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2.

«Contro il padronedi Stato»

acuradi ungruppodi compagnidell'AssembleaAuto-

nomadell'AlfaRomeo. (CollettivoCR, Via Torino 77, 20123Milano - L. 300)

Losviluppo ininterrotto del movimento di lotte, e in particolare delle lotte

nellegrandi fabbriche, a partire dal 1968 hacontinuamenteposto in primopiano

il problemadell'organizzazioneche le avanguardiesi sonodatedurante e dopo la

lotta. A partire dal CUB della Pirelli passandoper l'Assembleaoperaia di Mira-

fiori, la loro storia, gli errori, i risultati acquisitimeriterebberouna riflessione il

piùapprofonditapossibile, in modo da essereutilizzati all'interno del dibattito

politicosugliorganismidell'autonomia:autonomi rispetto a quali forze, conquali

rapporti rispetto alleorganizzazioni politiche e rispetto allabase e, oggi in parti-

colare,conqualeprospettiva in vista dellescadenzecontrattuali.

All'interno di questo dibattito si situa questoopuscolosulla recente lotta,

incentratasul problemadelle categorie, dell'Alfa. I l racconto fatto da due prota-

gonisti èunacronacapressochèquotidianadal 28 ottobre1971 al 20 febbraio1972,

estraneo ai trionfalismi e con noneccessivedeformazionisemplicistiche,benchè

scarsodi prospettiva a medio-lungotermine.Segue la dinamicadella lotta all'in-

terbodella fabbrica, con i suoi alti e bassi di partecipazione, di rabbia, con i pro-

blemi del dibattito-scontropoliticoquotidianocon i sindacati, da parte dei com-

pagni dell'A.A. Questo, anzi, è l'aspetto più interessantedell'opuscolo,ossia il

rapportocontinuo fra avanguardia di lotta e sindacatorispetto alle iniziative del

padroneda una parte e di tutti gli operai dall'altra. Proprio in questo, per i

compagnisi misura la capacitàdell'avanguardia:ossianellacapacità di esseresem-

prea fiancodellemasse, di partiresempredalle loroesigenzeconcrete,nondimen-

ticandomai i rapporti di forza all'interno della fabbrica. («Se la realtà è quella

cheè, bisognaanzitutto verificarla e cercare di cambiarlaspingendoverso una

mobilitazionemaggiore», «per noi comunque,qualunquesia il risultato di questa

lungavertenza, la conquista niù importante è che per ora nonpassagiorno in

fabbricachenonsi parli di politica»).

Lacronacadiventa un filo conduttoreattraverso cui vengonochiariti, volta

per volta, i meccanismi di contrattazione cheperdono i l loro carattere tecnico

perdiventareimmediatamentetemi politici; e anchesuquestopunto la lottacon il

sindacato, la chiarezzaconcui le avanguardieriescono a presentarsi di fronte agli

altri operaisonogli aspetti principali.

Lapremessa,invece, offreelementi di giudiziopiù utili aunadiscussionesulla

figura,oggi, dell'operaioautonomonella fase di crisi e contrattaccodel padrone

di Stato sulladinamica di unaautonomia, del restonon ben definita, chese da

unapartesembradover fareancora i conti conunalogica di fondoanarcoperaista,

rimanepursempre il nododellaquestionesesi vuoledavverocreare—subasinon

piùtransitorie omeramenteverbali, e cheassicurinocomunqueunanuovaunità di

classe— il collegamentopolitico rivoluzionario traavanguardieinterneedesterne,

tra lotta di classedentro e fuori della fabbrica, traavanguardiaemassa.

Sidicenellapremessapolitica: a) «Noi nonsiamonè unsindacato(bastano

quelli che ci sono) nè una correntesindacale nè vogliamo fareconcorrenzaagli

organismisindacali.Siamoun'organizzazione di base, natacomecellulacomunista

perdiventarepunto di riferimentodelleavanguardieall'internodella fabbricanella

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