fuori di strada l_agente abile ed accorta. La donna in ~c:nere non conosce che il piccolo governo domestico, dove ogni complessità, che pure esiste, scompare e si riduce tanto è semplice, unico, il fine· che gli affetti segnano alla piccola società famigliare. La donna governa giorno a ·giorno quello che è del suo compagno e d~i figli per il loro migl·ior bene; in tin tal governo l'impiego dei· mezzi per raggiungere lo scopo non conosce deviazioni nè disperdimenti. Dall'uso della vita domestica la donna porterà nel governo delle cose pubbliche una concezione di vita semplice e pratrca, un'abitudine di coscienziosa onestà. La collaborazione femminile nella società nazionale è da desiderarsi proprio in nome cli quella impreparazione politica cleìla donna nella quale cercano una ragione cli opposizione i nemici più o meno convinti del suffragio femminile. i quali poi non so come concepirebbero una preparazione politica in astratto senza l'eser-• BibliotecaGino Bianco

VITA FRATl!:RNA 7 -:::1z10 di diritti e doveri politici: sono i soliti ·giri viziosi fra cui i adoperano ad accerchiare la vita quelli che vogli.0110 l'inerzia 1~ropria garantita dal'inerzia degli altri. . Le ·oonsegu1e1nze dell'avvento <l'ella donna alla viba. poliitica. scrno trop.po lontane e g-ra-vi perchè si possa fermarsi dinanzi al i,rmore ~he, i1l voto femm:nile ingrossi oggi, le file dell'uno o delJ'altro partito. Invece che giovare a far più forte la tra~a degli :interessi del passato, potrebbe accadere clie, estendendo il diritto di voto alla donna, si affrettasse lo scompaginamento dei vecchi partiti e si aiutasse la desiderata formazione di raggruppamenti 1iiù \'._asti rispondenti a v~ri e propri concetti e schiettamente distinti fra loro. Ch;e, se poi Ila donna ha ,potuto essere e ma•n,tenersi incompetente nelle questioni politiche, militari ed economiche, del passato cli cui non afferrava il diretto rapporto con la sua propria' vita, r,on è possibile che ess·c1.rimanga indifferente a quel!~ que;tion~ ,;ociali che nell'avvenire occuperanno quasi intera la vita deile 11azioni, ben definite nei loro confini, sicure nella solidariètà inter11azionalc. E' chiaro che nelle qllte',stioni del ·lavoro l'interesse della don.- -na è identico a quello delll'uomo e che se la: donna lavoratrice non ·ha diritto di intervento all'ora delle cl'eliberazioni accadrà che agisca senza coscienza di doveri e pe_r vie non legali all'ora delle sanzioni ; ci verrebbe a creare e ad ammettere volutamente nel mondlo del Jiavoro un elemfejnto di disordine e d,i anarch'a. Ma ogni problema. socia.le tocca la vita della donna non me- ·no di quelfa deU'uomo 1e, in misura forse anch~ maggiore: niella soluz:one di ogni p,roblema. ma-le, nell'idcazione di provvedimenti volti al miglior bene di tutti, la donna può portai-e un savio e p(}lr:tdleratogiudizio, saprà sopratutto tener vivo il senso della necessaria ·coordinazione fra gli intercs!l1 generali " particolari, perchè a11a donna sono più preeiMmente e continuam'.b1te pres:e,nti che all'uomo le •ripercussioni che i pubblici ordinamer.t_i hanRo . "t\lla. v1t,a individua.le ,e della f.imi~•. Biblioteca Gino Bianco

8 VITA F:lATl!JI.NA In ogni modo inconveni~nti e danni immediati quando ve ne fossero, non possono far :r:inunciare al componimento d' una ginstizia e ad una promessa sicura per il domani prossimo e per l'avvenire . Se crediamo· in un profondò rivolgimento vicino, se non vo- . gliamo che sia f' irreparabile moto di forze disgregatrici che si frangano in immensa rovina delittuosamente per sè e per l'umanità, la partecipazione della donna alla vita politica e sociale de- - ve essere voluta e invocata. Dev'essere voluta fin d'oggi perchè nelle crisi che si preparano sarebbe pericoloso fidare ancora sulla capacità cli improvvisazione cli cui la donna ha dato una fortunata -prova nella grànde crisi nazionale e bisogna sopràtutto che oggi non cadano spezzati i fili mirabilmente tesi in questi anni dall'op•~- . rosità femminile. ··Quando abbian6 lo sguardo all'avvenire gli uomini dovrebbero accoglier la donna che entra ora nella vita ad assumere fra loro dei diritt-i, ma sopratutto dei doveri, con la gravità e la riconoscenza con cui ognuno di loro nell' intimità della casa sua, fra i figli, sente l' importanza del compito della donna e guarda all' opera femminile .per cui ogni giorno continua e si ricrea la vita della famiglia. La società umana con un premer-e lento di forz,e• o con sussulti tende a sciogliersi dai vincoli per cui nel passato lontano è stata sollevata dalla barbarie. Se gli istinti di libertà mirano · a scard-inare ogni principio di autorità esteriore, a creare..f.orme di vita che rispondano sempre più da vicino alle aspirazioni naturali, .deV!clessere restiltuito ad- ogni elemento d'el)a na-tura la sua ftmzione perchè agli -impulsi dissociatori ed individualisti sia posto un freno d'al'listint,o femininile non meno naturale di quello del1'uomo,. ma più generalmte!nt-e -e· imperiosamente conservato,re e sociale; perchè nel disegno, della nuova lontana s:ocietà si rifletta inte-ra la sa'Vi,ezz,a-ordinatrice delfa natù.ra. Devono c!s'S-ereassicttrate alla donna per l'avven're condizioni -che le consentano di ~- dempiere nella società nazionale lo stesso compito che le è segnato nella vita famiglia:r:e. La cJlonnachi~\dà Pegola e misura alla famiBiolioteca Gino Bianco

