Table of Contents Table of Contents
Previous Page  30 / 194 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 30 / 194 Next Page
Page Background

provocare l e migl ior i forze rivoluzionarie e lanciarle al la caccia dei

volgari dirigenti della più ripugnante violenza.

Ma noi — dice Lenin

non dobbiamo lasciarci provocare» (1).

Sempre nel 1902 diceva: «... non dobbiamo permettere che riesca il

tentativo che i socialisti rivoluzionari hanno compiuto di restaurare le

tendenze della «Volontà del popolo» e di ripetere i suoi errori teorici e

pratici». Per Lenin la tattica del piccolo gruppo di intellettuali terroristi

«... è una tattica che accentua quel distacco tra i rivoluzionari e le masse,

che è la fonte principale della nostra debolezza, dell'incapacità nostra

di incominciare subito la lotta risoluta» (2).

Ma, dicevano i socialisti rivoluzionari, noi non ci stacchiamo dalle

masse, usiamo anzi le azioni terroristiche del nostro braccio armato per

fare lavoro di massa e per stimolarlo. Nel 1902 essi scrissero testual-

mente «Noi facciamo appello al terrorismo non per sostituirlo al lavoro

tra le masse, ma precisamente per fare questo stesso lavoro e per farlo

contemporaneamente».

Lenin negò recisamente che i l terrorismo dei SR fosse un lavoro

di massa e che dunque si potesse considerare come una violenza di

avanguardia.

Egli scrisse: «Fare appello a un terrorismo quale l'organizzazione di

attentati contro i ministri da parte di singoli individui o di circoli che

non si conoscono tra di loro in un momento in cui i rivoluzionari

non

hanno sufficienti forze

e mezzi per dirigere le masse che già si stanno

sollevando, significa non solo minare il lavoro tra le masse, ma anche

introdurvi una vera e propria disorganizzazione» (3). Per Lenin dunque

il terrorismo dei SR introduce una disorganizzazione tra le masse.

I SR volevano creare delle occasioni di incitamento per il popolo a

ribellarsi allo Zar in modo violento attraverso gli attentati. Secondo loro

gli attentati insegnavano al popolo la giusta violenza rivoluzionaria.

Lenin scriveva sull'Iskra del 1° dicembre 1902: « I socialisti rivolu-

zionari non trovano parole bastanti per vantare l a grande efficacia

agitatoria degli attentati politici dei quali tanto si sussurra sia nei

salotti liberali che nelle osterie frequentate dal popolino. E' così facile

per loro (...) sostituire ( o almeno completare) l'educazione politica

del proletariato con i l

sensazionale politico

[come ad es. i l rapimento

di Macchiarini]. Noi invece riteniamo — dice Lenin — che possano effet-

tuare una azione realmente e seriamente agitatoria, e non solo stimola-

trice ma anche (il che è molto più importante) educatrice,

solo gli avve-

nimenti in cui i l protagonista è la massa stessa,

gli avvenimenti che sono

dovuti al suo stato d'animo, e

non vengono inscenati

per scopi partico-

lari da questa o quella organizzazione».

I SR dicevano: noi non neghiamo i l lavoro di massa, facciamo

tutti e due, terrorismo e lavoro di massa.

Lenin nega che si possano

conciliare terrorismo e lavoro d i massa,

e contrappone al terrorismo

l'organizzazione delle masse. Fra fare il terrorismo e costruire il partito

(1)

I compi t i del movimento socialdemocratico,

Opere vol. 6, pag. 248.

(2) Ibidem, pag. 248-249.

(3)

Avventurismo rivoluzionario,

Opere, vol. 6 pag. 191.

28 —