

che l'incremento della produttività aveva contemporaneamente come presup-
posto e come risultato la riduzione sensibile (sia in percentuale che i n asso-
luto rispetto al tempo complessivo) delle operazioni di tornitura, fresatura e
rettifica, operazioni ancora eseguite con macchine «tradizionali» e richiedenti
un- certo grado di qualificazione professionale, mentre cresceva i l peso ( i n %
e i n assoluto) del le operazioni d i montaggio, speciali e d i quel le eseguite
con transfers. Mentre nel '51 erano necessarie 100 ore (indice) per la fabbri-
cazione d i una macchina da scrivere standard, sette anni dopo, nel '58 ne
erano sufficienti poco più di 67. Questo incremento della produtt ivi tà risulta
indicativo se I o s i considera dal lato del la partecipazione a l tempo totale
necessario del le singole lavorazioni. Ponendo uguale a 100 i l tempo neces-
sario sia al '51 che al '58, notiamo al '58 che su Venti operazioni necessarie
tredici sono (come partecipazione a l tempo totale) diminui te percentual-
mente, t r e sono rimaste grosso modo stabi l i e quat t ro hanno subi to u n
deciso incremento; non a caso questi quattro t ipi di operazioni sono la
torni-
tura automatica
(eseguita con torni automatici i n linea), la
verniciatura
( i l
cui peso è aumentato nonostante l ' introduzione d i trasportatori, nast r i d i
alimentazione e forni continui), le
linee transfers
e
speciali,
e i l
montaggio.
Al '58 le operazioni d i montaggio richiedono poco meno del 50% del l ' intero
tempo d i lavoro necessario.
Ma qui si rende necessario qualche chiarimento. I l transfers è qualcosa
di p i ù d i un insieme d i m.u. collegate f r a d i l oro; è u n impianto vero
e propr io che ingloba diversi t i p i d i macchine. I l r isul tato p i ù immediato
della applicazione d i questi impiant i è la forte riduzione d i forza-lavoro che
consentono. Già al la sua pr ima apparizione a l l a Fiat , u n t ransfer pe r l o
stampaggio della porta esterna della 500 e della 600 consente d i r idur re gl i
addetti dai 18 pr ima necessari a t re (uno per la preparazione e due per l o
stampaggio). I l transfer è l a bandiera de l nuovo modo d i produrre «più
facile, meno faticoso, più pul i to e piacevole» che parte da Detroi t nei pr imi
anni '50. I principi fondamentali d i funzionamento di queste macchine sono
rimasti pressochè inal terat i f ino ad oggi. I l pezzo portato al la stazione d i
partenza ( i l t ransfer è cost i tui to d i successive stazioni , ciascuna de l l e
quali è l'insieme di un certo numero di operazioni) subisce la pr ima lavora-
zione, quindi viene spostato in avanti automaticamente, dopo che, automati-
camente, è stato eseguito i l control lo di qualità, f ino al l 'ul t ima stazione. Nel
famoso l i bro d i Pol lock sull'automazione (recentemente ristampato i n una
edizione ampliata) viene riportata la descrizione d i una d i queste macchine.
«Questa macchina t ransfer serve a l l a lavorazione d e i monoblocchi p e r
motori a ot to ci l indr i d i automobili. E ' lunga 117 m., esegue 555 operazioni
diverse, e ha bisogno di
un sorvegliante
per i l suo servizio, e d i
due monta-
tori
per la sostituzione degli utensili che si consumano o riparazioni analoghe.
La macchina è disposta a ferro di cavallo, e i pezzi passano da una stazione
all'altra e a ogni macchina utensile vengono messi i n posizione e lavorat i
automaticamente. Ogni pezzo dopo aver percorso l e 555 operazioni giunge
all'estremità anteriore del congegno (opposta a quella dove si trova i l sorve-
gliante) dove viene trasportato da un nast ro mobi le, a l repar to d i mon-
taggio; qualora, beninteso, sia stato trovato esente da di fet t i dall'apparecchio
di controllo elettronico».
Con l o svi luppo d i t a l i tecniche è t u t t a l'organizzazione de l lavoro a
150