VITA FRATERNA 9 glia deve esercitare nella società un' egual volontà di ordine, una eguale virtù di armonia: la donna che porta vivente in sè il senso del vincolò per cui il passato si unisce ali' avvenire, che infonde nel!' uomo, per l'amore e la protezione dei figli, questo senso di continuità e di finalità nella vita rappresenterà sempre· contro· ogffi principio anarchico e dissolvitore della società umana la solennità e l' amore della. vita: ogni tentativo di distruzione avrà sempre contro di sè il più profondo degli istinti femminiLi. Le amarezze, l' odio stesso deH' ingiustizia, da cui nasce tan:te. volte nell'uomo il desiderio di annientare ed abbattere, sono sempre menò forti ·nella donna del rispetto, del culto per la vita: la_donna avrà sempre fede nella vita perch,è crederà sempre in quella dei suoi figli e perchè l' istinto materno trasforma per lei rinunce e sacrifici in altrettanti atti di vita. Quando sia largamente affermata la parte della donna nella vita nazionale se accadrà che la guerra mossa per ingiustizia e conquista divenga impossibile, v'è ragione di credere che ogni attentato contro la vita umana; ogni violenza per cui vengano alle popolazioni fame, epidemie o morte non troveranno per nessun fanatismo consenziente e solidale la donna,: per nessun interesse di gruppo o di classe ma per l'interesse universalmente umano la volontà femminile sarà contro tutto ciò che minacci la vita dei' figli. La donna ope-r 1erà per il miglioramento: sioci.aLe,redamerà con impazi,enza •per la fami,g,lfa il benes!Sere materiale, v,o,rrà rai.clii-caLi ri;for;me, ma si opporrà ad o.g-ni·salto ne,l vuoto e ne!~'ignoto, Òpporrà una resistenza moderatrice ali' uomo pronto per passione de,ll"idea e per sete di libertà a l,ancia11ie.se .steS1soe la socireta nelle prove p,iù ardite. La storia di ogni vita è fatta insieme di passione che muove contro la realtà per trasmutarla e -rinnovarla e di adattamento, fo1ie o fiacco, alla realtà. Ora, è vero che in ogni vita di donna v'è -e passione e sommissione, ma, quando si ·consideri· nell' insieme la ·vita femminile essa rappres~nta nel!' umanità la volontà che accetta, piuttosto che la volontà della rivolta. Biblioteca Gino Bianco

IO VITA FRATERMA L' intervento della donna nella vita nazionale promette nel-I·€' più lontane evoluzio111i sociali un equilibrio fra le forze morali~ che già nella famiglia si compongono in armonia, assicura la tutela delle generazioni umane, la continuazione della vita che è creazione ma insieme anche conservazione. La co~i::detta educazione poLitica della donna non può :esser~ chic: eduaazi-011e dii quanto vi è di più pr:ofondamente femminile in lei, perchè, come ali' uomo nella vita politica e sociale, e!!a. a.diempia a compiti dilversi, e persegua il fine comune con aspirazioni e per vie diverse da quelle dell'uomp: importa solo che dalla vita domestica la donna sia chiamata ad amare la famiglia nazionale, 11 creare un'armonia fra. Ì'I, pù picco-lo mìcleo so·cia•le e il grandegruppo nazionale per il miglior bene e della società e della famiglia e che in questa armonia cresca i figli: importa che l'istinto pi-ovvidenziaLe femm:nile d'i tutela e di amore · si -manifesti e o-peri per virtù della donna nelJa famig,li1a.sooi,ale Mazzini che fu con noi nella guerra, che è con noi ,in questa vigilia di ,Pace segnava pure l'ora, quest'ora all'avvento femminil~. « V'additerò - con queste parole chiudeva il suo scritto dei « Doveri delrUomo » - un altro dovere non meno solenne di que_llo che ci stringe a fondare la Patria Libera ed Una. La vostra emancipazione non può fondarsi che sul trionfo d'un Principio, l'unità della_ Famiglia umana. Oggi la metà dell~ famiglia umana, la metà dalla quale noi cerchiamo ispirazione e conforto, la meti · che ha in cura la prima educazione dei nostri figli è per singolar~ contraddizione dichiarata civilmente, e politicamente, socialmente. ineg1,ak-, esclusa da quell'Unità. ~ A voi che cercate, in nome cli una verità religiosa la vostP:t e11~ncipazio~e, spetta di protestare in ogni modo, in ogni occ:a-- :.ione contro quella negazione cieli' Unità. L'emancipazione delkl donna dovrebbe essere continuamente accoppiata per voi, co11 l'tmancipazione dell'operaio e darà al vostro lavoro la consacrazionedi una verità uniYersale ». « La legge della vita, diceva ancora .Mazzini, non può comBibliotecaGino Bianco

