

percontinuare la vigilanzamilitante e organizzatacontro i fascisti.
Lescadenzecontrattuali del '72 sono un appuntamentoobbligato ( anchese
nonconclusivo) a cui i padroni si preparanoda tempocon l'attacco allaoccupa-
zione, con la costituzione dello stato dell'ordine, con il finanziamento ai movi-
menti fascisti e neo-nazisti, con l'usomassicciodella polizia, tutto per mettere
sulladifensiva la classeoperaia. Alla scadenzacontrattuale nonbisognaarrivare
colmovimentospento, sulladifensiva, isolati.
Ma
se
è
necessario
insisterenelle forme di lotta che l'autonomiaoperaia ha
prodotto in questi anni (scioperi articolati, autolimitazione dei ritmi, picchetti,
cortei ecc.);
ma
se
è
necessario
mantenere gli obbiettivi emersi con l'autunno del '69 e
riproposti con le successive lotte integrative (aumenti uguali per tutti, parità
normativaassoluta,abolizionedellebassecategorie,passaggiautomatici, riduzione
dei ritmi, abolizione dei lavori nocivi ecc.);
è
ancor piùnecessario
socializzare lo scontro, costruirealleanzeattorno alla
fabbrica in lotta, evitare l'isolamento.
Durante la lotta contrattuale i lavoratori avevano avvertito chiari sintomi
dell'irrigidimentopadronale. Durante e dopo le elezioni la controffensiva reazio-
naria è in pieno ritmo. Non s'illudanessuno. La caneacontro gli «estremisti»,
contro i «terroristi» ecc., ha un soloobbiettivo: le lotte operaiedell'autunno. E'
quellol'appuntamentocui si preparanodadueanni padroni e governo.Hannogià
parlatoapertamente di disciplinare la contrattazione integrativa, lasceranno tra
pocoai fascisti il compito di gestire lacampagnaami-sciopero. La crisi, l'ordine, lo
sviluppodelmezzogiorno, l'occupazione. Tutte questecoseverrannogiocatecome
ricattoper far scendere il prezzodelle lotte. Ed è per queste ragioni, evidenti a
tutti, che noi consideriamosuicida il comportamentodel sindacato,ogniqualvolta,
invecedi esaltare la forzaoperaia, lamortifica,spingendo i lavoratori allarassegna-
zione, allasfiducia.Ogniaccordo-bidoneèunregalo fatto alledestre.Forse il sinda-
catopensachepiegandosi al padronepotràmeglioevitare la repressione?Oppure
c'èqualcuno nel sindacatoche s'illude ancorache se viene lasciatamano libera
ai fascisti l'organizzazionesindacale non verrà direttamente attaccata, i diritti
sindacaliconculcati?Qualcuno di quei sindacalisti CGIL dei Laboratori, per
esempio,che di recentesi è unito alla«cacciaall'estremista» (basti dire, per darne
lamisuradellavolgarità, chedopo lamorte di Feltrinelli, venivanoad urlarci con
isteria«Adessofinalmentesappiamochi vi paga!») pensa forse che la svolta a
destra lo risparmierà,pensaforseche ci si difendescappando?
Non è veroche l'unità e la forza di classedegli operai e dei tecnici in lotta
haraggiuntoun tettocon il '69. Ha raggiuntosolounprimogradinoe ladimostra- ne%
zione è data dal fatto chedevericonquistarsi quei livelli di autonomiaogni volta
dinuovo,contro tutti. Perciòdiciamochiaramentechesenonci lasceremoricattare
daipadroni con il pretestodella crisi e del mancatosviluppoeconomico, non ci
lasceremoricattare nemmeno dai sindacati che con i l pretesto della svolta a 1
destraverranno a predicarcisopportazione e rinuncie agli obbiettivi qualificanti.
Manmanoche loscontrosi fa piùduro,saràsemprepiùdifficile fare il mestieredel
mediatore, tenere i piedi in duestaffe. O con i lavofatori ocon il padrone!
Perquestonoi riteniamoche la sinistra di fabbricadebbasaldamenteunirsi,
èunapropostacheestendiamo in primo luogoproprio a quei militanti onesti del
sindacatochenonvogliono far la morte dei topi, che si ritengononon dei buro-
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