

gruppi della stessa classe sociale, con in parte uno scambio di personale e
ricoprimento contemporaneo dei due ruoli. Questo fenomeno non denota
assenza di imprenditorialità al Sud, ma solo debolezza di un ceto impren-
ditoriale politicamente autonomo i n grado d i contrattare i n posizione d i
egemonia con l a classe politica. Questa debolezza f a anche l a forza del
blocco imprenditoriale-politico (cui si aggiunge i l personale degli apparati
burocratici), che è dotato di notevoli poteri di veto, d i notevole capacità
di deviare capitali pubblici a scopi 'assistenziali' o speculativi e di condi-
zionare la stessa leadership politica nazionale (caso della legge urbanistica,
casi cronici di spill-over di risorse inizialmente destinate a progetti globali
concentrati, ricatto contro le riforme nelle ultime elezioni amministrative).
Questo blocco non sarà liquidato neppure dall'avanzata del grande capitale
pubblico e privato, anche se necessariamente avverrà una ristrutturazione
interna del blocco: per le sue prestazioni di ordine e di stabilità politica,
soprattutto grazie alle mediazioni globali che avvengono dentro l a DC, è
ancora indispensabile (anche se vi sono conflitti d i interessi t ra esso e i l
grande capitale).
L'alleanza, facilitata dall'omologia sociale e da un analogo rapporto 'or-
ganico' con l a classe politica, t ra 'questo gruppo imprenditoriale e quello
edile costituisce i l blocco economico dominante nel Sud (tralasciando qui
gli agrari).
(c) Quanto al nuovo strato di professionisti (nuovo non tanto per la
novità delle professioni, quanto per le funzioni e i l personale) esso si fonda
direttamente sugli aspetti più vistosi del distorto sviluppo meridionale: l a
speculazione edilizia e l'irrompere della società dei consumi i n una strut-
tura sociale che per lo più non ha fatto l'esperienza della loro produzione.
(Si ipotizza che proprio l'assenza relativa del luogo di produzione, la fab-
brica, e delle relazioni sociali e della cultura ad esso riferita, e i l predomi-
nio relativo del momento del consumo [della circolazione] facilitino l'inter-
pretazione 'irrazionale di bisogni individuali e collettivi e siano uno stru-
mento potente di integrazione sociale). Le professioni nuove adempiono la
funzione di mediare aspetti diversi ( e gruppi sociali diversi) d i quei feno-
meni: edilizia, rateazioni, mutui, cambiali, varie forme d i intermediazione
econsulenza-assistenza tecnica e 'politica': pensioni, mutue, posti di lavoro,
ecc. L'importante è che si tratta sempre di occasioni per l a riproduzione
allargata di un ceto medio improduttivo e orientato in senso speculativo, cioè
più interessato a sfruttare chances di reddito e di potere indotte dallo sviluppo
che comunque avviene che a parteciparvi in forma autonoma. Per le stesse
ragioni questo gruppo sociale non solo è strettamente collegato al personale
politico e burocratico, ma ne è parte integrante. I n questo ceto va ricer-
cata l'attuale forma sociale dell"intellettuale' meridionale, i n quanto me-
diatore e detentore subalterno del potere politico. Queste sono le tre compo-
nenti più importanti della classe dominante nelle aree urbane; una caratte-
ristica ipotetica è che i t re gruppi si equivalgono socialmente e pólitica-
mente, cioè non dovrebbe esserci una gerarchia sociopolitica t r a loro,
salve le differenze d i reddito e potere a livello personale e di clan fami-
liari. Un'ulteriore caratteristica, rispetto a l passato, è forse questa: non
si tratta più di uno strato molto ristretto al vertice di una piramide, ma
di un gruppo sociale relativamente numeroso (che lo diventa ancor più se
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