VlT~ l"ltATUNA II 7;iersi tutta se 11011 dal lavoro riunito di tutti. E ad ogni grande 7,rngresso, ad ogni scoperta d'un frammento di quella legge corrisponde nella storia un allargamento dell'Associazione umana•· Non per il pervertimento della natura, si afferma il diritto •deHa donna, ma p.er l'adempimento più completo e perfetto della legge della vita e d'ella natura. S. Ravasi. La saggezza d'una ignorante II. Che ci vuol coraggio sempre; e come questo sia serenità sconfinata, e pazienza misurata dalla necessità del1'-azlone. X X X Abbi sempre pazienza, chè tutno si muta; e perdona sem{>re -ch,2 l'uomo è imrnutabtle. X X)( Guard'a di, a1ppa·rire i.I più semplice ~ i·I più ser,eino possiibl'le ,- po11 ,sfuggi,re maggiormente alla critica aLtrui ed alla dis•a,pprov~:- -z-ionedi te stesso. X X X V:i sono certe oi,gnorilità d,oll'a!l'inw,, che sono un controH., .3,mmirevole sulla naturalezza delle azi011i. X X X La disillusione è 1111a·l,ima che logorando ranimo ne rid!Uce il ,contggio a un filo. X X X Se hai poca forza, abbi molto cora.g.g'io - e s,e bai poco co1·ag-gio, fatti molta forza. Biblioteca Gino Bianco

12 VITA FB.ATERNA X X X Ricordati che per quanto le nuv·ole s'addensiné> e sulla tua testa e intorno a te, l'orizzonte c'è - 11611 lo dirnenticare mai - c'è l'orizzonte. X X X Rievocare il passato non giova, stender le mani verso il foturo ,rncor meno; ma ·si può sempre sperare, chè la speranza cli . vita al !Jresente; ed è il pii~sente che vale. X X X Non bramare altra forza che quella che ti rende sereno. X X X Che C<l'sa·conta il tuo clolior1"'?e che cosa ha mai contato );a_tua ·sofferenza? Non può contare altro, se 11((11 il coraggio col quale: tu li tieni guinzagLia1ti entro la fortezz~ della tua serenità. X X X L'ince,r;i:ezze fanno di noi .dei bugia,rdf. e dei viglia-echi: chi fa male con decisi,one è men viLe di eh~ stintigna a fare il be11e. X X X Non ti, staincare di tollerar.e; 1i;ta guai se tolleri in s.:.lenzio: devi sapenti sforzare a dar consigli,o con tanta cortesia da farti perdonare qualunque va·nità ..espressa. X X X L'-ostacol,o che paventi< non •rimpiçcioli.r:à 111 rag.·one· di tua paura - si•i dunque intrepido. X X X Considera che iJ tuo pm grnn t1es.oro è la tua serenità - nellaserenità stà la forza, nella forza consiste la pace che ti òr-conda d'armonia. X X X Non vi cre,diate forti, poi che siete llaurosame.nte debnli1;' ma. non vi ot1ediate deboli, perchè ·non vi• serve nemmeno a fingere cl' essere forti. ~XX X Considera che il malumo1,e è un !Lisso vizioso, nel quale, soBibliotecaGino Bianco

VITA PRATEJlNA r3 litario e inOJPerns:0; 11 tuo caratter,e si affloscia, perdendo a poco a poco la sua preziosa elastidità. X X X L'incertezza deH'indomani non turbi la tua SIC/renità;pro,vved:i, se puoi, ma non ·ti perde1r 1 e in congetture, chè son vane come ghir'- land~ votive attorno a:d una snng~ X X X Abbi. pa2;1enza, ma quanto basta e d -vuole per essere giusto verso gli altri ,el verso te st~so. · Lai pazienza che ti riducesse vittima inoperosa non .sa;pra procurarti· nè serto nè palma. ,. X X X As,pet-ta1· è atto fisiCiO:;paz-ientaJre è attitu<lint.1 morale. X X X Mettiti in mente che non vuoi, se credi; ma non ti mettere· in ment,e' mai che non puoi. X X.X L'incertezza è i'1 più perfezionato martirio che ,si possa ideare, senza sa11gue, senza contorsioni, senza strumenti tangib.1li. x·x x Ùi che cosa hai paura? Della grande felicità come del dolore immenso. Fo"1e! apri ,J,ebra:ocia e st:Jringi ambed'ue al cuore e abbi il ,coraggio di vivere. X X X Se non puo.u avere, cJi,tvi,voler non volerC). X X X Quando; la fortuna ti ,sembra aivversa è aippunto aì!O'ra elle ctevj fingere di ·non ti essere accortone. X X X ·Va ,innanzi - non ti accadirà ·chiejla tU'a vita. X X X Ver-gognati di· essere to schiavo, non il pacfo·one di tè s,te.:;so. Biblioteca Gino Bianco

I. VITA FRATEltNA X X X Se è un ostacoLq lo salto, se è un muro lo abbatto, se è un fiume lo nuotc\ ·se è il mar,ei lo nav~go, •SIC/ è tm dotiore me ne· fac• cio uno scudo, se è la morte, Amen. X X X La tu·a forza sa!rà facilmente fittizia, :se tu tl0\11 la cerchi tentando di fortificaire gVi altri. X X X Il .soffriire è è(J(Sa,dicasi, necessaria e indispensabule nell'esistenza, ma la trÌ!Stezz·a è un lusso da non permettersi. X X X T,i .sovvengo che la! serenità non è cosa silenziosa. e passiva, ma consiste in gran parte nel dimostrarsi presente con lo spirito ·m qualsiasi, occasione. X X X Abbi il coraggio della pazi·enzia e la pazienza del cora,ggio•. X X X La ir~segnazione non è g.iustificabìJe altro che temporanea - tn queJsto modo acquista un valor,e inestimabile edl in oompl~s,!;O essa non è altra cosa se non pazienza pura e coraggio di primissi·ttJa qualità. X X X Forse - se ~/Vrai pazienza; certo - se a'{rai serenità. X X X Non puoi •sperare di oombatt,etre l'immensa t,ristezza &I mondo altro che con. l'I. pi.ù g,rande serenità. 9 X X X Ricordati che la paura toglie di mano l'unica arma, che vince e non ferisce: la. s,cir~ni:tà. Gabriella Sommi Picenardi. Diflondete VITA FRATERNA nelle terre redente! Ma,ndatevi abbonamenti nuovi, e collezioni delle annate arretrate. Biblioteca Gino Bianco

