rare su altri fattori (prezzi, politica finanziaria) per alterare i l valore
reale dei salari che hanno contrattato se desiderano farlo. I l controllo
dell'economia, di cui dispongono nella misura in cui un controllo della
economia può esistere, e la conoscenza dello sviluppo di ciò che non
puòessere controllato l i rende inconfrontabili con gli operai, la cui
condizione è caratterizzata proprio dal non controllare gli strumenti
di produzione e l'economia. Spesso anche dal non conoscere neanche i
dati necessari e prevederne rozzamente l'andamento che è ciò che carat-
terizza e definisce la loro condizione rispetto ai tecnici. Inoltre gli operai
sonomilioni, non hanno esattamente gli stessi interessi, non hanno la
stessastoria sociale e la stessa istruzione, non hanno tempo per studiare
eper informarsi (ripetiamo che se così non fosse non resterebbero a
lungo operai), non possono in nessun senso prendere collettivamente
decisioni di programmazione. Far prendere loro decisioni di questo
tipo significa in realtà farle prendere ai sindacalisti per loro conto,
esignifica conferire ai sindacalisti un potere su di loro (questo con
l'attuale struttura del diritto del lavoro è quasi impossibile e perciò si
chiedono i controlli fiscali degli assenti e la regolamentazione del diritto
di sciopero).
Ledecisioni operaie, per essere realmente tali, per essere una forma
di maturazione e non di sudditanza, devono essere prese in base al
presente ,alle condizioni reali della produzione, che gli operai conoscono
meglio di qualsiasi altro, misurando di persona, collettivamente, giorno
per giorno, la accettabilità dei ritmi e dell'ambiente,
usando tutte le
possibilità di discussione politica ed economica, di confronto, di aggre-
gazione, che si hanno solo in stato di agitazione. E' l'unico modo per
accrescere il potere degli operai (e dei sindacalisti, che nel caso della
gestione di vertice si trovano comunque a prendere decisioni in un
contestoche non controllano e finirebbero per fare da funzionari impo-
tenti). Come si è detto, le confederazioni sono tutt'altro che unite in
questopunto ed è difficile sapere cosa uscirà dalle trattative. E' chiaro
però per cosa bisogna lottare.
b) L'affermazione dei delegati, dei consigli, dei comitati come organiz-
zazionesindacale, reale, dotata di potere, non consultiva, e il rifiuto
di una regolamentazione limitativa
Tutte le organizzazioni sindacali sono impegnate a difendere i con-
sigli e i delegati, in una qualche forma; e i padroni sono disposti a rico-
noscerli dato che, almeno nelle grandi fabbriche, sono stati loro a per-
metterne l'istituzione in massa, che era stata richiesta, in un momento
in cui i rapporti di forza erano a loro favorevoli e avrebbero quindi
potuto essere molto più duri. Ora i tempi sono cambiati, nelle piccole
fabbriche, in qualche caso sono rimaste le vecchiè strutture sindacali
polemiche e col nome cambiato, in qualchecaso l'organizzazione operaia
è a zero. E probabile però che non ci sia una resistenza di principio,
anche se ad esempio la •federazione dei chimici aderente alla UIL si
differenzia dalle altre su questo punto. Sono tuttavia diverse le posi-
zioni sul modo di elezione del delegato e della sua funzione e sulla tattica
daadottare nelle trattative per ottenere il massimo risultato. Tra queste
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