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ma per tutti i metalmeccanici? Per tutte le fabbriche italiane? A chi

scrive pare inevitabile che accanto al tentativo di massimo legame al

momento delle decisioni tra organi applicativi e gruppi operai debba

necessariamenteaccompagnarsi i l massimo distacco al momento dei

risultati. I risultati cioè non vanno difesi come propri ma considerati

di volta in volta come un dato; nè più nè meno di un risultato sala-

riale, di cui non ci si innamora perchè lo si è raggiunto. Anzi per essere

precisi, di meno: perchè in questo caso è in discussione non solo la

quantità ma anche il criterio, che va essostesso considerato come un

compromesso e non come parte della propria strategia.

Attualmente la proposta di intersezione prevalente è quella che

prevede sei categorie: una prima categoria, transitoria, che raccoglie-

rebbe le attuali mansioni minori; una seconda che raccoglierebbe i l

grossodegli operai delle linee e gli impiegati di questa; una terza che

raccoglierebbe gli operai di seconda categoria e gli impiegati di terza;

una quarta che raccoglierebbe gli operai di prima e gli impiegati di

seconda; una quinta che raccoglierebbe gli impiegati di prima e una

sesta per gli impiegati di prima supet (ma Questi sarebbero pratica-

mente fuori della trattativa). I l ventaglio salariale complessivodovrebbe

essere ridotto.

Per prima cosa bisogna osservare che, anche se la riduzione del

ventaglio salariale avvenisse, l'aumento degli operai di prima sarebbe

comunquemolto maggiore di quello degli operai di terza categoria e

di mole tale (quarantamila circa) da dover essere scaglionato. Comun-

que renderebbe puramente verbale la richiesta di aumento uguale per

tutti che verrà fatta. L'aumento reale non sarebbe però così grande

comequello teorico perchè i salari di fatto degli operai di prima cate-

goria sono più alti di quelli teorici. Se ne può trarre una conclusione:

che è inutile sperare di modificare in senso ugualitario la retribuzione

senzamodificare la fabbrica e la scuola. E' giusto comunque chiedere

gli aumenti ugualitari; ma il mercato ne fa vendetta. E come si passa

dauna categoria all'altra? Per arricchimento professionale, dovuto alla

riqualificazione, attraverso i l monte ore e la rotazione.

Esiste però una proposta di rendere automatico i l passaggio per

tutte le categorie, cosa che porterebbe ad un sistema retributivo dipen-

dente soltanto dall'età.

Emergono qui drasticamente le due tendenze tuttora presenti nei

sindacati ma presumibilmente anche tra gli operai. Da una parte si

dice: l'industria moderna ha distrutto la vecchia professionalità ope-

raia, e noi abbiamo cercato invano di difenderla. Oggi la tendenza è

invertita: la stessa tendenza oggettiva che ieri ci era contraria oggi ci è

favorevole. Perchè non dovremmo rafforzarla? Dall'altra, si dice che

l'inversione di tendenza è tutta verbalità; che le differenze -tra i lavori

sonoquasi tutti fittizie; che non bisogna concedere al padrone questo

strumento nuovo di incentivazione che è la carriera operaia; e che

quindi i passaggi di categoria devono dipendere solo dal tempo. Se

questo per i l padrone è insostenibile, cambi la fabbrica in modo da

renderlo sostenibile. In quanto al monte ore è una trappola perchè si

tratterebbe di accettare completamente il criterio dell'istruzione profes-

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