VITA FRATERNA Per la fraternità delle madri P11bblicfiiamo e raccomandiamo vivamente alt' i11teressamento e Qf,lasimpatia fattiva delle Amiche nostre questa notiaia di ima ot~ tima illuminata opera fratema per le madri del popolo. Anche p~ima della guienm esiste~-; ,a Milano Istituzioni specialllllente dedicate al miglioramento fisi,co delle futur.e genemzioni. Una di esse è la Cassa maternità di Milano, via S. Paolo, 16. Sorta per iniziativa priVlata fin dal 1906, preco:rse l'istituzione della Cassa Nazionale di Maternità e tròvò anche dopo, come trova tuttora, la sua ragione di •esist1eirenel fotto che lo Stato pr-ovvede con la sua. Cassa soltanto alle operaie degli stabil1menti indusrt:riali; e limita la su.a azione a un indennizzo in denaro ogni v-olta che una deHe domre associate· diventa madre. Ma la C.ass:a dii Maternità di Milano, specie dal 1910, quan(OC)u!na donna ne d'iven·ne la Presidente, andò continuamente allargando la pr-opri;i aziO:ne, di- . vientando 1111 vtern istituto non solo dj previdenza, ma di provvi'- ienza sociale . Le s,ocie effettive possono appa,ntenere a• qualsiasi condlizione sociale e, dal giomo della loro iscrizione, acquistano il diritto alla assistenza ig1enica. per sè e per i figli al disotto dei 12 anni, consistente in visite mediche gra.tuitie: te1 somministrazione dei rionstituenti prescritti. Se af!attano, possono. avere il prem:o cli allattamento, purchè portino il bimbo ogni mes,ei dal mccl!ico.E il premio è stato ora accresciuto fino a superare l'indlennizzo che viene accordato per ogni parto od aborto aHa socia inscritta da alm.?Jio u11 minO\, e che è di 30 line·. Ad ogni neonato v.ien pure dalla Cassa fornito un corredino e ncin mancano i sussidi straordinari e il ricovero delle gestanti presso Istituti ostetrici, a spese della Cassa, qua11do oo ntc:sia la neces·s,ità. Ma a tutte qu.este provvidenze niart:er'ial~,s'Ì deve aggiungere qu•al:coMche 'ha, forse importanza magg!ior,e. Ogni socia è affidata alla tiut:Jeladij una signora. D,e'],egata, che' finisce col diventarne l'amica e la consigliera illuminata e fedele. Le Delegate della Cas!Sa di Maternità .sono molte, ma pu:r' s,e,mpre poche, in co;1fronto del numero delle Soc·ie effettive e dell'oBiblioteca Gino Bianco

16 V.ITA FRATERNA pera, che dovrebbern espt:icare. Bisogneneibbe ahe tutte le donne fossero ben comprese dei doveri che hanno ,~eirso i pnopri figli ~ quel)lj degli altri .. E aill<>1ra 1, chi, non ha bisogno dei soccorsi materiali della Cassa di maternità, saprebbe trovare un po' di tempo da dedicare alle nostre Socie effettive, che, assillate dal bisogno o vittime delng.noranza, danrueiggi·ano fa propria salute e queLl,adeÌ! loro himhi, con .gravi conseguenze per La prospetità delia nazione. , Se le 110Stt1egiovani ,ag:iatei,se le madld fortunate potessero veni•re una sol volta al:laiGassa ~n via S. Pa:olo nel pomeriggLo del aercoledi e v'edeneico' prroptri occhii la 'Clonnente di simpafia che ~i staJhi'lli1scetra le; Ddegate e le nostre socie, ne r.imarrebbero ed~ficate e commoss.e Ho .detto, già che ogni donna può divienta1,e socia effettiva, aggiungo che il co~1tr:ihuto è dii sa~e L. 0.50 il mese. Ma: se l'iscrizionlej avviene prjnra dei 15 an1t11idli età, la quota annua è di· molto ,ridottaJ e si mantiei111eitale per sempre, mentre i dliritti 00110, per tu#Jt!\, uguali. Dal 1914 con l'asS'e111s0dell'•Autodtà comunaLe fu pur~ jlSttituita nelle scuole elementari e nelle festive _la Mutualità Materna. Le piiq:ol<esocie pagano 5 ,o,. IO centeisimi settimainalli ie: restano socie !ClleilLaCassa. Inutile d:1re quantio sarebbe util<e per la Oassa , per Me famiiglie che que/Stai forma. di previdenza d!iventasse· genera.le. Ma per annivare a -un tatlie ·risultato cii vornebbei tu1ttruJ.aconvinz,i<>t- . ne, e la collaborazione delle signore Direttrici e delle signore Maestre. Purtrop,po fin-or.a essa- si limitai a pochè s.cuo1ei e a poche persone. Tuttavia si s'per.a che ciiò ~'Ìpendiadalle diffici,l1icorudizioni di questi anni dii guier:na e ia CasSia .sii 0011111 lelnta di, tener acceso il lum:citt1.!o,sperando ic;he, a,I ritorno deD!e cond:izi,onirnormali, a.nch~ per le nostre scuole, la Mutualità materna scolastica risplenderà d,i luce propria oomc ultliastella, di prima. g1•andiezza. Nessuno ,però vietai alle familgL~ed!insc:r.ivic11::e le pNi,prie bambi.ne ili,rcttamente ,alll!aCassa con Jie tariffe minime già accennrute. Ed/ è a:ppun,to nei!. deisider:io .dii agevolare tutte le iscrizioni ch,e la .Cassa .sta facendo pratiche per attivare delle sezJioni.nei diversi quartieri della città. Ma per questa, come per altre .attività che si vorrebbero esplicare, se sono necessari alla Cassa i mezzi finanziari, è ancor più urgente la prestazione di donne istruite e volonterose, ,albe qua'li poter affidare la tutel:a niorale dli gruppi di soci.e. Le troveremo ? Adele Riva. Biblioteca Gino Bianco

