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lavoro se i posti di lavoro avessero caratteristiche adeguate, anche a livelli

salariali inferiori alla media.

L'insieme di questi tre gruppi forma la

massa inoccupata,

ma occupa-

bile a determinate condizioni.

Complessivamente quindi l a SPR comprende l'insieme dei disoccupati,

dei sotto- e semi-occupati, gli inoccupati. Da notare infine che le dimenskoni

della SPR variano nelle diverse fasi del ciclo economico (oltre che per va-

riazioni stagionali dell'occupazione, che qui possiamo trascurare), raggiun-

gendo — riprendendo le distinzioni marxiane — livelli

acuti

nelle fasi d i

depressione, quando si ha diminuzione assoluta del numero dei posti d i

lavoro, oppure rallentamento relativo degli incrementi d i occupazione i n

rapporto sia con la crescita assoluta della popolazione — specialmente se que-

sti incrementi di popolazione per età e sesso sono tali da costituire imme-

diatamente incrementi di offerta di FL — che con la crescita della popola-

zione attiva che si offre sul mercato i n conseguenza della distruzione d i

posti di lavoro nei settori in crisi (cioè propriamente in seguito alla pro-

duzione capitalistica di SPR). La stabilizzazione a livelli

cronici

sta invece

ad indicare quella SPR residuale "normale", anche in periodo di incremen-

ti notevoli del numero di posti di lavoro.

(c) All'interno della SPR occorre distinguere analiticamente

l'esercito

industriale d i riserva

(EIR) e la

massa marginale

(MM) , sia per la diversa

funzione che assumono queste due categorie nel processo di accumulazione

del capitale, che per le caratteristiche differenziate (sociologiche soprattut-

to) che hanno, e tendono sempre più ad avere, queste due componenti del-

la offerta d i lavoro potenziale.

1. L ' E IR

comprende quella parte della SPR che ha chances effettive di

trovare occupazione a livelli medi di salario nelle fasi di alta congiuntura e

nelle fasi di crescita economica strutturale (ampliamento della base indu-

striale e aumento di scala della produzione). Dal punto di vista del capitale

rappresenta quella parte di FL tenuta a disposizione per le necessità dello

sviluppo. Esercita, i n particolari situazioni d i sottosviluppo relativo o i n

fasi di crescita rallentata, una pressione competitiva sulla manodopera oc-

cupata, con l a conseguenza indiretta d i aumentare i l potere discrezionale

di chi controlla l'offerta d i lavoro (salario, condizioni d i lavoro) e d i di -

minuire la forza e la capacità organizzativa delle associazioni sindacali.

2. L a

MM

comprende invece quella parte della SPR che- resterebbe in-

vece disoccupata, inoccupata o sotto- e semioccupata anche ai tassi di svi-

luppo più elevati ipotizzabili (sempre nell'ambito della formazione capita-

listica data e nel contesto internazionale rilevante). Dal punto di vista del

capitale rappresenta quella parte di FL resa superflua per le necessità del-

lo sviluppo. La MM può essere considerata

SP consolidata

almeno rispetto

al volume degli investimenti prevedibili e alla loro natura (cf r. nel Meri -

dione la prevalenza degli investimenti in produzioni ad alta intensità di ca-

pitale).

Infine si può operare ancora una distinzione rilevante entro l a MM,

separando l a

massa marginale pauperizzata

(MMP) , che comprende i di -

soccupati cronici (sostanzialmente lo strato inferiore della SPR stagnante),

inoccupabili per obsolescenza della qualificazione professionale o con occu-

pazione talmente precaria che i l lavoro è assolutamente secondario come

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