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le«cose» divengono di nuovo processi storici; i l presente appare ora

comequalcosa che è divenuto

(ein Gewordenes)

attraverso la lotta sto-

rica di soggetti in conflitto (le classi), e insieme — se esso non viene

assolutizzato in modo reazionario alla maniera di Hegel (14) — come un

divenire

(ein

W

erdendes)

rivolto verso il futuro (15).

Concepire dialetticamente il presente- è un punto di centrale impor-

tanza per la teoria luldesiana della storia, proprio perchè qui si mani-

festa l'intreccio del concetto di soggetto con quello di prassi. «E' infatti

questapresa di posizione critica verso l'immediatezza del presente che

lomette in relazione con l'attività umana: nei momenti del presente che

spingono al di là di se stessi sono dati le linee di orientamente e lo

spazio reale dell'attività pratico-critica, della prassi rivoluzionaria» (16).

La possibilità di superare nell'attività pratico-critica l'immediatezza del

presente viene definita da Lukks sul modello della critica hegeliana al

«dover essere», al pensiero rivoluzionario piccolo-borghese, da Kant e

Fichte fino a Feuerbach e Hess (17): l a conoscenza rivoluzionaria del

presente, in quanto mediazione di (verso) un futuro à

faire,

non può

esserecompiuta dal soggetto astratto dell'etica, ma solo da un soggetto

checoncepisca la storia come storia della propria formazione (18). Al

soggetto rivoluzionario sono dunque essenziali la dimensione della tota-

lità (in cui viene mediata e risolta la forma cristallizzata che la prassi

alienata ha assunto nelle leggi naturali della società. proprie del modo

capitalistico di riproduzione della ricchezza sociale) e quella storica,

checon la prima del resto coincide: i l sorgere del proletariato a classe

Persè si presenta come un processo collettivo di apprendimento tramite

l'autoriflessione (19). Così il progetto hegeliano di rappresentare la teoria

comeautoconoscenza della realtà (20), trova la sua verità materialistica

nella dottrina marxiana della categoria secondo

l'Introduzione

(1857) a

Per la critica dell'economia politica.

Se la genesi delle determinazioni del

pensiero e la storia dei contenuti reali vengono riconosciute come

momenti di uno stesso processo, materialisticamente va sottolineato

anzitutto che la mediazione nel pensiero ha il suo correlato nell'esistenza

empirica e già in sè mediata degli oggetti; essa è solo «il rivelarsi della

tori di merci. Si veda, oltre al noto passo

dell'Introduzione

del 1857 citato da Lukks,

I l Capitale,

libro I , Editori riuniti, Roma 1970, tomo I , p. 71 nota 21, e ancor più

indicativamente i passi del cap. I nella I ediz. del

Capitale

libro I (1867), ora in

Marx-Engels,

Studienausgabe,

vol. 11

Politische Oekonomie,

a cura di I . Fetscher,

Fischer Bucherei, Frankfurt 1966, pp. 229-231. Varrebbe l a pena d i approfondire

questo punto che ritengo importante, come si è accennato sopra nel testo a propo-

sito del concetto di totalità, per una critica materialistica del funzionalismo nelle

scienze sociali.

(14) Cf.

Moses Hess

cit., p. 650.

(15) C t op. cit., p. 653 e SCC pp. 207-208.

(16)

Moses Hess

cit., p. 678.

(17) Cf. op. cit., passim.

(18) «La conoscenza storica del proletariato ha inizio con la conoscenza del presente, con

la auto-conoscenza della propria situazione sociale, con l'indicazione della sua neces-

sità (nel senso della genesi)». SCC p. 210.

(19) Da questo spunto muove la ricostruzione storico-sociologica di Michael Vester,

Die

Entstehung des Prole tariats als Lernprozess,

Frankfurt 1970.

(20) SCC p. 22.

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