VITA FRATERNA 17 Dalla terra Una magnifica pianta di convolvolo lussureggiava al sole, addossata ad un alto ed antico muro. Il muro taceva; la pianta gioiva della .vita quanto p,iù si può, e tutta superba delle sue foglie lucenti e della fioritura elegante e ricca, gridò forte al mond'o in· tero: Di questo muro sono padrona io ! Il mondo non udì, ma il vecchio giardiniere, un giorno, osservando il suo terreno, disse: « Troppo sfacciato questo convolvolo, non mi piace » - e con un colpo di coltello lo."tagliò netto . alle radici, sì che in due giorni seccò. In un angolo polveroso d'un magazzino una domestica scopando, trovò un bottoncino nerastro di forma allungata, grosso come la capocchia d'uno spillone. « Chi sei?» « Non so», rispose il bottoncino. e Ma che cose sei? A che servi? Chi t'ha messo qui?» « Non so». «Insomma», ribattè la domestica, « se non sai dirmi nulla di meglio, io ti butto via. Mi sembri una capocchia di spillone, senza lo spillone, oppure un bottone che non si può attaccare, ad ogni modo un oggetto inutile ». « Sì », r-ispose il bottoncino, tutto avvilito, « buttami via, perchè non so dirti ilè chi sono, nè donde vengo, nè ·perchè esisto»: E la domestica senz'altre parole lo scar'1ventò fuori della finestra. ' Il bottoncino cadde per avventura sul sottostante vaso da giardino che conteneva una pianta di rosa, e tutto contento sospirò: « Com'è buona la Provvidenza che mi concede di morire in un luogo così .bello e profumato». E, rassegnato, s'affondò tranquillamente, nel terreno umido e caldo. Ma non moriva. Gli cominciarono dei dolori che gli ·parevano peggiori della morte stessa, si gonfiava, si gon.fiava, e diceva tra sè: « Fortuna che nessuno mi séorge, perchè devo esser diventato orribile a vedere». E sempre maggiormente soffriva, finchè un giorno si spezzò iriteramente, e disse; « Questa poi è la morte davvero, perchè ormai sono tutto rotto ». Ma non si era rotta che la corteccia esteriore, quella che avviluppava la vera vita del bottoncino, 11quale invece di morire cominciava proprio allora a vivere. Dal corpicciattolo ne'ro e duro non era rimasto più vestigia, ma n'era uscito da una parte uno stelo che s'innalzava e dall'altra una radice che s'approfondiva, e il tutto cresceva, cresceva, fino ad uscire al sole da una parte ed a trovare il nutrimento nella terra dall'altra. E lo stelo mise lentamente fuori foglie e viticci, e poi bottoni che I Biblioteca Gino Bianco

