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Cosìcome la sola vera opera di cultura da parte degli orientalisti, nel contesto

delcapitalismoe dell'imperialismo, è nelsensodi quellacheoravienecondottadal

Committee of concernedAsianscholars.

Apropositodella rivoluzioneculturalecinese e anche di quanto è acca-

dutonei nostri paesid'Occidente dal '67 al '69 dovremmo guardarci da una

attitudineconsumistica.Se ci lasciamoandare a questaattitudine ( cheè forma di

falsacoscienza), il dopoannulla il prima, si correaffannosamenteda unmomento

-(o fase) a quellosuccessivo, per nonperdere il treno dell'ultimoaggiornamento.

Il risultato è il vuoto, il nonmetteremai i piedi per terra, l'incapacità di vivere

ecomprendere il presente e i singolimomenti in sestessi e in rapportocol prima

ecol dopo. Neconseguel'angosciadistruttiva di unanonesistenza, unsusseguirsi

di illusioni edelusioni, di fughe in avanti e di ripiegamentiverso il passato.Perchè

sicercano i riferimenti solo fuori di se,comeindividui ecomeclassi,nelledetermi-

nazioni che da fuori ci vengono imposte. Questo ci porta anche all'errore di

scambiarepermutamentociòche è soloconservazione, per trasformazioni struttu-

rali quelli chesonosolomodi differenti nell'ambito dellastessastruttura fonda-

mentale.

Senzaentusiasmi irrazionalistici, S. ha individuatoperchè e in quali modi la

rivoluzioneculturalesiastataunapropostacinese,eancheuniversale, di veratrasfor-

mazione.Credoche lasuaanalisisiautilizzabilenonsolosui tempi lunghimaanche

suquelli brevi.

Pure da leggeresono:

La Cina scuote i l mondo

di JackBelden (Laterza,

1971, L. 7.000) e

Unagenerazionenel Vietnam

di Mark Lane (Feltrinelli, 1971,

L. 2100). I l secondodocumentaampiamente la crisi aperta nellecoscienzedegli•

americanidallaguerra in Vietnam, e lenuoveforme di consapevolezzapoliticache

nederivano. I l primo è unvecchioreportagedel periodo1947-48, ancoraentusia-

smanteper la parte descrittiva, se pure da ridimensionare per la parte di rifles-

sionecritica, troppo legata a concezionisuperate di civiltà=possessodi tecnologia

sofisticatae quindi troppo incline a vederedella rivoluzionecinesesolo l'aspetto

di lotta interna contro il feudalesimo (conomissione omessa fra parentesi della

lottaantimperialista, e quindi del significatomondiale, per il comunismo, di quella

rivoluzione).

Gli addetti ai lavori leggerannoconinteresseanche

La salutementale in Cina

diGregorioBermann(Einaudi, 1972, L. 1800);menogli altri.Comunqueèoppor-

tunoche di questo libro si ignori la partenonstrettamenteattinente al tema, cioè

tuttoquanto è detto della Cina in generale: vi sono infatti molte imprecisioni,

diversi errori, e comunquediffusasuperficialità. Un ottimoesempio di come si

possasvolgere un lavorooggettivamente utile ancheall'interno della più capitali-

stica fra le istituzioni è il Portolanodelmondoeconomico - paesisocialisti, a cura

dell'ufficiostudi dellaBancacommerciale italiana. Mi riferisco in particolare alla

vocesulla Cina: in una trentina di pagine troviamo non solo i dati economici

essenzialiselezionati accuratamente e seriamente, ma anche una interpretazione

valida e ricca di informazione, se pur sommaria, dellevicende di quelpaesenegli

ultimi anni. Il lavorovasegnalatoperchèsi tratta dicosaeccezionale in Italia, dove

sipreferiscequasisempre la fumositàideologicaall'analisi attenta e documentata.

Dobbiamoinfineessergrati ancorauna volta alle Edizioni Oriente, che ci forni-

sconoun'antologia di scritti di Mao

Sul partito

(L. 2500), comesempreottima-

mentetradotti e annotati.

EdoardaMasi

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