Vita fraterna - anno III - n. 1-2 - 15-30 gennaio 1919

VITA FRATERNA 17 Dalla terra Una magnifica pianta di convolvolo lussureggiava al sole, addossata ad un alto ed antico muro. Il muro taceva; la pianta gioiva della .vita quanto p,iù si può, e tutta superba delle sue foglie lucenti e della fioritura elegante e ricca, gridò forte al mond'o in· tero: Di questo muro sono padrona io ! Il mondo non udì, ma il vecchio giardiniere, un giorno, osservando il suo terreno, disse: « Troppo sfacciato questo convolvolo, non mi piace » - e con un colpo di coltello lo."tagliò netto . alle radici, sì che in due giorni seccò. In un angolo polveroso d'un magazzino una domestica scopando, trovò un bottoncino nerastro di forma allungata, grosso come la capocchia d'uno spillone. « Chi sei?» « Non so», rispose il bottoncino. e Ma che cose sei? A che servi? Chi t'ha messo qui?» « Non so». «Insomma», ribattè la domestica, « se non sai dirmi nulla di meglio, io ti butto via. Mi sembri una capocchia di spillone, senza lo spillone, oppure un bottone che non si può attaccare, ad ogni modo un oggetto inutile ». « Sì », r-ispose il bottoncino, tutto avvilito, « buttami via, perchè non so dirti ilè chi sono, nè donde vengo, nè ·perchè esisto»: E la domestica senz'altre parole lo scar'1ventò fuori della finestra. ' Il bottoncino cadde per avventura sul sottostante vaso da giardino che conteneva una pianta di rosa, e tutto contento sospirò: « Com'è buona la Provvidenza che mi concede di morire in un luogo così .bello e profumato». E, rassegnato, s'affondò tranquillamente, nel terreno umido e caldo. Ma non moriva. Gli cominciarono dei dolori che gli ·parevano peggiori della morte stessa, si gonfiava, si gon.fiava, e diceva tra sè: « Fortuna che nessuno mi séorge, perchè devo esser diventato orribile a vedere». E sempre maggiormente soffriva, finchè un giorno si spezzò iriteramente, e disse; « Questa poi è la morte davvero, perchè ormai sono tutto rotto ». Ma non si era rotta che la corteccia esteriore, quella che avviluppava la vera vita del bottoncino, 11quale invece di morire cominciava proprio allora a vivere. Dal corpicciattolo ne'ro e duro non era rimasto più vestigia, ma n'era uscito da una parte uno stelo che s'innalzava e dall'altra una radice che s'approfondiva, e il tutto cresceva, cresceva, fino ad uscire al sole da una parte ed a trovare il nutrimento nella terra dall'altra. E lo stelo mise lentamente fuori foglie e viticci, e poi bottoni che I Biblioteca Gino Bianco

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