18 s'aprirono e diventarono campanelle d'un viola intenso, e l'intera pianta andava abbarbicandosi al vecchio muro amico, e sc,otendo al vento la sua fioritura superba. Il convolvolo era rinato. Ma dalle esperienze della sua esistenza precedente avev.i. imparato non solo a morire, sì' bene anche a vivere, ed invece di pretendersi orgoglioso possessore del muro cpe gli era sostegno,. si volgeva nell'aria tersa al sole e gli diceva: « Padre nostro, che sei ·nei cieli !... 3 novembre 1918. TRIESTE. Lina Tedaldi. le due Notizie .. Ho avuto la sfolgorante notizia della ripresa di Trie•\c no,tra in una b.ianca radiosa cameretta d'ospedale, ho avuto la sorte preziosa di riceverla presso ad uno dei nosui più. puri eroi d'oggi, di assistere alla ~a gioia, e parteciparvi. · La tranquilla conversazione che si svolgeva tra le poche persone r3ccolte intorno .al letto del ferito, è· stata interrotta dall'entrata tumultuosa, gioi9sa di una Infermiera, con la. nOJi-,{ia • . La notizia tanto attesa, tanto voluta, cOn instancabile, ostinata certezz.1 - ma che pure. ci ha come sbalorditi ! . L'Infermiera riferiva il messaggio ricevuto allora per telefono, èommentava, esclama"a. Altre figurine bianche entrarono presto nella cameretta, portandovi echi esultanti delle corsie, di come i soldati avevano accolto trionfalmente ls. notizia, con festosità rumorosa irrefrenabile .... Ma egli taceva in un raccoglimento i,rofondo e luminoso. Dal bel volto splendeva il sorriso dell'anima, ma gli occhi chiari e profondi si erano riempiti di lacrime, e guardavano, vedevano - certo - ben oltre le bianche pareti tranquille, ben oltre il presente. - Assorto, come rapit ), in contemplazione, rtpetè più volte: Trieste .... Trieste .... quasi penetrando con un ·senso nuovo il sacro nome, simbolo di tanta aspirazione, ragione di tanto sacrificio; - e poi più piano, ll i Morti di Triesté .... o. .. Trieste nostra ! Quando io ti veda _finalmente, come ti sogno, bella nel riso del sole italiano, - certo mi rivivrà nell'ariimo la profonda religiosa commozione che la gioia, il silenzio. il raccoglimento, la contemplazione dell'Eroe mi ·comunicarono nell'ora in cut i,rima ti seppi redenta! I TRENTO. L'amica fervida con cui abbiamo vissuto tante'ore di fede, di ostinata volont3, di in•• vincibile certezza della vittoria, mi chiama al telefono: vuol darmi lei la mirabile notizia che segue subito mirabilmente quella di poche ore fa: Trento nostra I anche Trento I li binomio santo riconsacrato dal Tricolore nello stesso giorno. "" ..... Ma io non posso accorrere alla sua chiamata. L'anima l'ascolta e le risponde con un grido di gioia! Ma rimango qui, tranquilla, silenziosa, raccolta, seduta sulla vecchia i,oltrona. ·Perchè ho tra le braccia una piccola cosa sacra, una creaturina cara, il dolce bimbo di mia sorella, che mi si è addormentato or ora : e non posso, non d.:vo turbarne il prezio•• sissimo riposo. Piano, dolcissimamente. mi chino su lui, sul· suo roseo sonno, sul suo respiro quiete gentil!, e l'aniina riboccante di gioia, è in preghiera. Piccolo fiore che mi posi tra le braccia, tu rappresenti per me e mi ricordi in questo istante di gioia le innumerevoli creature nuove, la generazione che sorge dalla guerra alla nuova pace. quelli per cui tanto si è sofferto e tanto si è •perato in que•ti anni .... Così, le due notizie trionfali mi sono giunte ciascuna accompagnata da un luminoso rÌ•· chiamo ai grandi debiti che abbiamo, quanti esultiamo per la vit\oria: il debito verso quelli· che tutto hanno sacrificato per il bene della Patria e dell'Umanità; - riconoscenza infinita, che sia fedeltà nella vita no,tra agi' ideali per cui Es,i hanno affrontato la morte; - e it debito verso quelli a cui dei patimenti. dei sacrifici, delle offerte. delle speranze, dtlle esperienze di que,ti anni dobbiamo serbare e coltivare il miglior frutto. Biblioteca Gino Bianco

VITA l"ltATl:JtKA 19 :Documenti Lettere di soldati alle loro infermiere. E' la raccolta - fatta da un'infermiera Samaritana degli 01,pedali Romani - di lettere di soldati : semplici, scorrette, dialettali talune, pubblicate tutte con una scrupolosa fedeltà, « senza ritocchi o correzioni nemmeno di ortografia che ne avrebbero al- ·terata l'ingenua freschezza'>; raccolte in gruppi secondo la re· gione di cui •il soldato è nativo. E', nella genuinità schietta della sua presentazione, una rac-- colta di molto valore. Sono documenti della fresca e forte anima popolare italiana. che la classe più colta ed evoluta ha conosciuta, ha - spesso -:-· scoperta, come nei rapporti tra ufficiali e sodati in guerra, tra infermiere e soldàti negli ospedali. Da questa conoscenza, da questa scoperta,. è sorta spesso una viva corrente di simpatia, una nuova comprensione, un affetto che non aboliva affatto il rispet,w, ma direi, gli dava un nuovo contenuto e un nuovo valore. Di un'altra realtà porta questo libro una testimonianza spon- -tanea ed eloquente: del carattere purissimo dei rapporti tra infermiere volontarie e soldati: senso di maternità gentile da parte delle infermiere, devozione filiale da parte dei soldati: mammi~ e figlioloni di un'età molto vicina, ecco. E' interessante vede~ -qJ.Iante volte le infermiere sono chiamate: « mammine, mammà, le ·mamme,. Il volume, - edizionè elegante ~rnata di disegni, pure di una • infermiera Samaritana, ritraenti al vivo vari tipi di feriti - 'Si vende (L. 6) a beneficio delle Scuole dei soldati negli Ospedali di Roma. Lo raccomandiamo vivamente: non solo alle Infermiere; che ·10 leggeranno certo con gusto particolare, - ma a tutti gf Italiani. E vorremmo pure vederlo diffuso all'estero. · Queste pubblicazioni che raccolgono documenti vivi della no· ·stra guerra e del nostro popolo sono preziose fra tutte. * * * Per oggi riportiamo solo questi brani di lettera di un soldato veneto, dopo l'invasione, - poesià spontanea e profonda, - e di ·un soldato abbruzzese, al momento di lasciare l'ospedale. Biblioteca Gino Bianco

