

(comprese quelle la cui soddisfazione è proiettata dagli anziani sui giovani,
come nel caso del la scolarità e del lo studio), ecc.;
— l'uso sistematico d i intervent i d i contenimento e d i compensazione da
parte d i tut to i l complesso degli apparati ordinar i e straordinari addetti
alla gestione de l sottosviluppo (pol i t iche assistenziali, credi to pol i t ico,
politica del le opere pubbliche impostata localisticamente, reddi t i 'previ-
denziali', i l cui monte i n cert i casi si approssima a quel lo del monte sa-
lari);
tutte queste tendenze che operano nel senso del disgregare i soggetti po-
tenziali e/o d i contenere le conseguenze politicamente negative del la de-
strutturazione erodono continuamente la base sociale e organizzativa dei
partiti e del le organizzazioni sindacali che storicamente hanno interpre-
tato la domanda delle classi subalterne; basta considerare la perdita ten-
denziale del la base sociale tradizionale ( pe r es. i braccianti), i n v ia d i
esaurimento come f igure sociali, come gruppo sociale, come isole sot to-
culturali, come rilevanza delle funzioni economiche espletate dal gruppo,
ecc., e la parallela lentezza del costituirsi d i una base sociale alternativa
(resa p i ù di f f i c i le dall'emigrazione, che h a signi f icato formazione de l
proletariato industriale
al trove,
dall ' inurbamento, da l l o spopolamento);
infine l'apparente cont inui tà a l ivel lo del la coscienza d i massa nel pas-
saggio dall'arretratezza a l sottosviluppo, con l a conseguente tendenza a
recuperare interpretazioni tradizional i del le contraddizioni ( f a t t o forse
non trascurabile, che faci l i ta enormemente l a strumentalizzazione par t i -
colaristica d i conf l i t t i sociali, vedi Reggio Calabria); i l persistere anche
nelle organizzazioni pol i t iche e sindacali d i interpretazioni obsolete, d i
tendenze populiste e paternaliste malamente rovesciate da qualche vel-
leità tecnocratica; c i l imi t iamo qui a segnalare questo ' r i tardo culturale'
degli apparati pol i t ico-sindacali e d i mol te parole d'ordine, sebbene sia
chiaro i l legame organico t ra questo ' ri tardo' e una scelta strategica com-
plessiva, i n breve: l a via i tal iana e parlamentare a l socialismo, l a stra-
tegia delle riforme, la speranza nelle autonomie locali, ecc., che al punto
cui siamo giunt i ormai tende anch'essa a ostacolare — con l ' inerzia delle
sue interpretazioni e d i quel la ben maggiore degl i apparat i — un'ade-
guata traduzione del le contraddizioni i n conf l i t t i . .
Occorre sottolineare t u t t e queste di ff icol tà, perchè sono l e cose con
cui s i scontra ogni volontà pol i t ica anticapitalistica; senza conoscerle me-
glio non è possibile sviluppare nessuna ragionevole strategia d i lungo pe-
riodo e tantomeno obiet t ivi intermedi.
La 'disgregazione sociale' che abbiamo messo i n r i l ievo non deve f a r
dimenticare che g l i stessi meccanismi che producono i l sottosviluppo con-
tribuiscono a delineare i contorni d i quella parte della popolazione meridio-
nale che, pur disgregata e divisa al suo interno, e ben lontana da qualche
unificazione pol i t ica anche solo su obiet t ivi intermedi, i n sostanza subisce
insieme i costi dello sviluppo ineguale. E che perciò potrebbe essere interessata
a rovesciare i l meccanismo di sviluppo dominante e i rapport i sociali di pro-
duzione sui qual i s i basa. I componenti d i questo 'campo' anticapitalista e
mirante a rovesciare la situazione d i sviluppo dipendente e• ineguale devono
essere ancora esattamente ident i f icat i : l a l inea d i demarcazione non può
essere tracciata senza l a conoscenza del le contraddizioni, del le tendenze,
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