zonte delle aspirazioni e traducendole i n richiesta d i incrementi graduali
lungo una scala di partecipazione-esclusione relativa; d'altra parte, acutizza
il senso dell'eventuale mancata partecipazione ai vantaggi dello sviluppo, o
quello dei costi necessari per parteciparvi effettivamente. Inoltre permette
di reagire non solo a variazioni assolute nel livello di soddisfazione dei bi-
sogni, ma anche a quello relativo. Così il passaggio dalla campagna alla città
comporta i n generale aumento delle chances d i vita, cioè riduzione della
privazione 'assoluta', e insieme aumento del senso di deprivazione relativa.
E questo nesso di partecipazione-esclusione, di essere emarginati pur stando
nel centro dello sviluppo, che produce conflitti sociali del tipo d i quelli
esplosi recentemente nel Sud.
4.
Mer ca t o del lavoro e sviluppo ineguale.
Per individuare le caratteristiche del mercato del lavoro in Italia, con
particolare riferimento al la specifica situazione meridionale, e l e trasfor-
mazioni avvenute i n esso a partire dal secondo dopoguerra, è opportuno
distinguere due fasi nello sviluppo economico italiano.
(a) Nella fase di sviluppo estensivo e repressivo (1948-1963) (11) si ha
la mobilitazione di tutte le risorse disponibili e specialmente della forza di
lavoro, la cui disponibilità sul mercato è pressochè totale. L'offerta di la-
voro riguarda soprattutto l a massa ancora rilevante d i disoccupati urbani
(riconversione industriale, distruzione apparati produttivi) e l a forza d i
lavoro fluente dalle campagne (esodo rurale) soprattutto dove i l carico di
popolazione sulle scarse risorse era eccessivo rispetto agli incrementi d i
produttività possibili all'interno della restaurazione capitalistica i n corso,
e nascondeva quindi una sacca enorme di sottoccupazione. I l mercato del
lavoro diventa così effettivamente omogeneo, non differenziato, a parte l a
netta separazione — propria d i una fase d i sviluppo relativamente arre-
trata — tra mercato della forza-lavoro non qualificata e quello della forza-
lavoro dotata di un titolo di studio formale.
La forza di lavoro è disponibile anche nel senso che è spostabile geo-
graficamente a seconda delle necessità, abbattendo ostacoli di ordine pra-
tico (comunicazioni) e culturale (isolamento). L'eliminazione degli osta-
coli legali avverrà quando il processo è già da tempo in corso. Si forma così
una grande massa d i forza-lavoro 'libera' da legami con situazioni locali,
mezzi di produzione a bassa produttività, dal controllo sulle condizioni del-
la produzione. I n questa fase la maggiore domanda è rivolta alla forza di
lavoro non qualificata, portatrice d i lavoro semplice; l'incremento nume-
rico del proletariato industriale è dovuto quasi del tutto ad essa; a sue
spese i l capitalismo realizza l'unificazione, trasparenza e omogeneità com-
piute del mercato del lavoro nazionale (e europeo).
(b) Nella fase di 'maturità precoce' (1964-1972) avviene (si tratta natu-
ralmente di
tendenze)
una differenziazione tra i l mercato che fornisce il nu-
cleo (ora numericamente allargato) della classe operaia ( e i n genere dei
salariati urbani), e i l mercato supplementare che fornisce la forza di lavoro
(11) Per questa terminologia (fase d i sviluppo repressivo, fase d i maturi tà precoce) c f r.
Michele Salvati, « L'origine della cr isi i n corso »,
Quaderni Piacentini,
X I , 46, mar-
zo 1972.
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