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corretto Hegel nella questione idealismo-materialismo, quanto piuttosto

riconosciuto come soggetto della storia le classi al posto dello «spirito

del popolo» ovvero dei grandi individui (36). Tuttociò ha un effetto ulte-

riore nella concezione luld.csiana della totalità: la totalità non è indif-

ferenziata ne, come in Hegel, mediata puramente con se stessa, bensì

lesue categorie si ordinano, direbbe uno strutturalista, secondo un prin-

cipio surdeterminante. La priorità spetta a quelle categorie chemostrano

un più alto grado di riconversibilità della loro figura reificata «in con-

creti rapporti umani intesi nel loro mutarsi processuale» (37). Lungi dal

costituire un'alternativa — come Lukàcs stesso sembra far credere (38)

alla predominanza delle categorie economiche, il metodo della totalità

èinvece tutto determinato dalla critica del feticismo.

La funzione emancipativa della coscienzaviene a manifestarsi ancora

là dove essa è inalzata a momento eminente della necessità dialettica

nella storia (39). Poichè la coscienza viene attivata dalla contraddizione

fra l'essere-oggetto dell'operaio nella produzione capitalistica e la sua

qualità umana, che traspare nel suo carattere speciale di valore d'uso,

l'autocoscienza dell'operaio, trasformando la forma di oggettualità del

suooggetto, va al di là della pura necessità della contraddizione e ne

fa una contraddizione cosciente e dialettica: l a dialettica come dialet-

tica del soggettocosciente fonda la prassi come prassi che risulta dallo

sviluppo storico ed è storicamente efficace, ma insieme autonoma da

ogni legalità naturale della «preistoria». I l ruolo delle categorie «sog-

getto» e «coscienza», costitutivo nella stessabase economica della lotta

di classe, è l'argomento più sostanziale che Lulcàcs rivolge contro ogni

teoria oggettivistica della rivoluzione, che opportunisticamente neghi

conargomenti economicistici l'autonoma prassi rivoluzionaria del prole-

tariato e degradi di conseguenza il problema dell'organizzazione a pro-

blema tecnico. I l processo rivoluzionario si pone ora comeprocesso di

(ri)costruzione del soggetto cosciente, processo in cui la classe rivolu-

zionaria diviene classe per sè. In esso i rapporti sociali appaiono come

ciòche sono: conflitti storici di interessi di classe, che si compiono nel

medium

della violenza e si sottraggono all'apparenza feticistica sia delle

leggi naturali dell'economia sia delle categorie giuridiche (40).

Ma nello sviluppo sistematico della teoria della coscienza di classe

compiuto in

Storia

e

coscienza di classe,

a questa funzione originaria

della coscienza, fondata materialisticamente nella critica dell'economia

politica, si sovrappone poi la costruzione della coscienza di classe attri-

buita

(zugerechnetes Klassenbewusstsein),

che si stende quasi come un

hegeliano «spirito del mondo» sulla storia reale delle lotte di classe (41).

(36) Cf. SCC pp. 37-38.

(37) SCC p. 241. Cf. anche i l passo di p. 210, in cui Lukacs cita la celebre frase sulla

successione delle categorie

dall'Introduzione

del 1857.

(38) Cf. SCC p. 35.

(39) Cf. SCC p. 234.

(40) Sul problema della violenza i n rapporto all'economia e a l diritto cf . SCC p. 235

e p.. 297 sgg.

(41) La teoria del la coscienza d i classe attribuita, sviluppata soprattutto nei saggi

Coscienza d i classe e Considerazioni metodologiche sul la questione dell'organizza-

zione,

ha ancora forti tracce della filosofia trascendentale della storia come filosofia

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