hanno sottolineato i classici del marxismo — i l suo essere forgiata dalla
esperienza della fabbrica come organizzazione razionale della produzione
con i suoi vincoli tecnologici, l a divisione tecnica del lavoro, l a gerarchia
funzionale di autorità, e soprattutto la grande trasparenza dei rapporti so-
ciali di produzione che permette la chiara univoca identificazione della con-
troparte nel conflitto d'interessi.
Perchè il proletariato possa costituirsi come classe devono prevalere mec-
canismi socio-economici che impongono tra l'altro: — la concentrazione fi-
sica dei lavoratori in strutture produttive e abitative (fabbrica e quartieri);
l'omogeneizzazione derivante da comuni esperienze lavorative, d i lotta,
di vita sociale, di rapporti con altre classi; — una drastica limitazione della
possibilità d i arrangiarsi individualmente e complementarmente uno svi-
luppo della solidarietà di classe come unica risorsa per la difesa degli in-
teressi comuni; — l'avere come unica fonte di reddito i l salario, senza al-
ternative sia pure momentanee e provvisorie (non c'è possibilità d i 're-
gredire' ad attività in altri settori o su base autonoma). Se queste condi-
zioni non sono date, i l proletariato tenderà a disgregarsi i n una serie d i
strati e gruppi sulla base di esperienze sociali limitate e particolaristiche,
salvo essere unificato e integrato socioculturalmente dai meccanismi di in-
tegrazione-esclusione urbana, dalla esposizione alla manipolazione di massa
e alla penetrazione di valori -piccolo-borghesi pseudo-universalistici e orien-
tati al consumo. Al margine, si deve notare che l'assenza della fabbrica come
centro dell'esperienza di lavoro produttivo favorisce enormemente l'adatta-
mento manipolativo nella sfera del consumo e spiega molte distorsioni nella
struttura dei consumi nelle aree costrette a l sottosviluppo.
Si può avanzare l'ipotesi che, nelle aree in via di sottosviluppo relativo,
e in presenza di una forte offerta di forza-lavoro non qualificata, viene fa-
vorita un'organizzazione industriale d i t ipo 'regressivo', i n cui s i recupe-
rano e 'rilanciano modi di produzione che oggi appaiono — dato i l livello
attuale delle forze produttive — 'pre-moderni' (lavoro a domicilio, lavoro
subappaltato a una serie di piccole aziende semi-artigiane, appalti), i n cui
possono anche coesistere livelli tecnologici avanzati e organizzazione del
lavoro 'primitiva', anche se tendenzialmente è proprio l'innovazione tecno•
logica che viene scoraggiata dalla possibilità del ricorso a forme d i orga-
nizzazione decentrate. E ' come se, i n questo caso, l a organizzazione della
produzione si plasmasse sui dati del mercato del lavoro invece che il contrario,
come sembra avvenisse anche in certe fasi della rivoluzione industriale (13).
Ciò del resto è ragionevole in una situazione in cui la popolazione è più re-
spinta dalle condizioni di vita delle campagne e attirata dalla possibilità di
consumo delle città, piuttosto che dalle chances d i trovarvi posti d i la-
voro produttivo. L'esistenza d i una forza-lavoro semiproletarizzata, dispo-
nibile per i lavori più precari e sgradevoli, fluttuante, tende a far svilup-
pare industrie che sfruttano proprio queste sue caratteristiche sociali e le
rafforzano; ecco come i l lavoro a domicilio, gl i appalti, l o sfruttamento
della forza-lavoro minorile e femminile in aziende pre-industriali, una serie
di attività economiche speculative, influiscono sul processo d i formazione
del proletariato, producendone la disgregazione. E ' noto del resto che l'ec-
(13) Cfr. i n merito l e osservazioni d i Marshall sulla popolazione 'residuale', riportate
ediscusse in Morse,
op. cit.
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