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garantisce l a riduzione della forza-lavoro ad appendice della macchina

ma non della singola macchina quanto invece del loro sistema complessivo

nell'intero processo. La continuità del processo risulta da un lato nel colle-

gamento reciproco tra le singole macchine, tra i diversi reparti, ecc. e, in

via immediata, dalla crescita dei mezzi che assicurano questi collegamenti

in una vasta struttura omogenea e unitaria: nastr i trasportatori, l inee

aeree, ecc.

La correttezza del metodo d'analisi e l'individuazione dell'essenza d e l

modo di produzione basato sul capitale consentono a Marx di "prefigurare

in termini poco meno che profetici una realtà ancora oggi in compimento.

Nel primo libro del

Capitale

leggiamo questa descrizione della grande indu-

stria: «Un sistema articolato di macchine operatrici che ricevono i l movi-

mento da un

meccanismo automatico centrale

soltanto mediante i l macchi-

nario di trasmissione, costituisce la forma più sviluppata della produzione

a macchina. Quindi alla singola macchina subentra un mostro meccanico, che

riempie del suo corpo interi edifici di fabbriche, e la cui forma demoniaca,

dapprima nascosta dal movimento quasi solennemente misurato delle sue

membra gigantesche, esplode poi nella folle e febbrile danza turbinosa dei

suoi innumerevoli organi di lavoro in senso proprio» (p. 424). Quanto è più

viva e più reale questa immagine delle decine d i descrizioni dei nostri

moderni tecnologi! Lo sviluppo impetuoso d i questa realtà non produce

solamente sostanziali modifiche nei caratteri del lavoro che l'operaio svolge,

ma modifica la stessa composizione della forza-lavoro, la sua distribuzione

in diverse funzioni. I l dato più macroscopico è dato dalla sensibile riduzione

degli operai addetti al le operazioni d i fabbricazione (cioè operazioni d i

intervento, attraverso la macchina, sul pezzo).

Alcuni dati

Senza escludere che ve ne siano di più recenti e attendibili, i dati ripor-

tati nelle pagine che seguono sono comunque sufficienti ad illustrare alcune

tendenze di fondo. Vediamone alcuni tra quelli forniti dalle stesse direzioni

aziendali. Cominciamo con la Fiat (12). Consideriamo uguale a 100 la somma

di ore erogate dai vari tipi di forza-lavoro (1. diretta, 2. indiretta di reparto,

3. ausiliaria - attrezzatura e manutenzione, 4. dei servizi ausiliari - magazz.,

serv. centrali), per 1 chilogrammo di prodotto uscito dal processo. Bene, i l

direttore della Fiat spa c i informa che mentre nel '48 l a partecipazione

della forza-lavoro diretta costituiva i l 59% dell'intero tempo di lavoro neces-

sario per la produzione di 1 Kg di prodotto, dieci anni dopo, nel '58 la percen-

tuale si riduce al 16%. Nello stesso periodo la riduzione percentuale media

per l a manodopera indiretta e per quella occupata nei servizi generali è

attorno al 70%. La manodopera dei servizi ausiliari aumenta, sempre nello

stesso periodo, come partecipazione al prodotto totale, di oltre i l 67%.

Non sappiamo fino a che punto la misurazione proposta dal nostro diret-

tore sia esatta, se sia indicativa la misurazione riferita ad un Kg di prodotto,

ma, sia come sia, i dati prospettati sono largamente indicativi del senso e

della dimensione del processo. Un altro dato è utile ad illustrare la tendenza.

(12) OM. Sassi (direttore FIAT spa), «Considerazioni sul progresso tecnologico alla FIAT

nella produzione automobilistica» in «I l progresso tecnologico e la società italiana...

(1938-1958),», Milano, 1963.

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