

proletariato in fabbrica. E ' dalla comprensione d i tal i contraddizioni che
deriva la lucidità circa i l modo concreto con cui i l capitale tende a ripro-
durre la divisione entro la classe ed è a partire da tali contraddizioni che può
operarsi la saldatura politica tra le avanguardie operaie che hanno compiuto
la scelta socialista e l'intera classe operaia.
Ma al di là di queste osservazioni generali bisogna rilevare che è dal
modo in cui si «comporrà» entro il tessuto industriale questa lunga stagione
di lotte in Italia, che deriveranno i futuri rapporti di classe. I colpi inferti
dalla c.o. hanno fatto traballare l'edificio mettendone i n evidenza quelle
crepe che gli impediscono di reggere a lungo mantenendo la stessa struttura.
Scelte di nuovi insediamenti industriali, struttura della divisione del lavoro,
programmi d'investimento; l a direzione che su ciascuno di questi piani ( e
parecchi altri) prenderà i l capitalismo italiano dipende dal modo in cui si
«pacificheranno» le fabbriche ( e corrisponde ad una pacificazione l a pro-
grammazione di un margine controllabile di conflittualità) e dalle alleanze
politiche d i cui questo new deal sarà espressione. Ciò significa non solo
una dinamica
guidata
della struttura complessiva dei rapporti sociali ma
anche i l delinearsi di nuovi equilibri di potere. E ' necessario comprendere
tutta la peculiarità e la rilevanza della fase attuale — in parecchi elementi
tutt'altro che specifica della sola situazione italiana. Un approccio che tenda
a mettere in evidenza i caratteri generali dello sviluppo della divisione del
lavoro (ed è questo lo scopo delle pagine seguenti) può essere in questo senso
utile come riferimento a quel terreno, la fabbrica, dove le scelte generali del
capitale esprimono il loro reale contenuto, e la loro vera origine come scelte
anti-operaie.
1. Grande industria punto d'approdo dello sviluppo del capitale
Il passaggio dalla manifattura alla grande industria è per Marx la realiz-
zazione di una tendenza immanente alla produzione basata sul capitale, cioè
l'affermazione della forza lavoro come elemento astratto e generale. Questi
caratteri della forza lavoro sono definiti da Ma n nell'analisi dello scambio
capitale-lavoro, scambio nel quale il lavoro si trova già storicamente
depurato
da quegli elementi che lo legano a singole specifiche forme di attività.
I l lavoro si presenta di fronte al capitale come attività potenziale che
solo scambiandosi con esso può diventare operante, reale. Già nel suo porsi
come «ricchezza impotente», potenza condizionata, i l lavoro nello scambio
assume un carattere astratto. I l capitale stesso produce un lavoro con questi
caratteri attraverso i colpi portati alle precedenti forme storiche di produ-
zione. E' la creazione del lavoro salariato, del proletariato moderno.
In un primo tempo, nella manifattura, il capitale non apporta sostanziali
modifiche ai precedenti metodi di produzione; l a novità storicamente deci-
siva è, nella produzione diretta, i l suo comando, la sua esistenza come prin-
cipio generale della produzione. I l lavoro sussunto sotto di esso è ancora,
come modalità di svolgimento e come carattere tecnologico, quello tradizio-
nale — proprio delle forme passate. Pur concentrati sotto i l comando di un
singolo capitalista, gli artigiani i .garzoni e le figure collaterali mantengono i
loro specifici ruoli e molto spesso la loro interna gerarchia, seppure solo più
dal punto di vista del processo lavorativo. I l concetto stesso di forza-lavoro
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