

rivoluzionario o preparare l'insurrezione, c'è per Lenin un abisso, e
dice «... noi siamo convinti che
sacrificare
un solo rivoluzionario anche
per dieci avventurieri significa solo disorganizzare le nostre file che già
sono abbastanza sottili» (4).
I SR dicevano: ma che cosa volete aspettare ad iniziare l a lotta
armata? se non cominciamo noi non si farà mai niente! Lenin, già allora
nel 1902, intravvedeva la tempesta rivoluzionaria che si profilava all'oriz-
zonte (scoppierà nel 1905), vedeva che le masse tendevano a trasformare
lo sciopero generale in insurrezione, e diceva che compito dei comunisti
era preparare l'insurrezione armata e creare un partito effettivamente
capace d i condurla. Lenin nega che una «organizzazione combattente»
come era i l servizio d'ordine del Partito socialista rivoluzionario, servisse
a preparare l'insurrezione armata, anzi era un passo indietro perchè
spingeva i migliori rivoluzionari sulla via del terrorismo e li slegava dalle
masse. Fra l'organizzazione dell'insurrezione armata popolare e l'orga-
nizzazione di un servizio d'ordine con scopi terroristici, Lenin ci vedeva
un abisso. Ancora nel 1905, un mese dopo l'insurrezione di Pietrogrado
Lenin diceva: «Sì, i l terrorismo degli intellettuali e i l movimento operaio
di massa erano separati e la separazione l i ha privati di qualsiasi forza.
Proprio questo ha sempre sostenuto la socialdemocrazia rivoluzionaria.
Proprio per questo ha sempre lottato non solo contro i l terrorismo, ma
anche contro quelle oscillazioni verso i l terrorismo d i cui più d i una
volta i rappresentanti dell'ala intellettuale del nostro part i to hanno
dato prova» (5).
Gli ultimi numeri di Potere Operaio sono zeppi di citazioni di Lenin,
tratte da scri tt i del 1905 e 1906, dove Lenin discute i problemi delle
forme di lotta della guerra civile allora in corso in Russia. Con queste
citazioni si vorrebbe dimostrare che i l terrorismo dei piccoli gruppi di
intellettuali era una «forma di lotta» che Lenin appoggiava e consigliava;
èassolutamente falso. Infatti i l terrorismo di cui parla Lenin negli scritti
sulla guerra partigiana non è quello del servizio d'ordine dei Socialisti
Rivoluzionari ma è quel lo sviluppato spontaneamente da i contadini
poveri nelle campagne contro i signori, oppure quello organizzato diretta-
mente dai nuclei operai comunisti all'interno d i una guerra civile i n
corso, quale era la rivoluzione del 1905-07. (Anche se essa conobbe flussi
e riflussi e fu molto scoordinata).
Parlando delle azioni partigiane delle squadre d i combattimento
popolari, che avvenivano appunto durante un periodo d i guerra civile,
Lenin diceva: «Noi pensiamo che sia sbagliato porre queste azioni sullo
stesso piano del terrorismo di vecchio tipo. I l terrorismo consisteva nella
vendetta dei singoli. Era una congiura di gruppi intellettuali. Non era
affatto legato allo spirito delle masse.
I l terrorismo non temprò alcun
dirigente militare d i massa.
Fu i l risultato — ma anche i l sintomo e
l'attributo — della sfiducia nell'insurrezione, dell'assenza d i premesse
per l'insurrezione. Le azioni partigiane non sono una vendetta ma azioni
di guerra... Le azioni partigiane delle squadre d i combattimento non
sono oggi i l risultato della sfiducia nell'insurrezione o nell'impossibilità
(4)
Nuovi avvenimenti e vecchi problemi,
Opere, vol. 6, pag. 257.
(5)
Intorno all'accordo d i lot ta per l'insurrezione,
Opere, vol. 8. pag. 145.
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