

sta e basarsi sulla repressione aperta (ed è una minoranza); c'è chi ritiene
invece che i l tipo di mediazione operato dalla DC sin dal dopoguerra sia
ancora i l più conveniente, quello capace di conseguire maggiori risultati spe-
cie in una soCietà relativamente avanzata in cui pare impossibile impostare
i rapporti con i l movimento operaio sulla pura violenza.
Nella stessa logica va visto i l processo di erosione delle formazioni po-
litiche intermedie, che rischia di coinvolgere pure i l Partito Socialista; pro-
prio perchè la Democrazia Cristiana ha Tnostrato di possedere forme molto
più efficaci d i controllo politico, d i essere i n sostanza una maggiore ga-
ranzia per le esigenze della borghesia.
L'altro elemento importante è costituito dal fatto che anche i l PCI ha
accettato i n pieno una logica che porta al la radicalizzazione e polarizza-
zione dello scontro politico. Anche i l PCI — abbiamo già avuto occasione
di sottolinearlo — appare consapevole della irreversibilità dei processi d i
decadenza del regime parlamentare e della inevitabilità del passaggio a for-
me più autoritarie di gestione del potere. Sembra avere accettato una pro-
spettiva gollista di cui la polarizzazione degli schieramenti attorno ai mag-
giori partiti è presupposto necessario. Grave a questo proposito è stata la
decisione di avallare i l colpo di mano democristiano per le elezioni antici-
pate; grave per di più perchè dimostra una acquiescenza al tentativo della
DC di superare le proprie contraddizioni interne attraverso una accentua-
zione del carattere autoritario del sistema. Vale la pena di ricordare la gra-
vità delle scelte attraverso cui si è giunti alle elezioni anticipate: un go-
verno che non ottiene l a fiducia del parlamento, un Presidente della Re-
pubblica che scioglie le camere senza aver tentato nessun'altra soluzione a
livello parlamentare; i n questo modo, teoricamente, sarebbe possibile go-
vernare sempre senza l a fiducia del parlamento e convocare a ripetizione
elezioni anticipate gestite da un governo — abbiamo visto come — senza
alcuna forma d i controllo politico. Ma i l colpo d i mano democristiano è
passato senza che alcuna forza, e tanto meno i l PCI, muovesse un dito.
Perchè, d'altra parte, la volontà del PCI d i fare le elezioni anticipate?
Per evitare i l referendum sul divorzio? Non sembra che dopo le elezioni
le prospettive d i effettuare i l referendum s i siano allontanate e , per d i
più, non esiste neppure più la maggioranza divorzista in Parlamento. Per far
fuori i l Manifesto? Che un Partito come i l PCI si accinga a un passo così
grave solo per timore di un piccolo gruppo di opposizione a sinistra può
solo far meditare sulla capacità strategica del suo gruppo dirigente. Per
consentire alla DC d i riprendere con maggiori possibilità d i efficienza i l
controllo sulla situazione politica e per rassegnato avallo alle prospettive
di ripresa economica su base di destra? Sembra questa la prospettiva più
plausibile; da ciò consegue però che i l PCI non si propone altro obbiet-
tivo oggi che la conservazione del quadro costituzionale; e abbiamo visto
di. quale quadro.
Il fatto che la DC e i l PCI appaiano quindi corresponsabilizzati su una
prospettiva politica convergente — anche se per ora tale convergenza non
pare destinata a realizzarsi, nel breve periodo, a livello parlamentare, ap-
pare quindi i l fenomeno più preoccupante e più negativo per qualsiasi pro-
spettiva di classe. La manovra tentata con l'elezione del Presidente della
Repubblica e con la candidatura Fanfani, solo parzialmente fallita, e nella
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