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di disconoscere i l contenuto anticipante della teoria, che è conseguito

grazie all'astrazione scientifica e di cui si nutre i l potenziale critico ed

emancipativo della teoria stessa. Così la partiticità della teoria viene

concepito in modo dimidiato, come se i l suo carattere classista consi-

stesse soltanto nel suo legame con le condizioni politico-organizzative

del suo periodo di formazione (65). Lo stesso Korsch è cosciente d i

questo pericolo, come si vede nella sua critica dell'interpretazione ridut-

tiva data da Thalheimer alla marxiana concretezza della verità (66).

Lo si vede ancora là dove egli, ricollegandosi ad un testo di Engels (67)

pone ripetutamente l'accento sull'«aspetto formale» presente nello svi-

luppo delle forme di coscienza dalla struttura economica; ciò avviene

nel modo forse più chiaro quando Korsch sottolinea positivamente in

Pagukanis l'elaborazione della

forma

giuridica (68). Ma nel complesso

non c i si può sottrarre all'impressione che questi punti restino al lo

stato di dichiarazioni programmatiche: in

Marxismo

e

filosofia

Korsch

non ha fornito un'analisi concreta e sistematica dell'«aspetto formale»

e di quello «contenutistico» nella loro unità. Non è un semplice fatto di

psicologia della conoscenza, per cui Korsch produce «una serie di pen-

sieri geniali, che però quasi regolarmente vengono più o meno rovinati

dal loro insufficiente sviluppo» (69); che Korsch non sia all'altezza del

suo stesso programma d i una dialettica materialistica delle forme d i

coscienza è dovuto piuttosto al fatto che egli non è in grado di indicare

la genesi dialettica d i queste forme dalla struttura economica. Esse

rimangono per lui pure forme d i coscienza, «espressione» della base

economica, a cui tal i forme si rapportano nello stesso modo in cui la

parte di un intero sta in relazione con un'altra parte. Ma ciò che Korsch

chiama rappresentazioni economiche o forme di coscienza, nelle quali

vengono intesi concettualmente

(begriffen)

i rapporti economici di produ-

zione (70), sono invece per l'Introduzione a Per la critica dell'economia

politica forme di esistenza (Daseinsformen, Existenzbestimmungen) d i

una determinata formazione economica della società. Se non viene intesa

esviluppata concettualmente, come fa Lukées, l'unità, di «genesi delle

determinazioni del pensiero e storia dei contenuti concreti», questi due

lati restano impigliati, come si è accennato sopra, in un semplice paral-

lelismo di «corrispondenze» ecc.

Anche da Marxismo e filosofia risulta dunque, ex negativo, che nel

(65) Cf. su questo problema MF pp. 18-21 e p. 55.

(66) «Del concetto fondamentale d i Marx, che cioè l a verità è sempre concreta, egl i dà

una versione caricaturale, secondo cui i

r isul tat i

del pensiero materialistico-dialet-

tico i n Lenin e i n Marx non possono mai e i n nessuna forma valere i n

modo più

generale

ol t re l'esperienza del momento, dal la quale essi sono stat i dedotti e al la

quale sono destinati».

(Lenin und die Komintern

cit., p. 325).

(67) Lettera d i Engels a F. Mehring del 14-7-1893, i n Marx Engels,

Ausgewiihlte Briefe,

Berlin 1953, p. 549.

(68) Cf. la recensione scritta

da

Korsch a

E.

Pa§ukanis,

Allgemeine Rechtslehre und Marxi-

smus e Kar l Renner, Die Rechtsinstitute des Privatrechts und ihre soziale Funktion,

in Archiv / l i r die Geschichte des Sozialismus und der Arbeiterbewegung a. XV, 1930

(ristampata nella riedizione d i PaAukanis, ed. Neue Kr i t i k, Frankfurt 1966).

(69) Così scrive Engels d i Comte nella léttera a F. Tstinnies del 24-1-1895, i n

Ausgewiihlte

Briefe

cit., p. 577.

(70) Cf. MF p. 80 e p. 82.

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