Vita fraterna - anno III - n. 1-2 - 15-30 gennaio 1919

VITA l"ltATl:JtKA 19 :Documenti Lettere di soldati alle loro infermiere. E' la raccolta - fatta da un'infermiera Samaritana degli 01,pedali Romani - di lettere di soldati : semplici, scorrette, dialettali talune, pubblicate tutte con una scrupolosa fedeltà, « senza ritocchi o correzioni nemmeno di ortografia che ne avrebbero al- ·terata l'ingenua freschezza'>; raccolte in gruppi secondo la re· gione di cui •il soldato è nativo. E', nella genuinità schietta della sua presentazione, una rac-- colta di molto valore. Sono documenti della fresca e forte anima popolare italiana. che la classe più colta ed evoluta ha conosciuta, ha - spesso -:-· scoperta, come nei rapporti tra ufficiali e sodati in guerra, tra infermiere e soldàti negli ospedali. Da questa conoscenza, da questa scoperta,. è sorta spesso una viva corrente di simpatia, una nuova comprensione, un affetto che non aboliva affatto il rispet,w, ma direi, gli dava un nuovo contenuto e un nuovo valore. Di un'altra realtà porta questo libro una testimonianza spon- -tanea ed eloquente: del carattere purissimo dei rapporti tra infermiere volontarie e soldati: senso di maternità gentile da parte delle infermiere, devozione filiale da parte dei soldati: mammi~ e figlioloni di un'età molto vicina, ecco. E' interessante vede~ -qJ.Iante volte le infermiere sono chiamate: « mammine, mammà, le ·mamme,. Il volume, - edizionè elegante ~rnata di disegni, pure di una • infermiera Samaritana, ritraenti al vivo vari tipi di feriti - 'Si vende (L. 6) a beneficio delle Scuole dei soldati negli Ospedali di Roma. Lo raccomandiamo vivamente: non solo alle Infermiere; che ·10 leggeranno certo con gusto particolare, - ma a tutti gf Italiani. E vorremmo pure vederlo diffuso all'estero. · Queste pubblicazioni che raccolgono documenti vivi della no· ·stra guerra e del nostro popolo sono preziose fra tutte. * * * Per oggi riportiamo solo questi brani di lettera di un soldato veneto, dopo l'invasione, - poesià spontanea e profonda, - e di ·un soldato abbruzzese, al momento di lasciare l'ospedale. Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==