20 VITA FRATERNA Foggia, 19-12-1_7. Gent·ilissima s-ignorina, Triste sarebbe il descriverle del momento fatale in qui abbiamo dovuto -l'assiare il paese natio, quel focolare domestico che è il cuore della casa, adorato da quanti lo circond,ano, ed è purela memoria di tante piacevoli serate;, ed ora per nostra sfortuna si è spento .... Ma spero che la nascita del nuovo anno aprirà un fuoco potente contro il barbaro e violatore nemico, che lo caccierà ben , lontano a ciò che noi potiamo ben presto ritornare sulle nostre terre e sulle nostre case che con anzia aspetta ... Tri11itapoli, 8-1-18. Signori11a carissima, Col cuore duolente le scrivo queste poche righe, benchè la salute sia Luana, ma triste e malinconico è il tempo in qui passo ques!!i giorni, tutto non posso esprimermi, le dirò solo questo cheservirà di comprendere più di ogni altra cosa, Si tratta che abbiamo dovuto lassiare il nostro paese natio, partire dalla mia casetta che è il frutto del mio lavoro, che durante la mia vita molto sudore ha sgorgato dalla mia àonte e che a stento mi avevo saputo guadagnare. Se per fortuna tornerò sul mio desiderato paese, cosa sarà della mia casetta? ... - Forse troverò un mucchio di rovine. Non basta di aver lasciato la éasetta, ma ho lasciato tutto ciò che detnro si trovava, pure molte cose' antiche che i miei avi avevano scrupolosamente saputo conservare,· non è il caso ch'io ne faccia i nomi, perchè ogni persona si puÒIimmaginare qua11to benchè povera si può avvere in una casa, nulla io ho portato, mia mamma solo un piccolo fagotto. Il giorno 12 dicembre per me è statto assai triste, il barbaro nemico quel giorno si vendicava con noi lassiando cadere molte granate sopra il nostro paese innocente. La notte seguente dopo molti sospiri era giunto il momento fatale di lasciare il nostro focolare domestico- che non parve vero, molte voi.te sono partito dalla mia casa, pure quella volta che ero partito per la fronte erostato a casa per dare quel saluto ai amici e un cal_do baccio alla mia mamma, ma aime ! questa volta non era così, la triste sorte era per tutti. Fatti dungue pochi passi per uscire c giunti all'uscio, le mie forze parevano che crollassero, perchè tante volte quand'o si parte sull'uscio si usa rinnovare Biblioteca Gino Bianco

VITA FJlATERNA 21 i saluti, questa volta invece si guardavamo attorno e nessuno rimaneva, dato un'altra occhiata all'uscio ch'era buio, abbiamo detto add'io casa nostra addio ! ma tutto era silenzio, tutto era sepolcral~, ca:lde lagrime cadevano dai nostri occhi. che fecero inviare i nostri' primi passi. · In quel mentre sui nostri monti tuonavano il cannone impettuoso, e d'altra parte s'innalzava la luna ed il suo tetro e pallido chiarore m'accompagnava alla ·prima stazione. Il viaggio dunque è stato poco divertente, ed l'arrivo è statto assai più triste, si tratta che, per nostra sfortuna mi ànnb condotto in un paese ove regna le malarie, dunque noi siamo in un continuo avvilimento per- . chè noi siamo abbituati rispirare un'aria purissima mentre qui è succida, però spero che' le cose 11011 andranno sempre male. Ora termino e le mando tanti affettuosi saluti da quel soldato che ha combattuto e ch·e ha molto sofferto per il diritto della patria. E che ora mi toccherà forse soccombere per le arie cattive. ,Addio. Ceccon Pio, profugo di San Tazario. Roma, 16-2-16. lVJammà, Benchè non è molto tempo che ci siamo conosciuti eppure provo m_olto dispiacere in questa mia partenza. Dovrei essere più contento perchè vado verso il mio paese nativo dove troverò i miei cari genitori, e passerò i ottanta giorni filice, ma invece ce uno che mi crida alle spalle, e mi dice lasciate i.111 essere dietro cl ivoi che tanto vi a Beneficato nella tua infermità. · ed ora non ai parole cli elogio per chi ai chiamato per più volte mamma. Sono unincrato nonnevero? Voglio sapere se è vero? Mammà Credimi.... Se fossi ·in caso cli sacrificare la mia vita lo farei, purchè potessi rendervi qualche ervigio non dimenticherò mai al mondo sinonchè i miei polmoni contencono il respiro e il mio cuore batte della signorina P ... che la 'improvvisai col nome mammà : chiegho BibliotecaGino Bianco

VITA FRATERNA scusa se vi ho chiamata così ma un altro nome meglio non P;>- tevo trovarlo: Bisogna che termino d·i scrivere perchè i troppi ciarli annoiano le persone. Infiniti saluti alla nonna e la Bisnonna, una stretta di ·1na110 a!la zia (1) e auguri alla mamma de parte.· sinceri auguri e felicitazioni. Del vostro ragazzaccio Ciallella Leonardo(~). Buone Nuove. (r) con nonna, bisnonn• e da intende la mamma, la nonna e la sorella della -&uaInfermiera, che chiama appunto mamma. (2) di Roccamandolfi (C'IJllpobasso). -- CONVERSAZIONE -· ~'-Vita E"rater.n.a,, :n.e1· 1.01.9. Parole della Direzione · Eccoci al terzo anno, Un'amica di· Vita Fi·aterna, volendo abbonare alla rivista ·uaa ·amica di terra redenta (ottimo pensiero che alcune abbonate hanno avuto, e che raccomandiamo!), ci ha chiesto prima con semplia.ità: « Ma siete sicure che la rivista possa vivere per tutto il 1919? » Amica bubna, Amiche ed Amici tutti, - certo: « Vita Frciterna » vivrà per tutto il 1919 ed oltre. Perchè DEVE vivere, per- . i:hè VUOLE vivere. Perchè noi e voi, tutti, la faremo vivere. Dav\·ero, se la rivista è riuscita a serbarsi in vita, non solo, m& anche a crescere e diffondersi nel periodo· aspro della guerra, tra ostacoli e difficoltà. finanziarie sempre crescenti - questo è 'stato effetto della volontà ostinata di farla vivere, ché scaturiva dal senso che essa dovesse vivere, perchè la sua vita .era e doveva sempre più essere necessaria. Biblioteca Gino Bianco

