

la Dea Ragione, tacciando di irrazionalità attivistica sia la sinistra che
la destra democristiana. La forca e la mannaia Plebe non le aveva certo
buttate via, ma le aveva nascoste dentro la statua cava della dea. Per
questo Almirante ha preferito lui come teorico ufficiale del neofascismo.
Aggiungi i l meraviglioso effetto che la triade produce sulla maggioranza
silenziosa, cui Plebe rivolge le sue amorose attenzioni (17). I l piccolo
borghese, schiacciato da forze enormi, si gonfia i l petto trasformando
la propria impotenza e insipienza in superiorità di fronte alle alternative
politiche. Potrebbe rassegnarsi o contestare, ma grazie a Plebe crede
di potersi esimere dalla scelta saltando i l fosso. Meno pensa, e più
Plebe lo persuade che proprio lui , conculcato e deriso, è i l solo che
pensi di fronte alle masse conformiste dei conservatori e dei rivoluzio-
nari. Già si sente un antico stoico, o un moderno professore universitario.
T. E corre a votare Plebe al senato. Mi avevi ormai convinto che
Plebe è un asino calzato e vestito...
A. ... di toga accademica...
T. ... e presto di laticlavio. Ma tu stesso lo definisci astutissimo, e
in verità tutta questa faccenda della reazione che non è reazione, della
irrazionalità che è l'unica razionalità e del pensare che consiste nel non
pensare mi pare davvero geniale, un capolavoro di sofisma dialettico.
Come spieghi la contraddizione?
A. Non c'è contraddizione. Ho sostenuto che Plebe è un asino, non
che sia uno sciocco. I pulcinella non sono sciocchi. Plebe poi, saltabec-
cando qua e là tra gli innumerevoli l ibr i che cita, tra Enea di Gaza e
Adorno, dimostra una capacità veramente unica di cogliere al volo quel
che gl i serve, sia pure travisato e storpiato, per le sue elucubrazioni.
Non legge correttamente nulla — e per questo è un asino — ma annusa
tutto. Quanto a fiuto, vale venti cani di Crisippo. Basta che annusi un
libro e ne fa subito due. Anni fa annusò la logica formale e scrisse isso-
fatto una Introduzione alla logica formale attraverso una lettura logi-
stica di Aristotele
(18). Sputava formule come un dio, anche se le copiava
per tre quarti e le sbagliava per i l resto. Ci volle tutta l'infinita pazienza
ecompetenza di C.A. Viano per denunciare la mistificazione (19). Ma
gente come noi, che di queste cose non sa nulla e quindi fa parte della
maggioranza silenziosa, ci sarebbe cascata. Non si può infatti rimpro-
verare alla maggioranza silenziosa di restare a bocca aperta davanti a
Plebe. Egli possiede sempre i l
latino rum,
i l gergo tecnico, e lo assimila
con una disinvoltura incredibile. Scrive i suoi ragli sul rigo musicale, e
(17) Non g l i operai, bensí «l'intellettuale disoccupato o sottoccupato, i l pensionato, i l
piccolo commerciante, i l piccolo negoziante sono oggi l e vi t t ime a cu i dovrebbe
guardare chi cercasse d i sanare l e ingiustizie della società»
(Marx,
p . 94).
(18) Laterza, Bar i 1964.
(19) Cfr. l a sua recensione i n «Rivista d i filosofia», A . LV (1964), pp. 328-38. Secondo
Viano, Plebe considera la logica contemporanea «come un corpo d i dottrine omoge-
neo, un corpo d i verità t ra l e qual i s i può scegliere a man salva, qua e là, senza
pericolo d i sbagliare, una vol ta che s i sono imparat i qualche formula d i calcolo
elementare e qualche
slogan
filosofico... Da questo punto di vista questa
Introduzione
alla logica formale
è quanto mai diseducativa... E da t u t t o c i ò
esce
una visione
quanto ma i distorta e semplicistica del la logica contemporanea, una visione nel la
quale Aristotele e , con maggior consapevolezza, i logici contemporanei r ipetono
banalità risapute i n formulette scolastiche» •(p. 335).
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