

Come parte dell'alleanza t ra Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud, i l
Giappone è stato chiaramente chiamato a subentrare nel « vuoto » creato
dal limitato ritiro americano. I n effetti, Giappone e Corea del Sud formano
attualmente una entità strategicamente unitaria, con un sistema di allarme
aereo unificato e cose del genere (ancora sotto i l controllo americano, a
quanto pare). Importanti gruppi economici giapponesi hanno apertamente
dichiarato che i l Giappone interverrebbe in Corea al fine d i proteggere la
sua quota di investimenti che in questo paese è ora ragguardevole. La situa-
zione è quindi più che matura. I n questa fase, peraltro, è impossibile dire
con assoluta precisione quale compromesso gli americani stiano facendo con
Tokio per la Corea, dal momento che l'accordo definitivo per Okinawa non
è stato ancora raggiunto (per quanto se ne sappia), e la cricca di Seul po-
trebbe benissimo essere incerta se appoggiarsi a Washington o a Tokio nel
suo disperato tentativo di sopravvivere contro i desideri dell'intero popolo
coreano (1).
Nel comunicato Sato-Nixon del 1969, Taiwan è trattata i n modo non
molto diverso dalla Corea: mentre questa viene definita come « essenziale
per la sicurezza del Giappone », Taiwan viene chiamata un « fattore impor-
tantissimo per la sicurezza del Giappone ».
Fin qui i legami militari del Giappone con Taiwan sembrerebbero aver
progredito meno che con la Corea del Sud. Nel 1945 Chiang Kai-shek nominò
suo consigliere militare un suo ex nemico, il generale giapponese Okarura, e
una parte notevole dei più filoasiatici del corpo degli ufficiali giapponesi in
Cina passò a Chiang. Alcuni di loro passarono a Taiwan con Chiang quando
il Kuomintang si ritirò dalla terraferma ( la maggior parte degli altri passò
in Etiopia ad aiutare l'autocrazia di Selassiè). I vincoli tra i giapponesi e i
militari del Kuomintang si sono mantenuti intatti dal 1945. Tuttavia, dopo
l'occupazione con la forza delle isole Tiao Yu ad opera del Giappone, con la
complicità del regime del Kuomintang di Taipei; e la restituzione di Okinawa
nel maggio 1972, i giapponesi si troveranno molto più vicini alle coste di
Taiwan di quanto non lo siano attualmente alla stessa Corea. E' improbabile
che non si verifichi un tentativo di instaurare un più stretto legame strate-
gico col regime di Chiang, a meno che non vi sia un grosso ripensamento
a Tokio. Per ora (a metà settembre '71) è troppo difficile fare previsioni in
materia. I l Giappone ha grossi investimenti e notevoli interessi commerciali
a Taiwan.
J
o
n
Hal l iday - Gavan McCormack
(Da Japanese Imperialism Today di Halliday-Mc Cormach, che appa-
rirà quest'autunno nei Penguin e contemporaneamente da Einaudi.
Sono state omesse le tabelle economiche e, tranne una, tutte le note).
(1) Negli ultimi tempi,
i l regime di Seul ha mostrato segni di panico: 1) entro i l giu-
gno 1972 esso ritirerà dal Vietnam del Sud « contingenti di truppe dell'ordine della
brigata del corpo di spedizione di 48.000 uomini » che ha in Vietnam (« New York
Times », 10 settembre 1971), malgrado non sia interamente chiaro se con questo si
vogliono ritirare tutte le truppe coreane o no; 2) ha accettato proposte della Corea
del Nord d i discutere i l sistema per permettere l a comunicazione t ra l e famiglie
divise tra le due Coree, proposta che era stata stupidamente bloccata fin dai tempi
della guerra di Corea; 3) più importante di tutto, ha affermato, secondo fonti atten-
dibili, che rinuncerebbe formalmente all'alleanza col Giappone (inclusa l a "prote-
zione" militare giapponese) i n cambio del riconoscimento da parte della Cina. I n
questo caso, Seul accetterebbe l'esistenza di «due Coree», inclusi due seggi separati
alle Nazioni Unite (vedi Alain Bouc, «Le Monde », 10 settembre 1971).
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