VITA FJtATU)7A Aveva, alla fine del suo primo anno - 1917 - 370 abbonati . •"i.Ila fine del suo secondo anno - 1918 - gli abbonati erano 714-. Bisogna che pel 1919 siano 15_00 - almeno. - Ma se cessasse in noi e in voi la convinzione e la volontà che la nv1sta deva vivere, tosto la rivista languirebbe e morrebbe. Avanti dunque: abbonati, abbo.nati, abbonati per Vita Frnterna! e interessamento! e attenzione, e comunicazione di idee, ·di iniziative, di esperienze, di proposte, di richieste, di' critiche, anche, e di rimproveri, se occorre. Così vjvrà Vita Fraterna! Vita Fraterna vivrà - perchè deve vivere. L'importanza ciel suo compito, cessata la guerra, non è climi· 1rn~ta; nè l'urgenza. Come ci siamo pr~parati ia via,. vivendola, alla guerra e alla resistenza: si tratta di prepararci, vivendoli, ai nuovi doveri del dopo :uerra e della pace; si tratta di concorrere decisamente e vigorosamente alla grande opera di ricostruzi.one e di rinnovamento che risulterà da tutti i piccoli contributi· individuali e .più si arricchirà non dei più ~-rancliosi ma dei più sinceri e fervidi. Vita Fraterna porta a quest'opera grande, pur con umili forze, un ·contributo vissut_o e vive.nte: l'intesa fraterna ffa la gio-- ventù dei due sessi più sana, più cosciente, più assetata di verità, più gagliarda cli volontà buona: di quella gioventù maschile e femminile che - nella guerra - ha offerto sè stessa - in eroico cruento sacrificio, o in silenziosa sor:'idente devozione - p~r il trionfo cli quegl'icleali di giustizia, di libertà, di progresso individuale e umano che ha riconosciuti come le massime realtà in :ioç:o nel conflitto. Questa gioventù maschile e femminile. vuole, ora attuati - ad ogni costo - quegl'ideali, che ad ogni costo ha fatto trionfare. Questa sarà la ~uova classe dirigente· della nuova Italia; e, conscia dei difetti e degli e1:rori della classe. diirigentc · di ieri - conscia dei difetti e delle lacune nella propria cultura, essa cerca oggi per sè una intensa ed essenziale preparazione. La preparazione della nuova giovane classe dirigente appunto, è la cura più alta, il movente oggi di alcune ottime riviste, tra cui BibliotecaGino Bianco

VITA FRATERNA qualcuna apparsa or ora. Ma sono in genere riviste maschili, che ignorano, o trascurano, o trattano « da uomini » le questioni femminili. Vi sono poi alcune «riviste femminili», di vario c..uattcre, di -vario indirizzo, - non di molto vario valore. Noi crediamo (lo abbiamo detto dalle prime pagine del nostro primo numero) che le questioni umane, sociali, vitali non si possono considerare da un punto di vista solo - maschile o femminile, - ma si devono comprendere da entrambi. Noi crediamo che la collaborazione di entrambe le parti dell'umanità sia la condizione del progresso umano. Noi sappiamo. che, se troppi uomini avviliscono la donna, e troppe donne avviliscono l'uomo (e la guerra - recente anche di questa miseria è stata terribilmente dimostrativa) - sappiamo però che la massima forza, la massima bontà, la più nobile altezza morale - nell'individuo e nella umanità, si raggiungono per il concorso, l'intesa, per la buona alleanza di .buoni elementi maschili e femminili ( e anche di questa ricchezza la guerra ha dato luminosi esempi). Come tutti noi sappiamo, noi giovani soprattu.tto, di quanta tristezza e di quanto male è fonte il malinteso, la diffidenza, la separazione convenzionale fra i due sessi, - di quanta pura gioia, di quanto bene è feconda l'amicizia buona, la fraternità fra noi e loro; cosi - come insieme abbiamo sopportato lottato e Yinto, confortandoci, incitandoci, aiutandoci, nell'ora della prova, insiem~ abbiamo creduto e voluto nell'ora del sacrificio, - insieme vogliamo proseguire, e prepararci, e cooperar<! per l'attuazione. Questo è l'atteggiamento particolare di Vita Fraterna, questo vuol essere il suo contributo vitale alla grande opera _di ricostruzione e di rinnovamento d'oggi. Non ci pare che altre riviste si siano assunte questo compito. Ma il compito esiste ed è di primaria importanza. Per questo « Vita Fraterna» deve vivere. *** Daremo prossimame1i.te un numero consacrato alla propaganda dell'idea \i\Tilsoniana. - Un altro dedicheremo ad alcune nuove attività sociali, meglio, al nuovo indirizzo da dare alle attività so- ·ciali destate dalla guerra e che si devono uti!Jzzare per la pace. - Ci proponiamo di dare cosi qualche volta dei· numeri trattahti massimamente, e con più articoli un solo argomento o uno stesso genere di argomenti. BibliotecaGino Bianco

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