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dei preti' che si esercitava attraverso 'le Chiese in quanto enti possi-

denti'. E già, in questo concetto marxiano era insita un'ambiguità di

base: da un lato esso voleva denotare

l'oppressione

che in certi casi

poteva essere stata esercitata da una prepotenza del potere civile degli

ecclesiastici: e sin qui la denunzia non proveniva da pigrizia conosci-

tiva, ma da desiderio di giustizia; dall'altro però, con lo specificarne il

carattere 'spirituale', conferiva a l termine repressione' i l significato

del tipico fastidio che prova l'ateo di fronte a ogni difesa della religio-

sità, allorchè egli non. si sobbarca la fatica di comprenderne lo spirito

e le ragioni: e qui la denunzia non viene più da desiderio di giustizia,

ma soltanto da pigrizia conoscitiva, che trova i l suo alibi nell'addos-

sarne la colpa all'autodifesa della vittima che si vuole aggredire e che

viene quindi denominata 'repressione'».

T. Tutta la faccenda mi pare assai lambiccata e tirata per i capelli.

Che diavolo vuol dire?

A. Lasciamo andare che cosa vuol dire. I n Plebe non conta mai

nulla, e per spiegartelo dovrei esporti gli aurei princìpi della filosofia

plebiana. Ti basti sapere che nel testo tedesco...

T. All'inferno il testo tedesco (12)! Enunciami piuttosto questi aurei

princìpi che tieni sempre in serbo. Anche se Plebe deduce sempre la

sua filosofia dalla sua incomparabile filologia, a noi è ben lecito sepa-

rarle. Deciditi a darmi una sintesi della filosofia plebiana della reazione

stans pede in uno.

A. E va bene, peggio per te. Devi dunque sapere che per i l Plebe

la reazione non viene, come tu potresti erroneamente supporre, dopo

l'azione, bensì prima di essa. Essa coincide infatti con l'atteggiamento

contemplativo, riflessivo. Invece sia il conservatore che il rivoluzionario

agiscono in modo puramente irrazionale, senza pensarci su prima.

T. Beh, fin qui niente di male. La riflessione è necessaria e Plebe

può chiamarla come vuole. Dopo tutto Ditti Cretese voleva la stessa

cosa, anche se Plebe l'ha capito a rovescio.

A. Vedo che Plebe ti piace proprio. Abbiamo quindi una triade, sche-

ma del resto assai caro al nostro pensatore, dal Pucci già ampiamente

riscontrato nella

Nascita del comico.

«Poichè il tre è il numero perfetto,

scriveva il Pucci (13) — dividendo tutto per tre si ha una sistemazione

perfetta della materia trattata. Dante e Hegel facevano a loro modo

così e anche Plebe non è da meno». Nel nostro caso abbiamo da una

parte i l conservatore che afferma, dall'altra i l rivoluzionario che nega,

e in mezzo si asside il Reazionario ovvero il Pensatore ovvero il Filosofo

ovvero i l Plebe Armando.

(12) I l quale parla d i un

geistliches Unterdriickungswerkzeug, dove Unterdri ickung è

parola vecchissima che ha a che vedere con la moderna «repressione» come termine

dei contestatori invisi a Plebe più o meno quanto Lessing con i contestatori stessi,

e

geistlich

significa «spirituale» nel senso ben preciso d i «ecclesiastico, esercitato da

religiosi». Questo potere s i affianca a quello «materiale» dell'esercito permanente e

della polizia. Timoro ha ragione in quanto i l senso è chiarissimo già nella traduzione

di Palmi ro Togl iat t i (anche se egl i usa i l termine «repressione» anzichè quel lo d i

«oppressione», che avrebbe potuto usare altrettanto bene) senza alcun bisogno d i

ricorrere all'originale.

(13) La nascita del riso, cit., p. 354.

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