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A. Certo Plebe ci è arrivato presto: nel 1926.

T. Non è possibile! E' nato nel 1927.

A. Eppure è scritto a chiare lettere in questo volantino di propa-

ganda elettorale per il noto candidato del MSI per il collegio Torino-

Centro: «Nato ad Alessandria nel 1927... ha insegnato prima quale inca-

ricato, poi (dal 1926) quale titolare nelle università di Perugia, Roma e

Palermo».

T. Un ovvio errore di stampa per 1962.

A. Sarà, ma, scusami, questa volta sono io a invocare l'inconscio.

Quello del tipografo ha determinato l'errore di stampa perchè voleva

affermare qualche cosa di profondamente esatto, e cioè che il Plebe si

era predestinato alla cattedra già nel ventre di sua madre. Temo che,

procedendo nella tua classificazione, dovrai aggiungere un'altra cate-

goria: quella degli accademici uterini, chesalgono in cattedra a—1 anno.

Ma torniamo pure ai pulcinella e agli asceti. Del Noce, i l Saggio dei

Parioli, dove lo metti?

T. Tra gli asceti, naturalmente.

A. Quindi è salito in cattedra molto tardi?

T. Non so quando, ma certo tardissimo. Probabilmente gli rimpro-

veravano di avere delle idee coerenti, per discutibili che fossero. Inoltre

nonandava a genio nè

all'establishment

laico nè a quello cattolico.

A. Mentre Plebe si era messo in quello laico per avere la cattedra

cheagognava da quando la madre in lui s'incinse. Tutto torna, salvo una

cosa.Come mai uno comePlebe, insediato in cattedra dal 1926 o almeno

dal 1962, stando a quel che mi hai detto fa da guida autorizzata a coloro

chevanno in pellegrinaggio da un uomo accademicamente tanto più

recente?Ciò è in contrasto con ogni sano concetto di gerarchia.

T. A me nonmeraviglia affatto. Devi sapere che i pulcinella nutrono

in fondo all'animo loro un grande rispetto reverenziale per gli asceti,

sapendoli assai migliori di sè medesimi, ancorchèmeno fortunati.

A. Tu credi dunque davvero che gli asceti siano sempre migliori

dei pulcinella?

T. In verità io lo credo.

A. O sancta simplicitas! Solo i giovani ritengono la virtù sempre

preferibile al vizio. Quelli che tu chiami gli asceti sono sovente arcigni,

presuntuosi, fissati, e pericolosi come tutti i fissati. I pulcinella possono

ma noti necessariamente — essere meno dotti, più superficiali e

approssimativi: in compenso hanno per lo più maggiore comunicativa.

sono più vicini agli studenti e non si limitano a scernere tra di essi i

pochi degni delle loro attenzioni, sprezzantemente ignorando i l volgo

residuo. Tu li consideri solo come banchettanti e grafomani, ma se li

vedessi all'opera, in molti casi ti ricrederesti. In generale la tua classi-

ficazionenon è priva di fondamento, ma mi sembra alquanto rigida.

T. Dunque tu non annovereresti Plebe tra i pulcinella?

A. A dire i l vero non lo annovererei in categoria veruna. E' un

individuo che da sè rappresenta una specie, come gli angeli secondo

SanTommaso. Ma forse, facendo un po di angelologia negativa, è

lecito tentare di definire il nostro angiolone vedendo quali sono i punti

in cui egli spezza i generi in cui lo si potrebbe incasellare. Per comin-

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