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interazione (4). Riallacciandosi alla critica della pretesa di totalità del

razionalismomoderno, soprattutto in Kant (5), egli mostra invece che la

logica della totalità è possibile solo fondandola, come fa Hegel, sulla

«natura qualitativo-materiale del contenuto, sulla materia in senso logico-

filosofico» (6). Perchè la dialettica materialistica sia una logica della

storia, che dia ragione del «sorgere ininterrotto del

novum

qualitativo»

(7), essadeve costituirsi come dialettica di soggetto e oggetto: soltanto

la dimensione qualitativa del g'oggetto toglie al divenire dei contenuti

concreti quel carattere di irrazionalità, da cui esso è ancora affetto nel

pensiero astrattamente calcolistico del razionalismo — come emerge

nelmodo più chiaro dall'incapacità razionalistica di risolvere il problema

delle crisi. Nella fondazione della dialettica materialistica compiuta

daLukàcs si manifestano anzitutto due aspetti: i n primo luogo la

dialettica di soggetto e oggetto come nesso costitutivo della storia fa

della logica di questa una logica della contingenza (9), poichè la dimen-

sibnesoggettiva è la dimensione dei bisogni e degli interessi umani

come verrà mostrato più avanti. In secondo luogo tale dialettica signi-

ficaespressamente che Lukàcs fa suo e volge materialisticamente i l

programma hegeliano della

Fenomenologia dello spirito,

di concepire

cioè il vero non soltanto «comesostanza, ma anche comesoggetto» (10).

In questosenso

Storia

e

coscienza di classe

si pone come ricostruzione

del processo di formazione del soggetto storico: del proletariato rivolu-

zionario, la cui verità di classe — il materialismo storico — si presenta

comeconoscenza di sè della società capitalistica (11).

Dalla

Fenomenologia dello spirito

Lukàcs trae non solo i l suo

programma di filosofia della storia, ma gli stessi strumenti metodici, In

prima linea le coppie dialettiche immediatezza-mediazione e in se-per se.

La categoria dellamediazione scardina il mondo dei fatti e la sua equivo-

cità: come «certezza sensibile» dell'empiria immediatamente data (cioè

delmondo anarchico e dilacerato della produzione capitalistica) e come

riproduzione del mondo reificato, fissato «alla seconda potenza» (12)

dalla filosofia della riflessione (13). Mediazione significa anzitutto che

( 4 ) SCC pp. 18-21. Sul concetto di funzione cf. la nota 60 a p. 191.

( 5 ) SCC p. 148-49.

( 6 ) SCC p. 187.

( 7 ) SCC p. 190.

( 8 ) Cf. SCC pp. 130-31, 137, 303-4.

( 9 ) Cf. Moses Hess und die Probleme der idealistischen Dialektik, Leipzig 1926, ora

ristampato in G. Lukàcs

Werke

vol. I I , ed. Luchterhand, Neuwied 1968, pp. 655-656.

(10) SCC p. 188.

(11) Cf. SCC •pp. 284-287.

(12) SCC P. 143.

(13) Poiché l'economia volgare borghese e i l marxismo volgare non pensano in termini di

totalità concreta, ma di «nessi della riflessione», le loro categorie sono ideologica-

mente astoriche; ma in questa ideologia astorica cade anche Hegel, quando, incapace

di riconoscere i l soggetto reale della storia, deve ricorrere alla mitologia concettuale

dello «spirito del popolo». I n questa misura la critica marxiana di Hegel è secondo

Lukàcs una prosecuzione della polemica hegeliana contro l a filosofia del la r i -

riflessione, cf . SCC p . 13 e 24. Non s i tratta però d i una banale «ripresa» sul

piano storico-filosofico d i t emi hegeliani d a parte d i Marx. L a categoria d i

«nesso della riflessione» e la sua astoricità hanno i l loro fondamento nel rapporto

di valore, più particolarmente nel rapporto di forma relativa e forma di equivalente,

sono cioè immanenti alla forma di sintesi sociale propria di una società di produt-

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