

primo compito non è il combattere i rivoluzionari bensì il combattere
la loro avventatezza e mancanza di autocritica, riuscirà a guarire almeno
parzialmente il rivoluzionario della sua nevrosi, potrà far tornare in lui
almeno un barlume di ragionevolezza, e con ciò prepararlo a un'azione
più degna di un uomo».
T. Sicchè tutti i guai di Marx provengono dal fatto che non dispo-
neva di un terapeuta come Plebe?
A. Già. Poichè, guarito dai suoi complessi, questo padre della conte-
stazione sarebbe guarito anche dalla «pigrizia etica e conoscitiva» che
caratterizza i l contestatore e di cui egli «addossa la colpa al fatto di
essere 'inibito' dall'educazione ricevuta e 'represso' dalla società di cui
fa parte (25)».
T. Adesso comincio a capire quel passo che mi hai citato dianzi su
Marx come inventore della repressione. La repressione sarebbe insomma
un alibi che il contestatore si crea per giustificare la propria «pigrizia
etica e conoscitiva», cioè il suo non essere un «reazionario», dato che
il reazionario è il solo che prima pensa e poi agisce.
A. Hai capito perfettamente. Quindi Marx, se al suo capezzale di
nevrotico ci fosse stato Plebe, avrebbe cessato di attribuire ogni colpa
alla repressione e avrebbe dismesso la sua pigrizia etica e conoscitiva,
passando ad azioni «più degne di un uomo», cioè diventando un grassa-
tore di strada maestra come Plebe. E' certo però che a questo tratta-
mentopostumo Plebe l'ha già sottoposto. Poichèessendo il contestatore
per Plebe un'immagine rovesciata della sua pulcinellaggine, il suo Marx
èun buffone dello stessosuo stampo, anchese di segnoopposto. Questo
èovvio nel caso dell'economia e della politica, che sono già gallinacee
nel Marx come l'ha veracemente esposto Plebe prima ancora che nelle
confutazioni di costui. Ma anche nella vita l'antenato della contestazione
diventa un pulcinella. Rileggiamo quel passo su «i Korps» già citato
preferisco non infliggerti nuovi esempi data la tua allergia al discorso
plebiano — che contrappone al giovane studente Marx, che, «quale presi-
dente del Club della Taverna di Treviri si batteva per motivi di rivalità
con un altro club degli studenti... non soltanto con le armi della penna,
macon risse e duelli, alla maniera dei moderni Movimenti Studenteschi»,
suopadre, «che vedeva di buon occhio la tendenza del figlio a diventar
filosofo, ma assai di mal occhio la sua tendenza a diventare gregario inte-
grale» e che al figlio scrisse una lettera in cui diceva tra l'altro: « I l
duello è dunque strettamente legato alla filosofia?... Non lasciare che
questa tendenza, o, se non è una tendenza, questa malattia metta radici
in te!» Plebe aggiunge che i l padre di Marx, «pur senza conoscere la
psicanalisi, intuiva che dietro questocomplesso del figlio si celava una
qualche 'malattia' psichica. Una malattia che nel nostro secolo doveva
diventare epidemica (26)».
T. Bastava quindi che Marx si lasciasse psicanalizzare dal padre,
questo ignoto precursore di Plebe. Ma dimmi come stanno in realtà le
cose.
A. A parte i l fatto che Marx non fu «presidente» del club della
(25)
Reazione,
p. 122.
(26)
Marx,
p. 23.
— 79