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stretto e quello 'territoriale' v e n g o n o articolati da gruppi sociali diversi

e ancora scarsamente comunicanti nelle attuali strutture urbane: l a classe

operaia industriale e le masse urbane più o meno proletarizzate, ma comun-

que non inserite stabilmente nel lavoro industriale o nella "fabbrica" capi-

talistica.

I l quadro delle contraddizioni e dei conflitti attuati risulta non com-

plesso se si considera che di fatto si hanno contemporaneamente

conflitti

di classe

in senso proprio,

conflitti pluralistici

(secondo i l modello di so-

cietà capitalistiche più avanzate, orientati a l problema della distribuzione

delle risorse prodotte socialmente e all'esercizio d i poteri d i veto) e

con-

flitti 'particolaristici'

(cioè basati sulla mobilitazione d i lealtà personali,

clientelari o localistiche, esterne alla o in assenza della società civile), e che

essi si accendono sia i n riferimento alle contraddizioni prodotte dai rap-

porti sociali di produzione che alle disparità prodotte dal modello di svi-

luppo. Su questo sfondo deve essere interpretata l'interazione t ra organiz-

zazioni orizzontali d i articolazione e aggregazione degli interessi (partiti,

sindacati) e strutture verticali d i soddisfazione 'particolaristica della do-

manda (sistemi clientelari), o meglio la penetrazione di queste in quelle:

la base sociale della politica nel Meridione.

(b) S i può affermare che l a comprensione sistematica del complesso

di fenomeni che ostacolano una traduzione adeguata delle contraddizioni

in conflitti sia i l problema centrale di ogni analisi sociopolitica del Meri-

dione. Un'indagine che si limitasse a constatare la drammaticità delle con-

traddizioni prodotte dallo sviluppo ineguale nel Sud, a identificarle ogget-

tivamente, sopravvaluterebbe d i molto l'attuale potenziale conflittuale. Al -

cuni processi che ostacolano l'articolazione d i contraddizioni i n conflitti

sono:

— la natura stessa di certe contraddizioni: basti pensare a quelle che col-

piscono la forza-lavoro intellettuale o i l corpo insegnante (qui perchè la

contraddizione 'esploda' i l soggetto politico deve ancora del tutto costi-

tuirsi, e lo può solo nella misura in cui ridefinisce le proprie aspettative

•e la propria identità sociale), o al caso limite delle zone in via di abban-

dono, in cui le contraddizioni ci sono, ma tal i da distruggere nel loro

sviluppo i l soggetto stesso potenziale della loro_ articolazione in conflitti;

il prevalere a livello della struttura sociale dei processi che producono

'disgregazione': ne abbiamo visto qualche esempio a proposito della for-

za-lavoro e della classe operaia; i n questo caso viene ostacolata la for-

mazione del soggetto, l a classe. Viene resa così molto difficile anche

l'aggregazione della domanda politica e l'organizzazione politica e sindacale

necessaria a una conflittualità che fosse all'altezza delle contraddizioni;

non si deve sottovalutare la destnitturazione culturale e psicologica pro-

dotta dalla violenta transizione dalla campagna alla città (tanto più se

accompagnata dall'emarginazione urbana), con tut t i i mutamenti i n -

dotti nella struttura familiare, nella socializzazione e nelle relazioni in-

terpersonali;

l'opérare d i meccanismi d i compensazione per i costi fatt i sopportare

alle classi subalterne nello sviluppo ineguale: i l consumismo, la manipo-

lazione d i massa, l'urbanesimo stesso, l a 'rivoluzione delle aspirazioni'

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