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prospettiva di contribuire alla costruzione del futuro partito rivoluzionario», h) «lo

scopodell'AssembleaAutonoma è di raccogliere le aspirazioni più profonde degli

operai, capire i l significato politico delle lotte per tradurlo in indicazioni più gene-

rali discusse da tutte le avanguardie di fabbrica», c) «le avanguardie, che fanno

parte dell'AssembleaAutonoma, a volte provengono da questo o quel gruppo

esterno o vi militano ancora, più spessosono gli operai alla testa delle lotte nella

propria linea o reparto», d) «riaffermiamo quindi la nostra autonomia dai gruppi e

respingiamo quei compagni esterni che, con una pratica rivoluzionaria superficiale

si sentono dirigenti della classeoperaia solo perchè vengono qualche volta davanti

ai cancelli della fabbrica: è giunto i l momento che sia la classeoperaia a scegliersi

i propri dirigenti», e) «per noi autonomia non vuol dire quindi non lavorare con

gli operai che militano nei gruppi ma credere che le avanguardie potranno libe-

rarsi di tutti i condizionamenti, che hanno pesato finora sulle loro possibilità di

organizzazione, solo sesapranno coinvolgere lemassenel loro dibattito politico per

crescere insieme su obbiettivi comuni»; f ) «dobbiamo lavorare sul 'lungo periodo'

avviando la costruzione di un'organizzazione che sia in grado di raccogliere tutte le

avanguardie del proletariato.. Noi ci inseriamo in questoprocesso di formazione di

un'organizzazionegenerale che ci permetta di difenderci ma anche di preparare la

ripresa offensiva contro lo 'stato forte' voluto dai padroni».

Come risultato di una dinamica prevista dagli autori la situazione si è ulte-

riormente arricchita con la lettera di un gruppo di operai che, essendo d'accordo

con la linea espressanell'opuscolo, decisa di abbandonare l'A.A. ( «Il manifesto»,

12-5-72) perchè il loro «concetto dell'autonomia operaia... non è quello dei gruppi»

(quello di

Lotta continua,

che «ha tentato in passato e tenta tuttora di fare della

AssembleaAutonoma i l proprio organismo di massa all'interno della fabbrica», e

qui all'analisi di linea si preferisce tuttavia la denuncia delle forme d'azione); e

con i l comunicato dell'AssembleaAutonoma dell'Alfa Romeo ( «Lotta continua»,

17-5-72) in cui si dice; vagamente, che l'unico impegno degli autori di

Contro i l

padrone di Stato

sarebbe quello di «parlare sia tra avanguardie che tra operai»

(«l'affermazione ridicola di questi compagni che dicono che l'assemblea autonoma

sarebbestrumentalizzata da Lotta continua è solo una giustificazione per la man-

canza di una loro linea politica e alla frustrazione dovuta alla incapacità di imporre

la loro egemoniapersonale sull'A.A.», e qui si preferisce l'attacco personale, anzi-

cheuna risposta politica).

Si ritorna in questo modo a trovarsi di fronte ai problemi cheaccennavamo

all'inizio e contro cui è inevitabile scontrarsi fintantochè non verrà data una rispo-

stasoddisfacente. Certamenteessanon potrà chenascere all'interno di un dibattito

politico più generale che tenga conto dellescadenzee della situazione politica com-

plessivamente e di come ci si inserisce all'interno di essa. I compagni dell'Alfa a

volte sembrano avere un atteggiamento da vergine insidiata, ma hanno i l grande

merito di avere avviato questo dibattito. Averemesso il dito nella piaga, col vento

che tira, non è pocacosa.

FrancoMogni

LA PROVA RADICALE

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