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di poligrafici e bancari. Nell'immediato quindi l 'unità è bloccata: se si

farà e come si farà dipende dall'autunno.

Ma che possibilità ha di riuscire un'operazione come questa che ha

come protagonista ufficiale l a dirigenza d i una confederazione debole

come la UIL, per giunta osteggiata dall'unica sua categoria forte, cioè i

metalmeccanici? Più d i quanto non sembri a prima vista; perchè una

dirigenza come quella evidentemente non teme d i bruciarsi o d i farsi

chiamare serva dei padroni. Lo è. La sua presenza si farà sentire nel

corso delle lotte, quando si sarà alla stretta e i quadri operai si trove-

ranno d i fronte non solo l a passività dei crumi r i e i picchiatori del

CISNAL, che fatalmente c i saranno ma che potrebbero anche f ini re

picchiati e con cui i padroni non possono essere teneri troppo aperta-

mente, ma anche un sindacato di destra che sarà pronto a proporre la

via di uscita più indolore per i l padrone. Invece che con una resistenza

passiva si avrà a che fare con una resistenza organizzata che t ra gl i

impiegati e alcuni strat i operai potrebbe non essere trascurabile. Se

però questa operazione verrà spazzata via dalla organizzazione di base

reale, i l sindacato che ne risulterà, totalmente unitario, parzialmente

unitario o diviso come ora, sarà di fatto i l sindacato degli operai più

di quanto non lo sarebbe stato quello risultante da una trattativa a

tavolino.

La situazione operaia

I l movimento operaio, soprattutto nelle grandi fabbriche, è tutt'altro

che morto. La grave involuzione politica del paese non ha toccato per

ora gl i operai occupati, i n particolare quelli occupati i n settori i n cui

non c'è stata 'contrazione di forza lavoro ma solo mancate assunzioni. In

particolare a livello di reparto non c'è stata repressione; anche le scon-

fitte politiche non sono state avvertite come tali (non è stata per esempio

avvertito come sconfitta i l luglio del '70) e l'organizzazione d i base è

rimasta in piedi e si è rafforzata, trasformando in capacità permanente

la rabbia del '68. Alcune fabbriche, come l'Alfa Romeo e la Pirelli, sono

state ininterrottamente i n lotta per quasi quattro anni e sono ancora

sulla breccia, con i loro Comitati Unitari e le loro Assemblee. Alla FIAT

esiste una struttura sindacale e politica per la prima volta da più d i

quindici anni. Certo, si può dire che i delegati ci sono perchè Agnelli

ha scelto che ci siano, perchè vuole una struttura operaia con cui concor-

dare le retribuzioni e i particolari dell'organizzazione della produzione

in modo da rendere esplicito e quindi prevedibile ciò che altrimenti

resterebbe represso e quindi imprevedibile e pericoloso. Agnelli non ha

interesse a schiacciare gli operai, ma solo a farli produrre e ad impedire

che si trasformino e organizzino in forme tali da abolire la sua funzione

di capitalista e di programmatore della produzione. Si può anche dire

però che agl i operai conviene morire d i meno, lavorare d i meno e

meglio, essere pagati d i più e avere gl i strumenti per ottenere questo

senza sussulti e repressioni, senza essere licenziati e senza f ini re i n

galera. Agl i operai non interessa fare i l massimo d i danni ad Agnelli:

interessa trasformare se stessi e le strutture economiche i n modo da

abolirlo come capitalista e sostituirlo come programmatore della produ-

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