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come rapporto di produzione e come rapporto sociale generale) sta la chiave

che consente d i analizzare i n termini material ist ici l a stor ia passata e l a

dinamica attuale della grande industria.

La classe operaia non viene posta come forza-lavoro una volta per tutte,

è certo questa l a tendenza che i l capitale impr ime a l processo produtt ivo,

ma per raggiungere lo scopo questa tendenza deve continuamente adeguarsi

ai l ivel l i v ia via p i ù a l t i del le forze produttive. La piena disponibi l ità del

lavoro come forza-lavoro (come parte del capitale) è la condizione attraverso

la quale i l capitale si afferma in quanto tale. Ma lo stesso sviluppo dell'appa-

rato produt t ivo tende a sconvolgere i rappor t i da t i d i lavoro e a creare

condizioni che richiedono forme nuove, nuovi rapport i . Ciò significa che l a

riduzione necessita, per essere operata, d i forme continuamente rinnovate

e che sono imposte sia dal la concorrenza che dal lo svi luppo «autonomo»

della forza-lavoro i n classe operaia. Non è certo una scoperta originale rico-

noscere che l 'unico

fattore

che i l capitale non, riesce mai completamente a

ridurre a parte d i se è i l lavoro e che l o sviluppo del suo modo d i produ-

zione è tentativo sempre rinnovato e sempre insufficiente d i realizzare tale

condizione. Se non si tiene conto di ciò ogni tentativo di comprensione della

dinamica del processo produt t ivo è destinato p scadere i n una descrittiva

spicciola d i casi part icolari , senza possibi l ità d i comprensione del le leggi

generali che l i governano. Chi crede d i nascondere l a real tà ponendo nel la

concorrenza i l fattore dinamico dello sviluppo della grande industria «dimen-

tica» che l a concorrenza al t ro non è che i l reciproco confronto d i capi tal i

che portano impresso nelle loro merci i l segno del maggiore o minore grado

di sfruttamento cui hanno dato luogo.

2. Macchine e organizzazione del lavoro

Consideriamo due ordini di questioni: le variazioni subite dalle macchine

le modifiche intervenute nel la loro strut tura e nel loro ruolo al l ' interno

del processo produtt ivo — e l'organizzazione complessiva del lavoro.

In un pr imo -momento la macchina non è al t ro che i l mezzo d i lavoro

artigiano contemporaneamente arr icchi to e semplificato; alcune operazioni

elementari svolte precedentemente con utensili semplici vengono raggruppate

in moviment i e articolazioni meccaniche: g i à q u i l 'operaio t rova l a sua

abilità contrapposta a sè come movimento meccanico. «Le potenze intellet-

tuali della produzione allargano la loro scala da una parte perchè scompaiono

da molte parti. Quel che gli operai parziali perdono si

concentra

nel capitale,

di contro a loro» (9). La macchina si presenta come «maggiore produttività»

in ri ferimento ad un certo numero d i operazioni ma f i n tanto che sono t ra

di l oro isolate ( ed è posta una data lunghezza e intensi tà del la giornata

lavorativa) l o sviluppo del la produt t ivi tà è racchiuso dentro l'articolazione

meccanica del la singola macchina. Si t rat ta per i l capitale d i apportare su

ciascun segmento meccanico dell'azienda que i migl iorament i tecni c i che

consentono un uso più razionale del suo capitale fisso e perciò del la forza-

lavoro: i l risultato di questo lungo processo sta davanti ai nostri occhi nelle

macchine utensi l i, per così di re tradizionali, i l tornio e l a fresa universali

per esempio. E ' i l processo che tende ad el iminare i tempi mor t i d i ogni

( 9 ) Capitale, I , p. 404.

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