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CRONACA ITALIANA

CONSIDERAZIONI POSTELETTORALI

Qualsiasi considerazione sul significato e le conseguenze della recente

consultazione elettorale dovrebbe cercare d i penetrare a l d i l à dell'equi-

librio parlamentare-istituzionale che con esse si è realizzato, o tende a rea-

lizzarsi, per chiarire i rapporti t ra l a situazione d i classe del paese e i l

controllo su tale situazione esercitato dal potere borghese.

Non è compito facile, specialmente per l a situazione italiana, caratte-

rizzata da una estrema frammentazione del panorama istituzionale, da una

complessità di rapporti t ra i vari corpi dello Stato. Vale però l a pena di

tentare alcune considerazioni che servano, almeno, come introduzione ad

una più corretta discussione del problema. E ' constatazione ovvia che l e

elezioni politiche anticipate abbiano determinato, i n termini parlamentari:

1) un generale spostamento a destra; 2) una radicalizzazione dell'elettorato

verso l e grosse formazioni politiche rappresentate a sinistra dal PCI , a l

centro dalla DC e a destra dal Movimento Sociale; 3) un fallimento del ten-

tativo di realizzare una coagulazione della sinistra di classe attorno ad una

ipotesi, sia pure molto provvisoria e nebulosa, costituita, nel caso, dal Ma-

nifesto.

Ma l'analisi quantitativo-statistica dei risultati elettorali non serve a

molto a chi tende a porsi al di fuori del sistema di valori e di scelte comu-

ni a

tutte

le forze politiche "costituzionali". Non condividiamo affatto l'ot-

timismo (per la verità molto formale) della sinistra riformista, né quello

folle di Potere Operaio che parla del voto al PCI come di una consapevole

scelta di classe (una sorta di nove milioni di baionette per la rivoluzione)

che fa da pendant alla tesi dell'Unione dei Comunisti (85.000 persone pronte

all'insurrezione); siamo invece del parere che queste elezioni, a l par i d i

altri e più importanti fattori, annuncino una fase molto difficile per l e

forze della sinistra reale.

Gli anni 1968/1969 sono gli anni decisivi per giudicare della situazione

italiana. Già su questa rivista si è affrontato i l problema e bastano ora sol-

tanto alcuni rapidi accenni per entrare nel problema. I l fatto decisivo è che

il tipo di rapporti che si era instaurato sin dal 1945 tra apparato istituzio-

nale (partiti e sindacati) e "società civile", — rapporto già in crisi latente

da diverso tempo — si è spezzato clamorosamente. Si è rotto a livello po-

litico con l a crisi del rapporto tra partiti di sinistra e forze d i classe .(a

livello di iniziativa politica giovanile e studentesca, prevalentemente); s i è

rotto a livello sindacale nelle lotte del 1969 i n cui i sindacati hanno do-

vuto constatare la fine della loro funzione egemonica e la necessità di re-

cepire le spinte più consistenti delle forze operaie per non incrinare ancora

più gravemente i l rapporto di partecipazione-rappresentanza con l a classe.

Dopo l a conclusione del ciclo di lotte del 1969 l a situazione appariva

assai aperta. Da un lato i l rapporto di delega di cui aveva goduto i l PCI

sin dalla Liberazione appariva, per lo meno, riproblematizzato. Se i l pro-

blema della coagulazione politica al la sinistra del PCI non s i poneva i n

termini immediatamente organizzativi, v i era pur sempre una disponibi-

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