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scambi di battute sulla sua vita sentimentale e a confidenze sulle sue propen-

sioni gastronomiche, è ora padrone incontrastato del campo (naturalmente,

con l'approvazione dei superiori), e v i s i muove con tut ta l 'agi l i tà che l a

situazione richiede: per tempi eccezionali, uomini eccezionali dunque, e così

al ri tuale omaggio al distacco della magistratura dal la pol itica si sostituisce

l'apprezzamento per la sua dinamicità e la presa immediata sugli avvenimenti.

I l caso non passa senza eco negli ambienti della magistratura milanese,

ed è interessante r i fer i re delle prese d i posizione della corrente più stretta-

mente interessata a discuterne, quella di Magistratura Democratica alla quale,

con Bevere, sembra appartenere anche Viola. E ' indubbio che dalla corrente

non sono venuti a Bevere gl i appoggi che sarebbe stato lecito immaginare:

dalle due riunioni tenute a Mi lano dagli iscr i t t i a M.D. non è scaturito alcun

documento di solidarietà con i l sostituto estromesso e di protesta per i l suo

emarginamento, chiaramente determinato da mot ivi pol i t ici ( s i -dice che un

colonnello dei carabinieri s i sia presentato a De Peppo formulando lamen-

tele sull'operato d i Bevere, ed é evidente l'insofferenza dei servizi segreti,

subito intervenuti, per l'orientamento ideologico mai nascosto dal magistrato).

Questo può dirsi tanto dell'assemblea del 21 marzo che di quella tenuta verso

la metà di aprile, nel corso della quale ci si è l imi tat i ad approvare i l docu-

mento votato a Bologna 1'8 apri le dal comitato esecutivo nazionale.

Questo documento invitava con chiarezza al la vigilanza contro gl i atten-

tati al la libertà, denunciando la portata repressiva delle iniziative giudiziarie

in atto, ma non faceva esplicito riferimento al modo di condurre l'inchiesta

Feltrinelli e alla sostituzione di Bevere (forse per non incorrere negli incon-

venienti che seguirono alla protesta formulata nel 1969 a proposito dell'arresto

di Tol in, quando la corrente subì una scissione e un brusco riassestamento

di posizioni, o forse anche per evitare azioni disciplinari, promesse con lar-

ghezza dal procuratore generale della cassazione Guarnera). La portata poli-

tica dell'ordine del giorno bolognese era ulteriormente l imi tata dal mancato

rilievo che l 'att ivi tà repressiva condotta nel paese da tanta parte della magi-

stratura è favorita dalla presenza a capo degli uffici più delicati ( le procure e

le procure generali) d i uomini non a caso prepostivi, con cr i ter i d i designa-

zione che anche i Consigli superiori meglio orientati non hanno voluto mutare.

In tal modo viene consolidata la prassi da sempre seguita che vede nel p.m.

l'organo delegato ad assicurare, mediante l'uso delle impugnazioni, i l concreto

manifestarsi della supremazia della cassazione, .e a garantire, disponendo d i

personale subalterno f idato, l'esecuzione del le convergenze volute con g l i

orientamenti del governo, della polizia, dei centri del potere economico.

Non s i vuol dire, con questo, che M.D. abbia ignorato i l problema, sul

quale molte volte si è pronunciata, ma, piuttosto, che essa non ha voluto addi-

tarlo i n una sua manifestazione esemplare, chiamando per nome i protago-

nisti della vicenda e indicandone le responsabilità. Non basta infat t i che la

corrente abbia elaborato proposte d i r i forma del tut to apprezzabili, qual i la

eliminazione del vincolo gerarchico all ' interno degli uffici del p.m., l 'attribu-

zione dell'esercizio dell'azione penale a l singolo magistrato che ne faccia

parte, la costituzione d i un corpo d i polizia giudiziaria sottratto al la dipen-

denza amministrativa, l a istituzione del giudice singolo i n tribunale, i l con-

trollo popolare sulle decisioni dei giudici e la responsabilizzazione dei magi-

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