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CONTRO IL PADRONE DI STATO: DUE DOCUMENTI

1.

Molti ricorderanno l'opuscolo

Lotte dei tecnici

(Linea di massa,Milano 1969).

Da quel nucleo iniziale di lavoratori si è sviluppato i l «Collettivo Interaziendale

ENI di SanDonatoMilanese», che raggruppa tecnici e operai di varie società del-

PENI: SNAM Progetti, SAIPEM, SNAM, LABORATORI, ANIC, AGIP ecc.

Sullabase delle esperienze fatte nel corso dell'ultima lotta contrattuale (novembre

'71-febbraio '72), i l Collettivo pubblica un documento politico da cui stralciamo

alcuni passi della parte conclusiva.

E' necessario però fare alcune precisazioni, per la comprensione di questo

testo: la vertenza contrattuale si era svolta su una piattaforma proposta dal sinda-

cato (e sostitutiva di quella emersa nel corso delle assemblee di base) di carattere

nettamentedemagogico, cioè l'unificazione dei contratti SNAM Progetti e SAIPEM

con quello dei petrolieri pubblici («aggancio al petrolio»). Demagogico rispetto

alla linea del sindacato, che ha sempre tollerato, e anche l'ultima vertenza l'ha

dimostrato, la separazione dei lavoratori ENI in tanti contratti diversi, che è stato

erimane uno dei sistemi di ricatto, sfruttamento e soprattutto divisione più grossi

di cui dispone l'ente di stato. L'azione costante del Collettivo è stata quella di

premere per l'abbattimento di queste divisioni interne, ottenendosempre il consenso

dei lavoratori e la resistenza dei sindacati, che all'ENI hanno una lunga tradizione

«gialla». All'inizio della vertenza perciò, per eliminare la piattaforma proposta

dal Collettivo e approvata dalla base, i l sindacato l'ha scavalcata «a sinistra». A

conclusione della vertenza invece si è rimangiato tutto.

Altre due parole vanno dette a proposito della linea del Collettivo ENI. Pur

accettando una serie di scadenze del movimento (via Tibaldi, 11 marzo ecc.) i l

Collettivo ha sempremantenuto una posizione critica sul rapporto tra gruppi e

avanguardie di fabbrica, vedendo molto spesso nel «lavoro operaio» dei primi un

elemento di divisione e confusione, anzichè di unità e di rafforzamento. Però non

hamai concepito la propria «autonomia» come «non interferenza» dei gruppi,

in maniera difensivista come altri gruppi operai autonomi. Ha sostenuto invece

sino in fondo l'esigenza di una «direzione operaia» sul movimento e la necessità

d'imporlamaterialmente nelle scadenze di organizzazione e nel personale dirigente

dei gruppi medesimi.

Copie del documento si richiedono presso

CR,

via Torino 77 - 20123 Milano.

Unavalutazione della lotta deve partire dallaconsapevolezzache c'era sin

dalprimomomento, nelleavanguardie,cheuna lottapuò«pagare»solo in termini

politici. Nel fare il bilancio, perciò, era da chiedersi innanzitutto se la scelta di

premeresulla piattaformasindacale, imprimendo alle lotte una caratteristica di

durezza,fossestata o no un errore. Erameglio tirarsi in disparte e continuare a

fare i grilli parlanti, ripetendo — sino alla verifica nei fatti — che il famoso

aggancioal petroliopropostodai sindacati eraunamossademagogica?Riteniamo a

buondirittochequestoatteggiamentosarebbestatodannoso,piùche al Collettivo,

ai lavoratori stessi.Avrebbesenzadubbiopermessounaccordofinaleancorapeg-

giore,avrebbeaumentatonelladirezionedel personale il disprezzoper i lavoratori

enei sindacati la sicumera.

I lavoratori di San DonatoMilanese sonoprofondamentecambiati dopo

questaesperienza di lotta. Superata la concezionedello«sciopero-vacanza»,hanno

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