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può essere fatta l'obiezione che certi insegnamenti sono necessari alla scienza,

anche se neppure uno studente l i segue. Poiché le funzioni dell'assistente

sono d i collaborazione nell'insegnamento già esistente, è evidente che l a

distribuzione dei posti deve essere commisurata a l carico didattico delle

singole discipline. I l 6 ottobre 1969 i l Consiglio di Facoltà indicò un ordine

di precedenza nella distribuzione dei posti che via via fossero arrivati dal

ministero piuttosto singolare. Filologia greco-latina (4 tesi in corso, 31 iscritti

agli esami nell'anno accademico 1969-70) precedeva pedagogia ( 8 tesi, 228

iscritti); filologia slava (1 tesi, 10 iscritti) era al 90 posto, storia delle dottrine

politiche (20 tesi, 114 iscritti) al 15°. Filologia bizantina (0 tesi, 28 iscritti)

veniva prima di geografia (23 tesi, 273 iscritti); archeologia orientale (4 tesi,

25 iscritti) era al 100 posto, ma psicologia (22 tesi, 394 iscritti) al 19°. Questo

ordine d i precedenza è stato cambiato nella seduta del 12 ottobre 1970.

Quattro discipline sono scomparse, tre giustamente, ma fra esse anche storia

delle dottrine politiche. Storia della musica (5 tesi, 73 iscritti), prima al 200

posto, è passata a l 10 (forse un effetto dell'inserimento nell'indirizzo d i

archeologia e storia dell'arte?); storia della lingua italiana (6 tesi, 99 iscritti),

precede sociologia (45 tesi, 373 iscritti); storia del Cristianesimo (8 tesi, 51

iscritti) precede psicologia (22 tesi, 394 iscritti). Paleografia ( 1 tesi, 42

iscritti) è al 60 posto; dialettologia (24 tesi, 59 iscritti) a l 100; archeologia

orientale ( 4 tesi, 25 iscritti) e biologia semitica ( 0 tesi, 6 iscritti) vengon

prima della solita geografia (23 tesi, 273 iscritti). Filologia greco-latina ( 4

tesi, 32 iscritti) o grammatica greco-latina (4 tesi in corso, risalenti agli anni

1958-60, 39 iscritti) o storia greca (2 tesi, 127 iscritti) precedono pedagogia

(8 tesi, 228 iscritti).

Naturalmente, nessuno spostamento d i tendenza s i è verificato nelle

dotazioni degli istituti.

Perchè la Facoltà:

1) ha consentito, con l a liberalizzazione, agli studenti d i esprimere

le proprie scelte culturali;

2) ma, al tempo stesso, non ha dato e non intende dare, come emerge

chiaramente dai dati, nessuna risposta a queste richieste?

La liberalizzazione ha consentito di far calare la pressione studentesca

contro le strutture didattiche della Facoltà in due direzioni:

1) eliminando piani obbligati di studio ha tolto di meno l'obiettivo

più evidente e coagulante del malcontento studentesco nella Facoltà;

2) non imponendo più singoli insegnamenti come obbligatori, l i ha

apparentemente sottratti, ad uno ad uno, alla legittimità di ogni discussione

sui contenuti e sui metodi di insegnamento.

In questo modo gl i ordinari della Facoltà si sono sottratti all'obbligo

della funzione didattica connessa alla finalità dell'istituzione, ma non hanno

certo rinunciato a disporre, secondo la propria logica, degli strumenti (finan-

ziamenti e diritto di cooptazione dei propri alleati e d i scelta dei propri

subordinati) che l'istituzione mette a loro disposizione.

Infatti i l piano di sviluppo della Facoltà che si esprime nella richiesta

di istituzione dei nuovi insegnamenti, nuovi posti di assistente, sdoppiamenti

ormai inutili, mantenuti anche se ancora modificabili, non è legato in nessun

modo nè alla distribuzione quantitativa degli studenti, nè alla qualità e alla

direzione delle loro scelte culturali; esso corrisponde invece ai rapporti di

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